1. Il ruolo storico di Deng Xiaoping
La ricorrenza del centenario della nascita di Deng Xiaoping è stata celebrata quest'anno, oltre che con numerose commemorazioni sui media e sulla stampa di partito1, con
una cerimonia ufficiale, il 22 agosto, al palazzo dell'Assemblea nazionale del popolo a
Pechino2, nel corso della quale il Segretario generale, Hu Jintao, ha tenuto un interessante discorso3.
Inoltre a Guang'an, distretto natale di Deng nel Sichuan, è stata inaugurata una statua in suo onore, mentre a Pechino e a Hong Kong sono state allestite due importanti mostre documentarie e fotografiche.
Tali manifestazioni, unitamente alla pubblicazione di alcune opere, come i due volumi sull'attività politica quotidiana di Deng, ricostruita per gli anni dal '75 al '97, sono stati presentati su di un sito web sia in cinese che nelle principali lingue europee, curato dallo staff editoriale del
Quotidiano del
Popolo4.
Sul sito, oltre ai ricordi personali di alcuni veterani del partito, tra cui Li Peng e Li Lanqing, è apparsa una lunga biografia di Deng, incentrata prevalentemente sul periodo antecedente il 1949: gli anni della sua formazione rivoluzionaria all'estero, prima in Francia, dove si recò giovanissimo appena sedicenne e poi in Unione Sovietica; la sua partecipazione alle attività del partito in clandestinità e le sue imprese militari durante la lunga marcia, la guerra di resistenza contro l'invasione giapponese e la guerra civile contro il Guomindang.
Soltanto l'ultima e più esigua parte è dedicata al periodo successivo al '49, al decennio, da settembre '56 a maggio '66, durante il quale Deng fu Segretario generale del partito e agli anni difficili della rivoluzione culturale. In virtù della sua posizione, Deng subì violenti attacchi e pesanti persecuzioni ma non fu privato delle proprie cariche fino al '67, anno in cui fu messo agli arresti
domiciliari. Scomparso completamente dalla vita pubblica ed esiliato per tre anni, a partire dall'autunno '69, nella provincia del Jiangxi a compiere lavoro manuale, fu riabilitato solo nel
'73 e poi rinominato Vice primo ministro e Vice presidente del partito nel '75. Allontanato di nuovo dal potere dopo le manifestazioni di Tian'anmen dell'aprile '76, delle quali fu ritenuto responsabile, fu
poi riabilitato definitivamente nel luglio '77, con il reintegro in tutti i suoi incarichi di governo.
La lunga offensiva lanciata da Deng dopo la rivoluzione culturale contro la coalizione più radicale
capeggiata dalla cosiddetta Banda dei quattro5 e poi contro Hua Guofeng, l'erede designato da Mao, inizialmente suo alleato e poi suo nemico principale, è stato un percorso difficile e tortuoso, una strategia alternante che ha cambiato spesso alleanze e obiettivi. Dopo il suo definitivo ritorno sulla scena politica, Deng è riuscito ad avere la meglio su Hua grazie alla propria estraneità alla rivoluzione culturale, di cui è stato una delle vittime più illustri e che ha potuto rigettare fino in fondo senza ombra di ambiguità politica; una posizione ben chiara e diametralmente opposta a quella di Hua, il quale aveva beneficiato, invece, nella sua carriera politica proprio degli eventi rivoluzionari degli anni '60 e non poteva quindi spingersi troppo oltre nel denunciarne gli eccessi, senza rischiare di intaccare la propria legittimità politica.
Dal punto di vista ideologico, un passaggio importante della vittoria di Deng su Hua è stato il rigetto della linea politica esemplificata dallo slogan dei "due qualsiasi": "appoggeremo risolutamente qualsiasi decisione politica presa dal Presidente Mao, seguiremo fedelmente qualsiasi direttiva impartita dal Presidente Mao". In un discorso del 24 maggio 1977, appellandosi a un corretto uso delle categorie del materialismo storico, Deng sostenne che quanto Mao aveva affermato a proposito di una particolare questione non poteva essere applicato meccanicamente a un altro problema senza tener conto del differente contesto6.
