Antonius Kho, Teresa
Mangiacapra, Setyo Mardiyantoro, Vincenzo Montella, Liu Yang,
Shin-Hye Park, Sangeeta Singh, Marco Sodaro, Wang Tiewei, Liu Wei.
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Inaugurazione
sabato 13 ottobre 2007 ore 18 con presentazione di Marco Di Mauro ed
intervento di Salvio Wu in rappresentanza di Si.Ci.Na.
La mostra sarà visitabile fino al 28/10/2007 tutti i giorni tranne
giovedì dalle 16 alle 20
Una mostra che nasce al di
fuori dei circuiti commerciali, delle reti politiche e istituzionali,
attraverso quel potente mezzo che è internet, che ha permesso ad artisti
lontani migliaia di chilometri di conoscersi, incontrarsi, discutere
online per condividere un progetto creativo. Ancora una volta, a conferma
delle precoci intuizioni di Douglas Engelbart, la tecnologia non è solo
un arido strumento di lavoro, ma costituisce un mezzo straordinario per
“aumentare e potenziare le facoltà dell’intelletto”. Dietro una
connessione ad internet c’è sempre un uomo, con la sua volontà di
comunicare agli altri in modo diretto e naturale, senza la mediazione di
un soggetto esterno che, anche se animato da interessi filantropici,
rappresenta comunque un ostacolo da superare.
Da un movimento spontaneo,
né premeditato né preordinato, nasce dunque la mostra collettiva “Asian
overview, people and dreams”, che sarà allestita dal 13 al 28 ottobre
presso la galleria “Il Ramo d’Oro” di Napoli. Vi partecipano dieci
artisti, di cui sette orientali e tre italiani, che hanno eletto l’Oriente
a propria dimora fisica o ideale: la coreana Shin-Hye Park, l’indiana
Sangeeta Singh, i cinesi Liu Yang, Wang Tiewei e Liu Wei, gli indonesiani
Setyo Mardiyantoro ed Antonius Kho, gli italiani Vincenzo Montella, Marco
Sodaro e Teresa Mangiacapra.
Shin-Hye
Park dipinge in monocromo paesaggi disadorni e malinconici, pervasi
da una vena di misticismo. La sensibilità dell’artista indugia nella
descrizione degli steli d’erba, piegati dal vento al quale non sanno
opporre resistenza, come esseri umani in balia del proprio destino. È una
pittura priva di slanci, che vive in una dimensione intima ed evocativa.
La pittura di Sangeeta
Singh indaga l’animo femminile, dai trasporti sognanti dell’adolescenza
alle riflessioni malinconiche della donna matura, nella fiera
consapevolezza della propria identità di genere. La sua ricerca, come
donna e come artista, aspira alla pienezza dell’amore materno e
coniugale, sovente represso dalle convenzioni sociali.
Liu
Yang rielabora la fotografia al computer, con eccellente perizia,
per trasportare la realtà nel suo universo onirico, popolato da farfalle
che nuotano e pesci che volano in un cielo terso e cristallino. Ogni
composizione gravita intorno a una leggiadra figura femminile, che incarna
il suo ideale di immacolata purezza.
Wang
Tiewei fotografa due luoghi-simbolo della Cina moderna: la piazza
Tiananmen, dove una folla di persone assiste con disincanto a una
cerimonia di stato; e il distretto di Qianmen, dove si lavora di notte per
le Olimpiadi del 2008, espressione di un paese che cambia rotta, non senza
drammatiche conseguenze.
I soggetti delle foto di Liu
Wei sono ridenti marionette, che interagiscono come personaggi
reali sullo sfondo della Città Proibita. Non sono gli attori di uno
spettacolo o di una storia antica – spiega l’artista – ma
rappresentano il destino manipolato degli esseri umani. C’è dunque un
senso tragico nelle sue composizioni, in apparenza ludiche e disimpegnate.
Setyo
Mardiyantoro si serve sapientemente del colore per reinventare le
forme della natura, fino ai limiti dell’astrazione. Con un respiro
lirico, una sensibilità onirica, un gusto sottile per l’ornato, Setyo
dispiega su carta, legno o batik la sua nostalgia per un ambiente puro,
dove l’equilibrio tra l’uomo e la natura non è ancora violato.
Nella pittura informale di Antonius
Kho rifluiscono le ombre della memoria, i colori della terra, i
riflessi della pelle duttile e squamosa dei serpenti. Il tutto è avvolto
in una materia densa e grumosa, che travolge le residue tracce di
figurazione come l’onda dello tsunami, o quella, non meno impetuosa,
delle passioni umane.
Le fotografie di Vincenzo
Montella ritraggono soggetti orientali, che vengono trasportati,
con sapiente messinscena, in un’atmosfera dal sapore metafisico. La
pellicola dorata che investe le scene rinvia all’Oriente bizantino, a
quella pittura che tende all’astrazione mediante l’uso innaturale del
colore.
Al contrario, Marco
Sodaro utilizza la fotografia come strumento di indagine e
interpretazione della realtà in cui vive, il Giappone. L’artista muove
dal presupposto che il totale è insito nel particolare, così non ha
bisogno di allontanare l’obiettivo per cogliere l’essenza dei luoghi,
ma adotta il sistema zonale per rilevare le sfumature più segrete.
Teresa
Mangiacapra ci conduce nel cuore del Tibet e ci fa sentire il
calore di una terra che rappresenta un faro di spiritualità, ultimo
baluardo contro le insidie del capitalismo. Le sue fotografie sono montate
su scale metalliche, che idealmente rinviano alla scala di Giacobbe: ponte
gettato tra cielo e terra, simbolo di vita contemplativa, tensione verso
altri spazi ed altre dimensioni.
Marco di Mauro
Il Ramo d'oro
Centro d'arte e cultura
Via Omodeo, 124, 80128 Napoli, tel. 0815792526
email: fyesbm@tin.it
http://galleries.absolutearts.com/galleries/ilramodoro
Ulteriori informazioni
sulla mostra e gli artisti al sito: http://galleries.absolutearts.com/galleries/ilramodoro
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