“Credo che la vera essenza di un viaggio risieda nel desiderio di ricercare il diverso e lo sconosciuto, esplorando il mondo attraverso gli occhi delle genti che lo popolano … Avevo lasciato casa, affetti e un lavoro stabile, proprio con questo intento: scoprire la bellezza del mondo declinata nelle sue infinite varietà”
È così che inizia il viaggio di Claudio, che lo porterà, quasi per caso, a vivere in Cina, spinto proprio dal desiderio di visitare una parte di mondo così distante da quella “occidentale” da cui proviene.
“Diario di un maestro in Cina” racconta, in maniera leggera e ironica, le contraddizioni, le usanze e le diversità di un Paese e di un popolo dalla storia millenaria, visti da “dentro”, attraverso gli occhi di un ragazzo che si ritrova a vivere da solo, in un quartiere di periferia, dove lavora come insegnante di educazione fisica e allenatore di pallacanestro in una scuola pubblica elementare. Un anno di vita immerso nella Cina più autentica, a contatto con le sue genti, alla scoperta delle sue bellezze e immerso nella sua cultura, costantemente affascinato dalla ricchezza di un paese a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Claudio Piani nasce due volte: la prima all’ospedale Buzzi di Milano il 5 agosto 1987, e la seconda a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano, nell’agosto 2014, quando decide di mollare tutto e partire. Due vite meravigliose, la prima spesa nella sua città lavorando come insegnate e come operatore sportivo, la seconda invece, in giro per il mondo, alternandosi tra viaggi e lavori più o meno seri. Da qualche anno si diletta anche a scrivere dei suoi viaggi, raccontati nei libri “Vagabondiario” e “Una vita incredibile”. Secondo un indovino conosciuto in India dovrebbe morire nel 2076.
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