Premessa
Il 26 agosto 2005 più di quattrocento milioni di telespettatori cinesi erano sintonizzati su un’emittente
satellitare locale, la Hunan TV (Hunan weishi), per assistere all’ultima puntata di
Le Supergirls dello
Yogurt della mucca mongola 2005 (2005 Meng niu suansuanru chaoji nüsheng), la seconda edizione
della versione cinese del format britannico Pop Idol e di quello statunitense
American Idol. Gli ascolti
della serata finale del programma, che aveva preso avvio sei mesi prima, hanno completamente
eclissato, ad esempio, quelli dell’appuntamento annuale col Gran Gala del Festival di Primavera,
trasmesso dal canale pilota della tv di stato (CCTV), e rappresentano, comunque,
un record nella storia della televisione cinese di tutti i tempi. In quella stessa serata, circa otto
milioni di votanti – forse è meglio dire otto milioni di supporter, la parola voto è stata sapientemente
evitata, se non vietata, i mezzi di comunicazione ufficiali hanno preferito parlare, infatti, di “messaggi
di supporto” via telefono cellulare – hanno espresso la propria preferenza per una delle tre finaliste
di Supergirls. In realtà, ad ogni numero telefonico era consentito l’invio di un massimo di quindici
messaggi, quindi il numero reale e complessivo dei “votanti” è ragionevolmente
inferiore agli otto milioni. Il programma non è stato solo un fenomeno di costume, seguito da
una media di venti milioni di spettatori per settimana, passeggero per quanto estremamente fortunato,
bensì il punto di partenza per un dibattito che ha coinvolto i media e gli studiosi, sia cinesi che stranieri,
e che resta, a tutt’oggi, molto vivace. I punti cruciali della questione ruotano attorno al tentativo
di comprendere la realtà cinese di oggi, che è quella di un paese in rapidissima espansione, in cui socialismo
e consumismo – apparentemente inconciliabili – sono due facce della stessa medaglia. Gli
snodi fondamentali della vicenda propongono le seguenti questioni: come hanno potuto delle ragazze
poco più che adolescenti diventare degli idoli nazionali, status che fino a poco tempo addietro era
prerogativa solo di uomini politici, stelle del cinema e atleti1? Come è possibile che dietro a questo successo
strabiliante ci sia una piccola emittente televisiva locale2? È sensato ricollegare – come molti
hanno voluto fare – la corsa al televoto ad una rappresentazione ideale del voto democratico e a un
desiderio frustrato di democrazia del popolo cinese3?
1. Le Supergirls
La vincitrice del concorso canoro, nonché degli svariati contratti messi in palio da case discografiche e
sponsor, è Li Yuchun, una ventunenne sichuanese dall’aspetto mascolino, o, per dirla come i cinesi “né
uomo né donna” (bu nan bu nü), con un vasto repertorio di successi di artisti stranieri (Christina
Aguilera, Cranberries, 4 Non Blondes, Madonna e Mariah Carey tra gli altri) e una grande padronanza
scenica. Chunchun o Piccola Yu, come vogliono i suoi sostenitori, con i suoi tre milioni e mezzo di
preferenze, ha superato la sua più agguerrita avversaria, Zhou Bichang (nata nel 1985 a Canton) e
chiamata affettuosamente Bibi dai fan, che ha totalizzato più di tre milioni e duecentomila voti. Le altre
tre finaliste in lizza per il titolo 2005, erano Zhang Liangying, nata nel 1984 e originaria di Chengdu
proprio come la vincitrice (il Sichuan è stata una delle province più prodighe di supergirls), arrivata
terza con più di un milione e trecentomila voti, seguita da He Jie nata nel 1986 a Guiyang nella
provincia del Guizhou, e, infine, da Ji Minjia, nata nel 1982 ad Hangzhou. Alle selezioni, organizzate in tutto
il paese, avevano partecipato circa centocinquantamila ragazze. Il concorso era aperto a chiunque
dai sedici anni in su, senza ulteriori restrizioni d’età, talento o aspetto fisico. Ad attirare questa moltitudine
di ragazze non era tanto, o non solo, il desiderio di vincere il programma, ma i contratti messi a
disposizione dagli sponsor per la produzione di album musicali e la scritturazione per serial televisivi.
