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                                              STUDIO DELLA LETTERATURA ITALIANA (PECHINO, 21-23 OTTOBRE 2005)

RAPPORTI

La letteratura italiana in Cina -  XVI Convegno dell'Associazione
cinese per lo studio della letteratura italiana
(Pechino, 21-23 ottobre 2005)

di Miriam Castorina

Dal 21 al 23 ottobre si è svolto, presso l’Università di Lingue Straniere di Pechino il convegno “La letteratura italiana in Cina - La traduzione della letteratura italiana: teoria e pratica”, organizzato dalla Facoltà di Studi Orientali dell’Università di Roma “la Sapienza” e dal Dipartimento di Lingua italiana dell’Università di Lingue straniere di Pechino. Tale iniziativa, sin dal titolo, voleva rendere esplicito l’intento di unire, per la prima volta, due distinte iniziative, due diversi approcci alla letteratura: il XVI Convegno dell’Associazione Cinese per lo studio della letteratura italiana (Zhongguo Yidali wenxue xuehui) e un convegno dedicato alla diffusione e traduzione della letteratura italiana in Cina, organizzato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 750° anniversario della nascita di Marco Polo1.. Per la prima volta italianisti cinesi, quali, solo per citarne alcuni, Shen Emei, Wu Zhengyi, Xiao Tianyu, Yang Shunxiang e Wang Jun e italianisti e linguisti italiani come Tullio De Mauro, Massimo Vedovelli, Francesca Bernardini, nonchè sinologi e traduttori quali Federico Masini, Rosa Lombardi, Alessandra Brezzi e altri ancora, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi su questioni legate alle tematiche della traduzione, ad aspetti di critica letteraria italiana, o alle metodologie e al materiale per la didattica della lingua italiana e cinese. Il Convegno è stato, idealmente, il momento conclusivo e inaugurale di numerose iniziative svoltesi in Cina in quei giorni: due conferenze tenute da Federico Masini il 18 e il 19 ottobre a Hong Kong e Canton, dal titolo “Italy in China at the end of the Empire: Kang Youwei, Liang Qichao and Sun Yat-sen” (Qingmo minchu Yidali zai Zhongguo: Kang Youwei, Liang Qichao he Sun Yat-sen/ L’Italia in Cina tra la fine dei Qing e i primi anni della Repubblica). Inoltre il 24 ottobre si è inaugurata la “Settimana della lingua italiana in Cina” a Pechino e a Shanghai, e il 25 ottobre è stata inaugurata, presso la Biblioteca Nazionale di Pechino, la mostra di libri dal titolo “La letteratura italiana in Cina”, organizzata dalla direzione della Biblioteca Nazionale, dal Centro di Ricerca di cultura e letteratura comparata dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, e dal Centro di letteratura comparata dell’Istituto di Scienze sociali. I lavori del convegno sono stati aperti, la mattina del 21, dal discorso inaugurale del vice-rettore dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, la prof.ssa Jin Li, seguito dal saluto del Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Italia a Pechino, Raffaele Trombetta e dal Preside della Facoltà di Studi Orientali, Federico Masini. Lü Tongliu, Presidente dell’Associazione cinese per lo studio della letteratura italiana, nonché principale promotore dell’iniziativa, è stato il grande assente di questo incontro ed è scomparso pochi giorni dopo la conclusione dei lavori. Lü Jing, figlia del professor Lü, ha letto il discorso che il padre aveva preparato per l’inaugurazione del convegno. Nel corso delle due giornate, il convegno ha affrontato due diverse problematiche: la teoria e la pratica della traduzione della letteratura italiana e la diffusione della lingua e della letteratura italiana in Cina. Si è poi concluso il 23 ottobre con una tavola rotonda, a cui ha partecipato lo scrittore Alessandro Baricco di cui, recentemente, sono state pubblicate in Cina diverse traduzioni. Il primo giorno dei lavori ha visto susseguirsi gli interventi dei traduttori cinesi sulla pratica della traduzione italiana. Molti hanno insistito sulle difficoltà da essa presentate e dalla necessità di rispondere ai tre