Dagli anni Trenta in
poi, il linguaggio cinematografico, cioè il sistema espressivo proprio
del cinema, ha dovuto quasi costantemente fare i conti con la parola
umana e, quindi, con la lingua. La realtà linguistica diventa
così uno degli aspetti della mise en scène, come la
sceneggiatura o la fotografia, di fronte a cui ogni regista è chiamato
a prendere una posizione. La lingua del cinema, infatti, non coincide
necessariamente con la vera lingua parlata in un determinato momento
storico.
A questo si riferisce Marie-Pierre
Duhamel, critica, curatrice e insegnante indipendente di cinema,
membro del Comitato di selezione della Mostra del Cinema di Venezia,
quando parla di “cinelingue”: quelle lingue, a volte inesistenti,
che sono proprie dell’operazione artistica del cinema.
Le “cinelingue” e
il linguaggio del cinema, in particolare nella produzione cinese,
saranno i temi al centro di due seminari e di una serata organizzati
dall’Istituto Confucio, in collaborazione con gli insegnamenti
di Lingua e Cultura cinese del corso di laurea in Mediazione
linguistica e culturale dell’Università degli Studi di Milano,
martedì 8 e mercoledì 9 maggio a Milano. Un modo per leggere e
rileggere l’evoluzione del cinema cinese in particolare, ma anche per
scoprire le potenzialità e le implicazioni del linguaggio parlato nella
rappresentazione cinematografica in generale, attraverso l’analisi di
estratti di film.
Martedì 8 maggio
alle 10.30 nell’aula T10 del
Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università
degli Studi di Milano (piazza Montanelli 1, Sesto San Giovanni, Mi -
MM1 Sesto Marelli) Duhamel parlerà delle “Lingue della storia
della Cina”, mostrando come l’eterna bellezza di alcuni film non
cancelli la storicità del singolo lungometraggio, storicità che non
solo si riconosce nelle immagini, ma si sente anche “linguisticamente”.
Nel corso dell’incontro la studiosa esplorerà il tema con esempi
presi dal cinema cinese degli anni Trenta, Cinquanta, Sessanta e degli
anni più recenti.
La stessa sera, alle
18, presso il negozio civico “ChiAmaMilano”
(http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=21&pos=5, Largo
Corsia dei Servi 11, Milano, MM1 Duomo/San Babila) Duhamel si
concentrerà sulle “Cinelingue del cinema cinese”. Attraverso
la visione di estratti di film della storia del cinema, si prenderanno
in esame le modalità con cui nascono le “lingue” del grande
schermo, spesso frutto dell’invenzione, e si analizzeranno in
particolare alcuni casi cinesi.
A chiudere il percorso
sarà l’appuntamento di mercoledì 9 maggio alle 10.30 (in aula
T4, sempre al Polo di Mediazione Interculturale e
Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano), in cui la
studiosa francese metterà in luce la diversità linguistica
riscontrabile nel cinema cinese a seconda dei generi a cui i film
appartengono. Al centro della riflessione sarà quindi l'uso del putonghua,
dei dialetti e degli accenti; la preferenza di una lingua
"antica" nei film di argomento storico, di una “lingua della
malavita" nei gialli di Hong Kong, di una lingua
"tecnica" dei film di arti marziali e lingua
"realista" dei film di argomento contemporaneo
L’ingresso
a tutti gli appuntamenti è libero.
Marie-Pierre Duhamel,
laureata in storia e sinologia delle università di Parigi, Shenyang e
Nanchino, è critica, programmatrice e insegnante di cinema. Dal 2008 è
membro del comitato di selezione della Mostra del cinema della Biennale
di Venezia.
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Per ulteriori
informazioni: Istituto
Confucio dell’Università degli Studi di Milano, tel. 02.50321675
(lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 15.00), info.confucio@unimi.it,
www.istitutoconfucio.unimi.it.
Contatto stampa:
Emma Lupano, 335.7835402, emma.lupano@unimi.it
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