Due ori, quattro bronzi e cinque argenti. Con il discreto bottino di undici
medaglie, gli atleti cinesi hanno lasciato Torino a testa alta, piazzandosi
quattordicesimi nella classifica generale delle Olimpiadi invernali 20061. Un
risultato soddisfacente per un paese tradizionalmente poco dedito agli sporti
invernali, ad eccezione del pattinaggio, anche perché proprio a Torino la Cina
ha strappato il suo primo oro sulla neve2.
I progressi degli atleti cinesi sono stati rapidi: quattro anni fa, a Salt Lake City,
la delegazione della Repubblica popolare aveva vinto 8 medaglie3. La prima a
vincere un oro, proprio durante le Olimpiadi invernali del 2002, fu Yang Yang,
tagliando il traguardo nei 500 metri di short track speed skating, il pattinaggio
di velocità su pista corta4.
Il miglioramento delle prestazioni degli atleti è il risultato di precisi
investimenti
fatti dal governo cinese per scovare e coltivare giovani promesse dello sci e
del pattinaggio, investimenti che sono stati confermati per gli anni a venire dal vice capo della delegazione cinese Xiao Tian: “I nostri risultati ai Giochi
di Torino sono un grande incoraggiamento. Rafforzeremo le discipline in cui
siamo tradizionalmente forti e proveremo a realizzare nuove conquiste in quelle
in cui siamo deboli”5. Gli ufficiali cinesi non avrebbero però svelato il budget
stanziato per gli sport invernali, anche perché la speranza del governo è che
un po’ di finanziamenti giungano dal settore privato, “tramite sponsorizzazioni
di aziende cinesi e straniere o tramite lotterie sportive”6.
A crescere, oltre alle prestazioni degli atleti e agli investimenti pubblici, è
stata anche la copertura mediatica dedicata agli sport olimpici e, in particolare,
ai Giochi di Torino: in Italia sono stati spediti quest’anno 26 reporter cinesi,
contro i 10 inviati quattro anni fa a Salt Lake City7. La scelta risponde
evidentemente all’esplosione dell’interesse pubblico per lo sport e per i giochi
olimpici in particolare, in vista di Pechino 2008. Una passione collettiva che
viene continuamente sollecitata e nutrita dalla propaganda cinese, sempre
attenta a fare degli eventi sportivi uno strumento di coesione nazionale.
Per le strade di Pechino, d’altra parte, non si leggono che messaggi dedicati
alle Olimpiadi: le pubblicità sociali appese su muri e tabelloni parlano di
“Costruire la metropolitana, servire la società, offrire un tributo alle Olimpiadi”,
o ricordano lo slogan di Pechino 2008, “Lo stesso mondo, lo stesso sogno”8. Il
“bombardamento” olimpico non dà tregua: riempie le pagine dei giornali e gli
schermi delle tv che ormai si trovano in ogni autobus e in alcuni taxi, ma si fa
notare anche in aeroporto e nelle fermate della metropolitana, dove, in attesa
che arrivi il treno, i passeggeri possono intrattenersi leggendo qualche “Storia
che forse non sai a proposito delle Olimpiadi”9.
L’attenzione per i Giochi si è tradotta ovviamente in un ampio spazio
dedicato
alle figure degli atleti cinesi presenti a Torino, molti dei quali sono stati trattati
alla stregua di eroi nazionali, incarnazioni di virtù morali come la tenacia e il
coraggio. I più celebrati sono staticertamente Zhang Dan e Zhang Hao,la coppia
di pattinatori che il 13 febbraio, durante l’esibizione del programma libero, ha
tenuto con il fiato sospeso il pubblico del Palavela, la sede di gara.
La giovane coppia (lei ha 20 anni, lui 21), classificata al secondo posto dopo
il programma obbligatorio e considerata potenziale vincitrice dell’oro, aveva
infatti annunciato l’intenzione di inserire nel proprio programma anche un
Salchow quadruplo. Si tratta di un lancio particolarmente difficile, che si vede
raramente sulle piste di gara. I due Zhang però erano già riusciti a concluderlo
alla decima edizione dei giochi nazionali cinesi, entrando per questo nella
storia del pattinaggio artistico.
