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LA CINA OGGI

La Cina oggi

Autore Fox Butterfield
Editore Editoriale Corno, Milano
Prima edizione 1983
Pagg. 542
Traduzione (dall’inglese) di Adriana Crespi
Titolo originale China: Alive in the bitter sea
© 1982, Fox Butterfield

Per trent’anni la Cina è stato un paese chiuso e ai pochi stranieri cui era concesso l’ingresso veniva predisposto un rigido ed edificante itinerario. Le immagini che riportavano erano quelle di una nazione rivoluzionaria felice che aveva abolito la povertà, la disoccupazione e il crimine. Fox Butterfield, primo corrispondente del New York Times al quale è stato concesso di vivere a Pechino, non si è lasciato sedurre dal potere politico; ha evitato la compiacente categoria degli esperti occidentali come pure l’immagine ufficiale presentata agli stranieri. Il risultato delle sue ricerche è questo libro brillante e insieme sconcertante che rivela come solo i cinesi conoscono se stessi. Attraverso aneddoti e profili Butterfield riesamina molti dei cliché creati intorno alla Cina. Scopre lo sforzo di cambiare a tappe forzate il mondo contadino ma anche, a dispetto della predicata eguaglianza, la presenza di una clase privilegiata di burocrati che vive in case spaziose dotate di servitù e frequenta negozi riservati. Nonostante l’apparentemente rapida crescita industriale e agricola, il livello medio della vita non è migliorato così rapidamente come nella vicina Corea del Sud o a Taiwan. La vita è misera e del tutto relativo il concetto di libertà perché il danwei (il posto di lavoro) controlla ogni particolare dell’esistenza del singolo individuo. Lo stato della donna è sì cambiato ma è ben lontano dall’essere equiparato a quello dell’uomo. Butterfield deve prendere atto che la vita sottoil regime comunista, attraverso una lunga serie di campagne politiche – in particolare quella chiamata Rivoluzione Culturale – è stata una sconvolgente esperienza per molti cinesi. Con naturale e umana simpatia per il popolo cinese, Butterfield visita le loro case; ci presenta un contadino di un villaggio dove la gente non ha mai visto un trattore e pratica la magia; parla con le vittime dei campi di lavoro: i Gulag cinesi; descrive i privilegi, l’antintellettualismo e il limitato background di molti dirigenti. Ma racconta anche la storia di una giovane donna infelice con il marito e innamorata di un altro; frequenta i bar per incontrare mezzani e prostitute. E alla fine di tante vicende straordinarie e terrificanti al limite dell’assurdo, Butterfield trova un popolo disiluso e rassegnato. Come dice un antico proverbio buddhista, che i cinesi fanno rivivere per descrivere il loro passaggio attraverso la Rivoluzione Culturale, essi si sentono "vivi nel mare amaro".

Fox Butterfield, capo dell’ufficio del New York Times a Pechino, ha studiato sinologia a Harvard, parla correntemente il cinese e precedentemente è stato corrispondente dal Vietnam del Sud, dal Giappone e da Hong Kong.

 

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