requisiti fondamentali della traduzione predicati più di cent’anni fa da Yan Fu, ossia “fedeltà, intelligibilità ed eleganza”. Sebbene molti dei traduttori abbiano insistito molto su questo punto, può essere indicativo, a questo proposito, il fatto che la parola yixue, “traduttologia”, ancora non sia entrata a far parte dei dizionari cinesi. Durante la mattina del 21, sono intervenuti Xiao Tianyu sulla traduzione della collana di poesie Gente di corsa di Tiziano Rossi e Zhang Shihua sulla traduzione dei Promessi Sposi. Nel pomeriggio sono intervenuti Wu Zhenyi sulla gara per la traduzione delle opere di Baricco, Shen Emei sul “cammino lungo e tortuoso del lavoro di traduzione”, Wei Yi sulla traduzione de L’automa di Moravia e Lei Jia su una comparazione tra proverbi e modi di dire in italiano e in cinese. Hanno concluso la giornata dei lavori una rappresentante della Casa editrice della letteratura del popolo, e Lu Yuanchang, responsabile della casa editrice di Nanchino Yilin, con un intervento dal titolo “Opinioni sulla traduzione delle opere letterarie italiane”. Da tutti questi interventi è emerso un nuovo quadro del lavoro di traduzione di opere letterarie italiane. Se l’attività di traduzione dall’italiano può essere fatta risalire agli anni ’80 dello scorso secolo, è solo negli ultimi anni che essa si è intensificata e le case editrici cinesi scelgono sempre più spesso di pubblicare autori italiani. Il problema può essere forse quello di creare una nuova, e più consapevole, generazione di traduttori cinesi anche se, come ha elegantemente affermato Shen Emei citando un detto cinese, “nel nostro cammino lungo la strada tortuosa della traduzione sopperiamo alla vecchiaia degli anni con la giovinezza dell’arte”. Tra gli autori italiani più tradotti in Cina compaiono D’Annunzio, Moravia, Calvino e Deledda e dal 2000 ad oggi, grazie in particolare alla casa editrice Yilin di Nanchino, sono apparse anche opere di scrittori quali Tiziano Rossi, Daniele Del Giudice, Vincenzo Cerami ed altri ancora. La giornata del 22 è stata aperta da Tullio De Mauro che, con il suo bell’intervento, ha voluto sottolineare il ruolo svolto dal latino nella formazione della lingua italiana, spiegando come il fiorentino si sia imposto nella penisola italiana come lingua nazionale grazie alla sua prossimità con il latino, e come la consapevolezza di questa “tradizione linguistica”, unitamente alla consapevolezza delle varietà dialettali italiane, possa essere d’aiuto nella comprensione di un testo. Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, ha presentato invece un rapporto su un’indagine promossa dalla sua università e dal Ministero degli Affari Esteri, intitolata “Italiano 2000” da cui è emerso che la lingua italiana si trova al quarto/quinto posto tra quelle più studiate al mondo. Francesca Bernardini è poi intervenuta sulle “tipologie strutturali e linguistiche del romanzo italiano del secondo Novecento: Calvino, Moravia, Gadda”, fornendo in tal modo ai numerosi studiosi e agli studenti italiani e cinesi presenti una chiave di lettura più approfondita di questi tre importanti autori italiani. E’ sempre al secondo Novecento che appartengono i resoconti di viaggio in Cina di Carlo Cassola, Giancarlo Vigorelli e Curzio Malaparte sui quali è intervenuta Rosa Lombardi. Tre autori diversi, tre di versi modi di percepire e raccontare la Cina comunista al lettore taliano. Lü Jing ha invece illustrato le vicende letterarie e teatrali della Turandot, “ottimo esempio di scambio culturale e d’influenza reciproca tra Cina e occidente”. Il pomeriggio è stato interamente dedicato alla cultura e alla letteratura italiana in Cina. Federico Masini è intervenuto avanzando l’affascinante ipotesi di poter far coincidere, almeno fino all’Ottocento, la storia delle relazioni sino-europee con la storia delle relazioni tra la Cina e l’Italia. Queste relazioni, che possono essere fatte risalire alla dinastia Han, videro l’apice negli ultimissimi anni dell’Ottocento, durante i quali l’Italia