A Torino il lancio non andò come sperato e Zhang Dan, atterrando, si
infortunò al ginocchio, finendo rovinosamente contro il bordo della pista.
Visibilmente dolorante, sostenuta dal compagno, Zhang Dan si consultò con
gli allenatori e in meno di cinque minuti rialzò in piedi da sola e decise di
continuare. “Stiamo mettendo alla prova i limiti estremi di quel che un essere
umano può sopportare – dichiarò Zhang Dan durante la conferenza stampa al
termine della gara -. Potete immaginare quanto sia stato doloroso, ma volevamo
andare avanti”10.
Nonostante non siano riusciti a strappare l’oro alla coppia russa superfavorita
e si siano piazzati soltanto secondi, i Zhang hanno raggiunto comunque l’olimpo
delle “divinità” sportive cinesi: “Zhang Dan e Zhang Hao hanno ottenuto
soltanto
un argento, ma per il loro puro coraggio la loro è stata una performance da
medaglia d’oro”, scriveva il China Daily11.
Quattro giorni dopo, ancora sul China Daily, un editoriale sottolineava
pomposamente come “Zhang Dan e Zhang Hao hanno vinto un argento, insieme
con un oro per il loro coraggio e la loro perseveranza. La loro esibizione è
stata un’ode al vero spirito olimpico. La coppia sapeva che non era possibile
raggiungere i rivali russi, che hanno vinto l’oro. Tuttavia, Zhang Dan e Zhang
Hao sono tornati sulla pista per completare lo spettacolo”12. E ancora:“Mostrando
tanto coraggio quanta preparazione, la coppia si è guadagnata un caldo giro
di applausi dal pubblico. Zhang Dan ha ricevuto la medaglia con il ginocchio
sinistro bendato. Ha vinto anche la corona cinese di Miss Coraggio. […] La loro
determinazione a finire il programma potrebbere stare nel folklore olimpico come
una delle performance di pattinaggio artistico più coraggiose di tutti i tempi”13 .
Per la determinazione che li ha portati sulla pista di Torino nonostante i
difficili mesi precedenti, si è guadagnata la sua fetta di retorica anche la
coppia di
pattinatori Shen Xue e Zhao Hongbo, due volte campioni del mondo e vincitori
della medaglia di bronzo ai Giochi di Salt Lake City, considerati i veterani del
pattinaggio artistico cinese (lei ha 28 anni, lui 33). Sei mesi prima, Zhao si era
rotto il tendine d’Achille e, finito sotto i ferri, aveva ripreso ad allenarsi con la
compagna soltanto alla fine di novembre 200514.
Anche se la coppia non è riuscita a conquistare altro che un nuovo bronzo, è
stata inserita tra gli “eroi” di Torino per la grinta: “Anche Shen e Zhao meritano
un applauso per aver partecipato a quella che potrebbe essere la loro ultima
apparizione olimpica, aggiudicandosi un bronzo. Il loro duro lavoro gli ha fatto
ottenere un posto ai Giochi di Torino. La coppia si è allenata in una corsa contro
il tempo per mettere insieme la coreografia dello spettacolo. La loro grinta e la
loro determinazione gli ha garantito un posto nella storia dei Giochi”15.
Anche il loro allenatore, Yao Bin, ha rilasciato qualche commento per
l’occasione: “Ammiro la coppia, indipendentemente dal risultato. Il loro spirito
battagliero avrà una buona influenza sui pattinatori cinesi per molto tempo”16 .
La più famosa tra gli atleti cinesi arrivati a Torino è però probabilmente la
campionessa di short track Yang Yang, 30 anni, celebrata per il suo ritorno sulle
piste dopo il semi-ritiro all’indomani dei Giochi di Salt Lake City. Nonostante le
grandi aspettative nei suoi confronti e la pressione affinché ripetesse l’exploit
del 2002, l’atleta è però riuscita a vincere soltanto un bronzo.
