“Un salto di qualità nella collaborazione tra i due popoli”1 , il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, visibilmente soddisfatto, commenta così la conclusione del vertice Cina-Unione europea. II premier italiano è arrivato il 30 ottobre a Pechino con un'intensa agenda politica. In veste di presidente di turno dell'Unione europea, Berlusconi insieme al presidente della Commissione Ue Romano Prodi, al ministro degli Esteri Franco Frattini, ha guidato la delegazione Ue negli incontri con la controparte cinese, il Presidente Hu Jintao e il Primo ministro Wen Jiabao.
Molti i temi affrontati durante i colloqui bilaterali: le crisi internazionali (Iraq e Corea del Nord in primo piano), il nodo della vendita degli armamenti, la delicata questione della debolezza del renminbi considerata da molti in Europa un "vantaggio sleale" per l'export cinese, il rispetto della proprietà intellettuale, il crescente squilibrio commerciale cinese nei confronti dei suoi partner europei. Ma soprattutto si è parlato con "franchezza" delle "ombre" che riguardano in primo luogo il rispetto dei diritti civili in Cina. E l'arresto, alla vigilia del Summit, dei 12 preti e seminaristi cattolici nello Hebei ripropone con forza la questione del mancato diritto di culto e opinione in Cina. II presidente della Commissione Prodi non è sembrato deluso dalle dichiarazioni della controparte cinese: "hanno dato una risposta quanto meno diversa dal passato" - ha spiegato - ossia hanno ricordato "che la Cina è un paese complesso" e che la strada intrapresa è quella che Romano Prodi chiama "politica dei piccoli passi" sostenuta dal libero mercato che porterà "ad una libertà che non può essere condizionata a lungo" - ha sottolineato, invece, Silvio Berlusconi - "altrimenti trova un limite anche l'economia"2 . In un clima di distensione e di "franchezza" che privilegia "il principio del reciproco rispetto anziché quello dell'antagonismo" - come ha sottolineato il premier cinese Wen Jiabao - è arrivato l'annuncio della preparazione di Pechino per l'adesione alla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici3 . E non è poco.
L'ultimo atto del sesto vertice tra Europa e Cina è stata la firma di tre accordi destinati a rafforzare la cooperazione scientifica, commerciale e culturale tra Cina e Europa. È stato ratificato l'ingresso di Pechino nel progetto Galileo, il sistema di navigazione satellitare europeo che, in alternativa al Gps (Global Positioning System) statunitense, prevede l'invio in orbita di 33 satelliti e un costo di circa 3,4 miliardi di euro. È stato firmato un accordo sulle politiche industriali e commerciali con l'aspettativa che "l'Ue diventi il nostro primo partner economico" come affermato dal premier cinese Wen Jiabao4 . Infine, è stata siglata l'intesa per il riconoscimento dello status di destinazione autorizzata (Authorized destination status, Ads) ai Paesi che aderiscono al Trattato di Schengen, Italia compresa, che faciliterà il rilascio di visti turistici di gruppo ai cinesi e che spalancherà le porte di un business colossale per gli operatori turistici. Secondo l'Organizzazione mondiale per il turismo, entro il 2010 più di 100 milioni di cinesi si recheranno ogni anno all'estero e il Bel Paese è candidato ad essere una delle mete preferite. In Cina non c'è ancora una vera domanda culturale e turistica per l'Italia ma la firma di questa intesa ha un'importanza cruciale per sviluppare quelle che Berlusconi definisce come le "premesse per un turismo di massa". È in questa direzione che si muove l'impegno preso da Italia e Cina di incentivare i flussi reciproci di investimento e turistici a cui verrà dedicato un Seminario promosso dal premier per la primavera prossima a Venezia. Turismo, quindi, come volano per lo sviluppo di relazioni commerciali perché "quando ci si incontra - ha osservato il presidente del Consiglio - ci si conosce meglio ed aumenta la possibilità di scambio di prodotti"5 .
Nel quadro di un rilancio strategico dei rapporti bilaterali Italia-Cina, un segnale di rinnovata coesione del Sistema Italia nel suo sforzo di penetrazione in Cina è stata la proposta di creazione di un Comitato Governativo Italia-Cina che farà capo ai due ministeri degli esteri, nonché l'apertura dello Sportello Unico presso l'Ambasciata italiana a Pechino ed i suoi uffici consolari.
I temi caldi del crescente disavanzo commerciale italiano (che nel 2002 ha toccato i 4,3 miliardi di euro), della concorrenza sleale e della lotta alla contraffazione sono stati al centro dei colloqui bilaterali tra il premier Silvio Berlusconi e l'omologo cinese Wen Jiabao. "Abbiamo insistito molto sulla lotta alla contraffazione", ha spiegato Berlusconi nella conferenza stampa tenuta il 1° novembre a Shanghai, è il problema "su cui abbiamo insistito di più", "noi siamo stati decisi a chiedere - ha ripetuto - un intervento delle autorità cinesi". Ma non c'è bisogno di dazi, Berlusconi ha ricordato che "la Cina entrando nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) si è impegnata a rispettare certe regole". E il WTO "prevede sanzioni per i paesi che non rispettano le regole della corretta concorrenza"6 . Per Berlusconi l'unico antidoto contro la sindrome cinese è quello di essere presenti in un mercato che offre grandi opportunità e di fronte ad una selezionata platea di operatori economici cinesi, Berlusconi invita gli imprenditori italiani a "lavorare per avere una maggiore presenza sul mercato cinese" e a "promuovere i propri prodotti di qualità creandosi le opportune sedi e un'adeguata rete commerciale". Insomma, competitività e non misure di protezione. Quanto all'Italia "dovremo essere in grado di trovare le armi per rispondere ad una guerra commerciale, che si basa anche sulla qualità dei prodotti. E come tutte le guerre - ha aggiunto Berlusconi - deve vincere il migliore. Non vediamo restrizioni regolamentari o legislative che impediscano la diffusione di questi prodotti. Semplicemente, gli imprenditori italiani devono credere di più in questo mercato: un mercato che, allo stato, non ha una potenzialità di acquisto medio di 10 mila dollari pro capite annui, ma può contare su una popolazione di oltre un miliardo e 300 milioni di persone, su almeno 100-150 milioni di benestanti"7 .
II resto è colore. II presidente del Consiglio italiano, nel tentativo di proporsi alla nuova leadership cinese in uno stile informale e amichevole, inizia la sua visita a Pechino con una battuta delle sue e ha espresso la sua ammirazione al Presidente cinese Hu Jintao per il recente lancio del primo cosmonauta cinese: "le esprimo i miei complimenti, che vengono dal cuore, per la straordinaria impresa con cui la Cina ha messo un suo uomo nell'alto dei cieli".
II ministro degli Esteri Franco Frattini, poco prima di appellarsi ai principi di concorrenza leale per impedire il diffondersi delle contraffazioni cinesi, è stato sorpreso a comprare un orologio falso al mercato delle perle di Pechino. Per chiunque si reca in Cina, è difficile resistere all'acquisto conveniente del "falso di marca" made in China e anche il nostro ministro ha ceduto alla tentazione. II presidente del Consiglio è poi voluto tornare sull'episodio per rimediare alla gaffe. "Mi sembra logico - ha detto con una battuta ironica - che il ministro che deve parlare della lotta alla contraffazione debba averne la prova mostrando un Cartier da 20 euro"8 .
MONDO CINESE N. 117, MAGGIO-AGOSTO
2004