Le più di diecimila contendenti selezionate inizialmente si sono scontrate a livello provinciale in prima
battuta, con un tempo di esibizione della durata di trenta secondi. Anche le prime scremature sono
avvenute a colpi di sms, metodo di selezione che ha accompagnato le più fortunate fino al collo di
bottiglia della finale a Changsha. La vittoria di Li Yuchun ha dato il via a tutta una serie di
interpretazioni del suo successo, spesso scivolate nel pettegolezzo di dubbio gusto. L’aspetto androgino
di Li Yuchun ha offerto il fianco a svariate dicerie sulla sua presunta omosessualità,
una scelta sessuale che in Cina non è accettata nello spazio pubblico. Ad ogni modo, la mascolinità
della giovane le avrebbe assicurato, secondo alcuni, il favore del pubblico maschile, che più
facilmente si sarebbe identificato con lei. Il gusto per il pettegolezzo, alle volte dissacrante, ha colpito
anche altre Supergirls4. Il seguito delle finaliste è stato entusiastico. Schiere di giovani fan,
soprattutto nelle battute finali del concorso, si sono assiepate nelle vie più affollate e davanti agli
ingressi dei grandi magazzini più frequentati per invitare i passanti a collaborare alla vittoria della loro
favorita inviando un sms dai loro telefoni. E questo non solo a Changsha, dove il giorno della finale si
sono riversate migliaia di giovani per fare campagne di sostegno, anche con la speranza di incontrare
i loro idoli. In molti grandi centri, come Shanghai ad esempio5, si è addirittura richiesto l’intervento
della polizia per il disturbo arrecato alla quiete pubblica da giovani, dell’età media di 25 anni, armati di
megafoni, striscioni e cartelli, che regalavano spille e cartoline con i volti delle loro
supergirls e che
importunavano i passanti nel tentativo di strappargli un voto in più per le loro eroine. Un manifestino,
distribuito davanti al centro commerciale Raffles City nel centro di Shanghai dal Comitato dei Fan di
Zhou Bichang di Shanghai, recita: “Ha una voce straordinariamente magica, una bellezza spontanea,
un nome originale e splendido. Si tratta di Zhou Bichang”, e più oltre nello stesso volantino si legge:
“Noi speriamo di tutto cuore che Lei voglia dare il suo prezioso voto (touchu baogui de yi piao), affinché
[Zhou Bichang] possa realizzare il proprio sogno musicale, rimanere sulla scena e continuare
ad emozionare sempre più persone con la propria voce. Datele le ali per volare. Sostenete la nuova
stella di Supergirls 2005, votate (xuan) la n. 7, Zhou Bichang!”. Ma l’entusiasmo per le
Supergirls
non ha contagiato solo le generazioni più giovani. Si è trattato, piuttosto, di un successo trasversale,
che ha tenuto incollati davanti al televisore tutti i componenti della famiglia e famiglie di ogni
estrazione e livello sociale. Secondo alcune fonti, Supergirls 2005 è stata un’occasione per gli
over 45
per osservare da vicino il prototipo della ragazza della porta accanto6. Il termine
chaonü, abbreviazione
di chaoji nüsheng (le super voci femminili), è entrato a tutti gli effetti nel vocabolario del cinese
moderno. Nello scorso luglio è stato inserito nella rosa delle dieci espressioni più in voga in ambito
culturale nella stagione primavera- estate 2005, insieme, ad esempio, a guoxue re
(febbre per
lo studio del paese) – che fa riferimento all’apertura, in alcune delle principali
università del paese, di dipartimenti o di corsi specializzati nello studio dell’eredità culturale
nazionale, e, più genericamente, al revival degli “studi nazionali” –, o, ancora, insieme al concetto
huoxie shehui (società armoniosa), promosso da Hu Jintao e Wen Jiabao per porre in enfasi la necessità
di risolvere le tensioni crescenti generate da gruppi sociali quali i contadini, i disoccupati e gli immigrati
urbani7. L’impatto del programma ha avuto anche altre ripercussioni sulla lingua
cinese, come il conio di alcuni neologismi, che sono diventati un patrimonio diffuso tra i parlanti di
tutte le età e di ogni livello sociale. La parola fan in cinese viene anche resa col termine fensi, un prestito
fonetico dall’inglese “fans”, e che, letteralmente, significa “spaghettini”.
