Il presente e il futuro dei media cinesi, e le operazioni di “soft power” messe in campo da Pechino, visti da chi da anni studia e frequenta giornalisti e altri esponenti dei media della Repubblica
popolare. Sarà una prima assoluta per Milano, un’occasione unica per addentrarsi nel mondo di stampa, tv e internet targati Pechino il doppio appuntamento in programma per
martedì 27 novembre e mercoledì 28 novembre al Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano (piazza Montanelli 1, 20099 Sesto San Giovanni, MM1 Sesto Marelli).
Hugo De Burgh, accademico e giornalista a sua volta, direttore del China Media Centre dell’Università Westminster di Londra, terrà due incontri con il pubblico milanese per presentare la
situazione attuale di stampa, televisione e internet nella Cina di oggi, mostrando anche lo modalità utilizzate dalla leadership cinese per trasmettere un’immagine positiva del paese al di fuori dei suoi confini.
In particolare, il 27 novembre, alle 10.30 in aula T4, De Burgh parlerà delle modalità di comunicazione messe in campo dai media cinesi per promuovere il “potere
morbido” di Pechino in tutto il mondo. La conferenza, intitolata “Communicating the Chinese dream: China’s soft power initiatives through Western eyes”, sarà in inglese.
Il giorno successivo, alle 12.30 in aula T10, De Burgh discuterà invece, in italiano, della situazione attuale in cui si trovano i media cinesi e delle prospettive future
per l’intero settore nell’incontro dal titolo “Verso il Padiglione della Gru gialla con il nostro ombrello bucato: presente e futuro dei media cinesi”.
L’appuntamento è organizzato dal CARC (Contemporary Asia Research Centre) e dal Dipartimento di Scienze della mediazione linguistica e di studi interculturali dell’Università degli Studi di Milano, con la
collaborazione dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. Ingresso libero.
Hugo De Burgh è professore di giornalismo e direttore del China Media Centre alla Westminster University di Londra. È uno dei pochi accademici ad aver intrapreso lo studio
dei media cinesi al di fuori della Cina. Le sue ricerche esaminano i ruoli dei giornalisti, in particolare dei giornalisti investigativi, sia in Gran Bretagna che in Cina. Ha pubblicato diversi libri e articoli
su entrambi i temi.
Per informazioni:
Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano
tel. 02.50321675 (lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 13.00)
info.confucio@unimi.it
www.istitutoconfucio.unimi.it
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