Dal 21 al 23 ottobre si è svolto, presso l’Università di Lingue Straniere
di Pechino il convegno “La letteratura italiana in Cina - La traduzione della letteratura italiana: teoria e pratica”, organizzato
dalla Facoltà di Studi Orientali dell’Università di Roma “la Sapienza” e
dal Dipartimento di Lingua italiana dell’Università di Lingue straniere di Pechino. Tale iniziativa, sin dal titolo, voleva rendere esplicito
l’intento di unire, per la prima volta, due distinte iniziative, due diversi approcci
alla letteratura: il XVI Convegno dell’Associazione Cinese per lo studio della letteratura italiana
(Zhongguo Yidali wenxue xuehui) e un convegno dedicato alla diffusione e traduzione della letteratura italiana in Cina,
organizzato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del 750° anniversario della nascita di Marco
Polo1.. Per la prima volta italianisti cinesi, quali, solo per citarne alcuni, Shen Emei, Wu Zhengyi, Xiao Tianyu,
Yang Shunxiang e Wang Jun e italianisti e linguisti italiani come Tullio De Mauro, Massimo
Vedovelli, Francesca Bernardini, nonchè sinologi e traduttori quali Federico Masini, Rosa Lombardi,
Alessandra Brezzi e altri ancora, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi su questioni legate alle
tematiche della traduzione, ad aspetti di critica letteraria italiana, o alle metodologie e al materiale per
la didattica della lingua italiana e cinese. Il Convegno è stato, idealmente, il momento conclusivo e
inaugurale di numerose iniziative svoltesi in Cina in quei giorni: due conferenze tenute
da Federico Masini il 18 e il 19 ottobre a Hong Kong e Canton, dal titolo “Italy in China at the end of the Empire:
Kang Youwei, Liang Qichao and Sun Yat-sen” (Qingmo minchu Yidali zai Zhongguo: Kang Youwei, Liang
Qichao he Sun Yat-sen/ L’Italia in Cina tra la fine dei Qing e i primi anni della Repubblica). Inoltre il 24
ottobre si è inaugurata la “Settimana della lingua italiana in Cina” a Pechino e a Shanghai, e il 25
ottobre è stata inaugurata, presso la Biblioteca Nazionale di Pechino, la mostra di libri
dal titolo “La letteratura italiana in Cina”, organizzata dalla direzione della Biblioteca Nazionale, dal Centro di Ricerca
di cultura e letteratura comparata dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, e dal Centro di
letteratura comparata dell’Istituto di Scienze sociali. I lavori del convegno sono stati aperti, la mattina
del 21, dal discorso inaugurale del vice-rettore dell’Università di Lingue Straniere di Pechino,
la prof.ssa Jin Li, seguito dal saluto del Ministro Consigliere dell’Ambasciata
di Italia a Pechino, Raffaele Trombetta e dal Preside della Facoltà di Studi Orientali, Federico Masini. Lü Tongliu, Presidente dell’Associazione
cinese per lo studio della letteratura italiana, nonché principale promotore
dell’iniziativa, è stato il grande assente di questo incontro ed è scomparso
pochi giorni dopo la conclusione dei lavori. Lü Jing, figlia del professor
Lü, ha letto il discorso che il padre aveva preparato per l’inaugurazione
del convegno.
Nel corso delle due giornate, il convegno ha affrontato due diverse problematiche:
la teoria e la pratica della traduzione della letteratura italiana
e la diffusione della lingua e della letteratura italiana in Cina. Si è
poi concluso il 23 ottobre con una tavola rotonda, a cui ha partecipato lo
scrittore Alessandro Baricco di cui, recentemente, sono state pubblicate in
Cina diverse traduzioni.