A sostenere tale tesi sarebbe stata l'ammissione da parte dello stesso Mao dell'erroneità di alcune sue dichiarazioni; un'affermazione, questa, che ha avviato il processo di demolizione del culto dell'infallibilità
rivoluzionaria del Grande Timoniere.
A partire poi dal '78, una delle maggiori realizzazioni di Deng è stata quella di dare priorità alla
ricostruzione e allo sviluppo economico: nell'atmosfera ancora altamente politicizzata di quegli
anni, il porre in primo piano realizzazioni pratiche ha segnato una svolta determinante per intraprendere la strada delle riforme. Rigettando il semplice egualitarismo di tipo maoista e teorizzando che alcuni potessero diventare ricchi prima di altri, Deng ha elaborato una propria visione del socialismo, quella di una società che tende alla prosperità comune ed all'eliminazione
della povertà, pur tollerando distribuzioni ineguali della ricchezza nel breve periodo7.
Deng ha così confutato l'asserzione secondo cui il socialismo sarebbe stato sinonimo di povertà, attribuendola ai passati errori dell'era maoista nel tralasciare lo sviluppo e il progresso economico;
la superiorità del socialismo sarebbe consistita invece nella sua capacità di sviluppare la produttività e migliorare il livello di vita della popolazione8.
Opponendosi a ogni passata forma di dogmatismo, la linea di Deng è stata altamente pragmatica, elevando il pragmatismo a principio guida delle scelte di politica economica. Tali scelte sono state basate sulla cosiddetta "teoria delle forze produttive", in base alla quale, per valutare i benefici di una determinata componente economica, non bisogna analizzare la sua presunta natura socialista" o "capitalista", ma solo stabilire se essa favorisce o meno lo sviluppo delle forze produttive e l'aumento del tenore di vita della popolazione.
Il suo pragmatismo, nella sua forma più pura, è sintetizzato nel celebre slogan di derivazione
maoista "cercare la verità nei fatti" (shishi qiu shi)9:
in altri termini, operare le scelte politiche in base alle condizioni reali, non alle teorie. Tale frase, unitamente a quella su "l'emancipazione del
pensiero" (jiefang sixiang)10 è stata ripetutamente utilizzata da Deng nella sua lotta contro il
dogmatismo ideologico di sinistra, molto radicato nell'anima "conservatrice"11
del partito, che si
opponeva all'approfondimento delle riforme economiche.
Al fine inoltre di evitare ulteriori spaccature e lacerazioni insanabili all'interno del partito dopo il
1989, Deng si è spesso adoperato per individuare tra le diverse soluzioni quelle che potessero rappresentare una via di mezzo e costituire una mediazione tra posizioni contrapposte. Lo ha fatto utilizzando di volta in volta, in maniera mirata, diversi strumenti ideologici: ad esempio, adoperando i principi della politica di apertura e riforma per opporsi all'estremismo di sinistra o i "quattro principi fondamentali"12
per contrastare la cosiddetta "liberalizzazione borghese"13.
2. L'unanimità del giudizio attuale
Sebbene le celebrazioni per Deng
risultino abbastanza simili a quelle
per il centenario della nascita
di Mao14, in occasione del quale
fu ugualmente inaugurata una
statua nel luogo che gli dette i
natali, Shaoshan nel Hunan e fu
pronunciato un discorso alla cerimonia
di commemorazione ufficiale
nel palazzo dell'Assemblea
nazionale del popolo, il 26 dicembre
1993, da parte dell'allora
segretario generale Jiang
Zemin15, le considerazioni politiche
che si possono trarre sono
molto diverse.
Il dato importante che emerge
dalle commemorazioni di Deng è
che il giudizio politico su di lui è
davvero unanime all'interno della
leadership attuale, senza che
siano minimamente palesati dubbi
o perplessità su nessun aspetto
della sua politica di riforma. Il
coro unanime di plauso e apprezzamento
per le importanti
realizzazioni raggiunte rende
ormai normalizzata e, per così
dire, metabolizzata la posizione
che lo scomparso leader occupa
nella storia del partito.
Questo giudizio totalmente positivo
fa in modo che la sua figura
nella prospettiva storica risulti
inequivocabilmente superiore
a quella di Mao, il cui contributo
è stato riconosciuto non privo
di errori.
