Il 6 settembre di quest’anno si spegneva, a Belforte del Chienti, Piero Corradini. È stata una grave perdita per la Sinologia italiana, ma riferirsi soltanto alla Sinologia sarebbe oltremodo restrittivo e limitativo, perché Egli – come si vedrà dall’analisi della sua vastissima produzione scientifica – s’interessò non solo ai problemi concernenti la Cina, bensì anche a Paesi quali il Giappone, la Corea, la Mongolia, l’Asia Centrale; sarebbe meglio, pertanto, parlare di un grande Estremorientalista: spaziò, infatti, nei Suoi studi, per tutta l’Asia Orientale.
Il Docente
Era nato a Roma il 30 gennaio del 1933, quindi era ancora nel pieno
delle Sue forze e della Sua attività di ricerca: aveva lavorato intensamente
sino a pochi giorni prima della Sua dipartita.
Sin da giovane mostrò l’interesse per quel campo di studi che lo
avrebbero portato a compiere la Sua brillante carriera. Già nell’anno
accademico 1952-1953 otteneva il diploma di Lingua e cultura cinese,
presso l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente di Roma,
prima ancora della laurea in Lettere (Indirizzo moderno) che ottenne
all’Università di Roma il 7 dicembre del 1955.
La Sua carriera attraversò tutte le tappe previste dall’insegnamento
pubblico: aveva ottenuto (sessione 1956) l’ abilitazione all’insegnamento
delle Lettere Italiane negli Istituti Tecnici Nautici ed in tutte le scuole
secondarie inferiori e superiori, cui aggiungeva (sempre nella sessione
1956) l’abilitazione all’insegnamento della Storia e della Geografia
negli Istituti Tecnici Nautici ed in tutte le scuole secondarie inferiori e
superiori.
Aveva, così, inizio la Sua lunga carriera nelle scuole pubbliche italiane:
iniziò come insegnante elementare non di ruolo, nella Scuola elementare
di Nazzano (Roma), nell’anno scolastico 1954-1955; divenne insegnante
elementare di ruolo, nel 74° Circolo Didattico di Roma, nell’anno scolastico
1955-1956; aveva, quindi, inizio la Sua attività in una lunga serie di scuole
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elementari: Ermenegildo Pistelli, di Roma, nell’anno scolastico 1956-1957;
Scuola elementare di Torrenova (Roma), nell’anno scolastico 1957-1958;
Scuola elementare Marco Polo, di Roma, nell’anno scolastico 1958-1959;
Scuola elementare di Marino-Ciampino (Roma), nell’anno scolastico
1959-1960. In seguito fu nominato Professore straordinario di Storia e
Geografia Commerciale, nell’Istituto Tecnico Nautico Giovanni Caboto
di Gaeta (Latina), nell’anno scolastico 1961-1962; Professore ordinario di
Lettere italiane e Storia nell’Istituto Tecnico Nautico Marcantonio Colonna
di Roma, negli anni scolastici 1962-1966.
Nel 1966 iniziava la Sua carriera universitaria: mentre veniva nominato
Professore ordinario di Lettere italiane e Storia nell’Istituto Tecnico
Commerciale Ferdinando Galiani di Napoli, contemporaneamente -
avendo preso la libera docenza in Storia e Istituzioni della Cina, nella
Sessione del 1962 - veniva comandato presso l’Istituto Universitario
Orientale (I.U.O.) di Napoli, dove rimase sino al 14 luglio del 1970. Dal
15 luglio al 31 ottobre del 1970 fu Provveditore agli Studi di II Classe,
presso il Ministero della Pubblica Istruzione.
La Sua carriera nell’ambito universitario fu costante e veloce: negli
anni accademici 1957-1970 fu Assistente volontario di Storia e Geografia
dell’Asia Orientale (mutata, in seguito, in Storia dell’Asia Orientale, presso
l’Università degli Studi di Roma); dal 1964 al 1970 fu Professore incaricato
di Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente, all’I.U.O. di Napoli; Professore
straordinario di Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente, nell’I.U.O. di Napoli,
negli anni accademici 1970-1973; dal 1973 al 1975, Professore ordinario
di Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente, sempre nell’I.U.O. di Napoli.
