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Spigolature da Pechino

di Mauro Marescialli

`Dancing Beijing'

Lo scorso agosto, nel corso di una solenne e pomposa cerimonia organizzata nel suggestivo Tempio dei Cielo, Pechino ha svelato al mondo l'emblema delle Olimpiadi 2008.
Tale cerimonia è stata posticipata di diversi mesi rispetto ai programmi ufficiali originari per due ragioni principali: da un lato l'epidemia di Sars e dall'altro l'effettiva difficoltà riscontrata dalla commissione esaminatrice nel selezionare la proposta vincente tra le duemila in concorso.
All'indomani della cerimonia, TV e media locali di ogni sorta hanno dato voce alla straripante soddisfazione espressa da esponenti politici cinesi e dalle autorità olimpiche nazionali e internazionali in merito alla scelta di un logo talmente ben fatto e così pienamente rappresentativo della Cina e della sua capitale. A tale coro non hanno tardato ad unirsi anche i rappresentanti di famose multinazionali già firmatarie di accordi plurimillionari per i diritti pubblicitari e di marketing delle Olimpiadi 2008.
Ma mentre i suddetti personaggi si sperticavano in elogi e apprezzamenti di ogni tipo, all'interno della comunità internet cinese si stava già consumando un vero e proprio gioco al massacro con obiettivo l'emblema olimpico in questione, consistente in un logo basato sul carattere 'jing' di Beijing e già ribattezzato amichevolmente dalle autorità olimpiche cinesi 'Dancing Beijing'.
A soli due giorni dalla presentazione ufficiale del logo, sui forum d'opinione appositamente aperti dal popolare portale Sina.com si erano già registrati 14.000 messaggi, la maggior parte dei quali apertamente ostili verso il simbolo in questione.
"La figura è fiacca. Le gambe sono flosce e mosce come quelle di un eunuco tremante di fronte al proprio signore" ha commentato un partecipante al dibattito.
"Non rappresenta bene la Cina - ha affermato un altro - sembra una serva gobba".
Numerosi sono stati i commenti negativi provenienti da cittadini di altri centri della Cina animati da un impeto di rivalsa campanilistica: "È un simbolo troppo Pechinesizzato - ha protestato un tale dalla provincia del Zhejiang - quelle del 2008 non sono solo le Olimpiadi di Pechino ma anche quelle della Cina intera. Come al solito, i pechinesi si ritengono i più niubi (gagliardi...) di tutti".
Interpretazioni tra il fantasioso e il pittoresco si sono spinte anche ad affermare che il logo assomiglia ad una bandiera giapponese stilizzata o all'impronta digitale di un pollice dalla forma fallica.
Ma l'opinione condivisa dalla maggioranza dei partecipanti al forum è quella che le linee di 'Dancing Beijing' rappresentino le fattezze di un mendicante o, ancora peggio, di uno schiavo. II logo può infatti essere visto sotto una duplice prospettiva: come un atleta che corre a braccia aperte verso destra; o come il profilo inginocchiato (orientato verso sinistra) di una persona con le braccia congiunte, la schiena curva e un ampio cappello in testa presumibilmente intenta a chiedere l'elemosina.
A prescindere da chi abbia torto o ragione, è ovvio che un logo di questa importanza diventi giocoforza oggetto di minuziose analisi e dia adito ai pareri più disparati e controversi.
Quello che rimane da verificare è se 'Dancing Beijing' avrà il potere di persuadere migliaia di sponsors cinesi e stranieri ad affiancargli il proprio marchio. II Comitato Olimpico Internazionale è convinto che non ci saranno problemi e che il futuro del logo sarà più che roseo.
Un fatto già dimostrato dalle migliaia di T-shirts e gadgets piratati di 'Dancing Beijing' già in commercio nel Regno di Mezzo.
 

 

MONDO CINESE N. 116, LUGLIO-SETTEMBRE 2003

 

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