Il primo giorno dei lavori ha visto susseguirsi gli interventi dei traduttori
cinesi sulla pratica della traduzione italiana. Molti hanno insistito sulle
difficoltà da essa presentate e dalla necessità di rispondere ai tre requisiti
fondamentali della traduzione predicati più di cent’anni fa da Yan Fu,
ossia “fedeltà, intelligibilità ed eleganza”. Sebbene molti dei traduttori
abbiano insistito molto su questo punto, può essere indicativo, a questo
proposito, il fatto che la parola yixue, “traduttologia”, ancora non sia
entrata a far parte dei dizionari cinesi. Durante la mattina del 21, sono
intervenuti Xiao Tianyu sulla traduzione della collana di poesie Gente
di corsa di Tiziano Rossi e Zhang Shihua sulla traduzione dei Promessi
Sposi. Nel pomeriggio sono intervenuti Wu Zhenyi sulla gara per la traduzione
delle opere di Baricco, Shen Emei sul “cammino lungo e tortuoso
del lavoro di traduzione”, Wei Yi sulla traduzione de L’automa di Moravia
e Lei Jia su una comparazione tra proverbi e modi di dire in italiano e in
cinese. Hanno concluso la giornata dei lavori una rappresentante della
Casa editrice della letteratura del popolo, e Lu Yuanchang, responsabile
della casa editrice di Nanchino Yilin, con un intervento dal titolo “Opinioni
sulla traduzione delle opere letterarie italiane”.
Da tutti questi interventi è emerso un nuovo quadro del lavoro di traduzione
di opere letterarie italiane. Se l’attività di traduzione dall’italiano può
essere fatta risalire agli anni ’80 dello scorso secolo, è solo negli ultimi
anni che essa si è intensificata e le case editrici cinesi scelgono sempre più
spesso di pubblicare autori italiani. Il problema può essere forse quello
di creare una nuova, e più consapevole, generazione di traduttori cinesi
anche se, come ha elegantemente affermato Shen Emei citando un detto
cinese, “nel nostro cammino lungo la strada tortuosa della traduzione
sopperiamo alla vecchiaia degli anni con la giovinezza dell’arte”. Tra
gli autori italiani più tradotti in Cina compaiono D’Annunzio, Moravia,
Calvino e Deledda e dal 2000 ad oggi, grazie in particolare alla casa
editrice Yilin di Nanchino, sono apparse anche opere di scrittori quali
Tiziano Rossi, Daniele Del Giudice, Vincenzo Cerami ed altri ancora.
La giornata del 22 è stata aperta da Tullio De Mauro che, con il suo
bell’intervento, ha voluto sottolineare il ruolo svolto dal latino nella formazione
della lingua italiana, spiegando come il fiorentino si sia imposto
nella penisola italiana come lingua nazionale grazie alla sua prossimità
con il latino, e come la consapevolezza di questa “tradizione linguistica”,
unitamente alla consapevolezza delle varietà dialettali italiane, possa essere
d’aiuto nella comprensione di un testo. Massimo Vedovelli, Rettore
dell’Università per Stranieri di Siena, ha presentato invece un rapporto
su un’indagine promossa dalla sua università e dal Ministero degli Affari
Esteri, intitolata “Italiano 2000” da cui è emerso che la lingua italiana si
trova al quarto/quinto posto tra quelle più studiate al mondo. Francesca
Bernardini è poi intervenuta sulle “tipologie strutturali e linguistiche del
romanzo italiano del secondo Novecento: Calvino, Moravia, Gadda”,
fornendo in tal modo ai numerosi studiosi e agli studenti italiani e cinesi
presenti una chiave di lettura più approfondita di questi tre importanti
autori italiani. E’ sempre al secondo Novecento che appartengono i resoconti
di viaggio in Cina di Carlo Cassola, Giancarlo Vigorelli e Curzio
Malaparte sui quali è intervenuta Rosa Lombardi. Tre autori diversi, tre di
versi modi di percepire e raccontare la Cina comunista al lettore taliano.
Lü Jing ha invece illustrato le vicende letterarie e teatrali della Turandot,
“ottimo esempio di scambio culturale e d’influenza reciproca tra Cina e
occidente”.
Il pomeriggio è stato interamente dedicato alla cultura e alla letteratura
italiana in Cina. Federico Masini è intervenuto avanzando l’affascinante
ipotesi di poter far coincidere, almeno fino all’Ottocento, la storia delle
relazioni sino-europee con la storia delle relazioni tra la Cina e l’Italia.
