Il Centro per
l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato in collaborazione con il
Minsheng Art Museum di Shanghai presenta la prima grande mostra sulla
storia della video arte cinese: Moving Image in China 1988 - 2011.
Una selezione di oltre quaranta opere che ne raccontano la nascita e gli
sviluppi, dal primo video realizzato da Zhang Peili a fine anni Ottanta,
fino a una delle ultime grandi produzioni della star internazionale Yang
Fudong.
Sono trascorsi quasi cinquant’anni da quando in Occidente apparvero le
prime sperimentazioni attorno al video e oggi, di fatto, è uno tra i
tanti medium utilizzati dagli artisti. Una situazione ben diversa è
presente in Cina, dove la possibilità di utilizzare la tecnologia video
è un fenomeno relativamente recente con non più di venticinque anni di
storia. Ancora oggi il dibattito sul concetto di video arte è per gli
artisti cinesi una questione chiave e, come dichiara il titolo della
mostra, si allarga all’immagine in movimento perché, da subito, la
ricerca si è confrontata con i linguaggi sempre più maturi messi a
disposizione dalle nuove tecnologie (animazione, digital art, ecc).
Moving Image in China 1988 -2011 propone al pubblico occidentale
un percorso inedito attraverso i lavori dei maggiori video artisti tra
cui, oltre ai già citati Zhang Peili e Yang Fudong, Cao Fei,
Qiu Zhijie, Wang Jianwei. Più in generale, presenta
l’affermazione dei nuovi media con un’inclinazione forte verso la
poesia, tipico di questa cultura, e ipotizza possibili direzioni future
con la presenza dei più giovani rappresentanti di questo genere come Lu
Yang, Chen Zhou, Wang Sishun.
La mostra, curata da He Juxing, Guo Xiaoyan, Zhou Tiehai e Marco
Bazzini si divide in quattro sezioni che ripercorrono lo sviluppo
della video arte cinese dalla fine degli anni ‘80 fino ad oggi,
proponendosi come una delle mostre più esaustive e sistematiche su
questo fenomeno.
1988 - 1993: Critica dei media e riflessione biopolitica
Da fine anni Ottanta all’inizio degli anni Novanta, anche in Cina la
televisione diventa il mezzo più popolare trasformandosi velocemente
nella fonte principale di intrattenimento. Eppure, per molti artisti, il
1990 è ricordato come l’anno della trasformazione dei media da cui
partire per apportare una rivoluzione nel linguaggio artistico.
L’opera 30x30 dell’artista Zhang Peili, apre al rassegna, è stato
il primo video della storia dell’arte cinese e fu presentato per la
prima volta nel 1989 alla mostra China Avantgard. Nello stesso periodo,
Yan Lei e Qiu Zhijie, interessati anche loro alla video arte, propongono
e praticano nuove possibilità creative del mezzo. Attraverso un
approccio più critico nei confronti del mezzo televisivo già dominante
sulle masse, i primi artisti considerano la realtà politica come una
rete invisibile che si avvale dei media per esprimere, e allo stesso
tempo nascondere, il suo contenuto ideologico. Il video diventa così
mezzo per una presa di coscienza nell’arte cinese. Nonostante le
difficoltà in ambito tecnologico e di reperimento dei materiali, questi
artisti continuano a usare in maniera sistematica il mezzo,
accentuandone il carattere critico.
1994 - 1999: L’analisi grammaticale e la formazione del video
Negli anni Novanta, una cultura interdisciplinare che incarna un
significato universale inizia a influenzare i circoli artistici cinesi
portando con sé una visione completamente diversa, presentata
attraverso i new media. A quel tempo, in Cina, la creazione
artistica basata sul video, la fotografia e il cinema vivevano un
momento molto favorevole. La rivoluzione dei media ha luogo intorno al
1994, ma solo nel 1996 emerge una vera e propria produzione artistica.