Ricordiamo che un giudizio ufficiale
definitivo sulla figura del
Grande Timoniere era stato
espresso nel documento approvato
dal 6° Plenum dell'XI Comitato
Centrale a giugno '81, le "Risoluzioni
su alcune questioni concernenti
la storia del partito dalla
fondazione della Repubblica
popolare cinese"16. Sebbene in
esso si sostenga che i meriti di
Mao sarebbero preponderanti,
mentre gli errori secondari, la sua
linea politica è stata giudicata
corretta prima del '49 e dal '49
al '57, anno in cui fu attuata la
campagna contro la destra; dal
'57 al '66 avrebbe presentato
numerosi errori e dal '66 al '76
sarebbe stata, invece, disastrosa.
L'unanimità di giudizio su Deng
significa quindi unità di giudizio
all'interno del partito sulla validità
dell'intero corso delle riforme. Un risultato importante se si
pensa che solo alcuni anni prima
della sua scomparsa le scelte politiche
di Deng erano state oggetto
di pesanti attacchi; attacchi indirizzati
a colpire indirettamente
colui che raccoglieva la sua eredità
politica. Infatti, già agli inizi
degli anni '90, quasi come una
reazione diretta alle dimostrazioni
studentesche del 1989, avevano
ripreso vigore le cosiddette tendenze
ideologiche di sinistra, mai
del tutto sopite all'interno del
partito: erano state criticate perché
ritenute di natura capitalista
molte delle riforme economiche
introdotte da Deng, come, ad
esempio, l'istituzione delle Zone
economiche speciali e la
riapertura delle borse valori17.
La politica di riforma e apertura
verso l'estero era stata considerata
come "l'introduzione e lo sviluppo
del capitalismo", mentre "i
principali pericoli" erano stati individuati
proprio nel "settore dell'economia"
18. Successivamente, a
metà degli anni '90 si era
materializzata una nuova offensiva
da parte dei conservatori attraverso
i cosiddetti "documenti di
diecimila caratteri" non ufficiali (dixia wanyanshu), apparsi tra il
'95 e il '97 e attribuiti a Deng
Liqun, suo figlio Deng Yingtao e
allo staff editoriale di riviste controllate
dalla sinistra come Zhenli
de zhuiqiu, Zhongliu, Dangdai
sichao19.
Il giudizio odierno sulla figura di
Deng da però allo stesso tempo
vita a un'immagine un po'
sclerotizzata dello scomparso leader:
un'immagine stereotipata,
ormai adattata all'iconografia del
pantheon marxista che sicuramente
lui stesso non avrebbe gradito,
dal momento che in vita si
era opposto a ogni forma di culto
della personalità.
Tale culto è basato soprattutto
sulla celebrazione della formulazione
teorica a lui attribuita, "la
teoria di Deng Xiaoping della costruzione
del socialismo con caratteristiche
cinesi" (Deng
Xiaoping jianshe you Zhongguo
tese shehuizhuyi lilun)20. Bisogna
però sottolineare che essa non
può essere assolutamente considerata
una dottrina organica e
sistematica: è piuttosto l'insieme
degli assunti teorici che hanno
giustificato le riforme e le scelte
di politica economica in antitesi
con il marxismo ortodosso e in
base ai quali è stato possibile il
considerevole sviluppo economico
sperimentato dalla Cina negli
ultimi venticinque anni.
L'attribuzione allo scomparso leader
di una sua teoria in definitiva
è stata senza dubbio una forzatura; un'operazione politica
fortemente voluta da Jiang Zemin
al fine di fondare su di una base
di indubbia legittimità ideologica
una propria formulazione teorica
e preparare in prospettiva la
propria canonizzazione tra i padri
fondatori del marxismo21.
A differenza di Jiang, Deng non
si era invece affatto adoperato per
sistematizzare una propria teoria;
è solo immediatamente dopo la
sua morte, avvenuta nel febbraio
'97, che sono stati compiuti i passi
ufficiali per l'inserimento degli
elementi di questa teoria nello statuto
del partito, sebbene tale proposta
fosse già stata avanzata nel
corso del XIV Congresso a ottobre '9222. La teoria attribuita a
Deng è stata infatti incorporata
nello statuto del partito e definita
"ideologia guida" nel corso del
XV Congresso a settembre '9723;
ed è stata inserita poi nel
preambolo della Costituzione del
paese nel corso della 2° Sessione
della IX Assemblea Nazionale del
Popolo a marzo '9924.
