Premessa
Negli ultimi anni la protezione
ambientale è entrata a far parte
a pieno titolo delle priorità dello
sviluppo cinese. La Cina ha sottoscritto
tutti i maggiori accordi
internazionali sull’ambiente e, ciò
che è più importante, è molto attiva
nell’introduzione di politiche
per la salvaguardia ambientale.
I leader cinesi hanno fatto molti
passi avanti per ribaltare la visione
dell’ambiente diffusa all’epoca
di Mao, quando la questione ambientale
veniva considerata “un
problema delle nazioni ricche” e
lo sviluppo forzato di un’industria
pesante nel paese causava forti ripercussioni
sull’ambiente naturale.
Malgrado l’attenzione crescente
per i problemi dell’ambiente, la
Cina ha ancora un’immagine di
“paese sporco” e presenta gravi
problemi di degradazione ambientale:
cattiva qualità dell’aria,
inquinamento di acque interne e
costiere, scarsità di risorse idriche,
erosione del suolo, perdita di terra
coltivabile, gestione inadeguata
dei rifiuti tossici, inondazioni, tempeste
di sabbia, desertificazione.
Per contrastare l’immagine di degrado
ambientale, il governo centrale ha
da tempo iniziato una politica preferenziale
per l’introduzione di tecnologie
pulite e per la realizzazione di
progetti eco-compatibili: la maggior
parte dei progetti in questo settore
godono di finanziamenti e agevolazioni
da parte dello Stato e vedono
spesso come partner i governi locali.
Inoltre, l’80% degli investimenti nel
settore della protezione ambientale
proviene dall’estero. La Cina è
il maggior collettore di aiuti per la
protezione ambientale da parte della
Banca Mondiale, ed ha ricevuto
grande supporto da Global Environment
Facility, Asian Development
Bank e United Nations Development
Programme. Infine, la Cina è stata il
primo paese a pubblicare una versione
nazionale dell’Agenda 211.
La grande partecipazione del governo
nella questione ambientale si
vede anche a livello di retorica: soprattutto
a partire dalla metà degli
anni ’90 sono state promosse una
serie di importanti campagne di
comunicazione con il preciso fine
di promuovere un’immagine della
Cina come paese pulito e amante
del verde. Le Olimpiadi del 2008
ad esempio sono state battezzate
“Olimpiadi Verdi di Pechino”
e prevedono molti progetti per il
miglioramento della qualità di vita
a Pechino e per il ripristino del
verde urbano. Si tratta delle prime
Olimpiadi “verdi” della storia: una
caratterizzazione voluta per contrastare
il fatto che Pechino, nel
precedente bid, era stata scartata
come sede olimpica per il 2000
proprio a causa del forte degrado
ambientale2.
1. Descrizione del progetto
Chongming, isola eco-compatibile
Il fine di questo studio è analizzare
come i concetti di ambiente e natura
vengono interpretati nella società
cinese contemporanea e quali
valori sono incarnati nel cosiddetto
“consumo verde” o “responsabile”.
A tale proposito, lo studio ha preso
in esame un caso specifico: il progetto
per la costruzione dell’isola
eco-compatibile di Chongming. Si
tratta di un progetto ancora ad uno
stato iniziale e il presente articolo
non pretende di fornire conclusioni
esaustive sull’argomento.
L’isola di Chongming è situata alla
foce del fiume Azzurro, nella municipalità
di Shanghai. E’ l’isola
alluvionale più grande al mondo e
la terza isola cinese, dopo Taiwan
e Hainan. Chongming è un’importante
area di riposo per gli uccelli
migratori. L’area umida di Dongtan,
situata nella parte meridionale
dell’isola, ospita una riserva
protetta. Il sito-web della municipalità
di Shanghai riporta che la
costruzione di una moderna isola
eco-compatibile integrata (xiandaihua
de zonghexing shengtai
dao) costituirà una mossa strategica
per il miglioramento dello
sviluppo sostenibile a Shanghai e
che Chongming diventerà il giardino
di Shanghai (Shanghai “hou
huayuan”)3. Il progetto generale
comporta la trasformazione dell’economia
dell’isola in industrie/
servizi ecologici o eco-compatibili.
Il piano, in discussione dal 2001,
è stato approvato recentemente. I
primi progetti hanno visto la luce
nel 2005, mentre il completamento
è previsto per il 20204.