Alla vigilia dei Giochi Yang è stata scelta dal Comitato olimpico nazionale
cinese per essere la porta bandiera durante la cerimonia di inaugurazione allo Stadio olimpico di Torino, il 10 febbraio: “Sono molto emozionata e sono
orgogliosa di rappresentare la mia nazione – dichiarava Yang all’indomani della
decisione del Comitato -. È la prima volta che questo ruolo viene affidato a
un’atleta donna e sono felice di essere io”17.
Yang rappresenta un nuovo, e ancora raro, genere di atleti in Cina: sorridente,
affabile con i giornalisti stranieri, straordinariamente fluente in inglese. È anche
ambiziosa: è iscritta all’università di Qinghua, dove sta terminando la laurea in
Economics management.
La sua diversità dipende in gran parte dalle scelte fatte dopo il successo
alle Olimpiadi del 2002: Yang decise di lasciare la squadra cinese per andare
negli Usa dove trascorse prima sei mesi allenandosi e studiando all’Università
dello Utah di Salt Lake City, poi un anno come studentessa di inglese a tempo
pieno a San Francisco18. Già ingaggiata prima di Torino 2006 per prestare la sua
immagine alla Lenovo, sponsor ufficiale di Pechino 2008, Yang ha annunciato i
suoi progetti per il futuro: “Questa è la mia ultima corsa – dichiarava al termine
dei 1000 metri ai giornalisti raccolti nella mixed zone del Palavela -. Sono
molto felice di quello che ho fatto e di quello che ho ottenuto. Ho finito con il
pattinaggio. […] Ora ho un altro anno di università e poi spero di lavorare per
le Olimpiadi del 2008 e dare il benvenuto a tutti. Le aspetto con ansia. È una
grande opportunità per mostrare al mondo quanto è grande la Cina. Lo sport è
un modo per ispirare le persone. Sono sicura che faremo un buon lavoro”19.
Ad oscurare la sua immagine a Torino è stata la nuova campionessa di short
track femminile, Wang Meng, 20 anni, originaria di Qitaihe, nella provincia
dello Heilongjiang. Ha vinto un oro (nei 500 metri), un argento (nei 1000
metri) e un bronzo (nei 1500 metri). Con le sue medaglie ha attirato su di sé i
riflettori venendo immediatamente battezzata “la nuova Yang Yang”20. “La Pista
del Palavela ha dato il benvenuto alla nuova regina dello short track cinese”,
scriveva il Quotidiano del popolo il 17 febbraio21. Lei, una delle figure su cui
la Cina riponeva maggiori speranze di gloria per Torino, a gennaio, prima di
partire per l’Italia, aveva dichiarato da perfetta atleta svezzata dal partito: “Non
sento alcuna pressione ma la responsabilità sì. L’intero paese mi sta
supportando
e sento di dover dare qualche contributo alla mia madrepatria”22.
La gratitudine nei confronti del paese e dei leader politici è una qualità che
gli atleti cinesi devono avere. “È il partito comunista a ‘possedere’ tutti gli atleti
cinesi,che vengono allenati e inviati agli eventi sportivi internazionali dall’ufficio
sportivo cinese, un ministero interno al governo – spiegava Li Yongyan in un
articolo pubblicato su Asia Times durante le Olimpiadi di Atene -. Il partito li
tratta bene, pure. Ogni vincitore di medaglia d’oro riceverà 200mila yuan come
ricompensa, perché questi atleti hanno ripagato la gentilezza del partito, come
dice il padre riconoscente, ‘portando gloria al partito e a paese’”23.
Chi non sa essere grato viene ostracizzato: così è successo al giocatore di
basket Wang Zhizhi, il primo cinese a entrare in NBA, espulso dalla nazionale
per
essersi rifiutato di partecipare agli Asian Games del 2002 per restare negli States
alla ricerca di un nuovo contratto.Wang è stato riammesso nella squadra alla
fine
di aprile 2006, ma solo dopo un’autocritica scritta sotto forma di lettera ai fan:
“Voglio chiedere scusa a tutti ancora una volta. Ho sbagliato, perdonatemi –sono
le parole di pentimento scritte dall’atleta, che è un ufficiale dell’esercito -. Senza
l’aiuto del mio paese e dell’esercito non avrei potuto raggiungere alcun risultato.