A Jiang, invece, è stato attribuito
il cosiddetto pensiero de "le tre
rappresentatività" ("san ge
daibiao" sixiang)25, ufficialmente
inserito nello statuto del partito
in occasione del XVI Congresso a
novembre 200226 e nel preambolo
della costituzione del paese nel
corso dei lavori della 2° Sessione
della X Assemblea nazionale del
popolo a marzo 200427. Tale formulazione
teorica è presentata
come "continuazione e sviluppo
del marxismo-leninismo, del pensiero
di Mao Zedong e della teoria
di Deng Xiaoping"28. Di quest'ultimo
Jiang raccoglierebbe ufficialmente
l'eredità ideologica,
sviluppando ulteriormente dal
punto di vista dottrinale proprio
la teoria a lui attribuita. Non si
può fare a meno di notare però
la velocità con cui è avvenuta la
canonizzazione di Jiang: i tempi
sono stati estremamente rapidi e,
in ogni caso, molto più veloci di
quanto è stato necessario per elevare
Deng al rango dei padri
fondatori del marxismo.
3. Il significato politico del discorso
di Hu Jintao
Oltre a considerare l'importanza
storica della figura di Deng
Xiaoping, è necessario interrogarsi
sul significato politico che le
celebrazioni per il centenario della
sua nascita assumono nell'ambito
dell'attuale situazione politica.
A tale proposito è interessante
esaminare il discorso ufficiale che
Hu Jintao ha tenuto in occasione
della commemorazione del 22 agosto29: in esso, come in altre
dichiarazioni ufficiali dei leader
supremi del partito, necessita
spesso di essere interpretato e
decodificato il significato simbolico
connesso alla terminologia
adoperata, al ricorrere di riferimenti
e citazioni, al rilievo dato a
particolari problematiche.
Hu ha enormemente esaltato la
figura di Deng, celebrandolo
come "grande marxista, grande
rivoluzionario", "statista e diplomatico",
"sommo artefice della
modernizzazione e della politica
di apertura e riforma": appellativi
che corrispondono sostanzialmente
a quelli adoperati da Jiang
Zemin nell'elogio funebre per la
scomparsa del suo predecessore
nel febbraio 199730.
Tra i suoi numerosi meriti, Hu ha
messo in risalto uno dei più considerevoli
successi dello scomparso
leader, conseguito nella fase
più tarda e avanzata della sua
vita, a 88 anni, nel dare nuovo
slancio alle riforme che si trovavano
in una situazione di stallo
e, di conseguenza, alla ripresa
economica, durante il suo viaggio
nel sud del paese, nelle Zone
economiche speciali nel '92.
Oltre che in politica interna, il
ruolo di Deng è enfatizzato anche
in campo internazionale, soprattutto
per quanto riguarda la
formula "un paese, due sistemi" (yi guo liang zhi): è un riferimento
politico importante, data l'attualità
delle elezioni in questa
Regione Amministrativa Speciale31.
Il punto più delicato del discorso
di Hu è un passaggio relativo ai
fatti di Tian'anmen: un riferimento
al manifestarsi di disordini nel
paese e all'estero32, tra la fine
degli anni '80 e gli inizi dei '90 e
alla posizione - corretta nel giudizio
di Hu - assunta da Deng e
da altri veterani nell'appoggiare
risolutamente il partito e il governo
e nell'attenersi ai "quattro principi
fondamentali"33. Questa affermazione
è un reiterato avallo
della versione ufficiale sinora
avanzata dal partito e un chiaro
segno che non è tuttora possibile
nutrire molte speranze per la rettifica
del verdetto su Tian'anmen.
Il partito sta ancora una volta rimandando
il momento per fare i
conti con una pagina molto amara
della propria storia: la posta
in gioco è purtroppo molto alta e
coinvolgerebbe anche Jiang
Zemin.
