In questo numero abbiamo voluto dare ampio spazio ai lavori della Assemblea nazionale del popolo e alle principali tematiche attualmente all’attenzione dell’esecutivo, che sono oggetto delle tre traduzioni qui
presentate nella sezione Documenti: la seconda riguarda l’arretratezza del sistema dell’istruzione pubblica e la terza l’endemico problema degli espropri della terra ai danni dei contadini, attraverso la lucida analisi di Liu
Xiaobo
1. La prima traduzione che fa subito seguito è invece incentrata sul ruolo degli otto partiti
democratici
2, i quali fanno parte di un organismo i cui lavori si svolgono in concomitanza con quelli dell’Anp, la Conferenza politicoconsultiva del popolo cinese, che incarna lo spirito del Programma comune
e del Fronte unito prima della nascita della Repubblica popolare
3. Dei partiti democratici abbiamo già parlato su questa
rivista
4, ma il dibattito sulla loro funzione è di nuovo attuale dopo le dichiarazioni presentate qualche mese fa in questo Manifesto poco noto e diffuso. Le nuove rivendicazioni di maggior autonomia rispetto alla posizione egemonica del Pcc assumono oggi particolare importanza dato che tali partiti minori potrebbero forse iniziare a farsi portavoce della nascente società civile e magari riuscire a rappresentare le istanze di quel pluralismo ormai diffuso nella società cinese che non trova ancora espressione a livello politico.
M. M.
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Luo Bing, “Minzhu dangpai yadang huaping yao shiquan”, Zheng Ming, n. 1 (363), gennaio 2008, pp.8-9.
Nelle dichiarazioni del settembre 2007 il Partito comunista ha ancora cercato, come da copione, di tenere sotto controllo i partiti democratici, scontrandosi però con le loro proteste. Nel novembre i partiti democratici hanno sollevato alcune richieste comuni finalizzate alla conquista di un potere reale.
I partiti democratici procedono al rinnovo delle cariche. Il Pcc: nulla deve cambiare
Nel dicembre 2007 i partiti democratici hanno scelto i nuovi vertici delle rispettive organizzazioni, proprio mentre avveniva il rinnovo dell’Assemblea nazionale e della Conferenza politico-consultiva.
Alla fine di settembre, per evitare che i partiti democratici rivendicassero un potere reale, il Segretariato del Comitato centrale del Partito comunista aveva emanato un documento intitolato: «Alcuni suggerimenti in merito al processo di rinnovo delle cariche e di sviluppo delle organizzazioni dei partiti democratici». Otto punti, il cui rispetto nel corso dei lavori è stato “monitorato” sia dalle organizzazioni comuniste interne ai partiti democratici sia dai rispettivi Comitati centrali.
Gli otto “suggerimenti” con cui il Pcc tiene a freno i partiti democratici
(1) Il sistema politico della cooperazione multipartitica sotto la guida del Partito comunista costituisce la componente centrale del sistema sociale socialista e la pratica ha dimostrato quanto esso sia in sintonia con la situazione concreta del paese e quanto sia vantaggioso per il suo vigoroso sviluppo.
(2) Il ruolo, lo status e il carattere delle organizzazioni comuniste all’interno delle organizzazioni dei partiti democratici a livello centrale e provinciale rimangono solidi e immutati e non risentono delle peculiarità e delle diverse attività dei singoli partiti democratici.
(3) In ogni partito democratico vi sono esperti di spicco, personalità di rilievo alle quali vanno riconosciuti ruoli preminenti e, come altri personaggi importanti, possono ricoprire cariche ad ogni livello negli organi del governo e dello Stato (inclusi posti di responsabilità), pur non essendo loro garantite quote protette.
(4) Lo sviluppo delle organizzazioni dei singoli partiti democratici per ora non deve superare determinati confini professionali, di sistema e di settore.
(5) La crescita degli iscritti nelle organizzazioni di ciascun partito democratico deve essere tenuta sotto controllo, in base alla reale situazione socialein ogni zona e in ogni ambiente e qualunque obiezione in merito verrà affrontata sulla base dei principi espressi nel settembre del 2000.
(In quell’occasione il Segretariato del Comitato centrale del Pcc aveva dedicato ai Comitati centrali della Lega democratica, dell’Associazione cinese per la promozione della democrazia, dell’Associazione nazionale per la costruzione della democrazia, e persino a quello del Partito comunista cinese, un
rapporto riguardante l’ampliamento delle sezioni di partito ed il reclutamento di nuovi iscritti. La posizione del Segretariato era che fosse meglio implementare specifiche misure politiche, sulla base di principi prefissati. In realtà il rapporto era indirizzato proprio ai tre partiti democratici summenzionati. All’epoca, infatti, la Lega democratica e l’Associazione nazionale per la costruzione della democrazia avevano proposto di estendere le proprie sezioni di partito fino ai centri urbani di livello provinciale e aumentare il numero dei propri iscritti portandolo - nell’arco di tre o massimo cinque anni – fino alla quota di due milioni e cinquecento mila iscritti. L’Associazione nazionale per la promozione della democrazia, dal canto suo, aveva intenzione di costituire sezioni in tutti i campi della sovrastruttura, aumentando i membri
della propria organizzazione fino a 250 o persino 300mila iscritti).
(6) In merito alla questione dell’appartenenza a due partiti, un caso che si verifica all’interno dei partiti democratici, per adesso non è pensabile una riforma, si può solo provare a limitare il fenomeno (il 30-35% dei membri dei partiti democratici è anche membro del Partito comunista).
(7) Le norme che regolamentano le attività dei partiti democratici nell’ambito delle relazioni con altri paesi per ora non subiscono variazioni. Se iniziative del genere venissero proposte, si dovrà stendere un rapporto da sottoporre all’attenzione del Ministero del Fronte unito.