Lasciato l’Orientale di Napoli, negli anni 1975-1985, fu Professore
ordinario di Storia e Istituzioni dei Paesi Afroasiatici, nell’Università di
Macerata. Poi si trasferì a Roma dove, negli anni 1985-2000, fu Professore
ordinario di Storia dell’Asia Orientale, nell’Università degli Studi “La
Sapienza” di Roma; infine Professore ordinario fuori ruolo di Storia
dell’Asia Orientale, sempre nell’Università degli Studi “La Sapienza” di
Roma, negli anni accademici 2000-2003, quando si ritirò in pensione.
Durante questa lunga e brillante carriera universitaria ricoprì anche
numerosi incarichi accademici: Direttore del Seminario di Sinologia
dell’I.U.O. di Napoli, negli anni accademici 1970-1975; Direttore del
Seminario di Yamatologia dell’I.U.O. di Napoli, negli anni accademici
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1970-1972; Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’I.U.O. di Napoli,
negli anni accademici 1973-1975; Presidente dell’Opera Universitaria
dell’Università degli Studi di Macerata, negli anni accademici 1977-
1979; Presidente del Consiglio del Corso di Laurea in Scienze Politiche,
nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata,
negli anni accademici 1982-1985; Presidente del Consiglio del Corso di
Laurea in Lingue e Civiltà Orientali, della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma dal 1994 e sino alla
costituzione dell’omonima facoltà.
Svolse anche, con passione e dedizione, la funzione di Direttore
dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, negli anni 1979-1981, per cui,
grazie al lavoro svolto e ai suoi studi sulla storia e la civiltà giapponesi,
ottenne l’onorificenza dell’Ordine del Sacro Tesoro di II classe. Infine, negli
anni 1988-1991, fu Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino.
Per i meriti acquisiti sia in Italia sia all’estero, venne nominato Grande
Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
Lo Studioso
Durante la Sua lunga carriera, il Suo lavoro di ricerca lo ha portato a
pubblicare oltre 200 titoli in riviste italiane e straniere, nonché interessanti
monografie.
Le Sue ricerche hanno spaziato su un vastissimo campo di interessi
culturali: dalla storia dell’arte cinese allo studio della città cinesi come
Pechino, Macao, Hong Kong, la Città Proibita, alle caratteristiche peculiari
delle città murate cinesi. Si è interessato, poi, alla storia istituzionale della
Cina. Le indagini sui grandi pensatori cinesi, quali Lao Zi, Confucio,
Mencio. Le rivolte contadine; l’evoluzione dall’Impero alla Repubblica; le
minoranze nazionali in Cina; l’analisi delle fonti orali nella storia cinese; i
rapporti uomo-donna nella tradizione cinese; il problema dell’Islam nella
Repubblica popolare cinese; i diritti umani nelle varie costituzioni della
Rpc; il periodo delle missioni in Cina, con particolare riferimento alle
figure di Matteo Ricci, Martino Martini, Nicolò Longobardo; le autonomie
regionali in Cina dall’Impero alla Repubblica popolare; i problemi
ancora vivi e attuali tra la Rpc e la realtà di Taiwan con le prospettive di
un’eventuale riunificazione; l’apertura al mondo occidentale e la politica
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di Deng Xiaoping; il carattere multinazionale della Cina imperiale.
Non è certamente qui il caso di presentare tutta la produzione
scientifica del Maestro scomparso: si vogliono riportare, però, i titoli più
significativi e importanti del Suo enorme lavoro di ricerca.