Nell’area di Dongtan è previsto,
tra gli altri, il progetto di costruzione
dell’eco-villaggio/città ideale
dello sviluppo sostenibile (kechixu
fazhan de lixiang chengshi – shengtai nongzhuang), che si proporrà
come area residenziale per vecchi
e nuovi abitanti dell’isola. L’ecovillaggio di Dongtan verrà costruito
secondo le moderne tecniche architettoniche
e farà uso di energie
pulite. Esso costituirà una comunità
organica e sarà completamente
cablato. Il progetto dell’isola ecocompatibile
di Chongming è uno
dei tanti progetti “verdi” che vedono
una forte sponsorizzazione da
parte dei governi locali e nazionale.
Si tratta di un caso interessante
per studiare il complesso scenario
della comunicazione pubblicitaria
o promozionale, dove pubblico e
privato ricercano un proprio spazio
per raggiungere il cittadino/
consumatore. La costruzione dell’isola
eco-compatibile di Chongming
è un progetto ambizioso. Progetti
come quello dell’eco-villaggio
di Dongtan verranno senz’altro
realizzati con l’utilizzo delle più
moderne tecnologie e con grande
attenzione nei confronti dell’ambiente
naturale. Ma quale è la reazione
del cittadino/consumatore?
Qual è il grado di sensibilità per le
questioni ambientali?
2. Metodologia di analisi
L’analisi è stata condotta su testi
apparsi nel periodo luglio 2001-
aprile 2005 selezionati in: organi
di stampa locali e nazionali (Renmin
Ribao, China Daily, Shanghai
Star, Jiefang Ribao, Wenhui Bao,
Fazhi Ribao, Keji Ribao), news
web-sites5, web-sites ufficiali della
municipalità di Shanghai6, della
prefettura di Chongming7 e del
partner privato SIIC8. Tali materiali
sono stati integrati con le presentazioni
del progetto effettuate nel
corso di un workshop e con interviste
ai rappresentanti delle istituzioni
interessate9. Il fatto di aver preso
in considerazioni fonti diverse si
spiega in questo modo: come già
noto, il governo locale e nazionale
ha un ruolo preminente nei progetti
di salvaguardia ambientale.
E’ in primo luogo lo Stato che si
fa carico della promozione di tali
progetti, utilizzando i vari mezzi a
sua disposizione, tra cui i media,
tradizionalmente settore a controllo
statale in Cina. Gli organi
di stampa e i news web-site costituiscono,
dunque, parte integrante
della campagna di comunicazione
pubblica.
Riguardo la metodologia d’analisi
utilizzata, questo articolo aderisce
al movimento del Critical Discourse
Analysis (CDA), così come elaborato
da Van Dijk, Fairclough,
Hackett & Zhao. Teoria e metodo
del CDA vanno al di là della mera
analisi e descrizione delle scelte
testuali. Scegliendo il CDA, il colui
che conduce l’analisi prende su di
sè un’ulteriore responsabilità dimostrando
come le scelte operate
nel linguaggio siano dettate da
motivi di ordine politico, sociale e
culturale10.
Con riferimento a stile e retorica,
scelte lessicali, soggetti ed oggetti
del discorso, sono state individuate
alcune strategie di comunicazione:
a) La prima strategia utilizza simboli
tradizionali già largamente in
uso nel linguaggio della pubblicità,
che ci rimandano ad una immagine
uniforme di “paradiso del
consumatore”. Frequente è l’uso di
metafore e vari sono i riferimenti
ad immagini tradizionali, quali
giardino: il giardino di Shanghai (Shanghai “hou huayuan”); il giardino
internazionale di Shanghai
sull’Oceano Pacifico (Tapingyang
yan’an de guojixing Shanghai huayuan); tesoro/prezioso: isola
preziosa, letteralmente, isola del
tesoro (bao dao); sogno/ideale:
città ideale (Dongtan lixiang chengshi).
b) La seconda strategia propone
concetti innovativi, quali “modalità
di consumo responsabile” e/o
“qualità” opposta a “quantità”,
facendo appello ai “nuovi consumatori”.
