Perché un altro libro sulla Cina?
Nonostante gli italiani siano stati tra i primi
occidentali ad avere relazioni con questo grande paese (Marco Polo,
Matteo Ricci ...), sembra che da allora siano stati fatti solo piccoli
progressi nella comprensione e nella qualità delle informazioni
disponibili ad un più vasto pubblico.
La visione d'insieme che se ne ricava resta basata su percezioni
soggettive e su notizie sporadiche e sensazionalistiche; raramente si
privilegia il contesto o ci si chiedono dei perché. Ne deriva che, per
la maggior parte degli italiani, i cinesi sono una minaccia all'economia
nazionale e al proprio posto di lavoro, rapinano le risorse mondiali
causandone l'impennata dei prezzi, sono amorali e infidi, non rispettano
le regole dei trattati internazionali e del fair-play.
È molto interessante ed istruttivo ripercorrere
la storia delle percezioni europee sulla Cina, per scoprire che esse
rivelano molti più aspetti della realtà del soggetto che percepisce
che non di quella dell'oggetto percepito. Lo stesso si può ovviamente
dire dell'immagine che i cinesi si sono fatti dell'Europa e del mondo
occidentale, ma di questo si parlerà forse in un futuro libro.
Vale la pena chiedersi se tali percezioni e
notizie drammatiche siano di qualche utilità per la costruzione di una
relazione migliore o siano solo nutrite di stereotipi, facili da
manipolare, e come i risultati deludenti dei contatti diretti
(opportunità perdute? investimenti sbagliati?) si trasformino in
frustrazione e disprezzo.
D'altro canto si assiste da qualche tempo ad un
fiorire di libri sulla Cina: un numero incalcolabile di monografie,
testi accademici, manuali per chi vi si avvicina per affari, biografie,
guide turistiche, senza dimenticare le traduzioni di opere letterarie,
antiche e recenti. Negli ultimi tre anni, in particolare, si sono fatti
sicuramente progressi nel campo dell'informazione disponibile al
pubblico italiano, se non nella qualità, certamente nella quantità. Le
porte del mondo dell'informazione si sono spalancate e siamo stati
inondati da tutti i tipi di media, ognuno con una sua forma di
conoscenza sulla Cina.
Perché aggiungere un altro libro a questa massa
d'informazioni?
La risposta è certamente da cercare
nell'esperienza diretta vissuta dalle autrici, come nel fatto che sono
italiane. Per la maggior parte degli ultimi trent'anni hanno vissuto in
Cina, hanno visitato province e città, lavorato nel mondo
dell'industria, dei servizi, della cultura e dell'educazione.
Delle loro esperienze e punti di vista hanno
discusso con familiari, amici, colleghi di lavoro e conoscenti
occasionali. Tutto ciò fino ad ora era rimasto una forma di
comunicazione privata e non avevano sentito il bisogno di rivolgersi ad
un pubblico più vasto, né di scrivere un libro semplicemente per il
fatto che vivono in Cina. Molti altri lo hanno già fatto.
Lungo tre decenni, hanno letto libri, riviste,
giornali, articoli accademici, hanno ascoltato i telegiornali, i
reportage e hanno visto film, visitato mostre e partecipato ad eventi
d'arte, cultura, business, scambiando opinioni con persone di varie
nazionalità e con interessi diversi. Non hanno dato per scontata la
conoscenza acquisita dalla lettura e neppure quella dell'esperienza
personale, ma hanno continuato a porsi delle domande e a mettere in
discussione diversi punti di vista.
Hanno constatato che non esiste una risposta
pronta a tutti i problemi, ma che le domande sono spesso interessanti in
quanto tali.
Negli anni hanno percepito una sempre maggiore
divergenza tra quello che sperimentavano nella vita quotidiana e le
interpretazioni di "notizie" e "informazioni" che
scambiavano con visitatori occasionali o con le persone che incontravano
ritornando in Italia.
Tra le chiacchierate sull'ultimo articolo uscito
sul giornale e le sofisticazioni dell'approfondimento accademico, manca,
soprattutto in Italia, quell'informazione più ragionata e approfondita
che, pur senza avere la pretesa di essere esauriente, vada al di là del
dramma superficiale della cronaca giornalistica e sia alla base di una
discussione tra un pubblico più vasto. Sembra insomma che esista uno
spazio vuoto, al momento occupato dagli stereotipi e dalle frasi fatte.
Questo è lo spazio che hanno cercato di colmare.
Per fornire chiavi di lettura della realtà
cinese contemporanea, si è costretti a camminare sulla linea sottile
che separa la complessità dalla semplificazione. Non sempre è facile
essere all'altezza del compito.
Discutere di una cultura richiede la scelta e
l'uso di strutture e categorie interpretative. Hanno seguito la loro
esperienza e conoscenza diretta della realtà cinese, ragionando su
quello che ritenevano importante per capire la Cina di oggi, come si
formano nuove strutture e mentalità, come stanno cambiando quelle del
passato.
II punto d'osservazione resta quello di una
mente occidentale, con le proprie connotazioni e il proprio vocabolario.
Tuttavia, quando parlano di "religione" o "nazione"
tentano di coglierne una definizione più ampia, che comprenda anche le
forme che queste categorie assumono nel contesto culturale e storico di
una civiltà diversa, quella cinese. Quando discutono di categorie
genuinamente cinesi, il "taoismo" o la "pietà
filiale", cercano di partire dalle definizioni che sono ampiamente
accettate nella letteratura esistente nelle lingue europee.
la Cina è, in tutte le sue sfaccettature, un
argomento affascinante.
Oltre che il paese più popoloso del mondo, è
oggi la società che sta cambiando più in fretta e in proporzioni senza
precedenti.
Da anni osserviamo e abbiamo preso parte
attivamente al più grande esperimento sociale del mondo, un esperimento
che, senza dubbio, ha e continuerà ad avere ripercussioni su tutte le
altre società.
Questo lavoro è un contributo all'ampliamento
della discussione sulla Cina, un supporto perché gli inevitabili
contatti con questo paese avvengano su livelli di una migliore
conoscenza. II libro si rivolge ad un lettore che cerca di porre le
migliaia di notizie sulla Cina in
un contesto strutturato. Stimola l'appetito per
letture più approfondite, l'offerta di libri ed articoli eccellenti è
ampia, al lettore dunque la facoltà di scelta.
wilfried leichert
ottobre 2006