“Problemi scolastici della Cina d’oggi”, in Cina, 1957; “A propos de
l’institution du Nei-ko sous la dynastie des Ts’ing”, in T’oung Pao, 1961;
“Pechino, metropoli asiatica”, in Cina, 1961; “Civil Administration at the
Beginning of the Manchu Dynasty”, in Oriens Extremus, 1962; “Ricerche
sull’origine e lo sviluppo dei Sei Dicasteri (liu-pu) dell’Impero Cinese”, in
Orientalia Romana, 1967; “Concerning the ban of preaching Christianity
contained in Ch’ien-lung’s reply to the request advanced by the British
Ambassador Lord Macarteney”, in East and West, 1964; “Intorno al Lifan-
yuan della dinastia Ch’ing”, in Rivista degli Studi Orientali, 1965;
“La prima fase della compilazione del Ming-shih”, in Annali dell’Istituto
Universitario Orientale, 1968; “Nazionalismo e ideologia nella rivoluzione”,
in Terzoprogramma, 1972; “L’ingresso della Cina nella politica mondiale:
trasformazioni sociali e culturali”, in Cina, 1972; “L’evoluzione politica della
Cina moderna: dall’impero alla repubblica”, in Cina, 1974; “L’influenza
del pensiero di Sun Yat-sen nell’elaborazione del concetto di Nuova
Democrazia”, in Cina, 1975; “Problemi delle minoranze nazionali in Cina”,
in Mondo Cinese, 1977; “La figura e il contributo di Marco Polo”, in
Mondo Cinese, 1978; “Le alterne fortune della meritocrazia: gli intellettuali in Cina”,
in Politica Internazionale, 1979; “The rôle of the intellectuals in China,
with reference to the aftermath of the Cultural Revolution”, in China in
der 80.er Jahren, 1981; “L’Islam in Cina oggi”, in Convegno Internazionale
sull’Islam Marginale, 1983; “I diritti umani nella Costituzione cinese”, in
Mondo Cinese, 1984; “La città cinese”, in Modelli di Città, 1987; “I Tre
Principi del popolo di Sun Yat-sen e la nuova democrazia di Mao Zedong”,
in Mondo Cinese, 1987; “Le autonomie regionali in Cina dall’Impero alla
Repubblica”, in Mondo Cinese, 1988; “Etnie e potere nell’impero dei
Ch’ing”, in Indo-Sino-Tibetica, Studi in onore di Luciano Petech, 1990;
“Il rapporto tra nomadi e sedentari alle frontiere della Cina”, in Mondo
Cinese, 1991; “La fine delle prime missioni cattoliche in Cina”, in Rivista
degli Studi Orientali, 1991; “Le autonomie regionali in Cina dall’Impero
alla Repubblica”, in Le minoranze e le autonomie regionali in Asia e in
Africa – Raffronto con il caso Sardegna, 1991; “La Cina e il socialismo”, in
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Mondo Cinese, 1992; “Civiltà Confuciana e Modernizzazione della Corea”,
in Orientalia Karalitana, 1993; “History and Historiography in China”,
in The East and the Meaning of History, 1995; “On the Multinationality
of the Qing Empire”, in Mingqing Yanjiu, 1995; “Macao e l’espansione
portoghese in Asia Orientale”, in Il Portogallo e i mari: un incontro tra
culture, 1997; “Il Giappone e l’Occidente alla metà del secolo XIX”, in
Nell’impero del Sol Levante – Viaggiatori, missionari e diplomatici in
Giappone, 1998; “La comunità israelitica cinese”, in Orientalia Karalitana,
1998; “La questione dei riti cinesi nei secoli XVII e XVIII”, in Studi di
Storia dell’Asia Orientale, 1999; “La donna nella civiltà cinese”, in
Vita
e cultura d’Oriente, 2000; “The Legitimization of the Qing Dynasty”, in
Central Asiatic Journal, 2002.
Si ricordano, qui di seguito, le interessanti e validissime monografie: La
Cina, 1969; La Mongolia Moderna, 1978; Storia della Letteratura Cinese
e Antologia della Letteratura Cinese, 1979; Introduzione alla Storia del
Giappone, 1992; La Città Proibita – Storia e Collezioni, 1992; Confucius
– La via dell’uomo. Ricette di saggezza per la vita quotidiana, 1993; Cina.
Popoli e società in cinque millenni di storia, 1996, sino all’ultima edizione
del 2003; Il Giappone e la sua storia, 1999 e 2003.
L’Uomo
Ho conosciuto Piero Corradini al Suo arrivo all’I.U.O. di Napoli, dove
ero studente. Diventai il Suo allievo, il Suo laureando, il Suo borsista, il
Suo assistente e Suo amico. Iniziò, così la nostra vita in comune, sempre
con il Suo sostegno, il Suo appoggio e, soprattutto, impegnati entrambi
in un intenso lavoro di ricerca, portato avanti per lunghissimi anni, sia
all’I.U.O., a Macerata, a Roma, e – mi sia permesso di dirlo – in giro per
il mondo. Con Lui ho compiuto il mio primo viaggio in Cina, nel lontano
1972, a cui ne seguirono tanti altri. Fu Lui ad invitarmi in Giappone, dopo
la mia vincita al concorso a cattedra, nel 1980, quando era Direttore
dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo.
