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INDICE>MONDO CINESE>SENTIERI CINESI. VIE DI CONOSCENZA E DI INCONTRO TRA ITALIA E CINA

RAPPORTI

“Sentieri cinesi. Vie di conoscenza e di incontro tra Italia e Cina”

di Emma Lupano

Convegno, "Un secolo, un giorno: la Cina di padre Leone Nani e la Cina di oggi", Milano, 11 ottobre 2003 Mostra, "Cina perduta nelle fotografie di Leone Nani", Milano, Palazzo Reale, 17 dicembre 2003 - 25 gennaio 2004.

Un cappello in testa, la barba lunga a toccare il petto, una tunica cinese indosso e una grossa macchina fotografica in mano. Così è raffigurato padre Leone Nani, il missionario bergamasco di Albino partito per la Cina nel 1903, nella gigantografia che ha accompagnato le diverse attività che, con il nome "Sentieri cinesi. Vie di conoscenza e di incontro tra Italia e Cina", il Pontificio istituto missioni estere ha organizzato a Milano, nei mesi scorsi, in occasione del centenario della sua partenza verso l'Oriente.
L'11 ottobre, nell'Auditorium del Pime, si è tenuto il convegno "Un secolo, un giorno: la Cina di padre Leone Nani e la Cina di oggi", che ha visto la partecipazione di Marina Miranda, docente di Storia politica e diplomatica dell'Asia orientale all'Università "Federico II" di Napoli, Angelo Lazzarotto, missionario del Pime, Giovanna Calvenzi, photoeditor, Alessandro Quaroni, già ambasciatore italiano a Pechino, Maria Weber, docente di Relazioni internazionali e di Politica comparata alla Bocconi, Alessandra Lavagnino, docente di lingua cinese all'Università Statale di Milano, Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea all'Università Cattolica di Milano e Renato Ferraro, inviato speciale del "Corriere della Sera".
Padre Nani trascorse in Cina un decennio percorrendo in lungo e in largo la regione meridionale dello Sha'anxi, testimone di un periodo storico cruciale: gli anni del declino dell'impero Qing (1644-1911) e del passaggio alla repubblica nel 1912. Generoso e intraprendente missionario, ma anche attento osservatore della vita quotidiana della gente, pur avendo a disposizione un mezzo fotografico ancora arretrato, seppe restituire immagini freschissime della realtà di quegli anni.
Sono ritratti di coniugi e di famiglie, autoritratti scattati per mostrare la propria progressiva adesione ai costumi cinesi o per rassicurare i parenti sulla propria salute, magari ricostruendo a posteriori la scena di una caduta da cavallo. E poi scatti che sono quasi dei reportage, o che documentano attività caratteristiche della Cina da lui conosciuta, come la lavorazione della carta.
Tutte immagini che, come ha ricordato nel suo intervento al convegno Giovanna Calvenzi, collocano il loro autore in una posizione di tutto rispetto nella storia della fotografia. E che per la prima volta sono poi state esposte a Milano, a Palazzo Reale (fino al 25 gennaio di quest'anno), nella mostra "Cina perduta nelle fotografie di Leone Nani". Questo è anche il titolo del pregevole volume che, nel dare alle stampe questo interessante patrimonio fotografico, ne completa l'apparato critico tracciando, grazie ai contributi di esperti italiani quali Lionello Lanciotti, Federico Masini, Sergio Ticozzi, un esauriente quadro storico e culturale della Cina di quegli anni. II volume, edito da Skira, Milano, è curato da Clara Bulfoni e Anna Pozzi.
Quella dello scorso ottobre è stata una giornata in cui si è parlato della politica, della storia, dell'economia e della società della Cina di ieri e di oggi, analizzando gli elementi di continuità e di cambiamento dai primissimi anni del XX secolo all'inizio del XXI. Ripercorrendo tale filo conduttore, alcuni degli eventi più significativi della storia Qing e le problematiche a essi connesse sono stati collegati, nell'intervento di Marina Miranda, alle interpretazioni di tali fenomeni effettuate da intellettuali e studiosi contemporanei nella Cina degli anni '80 e '90.
Della realtà attuale è emerso un quadro piuttosto complesso, le cui trasformazioni appaiono oggi più evidenti soprattutto nello sviluppo dilagante delle città, megalopoli divenute ormai frenetiche e rampanti, conseguenza delle scelte che privilegiano lo sviluppo urbano, e che hanno ormai modificato in maniera inequivocabile il paesaggio tradizionale, le abitudini quotidiane, le relazioni interpersonali. Sono questi gli aspetti evidenziati, attraverso citazioni tratte da testi di letteratura cinese contemporanea, da Alessandra Lavagnino: le città, popolate da cinesi sempre più "globalizzati", sono il nuovo fenomeno della Cina che cambia, dove si affermano nuovi ritmi e modelli di vita e dove le nuove esigenze, prodotte dal rapido sviluppo di una nuova società dei consumi, si manifestano con modalità ormai sempre più simili all'Occidente. Soprattutto, la Cina negli ultimi anni è stata protagonista di un 'miracolo economico' senza precedenti, di cui Maria Weber ha enumerato i successi, le particolarità e le prospettive di sostenibilità, sottolineando l'importanza di 'tenere aperti i sentieri della comunicazione' con la Cina ed elencando gli errori in cui sono cadute molte aziende italiane nel tentativo di avvicinarsi a quel mercato.
Hanno infine dato spazio nei loro interventi alle questioni politiche e sociali Renato Ferraro e Alessandro Quaroni: il primo ha sottolineato la necessità che l'ormai affermato pluralismo nel settore economico sia alla fine rispecchiato anche in campo politico; il secondo ha invece esaminato alcuni degli sforzi del partito finalizzati al mantenimento della stabilità sociale, da una parte cercando di allargare la propria base di consenso, dall'altra combattendo il fenomeno della corruzione.

 

MONDO CINESE N. 117, MAGGIO-AGOSTO 2004

 

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