CHIN P'ING MEI
JIN PING MEI
Romanzo erotico cinese del secolo XVI
Autore |
Anonimo |
Editore |
Giulio Einaudi, Torino |
Prima edizione |
1956 |
Traduzione di |
Piero Jahier e Maj-Lis
Rissler Stoneman |
Introduzione di |
Arthur Waley |
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Su licenza
Einaudi |
Editore |
Feltrinelli, Milano |
Collana |
Universale Economica |
Pagg. |
XXII + 458 |
Prima edizione |
1970 |
Traduzione di |
Piero Jahier e Maj-Lis
Rissler Stoneman |
Introduzione di |
Arthur Waley |
Nuova ed. accresciuta a cura
di |
Olimpio Cescatti |
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Editore |
ES, Milano |
Pagg. |
415 + 388 |
Prima edizione |
2005 |
Traduzione di |
Piero Jahier e Maj-Lis
Rissler Stoneman |
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Le relazioni letterarie con la Cina, da che si
dischiuse alleuropa la conoscenza dei monumenti di quella civiltà, forse mai hanno
avuto un tramite così ingente quale il presente romanzo. Il Chin Ping Mei è una
costruzione letteraria famosa in Cina e fuori della Cina, di un autore del XVI secolo non
ben individuato, se non in gustosi tratti leggendari (alla stesura del romanzo avrebbe
presieduto un pazientissimo intento di vendetta), che con stupefacente vis narrativa ha
dato alla letteratura mondiale una storia, o meglio una serie di storie che - da noi -
costituirebbero, senza esagerazione, materia di una cinquantina di romanzi. Tema del libro
è la vicenda di Hsi-men, inesausto protagonista di una fitta esistenza dedita
allaffermazione, elementare quanto raffinata, del piacere. Dissolutezza e
disinvoltura, non disgiunte da corrutela e criminalità vera e propria, tratti non
estranei alle classi dominanti di cui Hsi-Men fa parte, sono le caratteristiche, assieme a
uninnegabile simpatia, di unimpresa esistenziale che coinvolge, comè
logico, una serie di mogli e amanti, di concubine e ancelle; e inoltre tutta una folla di
servi, complici, parassiti, manutengoli, funzionari, militari, monaci, monache,
ragazze-fiore, ruffiani e ruffiane, non tutti, beninteso, arresi alliter libertino
del protagonista. Il quale, del resto, come vuole la morale e qualche volta anche la vita,
sconta la sua monocroma furia di gaudente con una fine immatura, di esemplare tragicità
Lintento morale del grande romanzo non è stato preso, va da sé, a pretesto e
schermo (sarebbe stato ipocrita a dir poco) della restaurazione, per questa edizione
accresciuta, di tutte le scene erotiche censurate nella prima edizione italiana. Si è
voluto piuttosto, e semplicemente, dar integrale conto al lettore del realismo mirabile e
potente del Chin Ping Mei. Il quale lettore potrà scoprire come
linsistita e variegata rappresentazione delleros sia in fondo la cifra di una
concezione della vita che riporta noi europei a quell "aura" già
altrimenti apprensibile dai grandi esempi letterari del nostro retaggio classico, a quelle
epoce cioè in cui ad Eros, secondo una nota sentenza, non era stato ancor fatto
trangugiare il veleno.
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