Descrizioni dell’ecovillaggio
di Dongtan come “città
eco-compatibile post-industriale” (qinhe ziran de yiren de hougongyehua
chengshi) oppure esortazioni
ad “abbandonare il clone
dello stile di vita dell’era industriale” (Chongming kaifa bu neng zai
dui gongyehua shidai shenghuo
fangshi de kelong) ci trasmettono
l’immagine di una Cina già stanca
dei benefici del “paradiso del consumatore”
11.
c) La terza strategia fa uso di immagini
ad alto contenuto ideologico,
appellandosi alla coscienza nazionale
cinese. Facendo riferimento
ai valori dell’orgoglio nazionale
e ad un più generale concetto di
“faccia”, l’obiettivo di questa strategia
è convincere i cittadini cinesi
che il progetto dell’isola ecologica
di Chongming contribuirà in modo
sostanziale a dare un’immagine
“verde” alla Cina, e quindi a “dare
faccia” (gei mianzi) alla Cina a
livello internazionale.
3. Le strategie di marketing
Relativamente alla promozione del
progetto di Chongming, è possibile
individuare due orientamenti di
“marketing”: uno più tradizionale,
che fa riferimento a valori positivi
e rassicuranti per il consumatore,
che è possibile identificare nella
prima strategia; un altro, più innovativo,
esemplificato nella seconda
strategia, che introduce concetti
più moderni e responsabili.
La prima strategia si riferisce ad un
primo stadio della società dei consumi.
Chiunque abbia vissuto in Cina
per un periodo può confermare
che televisione, centri commerciali,
cartellonistica stradale trasmettono
un’immagine altamente uniforme
di un “paradiso del consumatore”.
I valori di un simile paradiso sono
probabilmente non così diversi da
quelli che troviamo in altri paesi
di nuovo sviluppo. Il fatto interessante
è che in Cina questa visione
consumistica è altrettanto visibile
nei media, dove è stata promossa
largamente come visione di senso
comune, specialmente dagli organi
di stampa orientati verso il mercato12.
La seconda strategia si colloca
in uno stadio successivo, quando
appare sulla scena il nuovo consumatore,
preoccupato dei danni
prodotti. In Europa e in altri paesi
industrializzati questo passaggio
è già avvenuto. In Cina i cittadini
effettuano acquisti principalmente
per innalzare il proprio status, e
questo implica modalità di consumo
che difficilmente possono considerarsi
eco-compatibili.
L’esigenza per un “consumo responsabile”
è comunque sentita.
Appelli ai nuovi consumatori compaiono
sia nei materiali prodotti
dalle istituzioni pubbliche, sia nei
materiali promozionali del partner
privato SIIC, come è possibile
vedere nel seguente brano, tratto
da una presentazione pubblica del
progetto residenziale dell’eco-villaggio
di Dongtan:
“Sviluppare un’industria residenziale
eco-compatibile per attrarre
persone con alto reddito e alto livello
di istruzione perché scelgano
Chongming come proprio luogo di
residenza”13.
E ancora:
“Lo sviluppo di Chongming dovrebbe
abbandonare il clone dello
stile di vita dell’era industriale
ed indirizzarsi verso un innovativo
sviluppo urbano ed altrettanto
innovativi stili di vita, progettando
Chongming come una città
eco-compatibile post-industriale.
Nell’avanzare verso il XXI secolo
la misura degli standard di vita si
sposterà da un livello quantitativo
ad un livello qualitativo, dal materiale
allo spirituale”14.
Il linguaggio di questi brani dipinge
un’immagine della Cina già
stanca dei benefici del “paradiso
del consumatore”, proiettata verso
uno stile di vita responsabile, delineando
la figura di un cittadino
sensibile ai problemi del pianeta
e ormai disinteressato all’affermazione di sé attraverso l’acquisto di
beni di consumo.
La terza strategia di comunicazione
non rientra propriamente nel
marketing, bensì strizza l’occhio
alla retorica di partito e al discorso
ideologico. Sviluppare un’immagine
eco-compatibile è una circostanza
che accresce il prestigio
nazionale e contribuisce a costruire
una Cina stimata nel mondo.
Questa è un’aspirazione molto
sentita dai cittadini cinesi che ancora
ricordano lunghi periodi di
isolazionismo internazionale. Lo
Stato e il privato fanno leva su
questo aspetto per rinfocolare nei
cittadini/consumatori il sentimento
nazionalista. L’orgoglio nazionale
viene così proiettato sulla cura per
l’ambiente utilizzando quest’ultimo
argomento (vincente nella comunità
internazionale) come strumento
di rivalsa.
