ELEGIE DEL QUATTRO GIUGNO
Autore |
Liu Xiaobo |
Editore |
Lantana editore srl, Roma |
Prima edizione |
2013 |
Pagine |
186 |
Titolo originale |
June Fourth
Elegies
© 2012 by Liu Xiaobo |
Traduzione delle liriche dal cinese di |
Nicoletta Pesaro |
N. ISBN |
978-88-97012-60-3 |
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Testimonianza lucida e disperata, ritualizzata per vent'anni a ogni anniversario del tragico eccidio di piazza Tian'an men, la raccolta di Elegie di Liu Xiaobo ha l'unitarietą organica di un piccolo poema, sintesi lirica di raro equilibrio tra denuncia e canto. Liu Xiaobo riesce a liberare lo spirito poetico dai pesanti ceppi della lotta politica, superando i limiti spazio-temporali della Primavera di Pechino, in una rappresentazione che restituisce a piazza Tian'an men e alle sue vittime il senso sacro e universale della storia. II valore delle Elegie risiede proprio nel rendere omaggio ai protagonisti sconosciuti della tragedia, studenti e cittadini spesso rimasti senza riconoscimento, madri e parenti cui nessun conforto, nessun risarcimento, nemmeno quello dei ricordo č stato concesso. Č l'urgenza di non dimenticare che spinge Liu Xiaobo a denunciare la «solenne menzogna» del potere e una crudele tradizione di sopraffazione che si annida nella millenaria cultura cinese. Da messaggio politico di resistenza (Liu sta scontando una condanna a otto anni per istigazione alla sovversione del potere dello Stato), la poesia si fa riflessione dolente sulle ragioni della morte e della sofferenza, sul senso di colpa dei sopravvissuti e sulla facile smemoratezza del popolo. A tali sgomente domande sul tradimento delle «anime dei defunti e sul destino della propria gente, Liu Xiaobo sembra non poter dare risposte definitive, se non la memoria e, sorprendentemente, l'amore, la tenerezza incrollabile per la moglie, Liu Xia, cui offre, unico dono dal carcere, la forza dei sentimenti e delle convinzioni. (N.P.)
LU XIAOBO Scrittore, critico e intellettuale dissidente, Liu Xiaobo č nato a Changchun nel 1955. Mentre si trova a New York, nell'aprile 1989, scoppiano i moti di piazza Tian'an men e Liu decide di tornare in Cina. La notte dei 3 giugno inizia uno sciopero della fame per protestare contro l'invio delle forze armate. Dopo il massacro viene arrestato e passa venti mesi in prigione senza processo. Tornato in libertą, continua a scrivere su autorevoli riviste (ma non in Cina, dove finisce sotto censura), nelle quali denuncia le storture del regime. Nel 1996 firma un articolo scottante, che gli costa tre anni di «rieducazione attraverso il lavoro manuale. L'esperienza del carcere non ha fiaccato la determinazione di Liu, che figura fra i promotori di una petizione per il rispetto dei diritti umani, diffusa alla vigilia dei Giochi Olimpici del 2008 a Pechino. Nel dicembre dello stesso anno, pochi giorni dopo l'uscita di Charta 08, viene arrestato. Nonostante la mobilitazione di intellettuali stranieri in suo favore, a tutt'oggi Liu non č stato rilasciato ed č detenuto in un luogo segreto. Nel 2010 gli č stato assegnato il premio Nobel per la Pace, con la seguente motivazione: «Per la sua lunga battaglia non violenta in favore dei diritti umani fondamentali in Cina.
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