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FIGLIE DELLA CINA
Dove nascere donna può ancora essere una maledizione


Autore Bamboo HIRST
Editore PIEMME, Casale Monferrato
Prima edizione 1999
Pagg. 270

Vendute come schiave, prostitute, concubine e nella migliore delle ipotesi come mogli, costrette alla pratica della fasciatura dei piedi per essere più seducenti e acquistare di valore sul mercato, le donne cinesi per secoli sono state considerate esseri inferiori, passivi strumenti del piacere, semplici fattrici di una discendenza possibilmente maschile. La loro sorte parve mutare radicalmente quando Mao le chiamò a sostenere "l’altra metà del cielo" perché le donne erano, per la Rivoluzione, una grande forza, capaci di fare "tutto ciò che fanno gli uomini".
Fu un’emancipazione forzata, spesso pagata a caro prezzo. Le donne sono state mutilate nel corpo e nell’anima, ma quanti anni occoreranno ancora perché cadano tutte le catene che imprigionano la loro anima? Quanto tempo dovrà ancora passare perché abbia termine la terribile pratica della soppressione e dell’abbandono delle bambine neonate? Quanto ancora dovranno lottare le figlie della Cina affinchè nascere donna cessi di essere una maledizione?

Bamboo Hirst. Di madre cinese e padre italiano, Bamboo Hirst vive in Cina fino all’età di 14 anni. Costretta dagli eventi, lascia la sua terra natale e raggiunge l’Italia, da sola, dopo 70 giorni di avventurosa navigazione a bordo di una nave greca. Ora vive e lavora a Milano.
Ha pubblicato: Inchiostro di Cina (La tartaruga), Il riso non cresce sugli alberi (La Tartaruga), Passaggio a Shanghai (Mondadori), Il mondo oltre i peschi in fiore (Mondadori), Cartoline da Pechino (Feltrinelli).

 

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