Giocando coi due caratteri di questa traslitterazione dall’inglese, con i collegamenti logici
al loro significato originale e con i nomi propri delle supergirls, sono nati i termini per definire i gruppi
di numerosissimi fan delle finaliste: Yumi (mais, quasi omofono di “fans di Yu”) per i fan di Li Yuchun,
Fenbi (gessetti) per quelli di Zhou Bichang, ci sono poi i Liang fen (gelatine fredde, omofono di “fans
di Liang”) di Zhang Liangying, gli Hefan (portavivande) di He Jie, infine, i
Jia mi (pazzi per Jia) di Ji
Minjia. Ma anche altri termini sono entrati nel vocabolario comune, come haixuan (scelta nel mare), ad
esempio, cioè il primo round di selezioni, che ha coinvolto più di diecimila ragazze, oppure
PK
(player kill), un termine preso in prestito dai videogames e che si è usato per indicare la fase eliminatoria
del programma, quando, dopo un primo giro di esibizioni canore, la concorrente col numero
minore di televoti e quella che, a parere della giuria presente in studio, aveva
commesso il maggior numero di errori, si scontravano in un faccia a faccia esibendosi sul
PK tai (palco del PK) fino all’eliminazione di una delle due, sempre mediante televoto.
2. Una realtà locale contro il potere centrale: la Hunan TV
La Hunan TV8 è nata come piccola emittente a livello locale, con sede a Changsha, la capitale della
provincia dello Hunan e che conta circa sei milioni e mezzo di abitanti. Ha iniziato a trasmettere a
livello nazionale via satellite solo nel 1997, ma è oggi una delle emittenti principali e più potenti
della Rpc, dopo l’emittente di stato CCTV (China Central Television) 9 con i suoi numerosi canali e
lo Shanghai Media Group10. Tendenzialmente il livello della qualità e/o della fortuna di un’emittente
è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della regione in cui l’emittente ha sede; la Hunan
TV rappresenta un’eccezione clamorosa, situata com’è in una delle province più arretrate del paese.
La provincia dello Hunan, che in passato veniva considerata una regione avanzata in base ai criteri
standard cinesi, oggi è un passo indietro, in termini di sviluppo economico, se messa a confronto con
le vicine province del Guangdong e dello Zhejiang11. Il motivo dello sviluppo vertiginoso
della Hunan TV ha origine nelle scelte di produzione della rete, totalmente orientate verso
la programmazione di intrattenimento. In sostanza, dal 1997 in poi, la Hunan TV ha inanellato
una fortunata serie di programmi di evasione – dalle sfide più improbabili tra concorrenti disposti
a tutto ai programmi di appuntamenti al buio – riempiendo uno spazio del mercato fino ad allora
praticamente libero12. Le sue programmazioni vincenti partono già da quell’anno, come
La fortezza
della felicità (Kuaile dabenying), e proseguono nel 1998 con Appuntamento con le rose
(Meigui zhi yue), re-interpretazione di un format taiwanese, con il fortunato il
Chi è l’eroe? (Shei shi yingxiong?) del 2004, fino al suo più recente e strepitoso successo, le
Supergirls
dello Yogurt della mucca mongola
2005 per l’appunto. Il trend inaugurato dall’emittente hunanese è
riassunto efficacemente da alcuni
fortunati slogan che parlano di
“Nuovo intrattenimento” (Xin yule)
e di “Masse che divertono le masse” (Dazhong yule dazhong).
