Per Goffredo Parise, la Cina è un poema composto da "molti,
quasi infiniti versi". Quando ci si prova a leggerli, questi versi, si fa un po
fatica, anche perché, a prima vista, sembrano tutti simili e si può essere presi dalla
noia. Ma, se al posto della "chiara, limpida, matematica e apparentemente esatta
ragione" ci si affida a "due strumenti apparentemente ambigui e oscuri come la
discrezione e lintuito", ecco che la noia scompare e si scopre che "i
cinesi sono un popolo che possiede naturalmente quella qualità che si può
conquistare, e con grande spreco di energie, soltanto storicamente. Questa qualità
è lo stile". In Cara Cina, primo dei suoi libri di viaggio, Parise ausculta
lo stile dei Cinesi, non solo nei suoi aspetti più espliciti, come la pratica della
calligrafia e quella della cucina, ma soprattutto in molti dettagli acciuffati con la
forza di un intuito sempre vivo.
Parise è un viaggiatore che ha scelto di essere indigente: nel suo bagaglio ci sono
esclusivamente "gli occhi per vedere, il cervello per riflettere, il caso e infine la
propria persona, con quanto possibile di lampante e di oscuro". Da Canton a Hong
Kong, fermandosi a Pechino e a Shanghai, più che sui luoghi fisici, il reporter si
sofferma sulle persone. Ne ricava molti dialoghi che costituiscono lo scheletro di questo
libro magro. Sono davvero memorabili sia lincontro in un ospedale tradizionale con
una dottoressa che pratica lagopuntura ("la persona più bella che mi sia
capitato di vedere da quando sono in Cina"), sia la visita a una scuola, nel corso
della quale sperimenta la consistenza corporea del fanatismo, impersonato dal direttore
("È la prima volta nella mia vita che vedo il fanatismo politico: è ripugnante e
pietoso al tempo stesso, ma fa paura"). In entrambi e opposti casi, la flessibilità
e la leggerezza degli strumenti conoscitivi di Parise rendono possibile la difficile arte
della conoscenza.
Goffredo Parise nacque a Vicenza l8 dicembre
del 1929. La sua vita è stata segnata da un continuo movimento. Ingegno precoce e
solitario (Il ragazzo morto e le comete,1951; La grande vacanza, 1953),
autore di uno dei primi best seller del dopoguerra (Il prete bello, 1954), è stato
consulente editoriale, giornalista, sceneggiatore, reporter: un occhio alla sua cattolica
provincia veneta (Il fidanzamento, 1956; Amore e fervore, 1959) e
laltro alle società di massa: la Russia, la Cina (Cara Cina, 1966),
lAmerica (Odore dAmerica, 1990, postumo), il Giappone (Leleganza
è frigida, 1982). Senza dimenticare i luoghi in cui il mondo pulsava drammaticamente
(Guerre politiche. Vietnam, Biafra, Laos, Cile, 1976). E senza dimenticare il
sentimento dirrealtà che domina la vita associata doggi (Il padrone,
1965 e Lodore del sangue, 1997, postumo). Prese casa, di volta in volta, a
Venezia, a Milano, a Roma, a Ponte di Piave, a Salgareda. Si sposò, si separò ed ebbe un
legame duraturo con la pittrice Giosetta Fioroni. I due Sillabari (1972-1982) sono
forse il suo capolavoro. E morto il 31 agosto 1986.