Me lo ricordo abilissimo organizzatore e costruttore di tante realtà
universitarie: innanzi tutto il coraggio e l’impegno con cui costruì la Sua
Scuola, cosa che – nel mio piccolo – cerco di portare avanti anch’io (devo
dire anche con qualche successo) nella realtà cagliaritana.
Quando attraversavo momenti di sconforto o di delusione, era sempre
pronto ad invitarmi a casa sua a Napoli e, poi, a Roma dove si trasferì
dopo l’esperianza napoletana; non ricordo più tutte le volte che sono stato
Suo ospite quando aveva sempre una parola di conforto e, soprattutto,
prodigo di consigli, e incitamenti nelle mie ricerche.
Ricordo, quando anni addietro non riuscivo a intravvedere più il
mio eventuale futuro, l’invito a recarmi a Roma dove, in un pomeriggio
piovoso, dinanzi ad un buon cognac, volle esaminare il mio oroscopo
secondo l’Yijing, l’antico classico delle divinazioni della tradizione
cinese: ad un certo momento vidi illuminarsi il suo volto e con un sorriso
affettuoso mi annunciò: “Attraversa la grande acqua, al di là della quale
troverai il tuo futuro successo”. Iniziò, così, la mia lunga avventura sarda,
che continua ancor oggi.
Me Lo ricordo amante della vita e di tutte le esperienze che questa
ci può donare, positive o negative che esse siano, ma sempre pronto
ad accettare tutto ciò che poteva giungere dagli amici, da coloro che lo
circondavano, si trattasse di colleghi, conoscenti, collaboratori, ricercatori,
studiosi e studenti: era sempre pronto ad ascoltare, a consigliare, se
necessario a prendere per mano, il titubante, lo sfiduciato, il perplesso
pronto a mollare tutto.
Essendo nato il 30 gennaio, era del segno zodiacale dell’acquario
(come mia moglie, nata il 31 gennaio); quando abitavamo ancora a Napoli,
spesso si festeggiava insieme i due compleanni.
Mi ricordo il nostro incontro del 10 febbraio 1977: dopo cena mi
chiese di consegnarli il nostro Gästebuch (il libro dove, secondo l’usanza
tedesca, gli ospiti sono soliti lasciare un loro pensiero alla fine di una cena
festosa per qualche ricorrenza), perché aveva deciso di lasciarci un Suo
pensiero prima della Sua partenza da Napoli per Roma. Ebbene, quel 10
di febbraio, questo è quanto ci ha lasciato scritto di Suo pugno:
“Questo è un giorno per me di grande tristezza: anniversario della
morte di mio padre, al quale debbo sempre molto del poco che sono.
M’è piaciuto passar la serata con gli amici: Franco [Mazzei], Emilio, Heide,
Maurizia [Sacchetti]. Persone alle quali voglio bene e che so, nonostante
qualche transitoria divergenza, che mi vogliono bene. In nome di questa
amicizia, ora che ho finito il mio lavoro a Napoli, proclamo che sempre
mi sentirò vicino a questi amici, anche se le vicissitudini della vita ci porteranno lontano l’uno dagli altri. Cosa c’è di più bello, infatti, d’una
sincera amicizia? Emilio e Heide, nella vostra casa ho trascorso alcune
delle ore più belle di mia vita. Ho 44 anni e mi sento già arrivato alla fine,
ma la vostra amicizia mi spinge a continuare nella battaglia cotidiana.
Se vorrete essermi amici, vi sarò amico anch’io, come lo sono e lo sono
stato, sinceramente.
Grazie, per quello che mi avete dato, di cui forse non vi rendete
conto.
So di avervi amici e sono contento: Vi sono amico e sono certo che
mi accettate.
Grazie di nuovo
Piero (CORRADINI)»
Questo era l’UOMO, il MAESTRO, l’AMICO Piero Corradini.
MONDO CINESE N. 128, LUGLIO-SETTEMBRE 2006