Il diario che segue è il frutto di una corrispondenza inviata da Luisa Paternicò, laureata in Lingua e Letteratura Cinese, presso la Facoltà di Studi Orientali dell’Università di Roma "La Sapienza", attualmente e per tutto il periodo della Sars borsista a Shanghai presso la Shanghai daxue. Le parole di Luisa ci consentono di avere un’immagine delle reali condizioni di vita durante questi mesi a Shanghai, città ufficialmente non interessata dall’epidemia, a differenza della capitale Pechino. Questa non è stata l’unica corrispondenza ricevuta dalla Cina, ma è risultata la più adatta alla pubblicazione. In questa occasione vorrei ringraziare tutti gli altri studenti dell’Università di Roma, che con le loro e-mail mi hanno consentito di capire meglio quanto stava accadendo in Cina: Lorenzo Barberio e Federica Onnis da Pechino, Ilaria Boncori da Shanghai e Violetta Ravagnoli da Nanchino.
FEDERICO MASINI
Shanghai, 27 aprile 2003
Caro professore, Shanghai sembra essere stata davvero baciata dalla fortuna e il numero dei casi segnalati sembra corrispondere a verità. Inoltre le misure prese per contrastare il fenomeno sul nascere, sembrano davvero funzionare: è vero che viviamo praticamente nella reclusione del campus, che gli internet café, molti pub e discoteche sono chiusi e che non possiamo neanche ordinare cibo perché nessun esterno può entrare, ma... in fin dei conti lo xinqing yukuai (spensieratezza) che i professori ci consigliano e che abbiamo tanto deriso, sembra essere un ottimo sistema per andare avanti. Chi è invece caduto totalmente in preda al panico, non è stato in grado di risollevarsi dopo le rassicuranti parole degli ispettori dell’OMS. Le scene di panico qui hanno veramente trasformato le persone. Ho visto gente strillare, piangere, tremare e sbiancare, fare rifornimenti di fangbianmian (spaghetti a cottura rapida) e rintanarsi in camera... c’è poi chi addirittura prende l’aereo per tornare a casa. Credo che la paura paralizzi l’azione e faccia sprecare tempo prezioso. In pochi coi nervi saldi, accusati di cecità dagli allarmisti, abbiamo convocato il responsabile degli studenti stranieri dell’università e abbiamo ottenuto un rifornimento di mascherine (ormai introvabili in tutte le farmacie) e termometri...
Shanghai, 28 aprile 2003
Caro professore, ogni giorno c’è una novità... Non nel numero dei casi di Sars fortunatamente, ma nelle misure prese per contrastare il fenomeno. Visto che molti sostengono che il caldo ucciderà questo dannatissimo virus (!?!?...) e che le prossime due settimane dovrebbero essere le ultime con una temperatura al di sotto dei 28 gradi, ci confinano in reclusione totale nel campus e... non solo ci hanno tolto le vacanze, per evitare l’insorgere di qualsiasi desiderio di evasione, ci costringono ad andare a lezione anche nel weekend! Se ci dovessimo assentare un solerte dottore cinese verrebbe a farci visita. Beh, a dire il vero nessuno aveva intenzione di darsi alla pazza gioia visto che il 12, 13 e 14 maggio abbiamo esami ma... togliere il riposo settimanale è assurdo! Ad ogni modo, mi sento in dovere di spendere qualche parola in favore del governo cinese, o almeno, in lode all’amministrazione della municipalità di Shanghai. Ho apprezzato moltissimo la nuova legge (difficilissima da far rispettare ma che rappresenta un grosso passo avanti): dai 100 ai 200 yuan di multa a chi viene scoperto nell’atto di buttare cartacce, cicche di sigaretta o sputare per strada! E dovrebbe vedere la faccia di quelli che vengono multati al telegiornale... Se la Cina vincerà la sfida contro la Sars (che le sta costando un vero patrimonio! Basti pensare che tutte le persone in isolamento vengono rifornite di tutto tutti i giorni) sarà la dimostrazione che, nonostante gli iniziali occultamenti, siamo di fronte ad una grande nazione che riscatterà il suo grande passato.