Inoltre proprio i sanguinosi
accadimenti di giugno 1989 gettano
non poche ombre sulla figura
di Deng, il quale, in verità,
non può essere considerato come
un campione di democrazia34; al
contrario, invece, già vent'anni
prima aveva saputo utilizzare in
10
modo strumentale il movimento
democratico del 1978-79, di cui
si era servito per denunciare gli
eccessi della rivoluzione culturale
e che invece poi represse duramente.
Nel discorso di Hu, sono inoltre
molteplici i riferimenti al cosiddetto
pensiero de "le tre
rappresentatività" e allo stesso
Jiang Zemin, del quale è più volte
esaltato il contributo per
l'elaborazione di tale teoria. I riferimenti
a Jiang continuano ancora
una volta con l'utilizzo di un
termine strettamente legato alla
sua visione politica, quello della
società del benessere (xiaokang shehui), tema centrale nel rapporto
di quest'ultimo al XVI Congresso35.
La citazione di Hu, invece, è
qui inserita in una prospettiva di
sviluppo e modernizzazione in tre
fasi, di cui sarebbero state raggiunte
le prime due, con il miglioramento
del tenore di vita
della popolazione e con il conseguimento
appunto di una società
del benessere. Il terzo obiettivo
consisterebbe nella riunificazione
con Taiwan, dopo quella con
Hong Kong e Macao, nella creazione
di una Grande Cina che
possa ricoprire un ruolo
egemonico di maggior prestigio
in ambito internazionale. Questa
visione è molto vicina a quella di
Jiang, il quale, in quanto Presidente
della Commissione militare
centrale, pone naturalmente
grande enfasi sulla potenza militare
del paese.
I riferimenti a Jiang raggiungono
poi il punto culminante con la fedele
citazione di un suo apprezzamento
su Deng: "Se non ci fosse
stato il compagno Deng
Xiaoping, il popolo cinese non
avrebbe avuto la nuova vita di
oggi, la Cina non avrebbe avuto
la nuova condizione odierna di
apertura e sviluppo e la brillante
prospettiva della modernizzazione
socialista".
Tutto ciò sembrerebbe quindi rappresentare
da parte di Hu un certo
avvicinamento alle posizioni di
Jiang, le quali apparirebbero consolidate
all'interno del partito.
Un'ulteriore riprova di ciò potrebbe
essere la notizia della pubblicazione
a cura della Commissione
militare centrale degli scritti di
Deng su questioni militari36: sul
volume, che raccoglie lettere, articoli,
discorsi dal 1931 al 1944,
il titolo è riprodotto con la calligrafia
autografa di Jiang.
Nel discorso di Hu l'unica nota
che può essere interpretata in
modo polemico verso Jiang è
l'apprezzamento nei confronti di
Deng per aver favorito il passaggio dei poteri dai leader della seconda
generazione a quelli della
terza. Il significato implicito sembrerebbe
un'accusa nei confronti
di Jiang, il quale, invece, potrebbe
ostacolare tale passaggio a
quelli della quarta. Infatti l'ex-
Segretario generale, se dovesse
conservare ancora la sua posizione
a capo della Commissione militare
centrale, supererebbe il precedente
storico fissato da Deng,
il quale la mantenne solo fino al
1989, dopo essersi ritirato dall'Ufficio
politico e dal Comitato centrale
nel 1987.
Bisognerà però verificare se queste
concessioni a Jiang rappresentino
tuttavia un momento di passaggio
e di transizione, durante
il quale si compie un compromesso
temporaneo, una specie di atto
dovuto nella logica del rituale
politico. Tra le diverse interpretazioni
possibili, si potrebbe ipotizzare
una sorta di scelta tattica:
dare maggior visibilità all'avversario,
mentre ci si adopera per
perseguire allo stesso tempo altri
obiettivi strategici. Sono questi,
comunque, segni evidenti dello
scontro in atto all'interno del partito;
una lotta di cui una tappa
importante passerà sicuramente
per il prossimo 4° Plenum del XVI
Comitato Centrale37.
