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I SIMBOLI CINESI DI VITA E DI MORTE
Nelle pitture del drappo funerario
di Mawangdui (II secolo a.C.)


Autore Claude Larre, Elizabeth Rochat De La Vallée
Editore Jaca Book
Prima edizione 2004
Pagine 160
Traduzione (dal francese) e cura di Fabrizia Berera
Titolo originale La Bannière
© 1995 Institut Ricci, Paris
 

Il drappo funerario, detto di Mawangdui, è dispiegato davanti a noi. È un oggetto superbo. Il colore sontuoso, reso più sorprendente e più misterioso dai duemila anni di permanenza sotto terra, si estende sulla seta bruna. Grazie all'intreccio di animali fantastici, alla nettezza, all'eleganza e al vigore dei personaggi, alla nobiltà degli atteggiamenti, alla bellezza dei tratti dei contorni, alla fermezza del disegno calligrafico, alla sicurezza delle tecniche utilizzate e allo stato eccezionale di conservazione, noi abbiamo un oggetto d'arte di prima qualità e un inesauribile documento di informazioni per la storia e per l'archeologia. Ci viene offerta una sintesi potente e semplice della vita, così come poteva essere rappresentata con immagini, all'epoca dell'instaurazione dell'Impero, iniziato dai Qin (221 a.C.) e affermatosi con gli Han (206 a.C. - 220 d.C.). Coloro che, come noi si appassionano ad un'interpretazione rigorosa, certo, ma ricca ed elevata della vita, studieranno con attenzione questo incontro con la mitologia, il ritualismo e il pensiero riguardanti il percorso dell'uomo vivente attraverso l'universo, che questo drappo funerario mette sotto i nostri occhi. Vi è di che sognare, di che pensare, vi è materiale da meditare e su cui ragionare; materiale che ci ammaestra su quello che è la vita e sui "passaggi" che occorre affrontare per realizzarne al meglio l'immensa proposta.
Vedremo in che modo bisogna ricevere l'insegnamento del drappo funerario e noteremo quali preoccupazioni animassero lo spirito del tempo. Questo drappo è una guida e un talismano. Mostra il cammino. Lo forza. Una rappresentazione giusta dà il potere di attingere ai soffi di vita, se si è a conoscenza dell'ordine del mondo. L'ordine del mondo si rivela a chi possiede il talismano.

Claude Larre (1919-2001), gesuita, laureato in Legge e in Lettere, ha ottenuto il dottorato in Filosofia e Sinologia presso l'Università di Parigi. Ha studiato il cinese a Pechino e Shanghai nei momenti più difficili della rivoluzione maoista (1947-52). Ha vissuto in Oriente sino al 1996 come insegnante e direttore delle scuole dei gesuiti e come professore di Filosofia cinese all'Università di Saigon e di Delat. Ritornato a Parigi nel 1966, ha fondato nel 1971 l'Istituto Ricci, centro di studi sinologici che ha diretto sino alla morte, e nel 1976 con Jean Schatz la Scuola Europea di Agopuntura. Ha insegnato filosofia cinese, soprattutto taoista, e le basi teoriche della Medicina Tradizionale Cinese con corsi e seminari in Europa, Stati Uniti, Canada. Numerosi sono i libri (molti dei quali pubblicati in italiano da Jaca Book) e gli articoli che ha scritto, quasi sempre in collaborazione con la sua assistente, Elisabeth Rochat de la Vallée, per far conoscere all'Occidente la ricchezza della cultura orientale, con la viva preoccupazione di rispettarne il pensiero, senza mistificazioni interpretative mutuate dal pensiero occidentale. La sua opera fondamentale, Les Chinois, di cui inizia con il presente volume la pubblicazione in edizione italiana, lo pone tra i più grandi sinologi di tutti i tempi. Ha collaborato alla stesura del Grand dictionnaire Ricci de la langue chinoise, in sette volumi, giudicata la raccolta più completa di termini ed espressioni della lingua cinese realizzata in Occidente.

Fabrizia Berera, formatasi all'Istituto Ricci di Parigi sotto la guida di padre Claude Larre, insegna filosofia taoista e storia della Medicina Tradizionale Cinese nel Corso di Perfezionamento in Agopuntura presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano.

 

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