Risorgimentale venne presa a modello da alcuni tra i più grandi intellettuali cinesi dell’epoca come Kang Youwei e Liang Qichao. Wen Zheng ha idealmente continuato la discussione con un excursus storico per la comprensione della diffusione della letteratura italiana, da Matteo Ricci a le “Biografie degli eroi del Risorgimento italiano” di Liang Qichao. Dopo quasi un secolo d’inattività, negli anni Novanta del secolo scorso sono ripresi i lavori di traduzione di narrativa contemporanea e di classici della letteratura italiana. Proprio alle problematiche legate alla traduzione di classici hanno fatto riferimento gli interventi di Alessandra Brezzi sulla Divina Commedia, di Monica Piccioni sul Decameron e di Antonella Musto sulle Avventure di Pinocchio. In tutti e tre i casi è stato necessario aspettare diverso tempo perché le traduzioni venissero realizzate dall’originale e non da traduzioni da altre lingue (giapponese e inglese) col conseguente risultato, in alcuni casi, di traduzioni inesatte, tagliate e, in alcuni casi, con errori più o meno gravi d’interpretazione. Hanno chiuso questi due intensi giorni di lavoro l’intervento di Du Ying, sull’insegnamento dell’italiano in Cina, e quello di Yang Shunxiang sul Milione di Marco Polo. E’ stato proprio l’intervento della prima a dare il via ad una vivace e accesa discussione in cui i docenti, sia da parte cinese che da parte italiana, hanno potuto confrontarsi e scambiarsi suggerimenti sulla didattica e sui materiali ad essa correlati. Il convegno si è idealmente concluso con la tavola rotonda del 23 ottobre mattina, durante la quale lo scrittore Alessandro Baricco ha incontrato i suoi traduttori in vista della recente pubblicazione delle versioni cinesi di Senza Sangue e Barnum 2. Come sopra accennato, infine, il 25 ottobre è stata inaugurata, presso la Biblioteca Nazionale di Pechino, la mostra di libri dal titolo La letteratura italiana in Cina, organizzata dalla direzione della Biblioteca Nazionale, dal Centro di Ricerca di cultura e letteratura comparata dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, e dal Centro di letteratura comparata dell’Istituto di Scienze sociale e che rientra nelle attività promosse dal Comitato nazionale per il 750° anniversario della nascita di Marco Polo. La mostra è strutturata in cinque sezioni: alcune note introduttive sulla cultura italiana, una parte dedicata ai missionari, alcuni testi della letteratura della Roma antica, quindi la parte dedicata alla letteratura italiana (Dante, Boccaccio, Goldoni, la letteratura del Romanticismo, Verga, D’Annunzio, la letteratura antifascista e neorealista, Pirandello, Moravia, Calvino, letteratura contemporanea e letteratura d’infanzia). L’ultima sezione, infine, è dedicata alla storia delle traduzioni letterarie italiane. Alla cerimonia d’inaugurazione sono intervenuti il Vice Direttore del Centro di ricerca per la letteratura prof. Lu Jiande, il Vice Rettore dell’Università di Lingue Straniere di Pechino prof.ssa Jin Li, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Italia a Pechino, Raffaele Trombetta, il Preside della Facoltà di Studi Orientali, Federico Masini e l’addetto stampa dell’Ambasciata di Italia, Paola Paderni. La mostra è durata fino al 25 novembre.

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Per ricordare la figura del Prof. Lü Tongliu, scomparso il 28 ottobre 2005, nel prossimo numero della rivista dedicheremo un saggio al contributo scientifico e al rilevante apporto da Egli fornito alla diffusione della cultura italiana in Cina (n.d.r.).

 

MONDO CINESE N. 125, OTTOBRE-DICEMBRE 2005

Note

1 Questo convegno è stato solo uno dei numerosi convegni organizzati dal Comitato Marco Polo nel corso degli ultimi due anni: il 23 e il 25 novembre 2004, si è svolto rispettivamente a Roma e a Venezia un convegno dal titolo “Marco Polo: 750 anni”;
dal 10 al 12 novembre 2005, si è tenuto a Napoli il convegno “Vico e la Cina: Cina, Giappone, Corea”.

 

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