MONDO CINESE N. 120, LUGLIO-SETTEMBRE
2004
Note
1 Yanzhe Deng Xiaoping kaipi de
daolu qianjin" (Avanziamo seguendo la
strada tracciata da Deng Xiaoping),
Renmin ribao, (Rmrb), internet ed.,
22.8.2004; "Deng Xiaoping yu
Zhonghua minzu de weida fuxing"
(Deng Xiaoping e la grande rinascita
della nazione cinese), Rmrb, internet
ed., 23.8.2004; "Deng Xiaoping: kexue
zongjie lishi jingyan de guanghui
dianfan" (Deng Xiaoping: riassumiamo
in maniera scientifica l'illustre modello
dell'esperienza storica), Rmrb, internet
ed., 19.8.2004.
2 "Deng Xiaoping tongzhi danchen
100 zhounian jinian dahui zai jing
longzhong juxing" (Si svolge solennemente
nella capitale la grande assemblea
commemorativa per il centesimo
anniversario della nascita del compagno
Deng Xiaoping), Rmrb, internet ed.,
23.8.2004.
3 "Hu Jintao zai Deng Xiaoping
danchen 100 zhounian jinian dahui
shang de jianghua" (Discorso di Hu
Jintao alla grande assemblea
commemorativa per il centesimo anniversario
della nascita di Deng
Xiaoping), Rmrb, internet ed.,
22.8.2004.
4 http://english.peopledaily.com.cn/
zhuanti/Zhuanti_410.html#
5 La banda dei quattro era formata
da Jiang Qing, Wang Hongwen, Zhang
Chunqiao e Yao Wenyuan.
Si veda Roderick McFarquhar, "The
succession to Mao and the end of
Maoism", in The Cambridge History of China, vol.15, part 2, The People's
Republic. Revolutions within the Chinese Revolution, 1966-1982, a cura di
Roderick McFarquhar e John K.
Fairbank, Cambridge, Cambridge
University Press, 1991, pp. 371-401.
6 "The 'Two Whatevers' do not accord
with Marxism", in http://
www.china.org.cn/english/features/
dengxiaoping/103393.htm.
7 Deng Xiaoping, Fundamental Issues
in Present-Day China, Beijing, Foreign
Languages Press, 1987, pp.124, 127,
178.
8 Id., Jianshe you Zhongguo tese de
shehuizhuyi (La costruzione del socialismo
con caratteristiche cinesi), Hong
Kong, Lianhe chubanshe, 1987, p. 46.
9 Id., "Emancipate the mind, seek truth
from facts and unite as one in looking
to the future", in Selected Works of Deng
Xiaoping 1975-1982, Beijing, Foreign
Languages Press, 1983, pp.122-24.
10 Ivi.
11 E' forse necessario specificare meglio
l'accezione con cui sono adoperati
i termini "conservatori" e "progressisti"
relativamente ai diversi schieramenti
all'interno del Partito comunista cinese,
a partire dagli anni '80: come "conservatori"
e appartenenti alla "sinistra"
vengono considerati i marxisti ortodossi,
coloro che si sono opposti a trasformazioni
troppo radicali del sistema socialista;
come "liberali" e appartenenti
invece alla "destra" vengono considerati
coloro che sono stati fautori di
un'accelerazione nell'introduzione dei
meccanismi di mercato nell'economia
pianificata o in campo ideologico hanno
appoggiato teorie divergenti dall'ortodossia
marxista.
12 Il partito spesso richiama all'adesione
ai "quattro principi fondamentali" (si xiang jiben yuanze): il socialismo,
la dittatura del proletariato, la
leadership del partito e il pensiero di
Mao Zedong.
13 La campagna contro la
"liberalizzazione borghese" fu lanciata
agli inizi del 1987 contro l'allora Segretario
generale del partito Hu
Yaobang e quanti sostenevano che la
riforma politica dovesse accompagnare
quella economica. Vittime eccellenti,
tra gli altri, di questa campagna politica
l'astrofisico Fang Lizhi e il giornalista
Liu Binyan.
14 Alessandra C. Lavagnino, "Mao
Zedong a 110 anni dalla nascita: un
Saggio per tutte le stagioni?", in Cher
Maître… - Scritti in onore di Lionello
Lanciotti per l'ottantesimo compleanno, a
cura di Maurizio Scarpari e Tiziana
Lippiello, Libreria Editrice Cafoscarina,
Venezia, 2004 (in fase di stampa).
15 "Zai Mao Zedong tongzhi danchen
100 zhounian jinian dahuishang de
jianghua" (Discorso alla grande assemblea
commemorativa per il centesimo
anniversario della nascita del compagno
Mao Zedong), in Renmin ribao haiwaiban, 27.12.93, pp.1-3.