Come soldato e come giocatore professionista ho pensato troppo al mio interesse
personale e ho perso di vista le mie responsabilità e i miei doveri, per questo ho
preso la decisione sbagliata di non tornare a giocare per la nazionale”24 .
La seconda nuova stella nata alle Olimpiadi di Torino è Han Xiaopeng, il
vincitore del freestyle aereo maschile, il primo oro mai ottenuto dai cinesi sulla
neve. A 22 anni, con un passato di acrobata, Han non era stato elencato tra i
favoriti. Quello di Torino rappresenta infatti il primo titolo internazionale per
Han, che si era piazzato 24esimo a Salt Lake City e 20esimo nei campionati
mondiali del 2005. “Non ho mai pensato che questo potesse accadere – ha
dichiarato alla fine della gara -. Mi sembra di essere in un sogno”25.
Hanno invece deluso le aspettative sia la giovane Li Nina, 23 anni, vincitrice
di un argento nel freestyle femminile26, sia la stagionata Wang Manli, 33 anni,
che sperava di vincere un oro nel pattinaggio di velocità e che invece è finita
in lacrime sul podio con un argento al collo per i 500 metri. A rubarle la scena
è stata la 23enne Ren Hui, che si è inaspettatamente piazzata terza27.
Poche attenzioni sono andate anche al “veterano” dello short track Li Jiajun,
che nella seconda giornata di gara si è aggiudicato il bronzo nei 1500 metri
maschili, la prima medaglia vinta a Torino dalla squadra cinese. Li, 31 anni,
aveva dichiarato nei giorni precedenti che quella di Torino sarebbe stata la sua
ultima olimpiade28. Ma se, dopo la gara del 12 febbraio, si era detto stupito di
essere entrato in finale e di aver vinto29, le competizioni successive, da 500 e
1000 metri, sono state una delusione: l’atleta, che ha partecipato a 4 olimpiadi
vincendo 4 medaglie e che è salito 16 volte sul podio ai campionati mondiali,
non è più riuscito a fare meglio degli agguerritissimi avversari, l’americano (ma
di sangue in parte giapponese) Apolo Anton Ohno e i coreani Ahn Hyun-Soo
e Lee Ho-Suk.
A Giochi terminati, però, lodi e consolazioni non sono mancate per nessuno:
“Dopo aver visto i nostri atleti lottare invano per l’oro, non possiamo che
congratularci con loro per i loro risultati imperfetti, ma guadagnati con fatica.
Offriamo il nostro generoso applauso ai nostri eroi, che siano stati incoronati
o meno”, scriveva salomonicamente il China Daily30. “Tutti i cinesi del mondo
possono sentirsi orgogliosi per le eccellenti prove dei nostri atleti a Torino”,
aggiungeva il Quotidiano del popolo31.
MONDO CINESE N. 127,
APRILE-GIUGNO 2006
Note
1
I due ori sono andati a Wang Meng (short track speed skating femminile, 500 metri) e
a Han Xiaopeng (freestyle skiing maschile). Gli argenti sono della coppia Zhang Dan
e Zhang Hao (pattinaggio di figura), di Wang Meng (1000 metri), di Li Nina (freestyle
skiing femminile) e di Wang Manli (pattinaggio di velocità femminile su pista lunga,
500 metri). Wang Meng si è portata a casa anche un bronzo nei 1500 metri femminili. Gli altri a salire sul podio al terzo posto sono stati la coppia Zhao Hongbo e Shen
Xue (pattinaggio di figura), Li Jiajun (short track maschile, 1500 metri), Yang Yang
(short track femminile 1000 metri) e Ren Hui (pattinaggio di velocità femminile su
pista lunga, 50 metri). Questi i dati contenuti nelle pagine di “Info 2006”, il sistema
informativo ufficiale dei Giochi di Torino curato dalla società Infostrada sports e dal
Comitato olimpico Torino 2006 (TOROC), messo a disposizione dei giornalisti accreditati,
durante il periodo dei Giochi.
2
Si veda il dispaccio Xinhua, “China wins first ever Olympic snow gold”, 24 febbraio
2006.