“Le risorse naturali di Chongming
sono tali da permettere all’isola
di raggiungere standard di livello
mondiale. […] Le particolari
caratteristiche dell’eco-sistema di
Chongming costituiscono un grande
vantaggio e assicurano che
Shanghai diventerà una città di livello
internazionale con una reputazione
altamente competitiva sul
piano dell’immagine ecologica”15.
Il brano citato è tratto dal sito-web
ufficiale di SIIC, dalla sezione intitolata
La creazione di una reputazione
ecologica internazionale.
Non è solo il discorso sull’ambiente
che sollecita simili aspettative
nazionalistiche. Simili messaggi si
ritrovano molto spesso nel discorso
sull’economia riportato nei mezzi
di comunicazione. Abitualmente
se ne fanno portavoce i funzionari
statali o i leader di partito. Tali
messaggi sono veicolati anche dai
rappresentanti delle élite, dagli
imprenditori o, più generalmente,
da coloro che risiedono nei centri
urbani. Ad esempio, ecco come
Zhao Yuezhi analizza questo fenomeno
con riferimento all’adesione
della Cina alla WTO:
[…] aderire alla WTO significa
rientrare nel mondo, diventare un
membro della comunità internazionale,
diventare parte della società
civile. Senza tutto questo […] la
Cina è un escluso. […] [La WTO]
interessa la posizione, la faccia, le
aspirazioni della Cina, e l’identità
della Cina nel mondo16.
4. Il ruolo del Partito
Individuare le strategie di comunicazione
è funzionale ad una lettura
più mirata degli articoli di giornale,
nonché dei testi prodotti da istituzioni
pubbliche o private attive
nella promozione del progetto. Più
complesso è attribuire una precisa
strategia a soggetti governativi, o
ad esponenti del mondo imprenditoriale.
Occorre anche tener conto
del fatto che il Pcc, avendo a
disposizione i più moderni mezzi
di comunicazione ed avendo un
controllo quasi capillare dei medesimi,
ha sviluppato negli anni una
modalità di comunicazione molto
sofisticata. A dispetto del luogo
comune che vuole il Partito indebolito
e impoverito dalla società dei
consumi, tanto da essere diventato
una mera copertura dell’agenda
politica ed economica, è evidente
che le istituzioni hanno affinato le
proprie modalità di comunicazione
e sono in grado di confezionare
e recapitare messaggi molto mirati
e innovativi. Come sostiene Barmé,
in Cina il Partito continua a mantenere
il proprio ruolo di dominatore
e a creare una visione particolare
della realtà politica e sociale in
grado di sovvertire le altre17.
I seguenti brani riportano parte
del discorso che il Commissario di
Partito Gong Xueping ha pronunciato
nel luglio 2004 in occasione
dell’approvazione del piano di sviluppo
per l’isola:
“L’obiettivo del piano per lo sviluppo
di Chongming è realizzare
entro il 2020 uno squisito brand
ecologico (youmei de shengtai
huanjing wei pinpai); [….] trasformare
l’isola in una zona-modello
per dimostrare a livello nazionale
ed internazionale le conquiste dello
sviluppo ecologico umano combinando
le caratteristiche della cosmopolita
Shanghai e dell’area del
Fiume Azzurro”18.
“Nel 2020 Chongming verrà trasformata
nell’ ‘isola verde alla foce
del Fiume Azzurro’ e diventerà ‘il
modello ecologico per lo sviluppo
di un’armoniosa relazione tra
umanità e natura’”19.
E’ intenzione della leadership politica
dare un messaggio innovativo,
legando il concetto ecologico al
mercato, o sottolineando l’armonia
tra uomo e natura. Allo stesso
tempo, è visibile una chiara volontà
di fornire precisa indicazione
ai cittadini riguardo ciò che è da
ritenersi positivo. Di qui, il riferimento
all’isola come “modello”,
dimostrazione di come nella retorica
di partito possano convivere stili
apparentemente contrastanti: la
visione programmatica di stampo
socialista si manifesta con l’immediata
esplicitazione dell’obiettivo
del piano. Anche l’impegno a dimostrare
al mondo le conquiste del
recente sviluppo fa ancora parte
del bagaglio della retorica di Partito.
Il concetto di “squisito brand
ecologico” ci rimanda invece alle
creazioni del moderno linguaggio
pubblicitario.