Gli artisti realizzano che la videocamera non serve esclusivamente per
fare film o documentare eventi, ma è soprattutto un mezzo di
registrazione. Nel processo di creazione e riflessione, scoprono che -
in quanto linguaggio - i media stessi stimolano il pensiero della gente
e cominciano quindi a prestare attenzione agli effetti visuali delle
dimensioni filmiche, oltre che alla riflessione sull’aspetto
temporale. La video arte cinese comincia, in questi anni, a catturare
l’attenzione della comunità artistica internazionale per le numerose
mostre che si svolgono a Pechino e la partecipazione di più di trenta
artisti a Video Art Exhibition nel 1997, che diventa un
trampolino di lancio importante per la comunità artistica cinese.
Artisti di riferimento: Zhou Tiehai, Ellen Pau, Chen Shaoxiong, Jiang
Zhi, Lin Yilin, Wang Jianwei, Wang Gongxin
2000 – 2005: Coscienza, poetica e sensibilità nella pratica dei
nuovi media
Con l’avvento della rivoluzione informatica nel 1998, la video arte si
arricchisce di diverse pratiche. Un gruppo di artisti dimostra la forza
della propria ideologia sociale nelle opere d’arte, usando
l’interferenza inversa nello spazio sociale e nei media. I vari
esponenti della scena artistica creano marginalizzazione culturale ed
eventi underground.
Usando il linguaggio del documentario, invece, un altro gruppo mescola
deliberatamente film e video attraverso l’esplorazione di linguaggi
visuali enfatizzati per analizzare le possibilità narrative del mezzo.
Si tratta di un inedito riconoscimento dei media.
Artisti di riferimento: Tsui Kuang-Yu, Gu Dexin, Lu Chunsheng, Yang
Fudong, Zhou Xiaohu
2006 - 2011 Limiti: l’immagine in movimento si diversifica
Il nuovo media diventa a questa punto un’importante piattaforma con
caratteristiche proprie ma sempre più legata allo sviluppo della
tecnologia, grazie alla quale gli artisti cinesi si appropriano
totalmente del nuovo linguaggio. Essi avviano una discussione
sull’attuale situazione della video arte cinese e sulle connessioni
esistenti tra la ripresa, il disegno, l’installazione. Il lavoro
creativo si sviluppa così in diverse direzioni, mostrando come le
differenti pratiche possano cambiare il significato di trasmissione e
come la video arte si apra sempre di più alla sperimentazione.
Artisti di riferimento: Chen Chieh-jen, Cao Fei, Hu Xiangqian, Huang
Ran, Feng Mengbo Sun Xun, Zhang Ding
La mostra è stata presentata nel settembre dello scorso anno a Shanghai
presso il Minsheng Art Museum che l’ha prodotta in collaborazione con
il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Scheda tecnica
Titolo MOVING IMAGE IN CHINA1988-2011
Vent’anni di video arte cinese
A cura di
He Juxing, Guo Xiaoyan, Zhou Tiehai e Marco Bazzini
Periodo 22 aprile – 29 luglio 2012
Sede Sale Espositive
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277 - Prato
Inaugurazione
Sabato 21 aprile 2012, ore 17.00
Mostra promossa da
Regione Toscana e Comune di Prato
realizzata da
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci - Prato
Minsheng Art Museum - Shanghai
in collaborazione con
The Institute Minsheng - Beijing
partner ufficiale
Aeroporto di Firenze
SH Contemporary – Shanghai
Associna
Catalogo
Silvana Editoriale
Orari apertura
Tutti i giorni ore 10-19, dal 30 maggio ore 16-23, chiuso il martedì
Ingresso
Intero 4 euro, ridotto 3 euro
Visite guidate
Gratuite (al solo costo del biglietto d’ingresso) ogni sabato e
domenica
ore 17.00 a partire da domenica 22 aprile
da giugno il mercoledì ore 21
Informazioni
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, Prato
Tel. +39 0574 5317
Ufficio stampa Centro Pecci
Silvia Bacci, s.bacci@centropecci.it
Ivan Aiazzi, i.aiazzi@centropecci.it
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Tel. + 39 0574 531828 | Fax +39 0574 531901
Ufficio Stampa esterno
Studio Pesci di Federico Palazzoli
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