In Cina, tutte le emittenti televisive
sono di proprietà statale e in
passato la censura non ha mancato
di colpire anche alcuni programmi
della Hunan Tv. Nel 2003,
ad esempio, Il meteo delle stelle (Xing qixiang) è stato cancellato
dal palinsesto, per via degli atteggiamenti apertamente erotici della
presentatrice. Questo programma
rappresenta bene la tendenza via
via più evidente nella televisione
cinese verso una programmazione
in cui la differenze tra programmi
d’evasione e programmi tradizionali
è sempre più appannata. Il
meteo delle stelle era una striscia
quotidiana di previsioni meteorologiche,
della durata di cinque minuti
in fascia oraria notturna. La conduzione
era affidata alla reginetta
di bellezza Wu Rong nelle vesti di
una meteorologa discinta e sexy,
che faceva i propri annunci stesa
su un sofà o un enorme letto. Più di
recente, una regolamentazione entrata
curiosamente in vigore proprio
nell’agosto del 2005, cioè nel
momento di massima popolarità
della televisione hunanese, sembra
abbia impedito che il magnate della
televisione a livello globale, Rupert
Murdoch, investisse dei fondi
nella rete di Changsha, come da
accordi siglati nel dicembre 2002.
Hanno contribuito alla popolarità
dell’emittente hunanese anche delle
scelte pubblicitarie e di immagine
vincenti, come l’azzeccato logo
arancione che giganteggia nel suo
curatissimo sito o l’indovinato motto
della rete: “Cina felice, Hunan TV” (Kuaile Zhongguo, Hunan weishi).
Numerose altre emittenti locali stanno
tentando di seguire il percorso
compiuto dalla Hunan TV. In Cina
si sta via via creando un complesso
quadro di realtà televisive minori,
che mirano a ricavarsi una
propria nicchia di ascolti e che,
soprattutto, minano alla centralità
del colosso CCTV, adoperandosi
in una concorrenza sempre più
accanita. La Hunan TV è diventata
un modello da emulare già a partire
dal 1997, tanto che, all’epoca,
quasi tutte le televisioni provinciali
avevano messo in onda il proprio
clone di La fortezza della felicità e
di Appuntamento con le rose, e che
la stessa CCTV era scesa in campo
proponendo dei reality show – che
in Cina vengono definiti zhenren
xiu (show di persone vere) –, come
L’allegro dizionario (Kaixin cidian)
e Lucky 52 (Xingyun 52), entrambi
sulla falsariga di Who Wants to Be
a Millionarie. Solo per dare un’idea
del fenomeno13, ecco un elenco parziale
dei facsimile del programma
di incontri al buio Meigui zhi yue:
Xiangyue xingqiliu (Incontriamoci sabato) della Shanghai TV, Jinwan
women xiangshi (Stasera ci conosceremo)
della Beijing TV, Hao nan
hao nü (Un bravo ragazzo e una
brava ragazza) della Shanxi TV,
Wei shei xindong (Per chi ti batte
il cuore?) della Nanjing TV, Nan nü
dang hun (Uomini e donne parlano di matrimonio) della Hainan TV,
Jinri you yue (Oggi ho un appuntamento)
della Shandong TV, Xinxin
guangchang (La piazza dei cuori)
della Hebei TV, Langman jiujiu (Romanticismo per sempre) della
Beijing Cable TV (Beijing youxian dai), e via di seguito.
