Con una prosa duttile e sapientemente calcolata, egli riesce a delineare in pochi capitoli un quadro d’assieme della storia religiosa dei Cinesi, dalle origini fino agli Anni Venti del nostro secolo, cioè fino al momento della stesura del libro, e a farlo vivere davanti ai nostri occhi con l’evidenza di un ritratto memorabile: il ritratto di un popolo, di una intera civiltà.
«Discorsi da poco», hsiao-shuo, cosi nella Cina imperiale si etichettava la narrativa, un genere a lungo disprezzato, riservato ai momenti d’ozio, apprezzato per lo più dal popolo minuto, che ne godeva nelle fiere e sulle piazze di paesi e città. Ma, per i colti, una letteratura di second’ordine, proprio come in Occidente, dove un analogo destino è toccato a capolavori come il Decameron e i Racconti di Canterbury. E invece novelle, racconti e fiabe cinesi ci schiudono un mondo di personaggi e una civiltà affascinanti, un Oriente inedito che con questo libro cominciamo a esplorare: storie da ridere, intrecci polizieschi, veri amori e falsi fantasmi, avventure picaresche si alternano sullo sfondo di un grande paese che svela profonde, inattese analogie col nostro modo di sentire, meravigliarci, ridere, amare.
La raccolta è curata da Giorgio Casacchia (Roma, 1949). Dal 2000 professore ordinario di filologia cinese presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e dal 2008 addetto culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai.
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