I CHING
Il libro dei mutamenti
Traduzione (dal cinese) e cura di |
Richard Wilhelm |
Editore |
Adelphi, Milano |
Prima edizione |
1991 |
Pagine |
730 |
Titolo originale (tedesco) |
I Ging. Das Buch der Wandlungen |
Traduzione (in italiano, dal
tedesco) di |
Bruno Veneziani a A.G. Ferrara |
Note |
Con prefazione di C.G. Jung |
N. ISBN |
978-88-7819-1235 |
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Il Libro dei Mutamenti (易經, pinyin Yìjīng, Wade I Ching),
conosciuto anche come Zhou Yi 周易 o I Mutamenti (della dinastia) Zhou, è
ritenuto il primo dei testi classici cinesi sin da prima della nascita
dell'impero cinese. È sopravvissuto alla distruzione delle biblioteche
operata dal Primo imperatore, Qin Shi Huang Di.
L'Yi Jing è diviso in due porzioni, jing 經 o 'classico' e zhuan 傳 o
'commentario', composti in momenti differenti ma tramandati come testo
unico da due millenni circa. La porzione jing è composta da
sessantaquattro unità, ognuna basata su un esagramma (gua 卦) composto di
sei linee che sono o continue (⚊) rappresentanti il principio yang o
interrotte (⚋) rappresentanti il principio yin. Per ogni esagramma vi è
una spiegazione chiamata 卦辞 guaci, accompagnata dalla spiegazione delle
singole linee costituenti il trigramma chiamate 爻辞 yaoci. I primi due
esagrammi del testo 乾 qian e 坤 kun sono accompagnati da due ulteriori
testi chiamati 用六 yongliu e 用九 yongjiu.
Considerato da Confucio libro di saggezza, è utilizzato a livello
popolare a scopo divinatorio, e dagli studiosi per approfondire aspetti
matematici, filosofici e fisici. I metodi per ottenere i responsi sono
vari e si passa dai gusci di tartaruga al lancio di 3 monete. Quando si
utilizzano gli steli di achillea per estrarre i responsi, l'arte
divinatoria è chiamata achilleomanzia.
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