Ma la fortuna della Hunan Tv deriva
anche da una politica selvaggia
di malcelata copiatura di format
stranieri. Nel 2003, la Endemol ha
fatto causa alla rete cinese per l’indebita
appropriazione dei diritti del
Big Brother, sul cui formato è stato
modellato il programma Wanmei
jiaqi (Una vacanza perfetta) trasmesso
dalla rete di Changsha.
3. Verso una democrazia culturale
o un’oligarchia del denaro?
Supergirls 2005 è stato un evento
mediatico dal successo inaspettato
per le proporzioni, il seguito, i
guadagni e la risonanza che ha
avuto sia in Cina che all’estero. È
stata un’operazione commerciale
senza precedenti.
Il programma si è rivelato una
straordinaria macchina per fare
soldi, di cui hanno beneficiato non
solo la rete di Changsha e lo sponsor
della Mongolia Interna, ma
anche case editrici, compagnie telefoniche,
riviste e quotidiani, produttori
di gadgets, accessori e giocattoli
(che hanno stampato l’effigie
delle varie supergirls sui propri
prodotti), ecc. Le entrate degli sms
hanno raggiunto la cifra di trenta
milioni di yuan (circa 3,7 milioni
di dollari) e gli esperti stimano che
il marchio Supergirls da solo valga
almeno cento milioni di yuan (12,3
milioni di dollari)14.
Tuttavia, l’attenzione che il fenomeno
ha suscitato non si limita
ai proventi, seppur incredibili, e
non si esaurisce nell’indagine di
un’operazione commerciale ben
riuscita o in un’analisi dell’interpretazione
cinese di un consumismo
di importazione. I significati
dell’evento sembrano, infatti, oltrepassare
i confini dell’operazione
di marketing per invadere
un territorio tabù, quello della
democrazia. In molti hanno voluto
leggere l’entusiasmo dilagante
del pubblico televisivo cinese per
la possibilità di esprimere in totale
libertà la propria preferenza
come un’esperienza democratica
in nuce. È necessario, però, fare
delle precisazioni. In primo luogo,
l’espressione della preferenza aveva
un prezzo, che seppur modesto,
non era nient’affatto democratico.
In secondo luogo, la “febbre” per
il voto rispondeva forse più a un
istinto di identificazione (del tipo
“se capitasse a me…”) che alla
concretizzazione del desiderio di
esprimere la propria opinione.
All’origine del successo c’è stata,
senza dubbio, un’oculata e scrupolosa
preparazione, che risponde
a strategie di mercato tra le più
moderne e avanzate. Li Hao, direttore
di produzione della Hunan
TV, ha rivelato di affidarsi a estese
indagini di mercato per strutturare
e mettere a punto i programmi che
l’emittente realizza, “per trovare
quello che piace alla gente, quello
che la gente vuole vedere”15. Lo
sponsor, una delle principali industrie
di latticini del paese, ha sborsato
una somma di tre milioni di
dollari americani per assicurarsi il
diritto ad avere il proprio marchio
accorpato al nome del programma
e l’esclusiva su i principali spazi
pubblicitari. Sembra che le vendite
dello Yogurt della Mucca Mongola
siano incrementate del 270% grazie
a questo investimento pubblicitario.
Eppure, il noto critico televisivo
Zhu Dake ha affermato che lo
show “blazed a trail for cultural
democracy”, dando la dimostrazione
che il pubblico si è liberato
dal capestro dell’“estetica elitista”
dell’industria d’intrattenimento cinese
(leggi CCTV) e testimoniando
che la società si sta aprendo a
delle apparentemente auspicabili
“deviazioni dalla norma”16. Per
contro, numerosissime sono state le
critiche mosse contro la superficialità
del programma e le denunce di
impoverimento del livello culturale
della televisione, lanciate in primo
luogo dai gestori della CCTV, ma
non solo17.
