Da quando lOriente cinese e giapponese ha creato
unestetica sulle foglie della pianta chiamata Camellia sinensis e ha
coltivato fino alla più squisita perfezione il rito della degustazione dellinfuso,
molti trattati sono stati scritti sulla difficilissima arte di preparare il tè, ma uno
solo è rimasto nei secoli larchetipo, la summa del sapere
"teistico", la base di tutti i testi: il Chajing, il Canone del tè,
il più antico e il più importante trattato al mondo sulla coltivazione, la preparazione,
luso e gli echi letterari del tè. Fu composto intorno al 758, sotto la dinastia
Tang, dal letterato e poeta Lu Yu, che con questo libro dette un fondamentale impulso alla
cultura del tè e ne fissò lo spirito.
Alieno da ogni preoccupazione per lesteriorità, Lu Yu insegna che le circostanze e
il luogo della degustazione non sono che accessori, ed è quindi possibile variare
letichetta del tea-party in accordo allambiente, al numero degli ospiti e al
loro rango: accanto a un torrente tra i pini, si può fare a meno di molte cose, "ma
se, in una città, alla presenza di un re o di un duca, manca anche uno solo dei
ventiquattro strumenti prescritti, allora è meglio rinunciare del tutto a preparare il
tè". La perfezione infatti va ricercata essenzialmente nella scelta accurata degli
ingredienti e degli strumenti, nellattento rispetto delle procedure di preparazione
e nellaccorto equilibrio tra gli elementi che vengono chiamati in causa -
lacqua, il fuoco, il legno, il metallo, la terra - per rispecchiare in una tazza di
tè lordine che governa luniverso.
Le pagine del Canone, che lautore consigliava di ricopiare su rotoli di seta
da appendere alle pareti per tenere sottocchio e ricordare costantemente ogni
aspetto della materia del trattato, si configurano così come un affascinante e rigoroso
manuale tecnico di milleduecento anni fa, oltre che costituire unopera di sottile
poesia e un sacro testo dellantico Oriente, finalmente accessibile nella prima
traduzione dal cinese, corredata di un ampio apparato di note filologiche e storiche.
Lu Yu, vissuto tra il 733 e l804 nella Cina
della dinastia Tang, letterato e poeta, avve una giovinezza avventurosa e
un'sistenza romanzesca: secondo alcune biografie, fu un trovatello rinvenuto sulla
sponda di un fiume da un monaco, che lo adottò e lo allevò finché il giovane fuggì dal
monastero per unirsi a una compagnia di attori girovaghi. Notato dal governatore di
Jingling che ne intuì il talento letterario, Lu Yu divenne amico di eruditi e potenti; si
ritirò poi tra i boschi di Tiaoxi, dove condusse una vita da eremita. Le opere
attribuitegli sono cinquantasette, fra scritti in prosa e in versi: tra le diciassette
opere arrivate fino a noi la più lunga è il Chajing, questo celebre Canone del
tè per il quale, dopo la morte, Lu Yu è stato venerato come il "dio del
tè", patrono di tutti i cultori dellarte di preparare e degustare la bevanda
orientale.
Marco Ceresa è nato a Lodi nel 1959. Laureato in
lingue orientali, si occupa di letteratura e linguistica cinese con particolare riguardo
alla Cina antica. Ha soggiornato a lungo a Taiwan e in Giappone, dove ha compiuto studi
specialistici sulla cultura del tè. Scrive su riviste sinologiche e di linguistica
generale.