>Nei suoi romanzi ha sbeffeggiato la retorica di partito e i precetti rivoluzionari trasformando oggetti
“sacri” del maoismo in strumenti di piacere (Servire il popolo, Einaudi 2006); ma ha anche raccontato la tragedia della vendita
del sangue tra contadini cinesi, documentando il dramma del contagio Aids che ha spazzato via la vita nella provincia dello Henan
(Il sogno del villaggio dei Ding, Nottetempo 2011).
Yan Lianke, 53 anni, uno degli scrittori più vivaci e iconoclasti del panorama cinese contemporaneo, sarà a Milano
venerdì 9 dicembre per incontrare il pubblico nella serata organizzata dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano nel cuore della città.
L’incontro si terrà alle 18.30 al negozio civico “ChiAmaMilano”
http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=21&pos=5, Largo Corsia dei Servi 11, Milano (MM1 Duomo/San Babila). A introdurre
Yan Lianke sarà Silvia Pozzi, sinologa e traduttrice di scrittori cinesi celebri come Yu Hua e Han Han.
Ingresso libero.
Per informazioni: Tel. 02-50321675 (lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 13.00), info.confucio@unimi.it, www.istitutoconfucio.unimi.it
Servire il popolo
Parodiando lo stile burocratico che irride alle regole della disciplina militare, l’autore racconta la storia di un audace
servitore del popolo il quale, seguendo "alla lettera" i dettami di Servire il popolo del Presidente Mao, offre i propri servigi sessuali alla
moglie del suo comandante. Ventottenne ambizioso, Wu Dawang è infatti uno zelante rivoluzionario che sa recitare a memoria i 286 articoli del
«libretto rosso» del Presidente Mao. Senza sapere di essere spiato con il binocolo dalla bella Liu Lian, moglie del comandante, si cimenta nel
suo lavoro nell'orto, mostrando la splendida muscolatura lucida di sudore. Dopo un primo rifiuto e il rischio di essere licenziato per indisciplina,
diventa l'amante della signora. Yan Lianke descrive minuziosamente le decine di amplessi tra i due in ogni angolo della casa. Ma la signora ha ancora
in serbo delle sorprese per il suo giovane amante. Censurata dal regime come pornografia, questa storia, che utilizza alcuni dei sacri oggetti del
culto maoista, è una denuncia del travisamento dei precetti rivoluzionari per scopi personali.
Il sogno del villaggio dei Ding
Il Villaggio dei Ding è un pugno di case di paglia disteso lungo l’antico letto del Fiume Giallo. Il suo è un equilibrio che
sembra immutabile, ma negli anni ’90 tutto è sommerso dall’“ondata rosso sangue”: la spregiudicata campagna del governo cinese per promuovere la
vendita del sangue tra i contadini, che aderiscono in massa con il sogno di costruire case di mattoni e nuovi pollai. Mentre alcuni si arricchiscono
con questa compravendita, altri si ammalano di una strana “febbre”: l’AIDS. Yan Lianke traduce in personaggi e immagini indimenticabili la storia di
un’intera comunità spazzata via “come le foglie di un vecchio albero”: il giusto Maestro Ding alle prese con un figlio senza scrupoli, la campagna che
a poco a poco si inaridisce come se fosse anch’essa dissanguata, il villaggio che si riempie di stendardi funebri bianchi come la neve, la scuola del
paese che diventa l’ultimo rifugio dei malati e il teatro di odi e amori. Un romanzo che nasce da una tragedia vera e misconosciuta, intenso e crudele
come un racconto epico, struggente come una ballata.
Contatto per i giornalisti: Emma Lupano, tel. 335.7835402, e-mail: emma.lupano@unimi.it
Le schede dei due libri:
Servire il
popolo
Il
sogno del villaggio dei Ding
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