4. Il “sogno cinese”
I mass media hanno dedicato molto
spazio alla competizione con un
concreto ritorno di vendite. Sembra
che più di cento testate si siano occupate
delle Supergirls18 nel periodo
di messa in onda del programma, e,
ad ogni buon conto, sul motore di ricerca
Google China comparivano un
milione di risultati per la voce Chaoji nüsheng. Non a caso Xiao Hui ha
parlato di geming19, una “rivoluzione”
che non solo ha interessato i
media, ma che li ha anche coinvolti
direttamente, per via di una sorta di
spostamento massiccio dell’attenzione
del pubblico dai media tradizionali
(stampa e tv) all’Internet.
La rete è stata un campo di battaglia
decisivo nella sfida lanciata
dalla Hunan Tv alla CCTV. L’emittente
di Changsha ha ampiamente
sfruttato le potenzialità dell’Internet,
puntando su strategie di interattività col pubblico da casa, che,
ad esempio, aveva la possibilità di
suggerire le canzoni che le giovani
cantanti in lizza avrebbero dovuto
interpretare. Il sito della Hunan TV
offriva pagine realizzate in maniera
accurata e zeppe di informazioni
e gossip sulle beniamine del
pubblico, nonché gustosi retroscena
del programma. Non è un segreto
che si sia abbondantemente
giocato, come già accennato, con
il potere attrattivo dei fenomeni di
identificazione, confezionando ad
arte un regno catodico e illusorio
dove “gli idoli sono più brutti degli
spettatori” (ouxiang bi guanzhong chou). Il programma, anche e soprattutto
grazie alla rete, ha appassionato,
poi, schiere di cinesi
d’oltremare, che l’hanno voluto
leggere come un nuovo segnale
della vitalità della Cina, la prova
concreta, e di risonanza internazionale,
che “Dongfang bu bai”
(l’Oriente non viene [più] sconfitto).
In ambito televisivo, Supergirls
sarebbe diventato a tutti gli effetti
un motivo di orgoglio per i cinesi
di tutto il mondo, al pari di
Jing Yong per la letteratura o di
Stephen Chow per il cinema, una
sorta di “sogno cinese” (Zhongguo meng)20.
La “democraticità” dell’Internet
ha anche fornito uno spazio pubblico
per interpretazioni satiriche
fresche e inaspettate, che hanno
colpito principalmente il colosso
mediatico gestito direttamente dal
governo della Rpc Ad esempio, è
stata pubblicata on line una scaletta
delle canzoni che sarebbero
state interpretate dalle Supergirls
se il programma fosse stato trasmesso
dalla CCTV. L’elenco è fantasioso
quanto pungente21: Zhang
Liangying canta Patria mia, patria
mia, ti amo da morire (Zuguo
zuguo wo ai si ni); Zhou Bichang
interpreta Le Supergirls si avviano
verso una vita agiata (Chaoji
nüsheng ben xiaokang), titolo che
scimmiotta il linguaggio politico
delle riforme agrarie della fine
degli anni ’90, in particolare, il
famoso “che i contadini si avviino
verso una vita agiata” (Nongmin
ben xiaokang); alla vincitrice del
concorso Li Yuchun viene assegnata
la canzone La programmazione
delle nascite ha arricchito tanti
miei compaesani (Jihua shengyu
fu le zhong xiangqin); con un ironico
riferimento al celeberrimo Lei
Feng che voleva “essere una vite
che non arrugginisce mai nell’ingranaggio
della rivoluzione”, He
Jie canta Vorrei essere una vite
nell’apertura all’Occidente (Wo
yuan zuo kaifa xibu de luosiding);
e Ji Minjia interpreta Una sorsata
di acqua dolce e profumata del
Fiume Giallo (He yi kou you xiang
you tian de Huanghe shui).
MONDO CINESE N. 125, OTTOBRE-DICEMBRE
2005
Note
1 Gu Zhibin George, “Hunan: From
red state to supergirl”, in Asia Times, 10 dicembre 2005, disponibile on line alla
pagina http://www.atimes.com/atimes/ China_Business/GL10Cb05.html.