E ancora, l’esortazione a procedere
per il bene della comunità ci
riporta alla retorica rivoluzionaria
degli anni ’50:
“Le linee-guida per il piano di sviluppo
di Chongming sono: innanzitutto,
aderire alla strada dello
sviluppo in un quadro di modernizzazione
ecologica, tagliando
fuori, così, l’industrializzazione
tradizionale”20.
Infine, mentre si evidenziano dei
problemi la cui soluzione richiede
grande sensibilità e partecipazione
sociale, allo stesso tempo si ribadisce
l’esistenza di un’autorità che
interviene dall’alto per indirizzare
le trasformazioni della società verso
il giusto canale:
“Le linee-guida per la compilazione
del Piano per Chongming sono:
[…] nella cornice di una moderna
educazione ecologica, promuovere
una soluzione armoniosa ed
efficace dei problemi relativi alla
campagna, ai contadini e all’agricoltura,
così da poter gestire al
meglio la relazione tra sviluppo
ecologico e benessere della società”
21.
Questa particolare “coabitazione”
di stili retorici riflette il duplice ruolo
ricoperto del Partito nella società
cinese: allo stesso tempo autorità
dispotica e padre premuroso,
il Pcc coniuga in sé la vecchia burocrazia
sovietica, ripiegata sulla
dimensione nazionale, e le forze
del nuovo capitalismo con caratteristiche
trans-nazionali. Non bisogna
dimenticare che è stato il
Partito ad introdurre e guidare lo
sviluppo dell’economia di mercato
in Cina. Ed è sempre il Partito ad
individuare nello sviluppo scientifico
e tecnologico la chiave dell’affermazione
cinese sulla scena
contemporanea.
L’analisi fin qui condotta ci introduce
ad un altro aspetto molto controverso:
il ruolo della società civile.
Osservando più da vicino le attività
di comunicazione che sono state
realizzate nel territorio di Chongming,
la presenza del governo è
sentita un po’ ovunque. Uno sforzo
speciale è stato fatto per ottenere
il consenso dei residenti nel 2004,
quando il settimo Festival delle Arti
e delle Culture è stato per l’occasione
dedicato al tema del verde e
150.000 spettatori hanno presenziato
a 158 esibizioni22.
Alla fine di luglio dello stesso
anno il presidente Hu Jintao ha
visitato l’isola. Nelle settimane
immediatamente precedenti i
giornali locali hanno mostrato
una copertura molto maggiore
su Chongming. Il commissario di
Partito locale, il già citato Gong
Xueping, così si esprime riguardo
la promozione del piano di sviluppo
di Chongming sulle pagine del
Jiefang ribao:
“Dobbiamo pubblicizzare in
maniera estensiva il piano di
sviluppo, così da poterci assicurare
il consenso e il supporto da parte
degli abitanti dell’isola”23.
Questi riferimenti al consenso
popolare riportano alla memoria le
partecipazioni di massa degli anni
’50 e ’60. All’alba del XXI secolo,
l’impressione generale è che la società
civile non possa esistere indipendentemente
dal Partito. Non
molto sembra essere cambiato dai
tempi della costruzione del nuovo
stato socialista, se escludiamo il
fatto che mentre Mao lanciava
campagne di propaganda contro
la Natura, adesso la leadership
cinese utilizza l’ideologia per
sensibilizzare i cittadini sull’impatto
ambientale24.
5. La relazione tra Uomo e
Natura
Le fonti sul progetto Chongming –
Dongtan presentano abbondanza
di termini quali “verde” (lüse),
“aumentare/creare verde” (lühua),
ed “ecologia”. La moderna
terminologia ambientale è di origine
piuttosto recente e accoglie
continue innovazioni. Studiando
la copertura delle notizie “sull’ambiente”
che compaiono nella stampa
cinese, si può evidenziare che
l’uso di termini diversi corrisponde
ad un diverso grado di consapevolezza
ambientale. Ad esempio,
l’uso del termine “argomenti ambientali” (huanjing wenti) indica
una consapevolezza media, come
pure è il caso del termine “verde”,
anch’esso segnale di un interesse
ambientale piuttosto generale.
L’uso di parole come “ecologia” (shengtai) e “coscienza ecologica”
(shengtai yishi) dimostra un
interesse più approfondito nei riguardi
dei problemi ambientali.
Da questa prima analisi risulta che
il discorso su Chongming è improntato
ad un livello di approfondimento
medio-alto25.