16 "Guanyu jianguo yilai dang de
ruogan lishi wenti de jueyi" (Risoluzioni
su alcune questioni concernenti la storia
del partito dalla fondazione della
Repubblica popolare cinese), in 1895-
1995 Shiji dang'an (Archivi di un secolo),
a cura di Tan Hecheng e Jian Shan,
Beijing, Dang'an chubanshe, 1995,
pp.571-78.
17 "1992nian pochu xing 'she' xing
'zi' " (L'eliminazione della teoria della
natura 'socialista' e della natura 'capitalista'
nel 1992), in Jiaofeng - Dangdai
Zhongguo sanci sixiang jiefang shilu (Scontri
- I materiali autentici della terza liberazione
del pensiero nella Cina contemporanea),
a cura di Ma Licheng e Jun
Zhijun, Jinri Zhongguo chubanshe,
Beijing, 1998, pp.157-59; Marina
Miranda, "Lo sviluppo dell'economia di
mercato in Cina", Mondo Cinese (MC),
n.86, maggio-agosto 1994, pp. 23-27.
18 Contro le cosiddette influenze ideologiche
di sinistra è stato scritto molto
agli inizi degli anni '90; le principali
argomentazioni sono state raccolte in
tre volumi, pubblicati tra il 1992 e il
1993: Lishi de chaoliu (L'Orientamento
della Storia) Zhongguo Renmin Daxue
chubanshe, Beijing, 1992; Fang "zuo"
beiwanglu (Promemoria su come difendersi
dalla sinistra), a cura di Zhao
Shilin, Shuhai chubanshe, Taiyuan
(Shanxi), 1992; e Zhongguo zuo huo (Il
disastro della sinistra in Cina) di Wen
Yü, Zhaohua chubanshe, Beijing, 1993.
19 Kalpana Misra, "Neo-left and neoright
in post-Tiananmen China", Asian Survey, XLIII, n.5, settembre-ottobre
2003, pp.720-24; Marina Miranda, "Le
nuove prospettive di sviluppo del settore
privato nella RPC - La politica del
partito", MC, n.108, luglio-settembre,
2001, pp.11-13.
20 Jiang Xinli, "Zhonggong yizhixingtai
zhi yanbian yu fazhan" (Sviluppo e trasformazione
dell'ideologia del PCC),
parte I, Zhonggong yanjiu, vol.XXXIV,
n. 4, aprile 2000, pp. 82-85.
21 Per avvalorare la legittimità ideologica
della teoria di Deng è stata mobilitata
l'intera comunità scientifica e accademica
del paese al fine di ricercarne
le basi filosofiche e la continuità con
i principi del marxismo-leninismo ortodosso.
Già nel 1993 era stato istituito
un Centro di Ricerca sulla teoria di
Deng nella sezione di Shanghai dell'Accademia
delle Scienze Sociali, diretta da
un famoso esperto del pensiero di Mao,
Li Junru.
22 Jiang Zemin, "Jiakuai gaige kaifang
he xiandaihua jianshe bufa duoqu you
Zhongguo tese shehuizhuyi shiye de
geng da shengli. Zai Zhongguo
Gongchangdang Di-shisi Ci Quanguo
Daibiao Dahui shang de baogao" (Accelerando
il passo nella realizzazione
delle riforme, della politica di apertura
e della modernizzazione, conseguiamo
una vittoria ancora più grande nella
causa del socialismo con caratteristiche
cinesi. Rapporto all'Assemblea Generale
dei Delegati di tutto il paese al XIV
Congresso del Partito Comunista Cinese),
Rmrb, 21.10.1992, p.1.
23 Jiang Zemin, "Gaoju Deng Xiaoping
lilun weida qizhi, ba jianshe you
Zhongguo tese shehuizhuyi shiye
quanmian dui xiang ershiyi shiji. Zai
Zhongguo Gongchangdang Shiwu Ci
Quanguo Daibiao Dahui shang de
baogao" (Teniamo alta l'illustre bandiera
della teoria di Deng Xiaoping,
facciamo avanzare verso il XXI secolo
la causa della costruzione del socialismo
con caratteristiche cinesi. Rapporto
all'Assemblea Generale dei Delegati
di tutto il paese al XV Congresso del
Partito Comunista Cinese), Rmrb,
22.9.1997, pp.1-4.
