Un raffinato letterato cinese di epoca Ming, Zhang Dai, e il suo diario che per la prima volta viene qui pubblicato in traduzione italiana. Un insieme di ricordi e sogni – Reminiscenze oniriche è, infatti, il titolo originale – che ci rimandano un quadro vivido e palpabile del raffinato mondo delle élite culturali cinesi della fine della grande dinastia Ming (1368-1644).
Zhang Dai fa scorrere davanti ai nostri occhi luoghi appartati, angoli di natura incontaminata, templi affollati di pellegrini, monasteri silenziosi, giardini e boschi, montagne impervie, villaggi e città. Descrive feste tradizionali, sagre popolari, rituali intimi e raccolti, la rarefatta cerimonia del tè, secondo una sapienza antica e condivisa tra i raffinati uomini di cultura dell’antica Cina.
Ci presenta anche i piatti tradizionali delle feste, le leccornie preparate nei villaggi durante le sagre, le più golose preparazioni per spensierati momenti conviviali.
E poi ci parla di libri e biblioteche, il suo mondo, il suo pane quotidiano: scaffali sovraccarichi di libri, i volumi degli studiosi del suo tempo, i “rotoli” sui quali egli stesso ha costruito la propria cultura e che lui stesso ha contribuito a compilare riempiendoli di colonne ordinate di minuti caratteri di scrittura.
Si susseguono gli incontri con i personaggi che abitano quel mondo: dotti studiosi, barcaioli, contadini, tavernieri, monaci austeri, letterati gaudenti, poeti e artisti, cultori del tè, musicisti… un’umanità variegata ed eterogenea, che Zhang Dai incontra e descrive con simpatica partecipazione.
Se questo prezioso testo rappresenta un ritratto sfaccettato e particolareggiato della Cina del suo tempo, per noi “moderni” è una lettura gradevole e varia, ricca di inaspettate sorprese, un viaggio immaginario in quella Cina di fine Epoca Ming nella quale si svolgeva l’audace avventura dei missionari gesuiti, che tentavano con competenza e coraggio di realizzare il primo approfondito incontro tra mondi culturali lontani.
Armando Alessandro Turturici (1992), laurea triennale in Lingue e Culture Moderne all’Università Kore di Enna e laurea magistrale in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa all’Università degli Studi di Torino, ha conseguito un Master di Secondo Livello in Didattica della Lingua Cinese presso l’Orientale di Napoli e una Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano. Ha trascorso vari periodi di studio in Cina, tra Chongqing, Pechino e Shanghai. Dal 2013 insegna lingua cinese presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “A. Volta” di Caltanissetta. È membro del Comitato di Redazione di Intorcettiana, semestrale edito da Fondazione Prospero Intorcetta Cultura Aperta. È autore (con altri) di testi per le Scuole Secondarie: Grammatica della Lingua Cinese (2020) e La Cultura Cinese in Lingua (2021).
Giorgio Casacchia è stato professore ordinario di filologia cinese all’Università Orientale di Napoli fino al 2015. Ha trascorso in Cina oltre 15 anni, dal 1973 al 2015, presso istituzioni accademiche e diplomatiche a Pechino, Chongqing, Shanghai. Autore di testi di linguistica, letteratura classica e vernacolare, fra cui il Dizionario di Cinese (con il prof. Bai Yukun, Venezia, 2008) e la traduzione italiana del Diario di viaggio di Xu Xiake (Venezia e Hangzhou, 2019). È Socio Aderente e componente del Comitato Scientifico della Fondazione Prospero Intorcetta Cultura Aperta.
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