Inoltre, frequenti sono i riferimenti
a tecnologie avanzate e a concetti
di “riciclo” e “riutilizzo”: il progetto
del villaggio ecologico di Dongtan
farà uso di energie pulite e di tecniche
architettoniche ecologiche,
l’acqua usata nel villaggio verrà
ri-utilizzata, ecc.
Dal punto di vista tecnico, il
progetto sembra incarnare tutti
quegli elementi propri della
moderna sensibilità per l’ambiente
e la natura. Tuttavia si avverte a
volte il rimando ad una relazione
“artificiale” tra umanità e natura,
come in questo brano:
“La comunità [del villaggio ecologico
di Dongtan] attrarrà cittadini
che hanno una sana propensione
al consumo, sono aperti a nuove
concezioni del consumo, e rinnegano
tutte le abitudini negative.
L’area verrà sviluppata come zona-
modello per il consumatore
verde. Ci sarà accesso limitato ai
prodotti confezionati e ai prodotti
usa-e-getta. L’eccessivo consumo,
l’eccessivo bere e l’eccessivo mangiare
verranno proibiti”26.
Un’equilibrata relazione tra
umanità e natura può essere ricreata
solo in alcune zone, opportunamente
modificate e protette. Il
concetto di preservazione dell’ambiente
naturale sembra molto lontano
in queste descrizioni di zonemodello
o paradisi ecologici:
“Lo sviluppo di Chongming dovrebbe
incarnare i concetti della
gestione delle risorse naturali, della
rivalutazione dell’ambiente, e
della ricreazione, innovazione, e
modificazione dell’ambiente naturale”
27.
Affermazioni di questo tipo ci
portano a riflettere sul fragile
equilibrio Uomo-Natura. A quanto
pare, gli uomini devono essere
nuovamente educati prima di
essere re-introdotti in queste zone
ecologiche. Viene il dubbio che
Uomo e Natura siano effettivamente
due entità che poco o nulla hanno
in comune:
“Il verde e il sistema idrico di ogni
edificio non sarà soltanto bello.
Sarà posta grande attenzione alla
produzione generale di CO2
e ossigeno. Al fine di assicurare
le corrette quantità di particelle,
l’aria e le riserve di acqua verranno
costantemente esaminate. Verranno
effettuati controlli su vento
e sabbia. Per non eccedere nella
distribuzione di alberi da legno e
da frutta e per assicurare la sostenibilità
del verde, le foreste verranno
severamente monitorate. La superficie
verde dovrà essere adatta
all’habitat degli uccelli ed alle diverse
specie animali”28.
6. Conclusioni
Una prima analisi su come i concetti
di Natura e Ambiente vengano
presentati al cittadino ha
evidenziato tre diverse strategie
comunicative. La più innovativa si
indirizza ad un cittadino “illuminato”
pronto per un consumo responsabile.
Anche in questo caso,
tuttavia, l’impressione generale, è
che l’uomo non riesca ad accontentarsi della natura così com’è.
L’ambiente naturale non è in grado
di soddisfare le necessità umane
e, dunque, occorre ricostruirlo.
La geografa cinese Jiang Hong,
che ha portato avanti un’analisi
comparativa tra le politiche avverse
all’ambiente condotte prima del
1978 e le politiche ambientaliste
del periodo post-1978, così descrive
l’atteggiamento della leadership
cinese nei confronti delle
questioni ambientali:
“la distruzione dell’ambiente e
la sua costruzione appaiono essere
frutto della stessa ideologia,
un’ideologia che si basa sul valore
utilitaristico dell’ambiente e sull’inadeguatezza
della natura”29.
L’analisi fin qui condotta ha altresì
evidenziato un altro aspetto controverso:
il governo mantiene un
ruolo-guida preminente nell’orientamento
dell’opinione pubblica e
dei gusti del consumatore. Alla luce
di quanto osservato, è difficile
adesso in Cina operare una netta
distinzione tra leadership politica e
società civile. Il governo controlla i
mezzi di comunicazione e conosce
i metodi più avanzati per arrivare
al cuore del cittadino. Per avere
un’idea più precisa del livello di
coscienza ambientale nella società
civile, occorre ampliare l’oggetto
del presente studio. Oltre all’analisi
dei mezzi di comunicazione, sarebbe
interessante includere come
oggetto di studio anche i residenti
di Chongming.