3 “Olympics: for China, strategy is to focus on the best events”,
The New York Times online, 24 febbraio 2006.
4 In realtà, quello nei 500 metri fu solo il primo oro vinto da Yang Yang, che da Salt
Lake City ne portò a casa un secondo nei 1000 metri (ibidem).
5 Queste le parole riportate dall’agenzia di stampa
Xinhua nel dispaccio “China to
spend more money on winter sports”, pubblicato il 26 febbraio 2006.
6 Ibidem.
7 Ancora su “Olympics: for China, strategy is to focus on the best events”,
The New York
Times online, 24 febbraio 2006
8 Rispettivamente “Jianshe ditie, fuwu shehui, fengxian aoyun” e “Tong yi ge shijie,
tong yi ge mengxiang”.
9 “Ni keneng bu zhidao de aoyun gushi” è ad esempio il titolo di una serie di manifesti comparsi lo scorso aprile sulla banchina della fermata di Zhi chun lu, sulla linea 13
(la metropolitana sopraelevata).
10 “Chinese pair delivers gutsy performance”, China Daily online, 14 febbraio 2006.
11 Ibidem.
12 “Gutsy skating shows true Olympic spirit”, China Daily
online, 17 febbraio 2006.
13 Ibidem.
14 Così scrive Lei Lei, giornalista del China Daily inviata a Torino, nell’articolo “Chine
se pairs steal the limelight”, pubblicato il 15 febbraio 2006. Si vedano anche “ Skaters
play it cool on Olympic prospects”, China Daily online, 10 febbraio 2006, e il pom
poso editoriale di Chen Zhao “Turin winter Olympics: the world’s moved by China”,
People’s Daily, overseas edition, 27 febbraio 2006.
15 China Daily online, op.cit., 17 febbraio 2006.
16 “Chinese pairs steal the limelight”, China Daily
online, 15 febbraio 2006.
17 Queste le parole rilasciate durante un’intervista al termine degli allenamenti allo Stadio Tazzoli di Torino l’8 febbraio 2006.
18 “Short track star Yang makes a graceful exit to future opportunities”, Associated
Press,
24 febbraio 2006.
19 “Chinese legend skater Yang Yang retires”, China Daily
online, 27 febbraio 2006.
20 Si veda il dispaccio Xinhua “Debutant Wang repeats history; seeking more golds” del
16 febbraio 2006.
21 “Debutant wins China’s first gold”, People’s Daily
online, 17 febbraio 2006.
22 Ibidem.
23 Li Yongyan, “Chinese athlete: I owe it to the party”,
Asia Times online, 26 agosto 2004..
24 “Wang Zhizhi rejoins Chinese national team after public apology”,
People’s Daily online, 01 maggio 2006. Diverso, almeno per ora, il destino di un altro atleta ostracizzato
dal sistema comunista, Tian Liang, tuffatore campione Sidney e ad Atene, accusato di
aver preso parte a troppe attività commerciali e pubblicitarie. In vista di Pechino 2008
la sua riammissione nella squadra nazionale è caldeggiata da più parti, ma finora nul
la è accaduto. Si veda, per la ricostruzione della vicenda, l’articolo “Expelled star di
ver denied again”, People’s Daily online, 16 marzo 2006.
25 “China’s Han wins gold in Olympic men’s aerial”,
Xinhuanet, 24 febbraio 2004.
26 “Chinese aeralist comes for gold but end up with silver”,
China Daily online, 23 feb
braio 2006.
27 Si vedano Lei Lei, “Young skaters carry new hopes”,
China Daily online, 16 febbraio
2006 e “World champion tatters Olyimpic dream in tears”, Xinhuanet, 15 febbraio 2006.
28 Così dichiarava l’atleta intervistato il 6 febbraio al termine degli allenamenti al Palavela.
29 “Li brings China first medal in Games”, China Daily
online, 13 febbraio 2006.
30 Queste le parole nel commento di Guang Xiaomeng “True heroes, gold medals or
not”, China Daily online, 01 marzo 2006.
31 Chen Zhao, “Turin winter Olympics: the world’s moved by China”,
People’s Daily,
overseas edition, 27 febbraio 2006.
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