CINA: CULLA DEI PANDA E DELL'ORIENTE
Autore |
Roberto Cazzolla Gatti |
Editore |
AVillaggio Globale Editore |
Prima edizione |
Settembre 2018 |
Pagine |
83 |
N. ISBN |
978-88-908119-3-7 |
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Come tutti i grandi paesi anche la Cina racchiude in sé
storia, contraddizioni e innovazioni. E questo volume appena pubblicato
fra i nostri e-book, «Cina. Culla dei panda e dell’Oriente» di Roberto
Cazzolla Gatti, riesce perfettamente a dare un’immagine completa di
questo immenso paese, grondante di storia e cultura.
È un fotolibro di 83 pagine, la maniera migliore per descrivere un paese
complesso dove le parole sono insufficienti.
Luoghi incantevoli in cui incastonate si trovano le tracce di una
religione che fa un tutt’uno con la natura e con la vita quotidiana. Una
natura seppur ferita dall’avanzare disordinato della urbanizzazione, un
fenomeno che accomuna le grandi metropoli, che cerca di sopravvivere e
difendere il suo spazio come nel caso dei panda.
La Cina non è solo crescita economica e produzione di beni a basso costo
e qualità. Basta allontanarsi dalla capitale, muovendosi verso le alte
vette del Sichuan per immergersi in un mondo di quiete e bellezza. In
questa regione nel cuore del dragone rosso, templi taoisti si alternano
a montagne sacre sormontate da statue del Buddha, ammantate da una
nebbia fiabesca. In queste terre remote, raggiungibili in qualche ora di
volo dalle metropoli più grandi e visitabili grazie a un nuovo comodo
collegamento ferroviario dalla piacevole città di Chengdu, si dipana un
territorio di fascino e mistero, reso ancor più interessante dalla
presenza unica degli ultimi gruppi di panda gigante esistenti al mondo.
Ma ci sono anche i macachi tibetani e gli orsi dal pollice opponibile e
notevoli sono gli sforzi economici che la Cina sta sostenendo, come ha
fatto con il panda, per recuperare habitat e specie in pericolo.
«Questi centri di riproduzione – scrive Roberto Cazzolla Gatti nella
presentazione – collocati in aree che simulano l’habitat naturale del
panda gigante e del suo cugino più piccolo, il panda rosso minore,
svolgono un ruolo importante per preservare la specie e diffondere
nell’opinione pubblica interesse per la salvaguardia di questo animale.
Ovunque, nella provincia e in buona parte della Cina, si possono trovare
peluche, statue, manifesti e immagini di paffuti orsetti bianchi e neri
pronti a comunicare “benvenuti”, “arrivederci” e qualunque altra
esclamazione che il marketing ha voluto associare a questo eroe
nazionale. Nonostante tutto questo impegno, il panda gigante è una delle
specie a maggior rischio di estinzione. Sebbene le incubatrici e le
nursery dei vari centri distribuiti nel paese siano pieni di graziosi
cuccioli in attesa di biberon da madri umane surrogate e di sguardi
inteneriti e, a volte invadenti, dei turisti disposti a tutto pur di
osservarli e, per quanto la gestione di queste aree di riproduzione sia
impeccabile da parte del governo, il problema fondamentale è che la
maggior parte, se non la totalità, dei nuovi nati è destinata alla
cattività. Da qualche anno, il governo cinese sta cercando di creare
soluzioni per la reintroduzione in ambiente naturale di alcuni esemplari
nati nei centri, ma sino ad oggi sono infrequenti i casi di cuccioli
nati in cattività e poi reintrodotti in natura».
Ci auguriamo che tutti questi sforzi che in vari paesi si fanno per
salvare specie portate all’estinzione dalle azioni degli uomini, possano
servire da monito e portino a modificare gli stili di vita che stanno
portando problemi gravi anche all’uomo.
Ignazio Lippolis
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