MONDO CINESE N. 125, OTTOBRE-DICEMBRE
2005
Note
1 L'Agenda 21 è il Piano di Azione
dell’ONU per lo sviluppo sostenibile di riferimento per il XXI secolo, definito dalla
Conferenza ONU Sviluppo e Ambiente di Rio de Janeiro nel 1992, e sottoscritto da 180 governi. E’ un documento
di 800 pagine che parte dalla premessa che le società umane non possono continuare
nella strada finora percorsa aumentando il gap economico tra le varie nazioni e tra gli strati di popolazione all’interno
delle nazioni stesse, incrementando la povertà, la fame, le malattie e l’analfabetismo e causando il continuo
deterioramento degli ecosistemi dai quali dipende il mantenimento della vita sul
pianeta (reperibile sul sito http://www.un.org/esa/sustdev/documents/agenda21/index.htm).
2 Per una visione globale della questione ambientale in Cina, cfr. i rapporti
della Banca Mondiale, visionabili sul sito worldbank.org, e i rapporti annuali sullo
stato dell’ambiente in Cina pubblicati dalla SEPA (State Environmental Protection
Bureau), visionabili sul sito www. zhb.gov.cn/english/. Cfr, inoltre: Chan, Gerald “China’s Compliance in global
environmental affairs”, in Asia Pacific Viewpoint, vol. 45, n. 1, aprile 2004,
pp. 69-86; Mol, Arthur P. J. “Environment, modernity and transitional China. At the frontier of ecological modernization”,
in Environmental Governance in Asia: New State-Society Relations, INREF- AGITS Conference, Chiang Mai,
10-12 ottobre 2003, Chiang Mai, Chiang Mai University, 2003, pp. 62-82.
3 “Chongming dao zongti guihua nian di wenshi” (Il piano generale per lo sviluppo
di Chongming verrà pubblicato alla fine dell’anno), Jiefang ribao, internet ed., 8 aprile 2005.
4 Zhao Bin, Urs Kreuter, Li Bo, Ma Zhijun, Chen Jiakuan, Nakagoshi Nobukazu
“An ecosystem service value assessment of land-use change on Chongming Island, China”, in vol. 21, Issue 2,
pp. 139-148.
5 www.sh.xinhuanet.com, www.sina.com.cn
6 www.shanghai.gov.cn
7 http://cmx.sh.gov.cn
8 www.dongtan.biz. SIIC è l’acronimo di Shanghai Industrial Investment Holdings-
Dongtan Investment & Development Holding Co. (Ltd), la società che sta sviluppando
il progetto Dongtan Sustainable Development Eco-Village.
9 I materiali, in inglese e/o cinese, sono stati consultati in originale. Tutte le
traduzioni sono opera dell’autrice.
10 Van Dijik, Teun A. (a cura di) Handbook of discourse
analysis, London,
Academic Press, 1985; Discorse Studies: A multidisciplinary introduction, London,
Sage, 1997; Van Dijik, Teun A. News as Discourse, Hove and London, Lawrence Erlbaum
Associates, Publishers, Hillsdale (N.J.), 1988; Fairclough, Norman, Language and
Power, London, Longman
1989; Discourse and Social Change, Cambridge, Polity Press 1992; Media
Discourse, London, Edward Arnold
1995; Zhao Yuezhi, Hackett, Robert A. Sustaining Democracy? Journalism and the Politics of
Objectivity, Toronto, Garamond
Press Ltd., 1998; Hodge, Robert, Kress, Gunther Language as Ideology, London, Routledge, 1979; Hodge, Robert,
Kam, Louie The Politics of Chinese language and Culture: the Art of Reading
Dragons, London, Routledge, 1998.
11 “Jiang Chongming dao jiancheng wo guo di yi ge shengtai zonghe shifan qu”
(Costruire Chongming come primo Distretto Ecologico Dimostrativo in Cina), in www.dongtan.biz/zhdt/plan_next01.php
12 Nel 1994-95 ha avuto inizio la riforma dell’industria editoriale e della stampa.
Ciò ha comportato l’introduzione di elementi di mercato da parte dello Stato.
A tutt’oggi la situazione è caratterizzata dalla forte presenza di uno Stato che
controlla i contenuti e detiene la proprietà degli organi di stampa. Allo stesso
tempo lo Stato permette e, anzi, appoggia la pubblicazione di contenuti consumistici.