2 Jonathan Landreth, “China: Changing channels”,
in Hollywood Reporter, disponibile alla pagina http://www.hollywoodreporter.
com/thr/international/ feature_di splay. j sp? vnu_content_id=1001050615.
3 Vedi, ad esempio, http://www.t a i p e i t ime s . c om/News /wo r l d /archives/2005/08/28/2003269471 e
Herald Hamish McDonald, “Pop singers give new range to cultural democracy”, in
Sydney Morning Herald, 29 agosto
2005, disponibile on line alla pagina http:// www. smh. com.au/text/articles/2005/08/28/1125167552501.html.
4 http://www.et imeweekly.com/h/4287.asp> o, anche,
<http://www.blogchina.com/new/display/83543.html.
5 Numerosi i casi segnalati alla polizia di giovani scappati di casa, vedi, ad
esempio, http://www.china-embassy.org/eng/xw/t208732.htm.
6 Ibid.
7 Dai Xiaolin, “‘Chaoji nüsheng’ ruxuan shi da wenhua liuxing yu”
(Chaoji
nüsheng rientra nelle dieci espressioni culturali più di moda), in Beijing chenbao,
19 luglio 2005, disponibile alla pagina http://eladies.sina.com.cn/nx/ 2005/0719/1636174991.html .
La selezione è stata condotta dal Centro Nazionale per la Ricerca e il Monitoraggio
delle Risorse Linguistiche, dall’Università di Lingue di Pechino, dalla Lega degli Operatori del Giornalismo, ecc.
8 Sito ufficiale alla pagina:http://www.hunantv.com.
9 Sito ufficiale alla pagina:http://www.cctv.com/default.shtml.
10 Sito ufficiale alla pagina:http://www.smg.cn.
11 Sulla situazione economica della provincia dello Hunan, vedi, ad esempio,
Gu Zhibin George, op. cit.
12 A questo proposito, vedi Bai Ruoyun, “Media commercialization, entertainment,
and the party-state: The political economy of contemporary Chinese television entertainment culture”, in
Global
Media Journal, vol. 4, n. 6, Spring 2005.
13 Cfr. Michael Keane, Content, Formats, and Crisis in Chinese
Television, disponibile
alla pagina http://eprints.qut.edu.au/archive/00000611/01/keane_3.PDF.
14 Joel Martinsen, “The meaning (lessness) of ‘Super Voice Girl’”, in
Danwei,
29 agosto 2005, disponibile alla pagina h t t p : / /www.danwei.org /archives/002157.html.
15 David Barboza, “Upstart From Chinese Province Masters the Art of TV Titillation”,
in New York Times, 28 novembre 2005, disponibile on line alla pagina:http://www.nytimes.com/2005/11/28/business/28hunan.html.
16 Raymond Zhou, “Svengalis scramble to decipher Super Girls’ secret”, in
China Daily, 27 agosto 2005, disponibile on line alla pagina <http://www.chinadaily.com.cn/english/doc/2005-08/27/content_472581.htm>.
17 Ibid. e Chang Ping, “Shenme shi jianyan ‘Chaoji nüsheng’ de weiyi
biaozhun” (Qual è l’unico criterio per valutare Chaoji nüsheng), in
Dongfang zaobao, 26 agosto 2005, inserto spettacoli e TV.
18 Ben Marcom e Jeremy Goldcorn, “The final week of TV sensation of ‘Super Voice
Girls’”, in Danwei, 24 agosto 2005, disponibile alla pagina http://www.danwei.org/archives/002149.html.
19 Xiao Hui, “Chaoji nüsheng de ji ge guanjian ci” (Alcuni termini chiave di Supergirls),
in Shiji Zhongguo, 15 agosto 2005, disponibile alla pagina http://www.cddc.net/shownews.asp?newsid=9301.
20 Cfr. Ibid.
21 Vedi, ad esempio, http://edu.china.com /zh_cn/schoolyard/humor/851/20051010/12729360.html.
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