24 "Jiujie quanguo Ren Da erci huiyi
zai jing biimu" (Si conclude nella capitale
la 2° Sessione della IX Assemblea
Nazionale del Popolo), Rmrb,
16.3.1999, p.1; M. Miranda, "Stabilità
e riforme "con caratteristiche cinesi" -
la 2° Sessione della IX Assemblea Nazionale
del Popolo", MC, n.100, gennaio-
aprile 1999, pp.3-12.
25 In base al pensiero de "le tre
rappresentatività", il partito rappresenterebbe
"le esigenze di sviluppo delle
forze produttive più avanzate, gli orientamenti
della cultura più avanzata e gli
interessi fondamentali di larghissima
parte della popolazione". Shi
Zhongquan, " 'San ge daibiao' sixiang:
dui dang de lishi jingyan de xin zongjie
- xuexi JiangZemin tongzhi de 'nanfang
jianghua'" (Il pensiero de 'le tre
rappresentatività': verso una nuova sintesi
dell'esperienza storica del partito -
studiamo il "discorso al sud" del compagno Jiang Zemin), Zhonggong dangshi
yanjiu, n.4 (76), 2000, p.1.
26 "Zhongguo Gongchandang
zhangcheng - Zhongguo
Gongchandang Di-shiliu ci Quanguo
Daibiao Dahui bufen xiugai " (Statuto
del PCC - Emendato in parte dall'Assemblea
dei Delegati al XVI Congresso
del PCC), Rmrb, 19.11.2002, p.1; M.
Miranda, "Il Partito comunista cinese da
'partito rivoluzionario ' a 'partito di
governo'", MC, n.113, ottobre-dicembre
2002, pp.15-28.
27 "Shijie quanguo Ren Da erci huiyi
zai jing bimu" (Si conclude nella capitale
la 2° Sessione della X dell'Assemblea
nazionale del popolo), Rmrb,
14.3.2004, p.1; M. Miranda, "'Sviluppo
scientifico' ed emendamenti costituzionali
- I lavori della 2° Sessione della
X Assemblea Nazionale del Popolo",
MC, n.118, gennaio-marzo 2004,
pp.3-15.
28 Jiang Zemin, "Quanmian jianshe
xiaokang shehui, kaichuang Zhongguo
tese shehuizhuyi shiye xin jumian. Zai
Zhongguo Gongchangdang Di-shiliu ci
Quanguo Daibiao Dahui shang de
baogao" (Costruiamo in modo
onnicomprensivo una società del benessere,
creiamo nuove condizioni per
la causa del socialismo con caratteristiche
cinesi. Rapporto all'Assemblea
Generale dei Delegati di tutto il paese
al XVI Congresso del Partito Comunista
Cinese), Rmrb, 18.11.2002, p.1.
29 Rmrb, 22.8.2004, op.cit.
30 Willy Wo-lap Lam, The Era of Jiang Zemin, Prentice Hall, Singapore, 1999,
pp.80-81.
31 Frank Ching, "A vote on
democracy", South China Morning Post,
internet ed., 11.9.2004; Philip P. Pan,
"After Hong Kong election, China faces
new calcolus", Washington Post, internet
ed., 14.9.2004.
32 E' qui chiaro il riferimento all'ex-
Unione Sovietica e agli altri paesi dell'Europa
orientale.
33 Cfr. nota 12.
34 Yang Guang, "Lishi shijiao xia de
Deng Xiaoping yichan" (L'eredità di
Deng Xiaoping da un'angolazione storica)
Zheng Ming, n.9 (323), settembre
2004, pp.37-39.
35 Rmrb, 18.11.2002, op.cit.
36 "Deng Xiaoping junshi wenj chuban faxing" (Pubblicata e distribuita la
Raccolta
degli scritti militari di Deng Xiaoping) Rmrb, internet ed., 1.8.2004.
37 Questo pezzo è stato ultimato prima
della conclusione del 4° Plenum, di
cui si tratterà nel prossimo numero della
rivista.
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