Cfr. Zhao Yuezhi, “ ‘Enter the World’. Neo-liberal globalization, the dream for a strong nation, and Chinese
press discourses on the WTO”, in Lee, Chin-Chuan (a cura di), Chinese Media, Global
Contexts, London, Routledge,
2003, p. 39.
13 Relazione del rappresentante della Prefettura di Chongming, Chongming
Workshop, Venezia, 15 gennaio 2005 (documento non pubblicato, ma visionato informalmente dall’autrice).
14 “Jiang Chongming dao jiancheng wo guo di yi ge shengtai zonghe shifan qu”
(Costruire Chongming come primo Distretto Ecologico Dimostrativo in Cina), in www.dongtan.biz/zhdt/plan_next01.php
15 Ibid.
16 Zhao Yuezhi, op. cit., p. 37.
17 Geremie R. Barmé, “CCP TM & ADCULT PRC”,
The China Journal, n. 41,
gennaio 1999, pp. 1-23.
18 “Chongming dayu zongti guihua 2020 nian jiang jiancheng guoji Shanghai
huayuan” (Il piano di sviluppo per l’isola di Chongming realizzerà nel 2020 il giardino
internazionale di Shanghai), Jiefang Ribao, internet ed., 7 luglio 2004.
19 “Gong Xueping zai shi ren da chang wei hui ting qu guihua huibao shi jianyi
Chongming daoguihua jiang zhuanmen lifa” (Gong Xueping nel corso della relazione
del Comitato Permanente dell’Assemblea del Popolo della città di Shanghai avanza
proposte specifiche per l’attuazione del piano di sviluppo di Chongming) Wenhui
Bao, internet ed., 7 luglio
2004.
20 “Dazao Shanghai shijie ji chengshi de shengtai dao he haishang huayuan –
Chongming daoyu zongti guihua gangyao jianjie” (Shanghai crea un giardino sul mare per la città e per il mondo – Linee
guida per il piano di sviluppo dell’isola di Chongming), in http://cmx. sh.gov.cn/cmzfw/cmgh/cmgh.aspx
21 Ibid.
22 Chongming gaikuang / wenhua (Situazione generale di Chongming / cultura)”,
in http://cmx.sh.gov.cn/cmzfw/cmgk/cmgk.htm
23 “Yao dui guihua jinxing guangfan xuanchuan, shi guihua ji qishi shi dedao
dao shang quanti shimin de gongshi he zhichi (Per pubblicizzare il piano di sviluppo,
occorrono la condivisione e il supporto di tutti i cittadini)”, Jiefang Ribao,
internet ed., 14 gennaio 2004. 24) Judith Shapiro, Mao’s War Against Nature. Politics and the Environment in
Revolutionary China, Cambridge, Cambridge University Press, 2001.
24 Judith Shapiro, Mao’s War Against Nature. Politics and the Environment in
Revolutionary China, Cambridge, Cambridge University Press, 2001.
25 L’associazione ambientalista Friends of Nature ha realizzato uno studio sulla
consapevolezza ambientale nella stampa cinese. Cfr. “Ziran zhi you, Yang Dongping,
Wang Lixiong, Zhongguo baozhi huanjing yishi diaocha 1997-1998- 1999’, (Friends of Nature:
Yang Dongping – Wang, Lixiong, Report on China Newspapers’ Environmental Awareness
1997-1998-1999)”.26)
26 Relazione del rappresentante della Prefettura di Chongming, Chongming
Workshop, Venezia, 15 gennaio 2005 (documento non pubblicato, ma visionato informalmente dall’autrice).
p.
98.
27 “Dazao Shanghai shijie ji chengshi de shengtai dao he haishang huayuan –
Chongming daoyu zongti guihua gangyao jianjie” (Shanghai crea un giardino sul mare per la città e per il mondo – Linee
guida per il piano di sviluppo dell’isola di Chongming), in http://cmx. sh.gov.cn/cmzfw/cmgh/cmgh.aspx
28 Ibid.
29 Jiang Hong, “China’s Relationship with the Environment: Is ‘Sustainable Development’
New?”, relazione presentata alla 99° riunione annuale dell’Associazione dei geografi americani, 5-8 marzo
2003 New Orleans, Louisiana (documento non pubblicato, ma visionato informalmente
dall’autrice).
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