Questa è, in assoluto, la prima traduzione del Codice civile realizzata fuori dalla Cina.
Approvato dall’Assemblea del Popolo il 28 Maggio del 2020, il Codice civile cinese è entrato in vigore il 1 Gennaio 2021.
La storia della codificazione in Cina è lunga e complessa.
Diversi tentativi fallirono nei primi decenni del secolo scorso. Nel 1931 fu infine approvato un Codice civile, che tuttavia non fu mai concretamente applicato, se non sporadicamente in qualche grande città, per via dell’invasione giapponese, della guerra civile e dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Con la nascita della Repubblica Popolare Cinese (1949), il codice del ’31 rimase in vigore nella sola Taiwan.
L’attuale codificazione è, dunque, la prima realmente vigente in Cina e rappresenta la conclusione di una gestazione iniziata con l’approvazione della Legge sui principi generali del diritto civile (1986) e proseguita con la promulgazione di leggi speciali sui diversi aspetti del diritto privato.
Nel Codice civile la tradizione civilistica europea a base romanistica e la millenaria cultura cinese hanno trovato una sintesi di grande fascino giuridico e culturale. Il Codice, infatti, è stato elaborato dalle commissioni preparatorie cinesi fruendo della grande tradizione del diritto romano che, dopo aver costituito la base per tutte le codificazioni occidentali (dal Codice Napoleone del 1804 ad oggi), giunge così, dopo “una lunga marcia”, anche a influenzare la codificazione civilistica in Cina.
Si tratta dell’ultimo frutto della collaborazione tra Sapienza Università di Roma e ZUEL, iniziata il 13 Gennaio 2017 con la fondazione del Centro Studi Giuridici Italo-Cinese, proprio alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
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