In una pagina ormai famosa. Jorge Luis Borges istituiva un parallelo fra
ledificazione della Grande Muraglia e il rogo dei libri. Le due imprese, entrambe
attribuibili al Primo Augusto Imperatore, sarebbe il disperato e sovrumano tentativo da
parte di un uomo di mettersi nei panni di Dio modificando lo spazio e il tempo. Anche la
ricerca di Arthur Waldron non può che muovere dal persistere del mito. Distesa
"lungo lintera frontiera settentrionale della Cina come un grande lago
dormiente", la Grande Muraglia sarebbe stata eretta più di duemila anni or sono; vi
avrebbero lavorato per quindici anni oltre un milione di forzati; sarebbe lunica
creazione umana visibile dallo spazio. Il percorso di Waldron attraverso dati storici,
leggende e la ricostruzione dellintreccio di influssi culturali fra Europa e
Oriente, mostra come il mito moderno della Grande Muraglia sia risultato simbolico del
processo di autodefinizione della Cina contemporanea, mito nato in Cina ma definitivamente
fissatosi dopo aver raggiunto lEuropa nel tardo XVI secolo. La Grande Muraglia non
esiste come impresa di consapevole titanismo. E il frutto dellavvicendarsi nei
secoli di politiche e strategie difensive che le varie dinastie adottarono, non sempre con
buoni risultati, nei confronti delle orde nomadi dei "barbari".
Il viaggio di Waldron nella verità storica della Grande Muraglia racconta al lettore di
un universo ancora, come sempre, troppo lontano, ma mostra pure come funzioni nel tempo la
verità mitologica della Grande Muraglia: articolazione cardinale fra il dentro e il
fuori, la civiltà e la barbarie, la legge e il disordine, il cosmo e il caos.
Arthur Waldron è Assistant Professor of History and East Asian
Studies a Princeton.