(8) Riguardo alla possibilità per i partiti democratici di costituire propri media elettrici ed elettronici, nonché proprie strutture educative, i Dipartimenti del Comitato centrale interessati hanno già formulato un’indagine conoscitiva attualmente in corso di verifica.
Le sei richieste comuni di cinque partiti democratici
Quando gli otto “suggerimenti” del Partito comunista sono stati resi noti, nessuno tra i partiti democratici ha accettato di metterli in pratica e invece hanno tutti presentato richieste diametralmente opposte. All’inizio di novembre, i Comitati centrali della Lega democratica, dell’Associazione nazionale per la costruzione della democrazia, dell’Associazione per la promozione della democrazia, del Partito democratico dei contadini e degli operai, e del Partito Zhi Gong, hanno presentato al Comitato centrale del Pcc un rapporto sullo sviluppo e la riforma dei partiti democratici, in cui erano contenute sei richieste comuni:
(1) Abolire la formazione di organismi del Partito comunista all’interno delle organizzazioni centrali e ai livelli provinciali dei partiti democratici;
(2) Abolire il fenomeno dell’appartenenza a due partiti, vale a dire membri del Partito comunista che sono allo stesso tempo iscritti nei vari partiti democratici;
(3) I partiti democratici possono autonomamente istituire organismi, raccogliere fondi, inclusi i fondi accumulati grazie alla creazione di soggetti economici;
(4) Ciascun partito democratico può sviluppare proprie organizzazioni e reclutare nuovi membri sia a livello locale che di villaggio;
(5) Ciascun partito democratico può stabilire e sviluppare rapporti amichevoli con partiti politici di altri paesi;
(6) Ciascun partito democratico auspica di poter godere di diritti paritari nella scelta delle cariche di governo e dello Stato, a tutti i livelli, senza limitazioni legate all’appartenenza di partito.
“I partiti democratici sono partiti sussidiari al Pcc”
In quella occasione, Luo Haocai (Presidente del Comitato centrale del Partito Zhi Gong), Xu Jialu (Presidente del Comitato centrale dell’Associazione perla promozione della democrazia), He Luli (Presidente dell’organo centrale del Comitato rivoluzionario del Partito nazionalista), e Ding Shisun (Ex-presidente del Comitato centrale della Lega democratica), insieme ad altri, nel corso del Forum delle personalità esterne ai partiti organizzato dal Comitato centrale del Pcc, hanno rilasciato la dichiarazione seguente: «Il sistema di cooperazione multipartitica sotto la guida del Partito comunista è in realtà un sistema costituito da partiti sussidiari, complementari al Partito comunista, che agiscono sotto la sua direzione: tutto quanto, a partire dalle iniziative delle organizzazioni, fino alle risorse economiche e al personale, tutto subisce limitazioni e costrizioni».
Luo Haocai e Ding Shisun hanno poi aggiunto: «La struttura organizzativa del Partito comunista ha subito in tutte le sue componenti trasformazioni radicali, ha ammesso dei capitalisti nei suoi ranghi e capitalisti membri del Pcc sono entrati a far parte del Comitato centrale. Non vi è dunque ragione di porre limitazioni allo sviluppo delle organizzazioni dei partiti democratici e di impedire che anche questi partecipino con candidature proprie all’elezione di cariche di rilievo negli organi di governo e dello Stato».
I partiti democratici hanno proposto più di cento candidature per nomine importanti
Gli otto partiti democratici hanno già proposto più di cento nominativi tra i propri iscritti per ricoprire cariche come quella di Vice-presidente dell’Assemblea nazionale del popolo, Vice-presidente della Conferenza politico-consultiva o membro supplente nelle commissioni ministeriali del governo.
Ding Shisun e Xu Jialu suggeriscono inoltre di «lasciare che i partiti democratici propongano persone di talento per le cariche di Vice-presidente della Repubblica popolare e di Vice-primo ministro del Consiglio di Stato e personalità che concorrano a posizioni di rilievo a livello locale, provinciale e municipale».
Inizialmente il Partito comunista era intenzionato a lasciare che membri dei partiti democratici ricoprissero le cariche di Governatore dello Shandong e del Fujian, nonché di Sindaco a Tianjin. Ma ci ha ripensato, e adesso è ormai fuori discussione.
(traduzione dal cinese di Giorgio Strafella)
MONDO CINESE N. 134, GENNAIO - MARZO
2008
1Liu Xiaobo è un noto intellettuale e saggista, oppositore del regime dopo la repressione di Tian’anmen; a sua firma sono stati già pubblicati recentemente due interessanti interventi, tradotti nelle sezioni Documenti dei numeri 131 e 132 di questa rivista..
2 Gli otto partiti democratici sono: il Comitato rivoluzionario del Guomindang, la Lega democratica, l’Associazione per la Costruzione nazionale democratica della Cina, l’Associazione cinese per la promozione della democrazia, il Partito democratico
degli operai e dei contadini, il Partito Zhi Gong, la Società Jiusan, la Lega dell’auto-governo democratico di Taiwan..
3 Prima dell’emanazione della prima Costituzione della Repubblica popolare nel 1954, il Programma comune ha svolto il ruolo di Costituzione provvisoria. Si veda, Blaustain A. P.,
Fundamental Legal Documents of Communist China, Rothman & Co., South Hackensak, N.J., 1962. Si veda anche
http://www.china.org.cn/english/archiveen/27750.htm
..
4 “I partiti democratici fanno sentire la propria voce”, Mondo Cinese, n. 118, gennaio-marzo 2004, pp. 66-72, traduzione dal cinese di Clara Bulfoni.