Queste relazioni, che possono essere fatte risalire alla dinastia Han, videro
l’apice negli ultimissimi anni dell’Ottocento, durante i quali l’Italia
Risorgimentale venne presa a modello da alcuni tra i più grandi intellettuali
cinesi dell’epoca come Kang Youwei e Liang Qichao. Wen Zheng
ha idealmente continuato la discussione con un excursus storico per la
comprensione della diffusione della letteratura italiana, da Matteo Ricci a
le “Biografie degli eroi del Risorgimento italiano” di Liang Qichao. Dopo
quasi un secolo d’inattività, negli anni Novanta del secolo scorso sono ripresi
i lavori di traduzione di narrativa contemporanea e di classici della
letteratura italiana. Proprio alle problematiche legate alla traduzione di
classici hanno fatto riferimento gli interventi di Alessandra Brezzi sulla Divina
Commedia, di Monica Piccioni sul Decameron e di Antonella Musto
sulle Avventure di Pinocchio. In tutti e tre i casi è stato necessario aspettare
diverso tempo perché le traduzioni venissero realizzate dall’originale e
non da traduzioni da altre lingue (giapponese e inglese) col conseguente
risultato, in alcuni casi, di traduzioni inesatte, tagliate e, in alcuni casi,
con errori più o meno gravi d’interpretazione.
Hanno chiuso questi due intensi giorni di lavoro l’intervento di Du Ying,
sull’insegnamento dell’italiano in Cina, e quello di Yang Shunxiang sul
Milione di Marco Polo. E’ stato proprio l’intervento della prima a dare il
via ad una vivace e accesa discussione in cui i docenti, sia da parte cinese che da parte italiana, hanno potuto confrontarsi e scambiarsi suggerimenti
sulla didattica e sui materiali ad essa correlati. Il convegno si è idealmente concluso con la tavola rotonda del 23
ottobre mattina, durante la quale lo scrittore Alessandro Baricco ha incontrato i
suoi traduttori in vista della recente pubblicazione delle versioni cinesi di Senza Sangue e
Barnum 2.
Come sopra accennato, infine, il 25 ottobre è stata inaugurata, presso la Biblioteca Nazionale di Pechino, la mostra di libri dal
titolo La letteratura italiana in Cina, organizzata dalla direzione della Biblioteca Nazionale,
dal Centro di Ricerca di cultura e letteratura comparata dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, e dal Centro di
letteratura comparata dell’Istituto di Scienze sociale e che rientra nelle attività promosse dal Comitato
nazionale per il 750° anniversario della nascita di Marco Polo. La mostra è strutturata in cinque sezioni:
alcune note introduttive sulla cultura italiana, una parte dedicata ai missionari, alcuni testi della
letteratura della Roma antica, quindi la parte dedicata alla letteratura italiana (Dante,
Boccaccio, Goldoni, la letteratura del Romanticismo, Verga, D’Annunzio, la letteratura antifascista e neorealista,
Pirandello, Moravia, Calvino, letteratura contemporanea e letteratura d’infanzia). L’ultima sezione, infine,
è dedicata alla storia delle traduzioni letterarie italiane. Alla cerimonia d’inaugurazione sono intervenuti il
Vice Direttore del Centro di ricerca per la letteratura prof. Lu Jiande, il Vice Rettore dell’Università
di Lingue Straniere di Pechino prof.ssa Jin Li, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata di Italia a Pechino,
Raffaele Trombetta, il Preside della Facoltà di Studi Orientali, Federico Masini e l’addetto stampa
dell’Ambasciata di Italia, Paola Paderni. La mostra è durata fino al 25
novembre.
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Per ricordare la figura del Prof. Lü Tongliu, scomparso il 28 ottobre 2005, nel prossimo
numero della rivista dedicheremo un saggio al contributo scientifico e al rilevante
apporto da Egli fornito alla diffusione della cultura italiana in Cina (n.d.r.).
MONDO CINESE N. 125, OTTOBRE-DICEMBRE
2005