Shanghai, 2 maggio 2003
Con un permesso speciale, mi sono recata in centro e devo dire che sono stata doppiamente sorpresa. Anzitutto, sorpresa dalle reazioni mie e della gente intorno a ogni caso di starnuto o di tosse: il malcapitato viene adocchiato e fissato crudelmente come un elemento socialmente pericoloso e intanto si cerca di espirare, espirare, espirare finché non si sta per esplodere... Ma, seconda sorpresa, all’aria aperta tutto scompare. La gente continua ad affollare strade e negozi (meno i ristoranti) e comunque tutti sembrano godere parecchio di una rara giornata senza pioggia. Seduti sull’erba di un parco, circondati da un roseto e sotto il sole cocente ci si può dimenticare della Sars! Ecco cosa ho scoperto: stare chiusi in camera attaccati alla tv o ad internet, sfogliando il quotidiano con la mano libera, serve solo ad accrescere la paura e a pensare sempre solo a questo dannato virus. Adesso studio all’aperto e farò il possibile per non allontanarmi troppo dal campus e rispettare le regole di reclusione che da noi, fortunatamente (visto che gli incoscienti ancora esistono), non è stata abolita.
Shanghai, 11 maggio 2003
Caro professore, la nostra prigionia sarebbe in teoria giunta al suo termine, in pratica nessuno osa uscire dal campus se non strettamente necessario e continua la regola ferrea che nessun estraneo possa entrarvi, ovviamente nessuno può recarsi in un dormitorio che non sia il suo. La vita si fa parecchio monotona e sapere che molti altri studenti italiani siano rientrati, mi fa sentire un po’ sola. Rimango ferma nella convinzione che non sia momentaneamente necessario scappare da Shanghai, che sembra essere la città che più di ogni altra si sta mostrando all’altezza della situazione. Sì, perché, se posso dirmi delusa dall’atteggiamento assunto dal governo cinese, devo però ammettere che il governo della municipalità di Shanghai sta facendo un ottimo lavoro, non pensandoci due volte a sacrificare la perdita economica in nome della vita umana. Ecco che quindi vengono aumentati i salari del personale sanitario, ridotte le tasse, create agevolazioni e risarcimenti per i settori danneggiati dal fenomeno: divertimenti, turismo e trasporti, e si cerca di tirare su gli animi con il famoso inno agli angeli vestiti di bianco (il personale ospedaliero) e si diffondono le prime vignette comiche e barzellette sull’argomento. Intanto i cinesi cambiano le loro abitudini e la cosa che manca di più è il mangiare da piatti comuni al ristorante: adesso si viene serviti all’occidentale dai camerieri...
Shanghai, 16 maggio 2003
Ieri sono andata a prendere un pacco all’ufficio postale. Era da parecchio tempo che non mi recavo alla sede centrale e sono stata piacevolmente sorpresa nell’accorgermi che all’ingresso è stato fissato un lavandino con tanto di sapone liquido! Ma la cosa più sbalorditiva è stata vedere che non solo la gente diretta all’ufficio postale si accostava a lavarsi le mani, ma anche la gente di passaggio veniva magicamente attratta da quel lavandino. Persino i ragazzini appena usciti da scuola (molto lentamente perché qui a scuola raccomandano di lavarsi per non meno di tre minuti) si divertivano intorno al lavabo e gli adulti dietro di loro aspettavano pazientemente! Non solo! Ha presente le file che nessuno qui mai rispettava? Adesso si sta in compostissima fila indiana e a notevole distanza gli uni dagli altri...
Altra cosa che si sta diffondendo è l’uso della carta di credito anziché il "lurido" denaro contante. Come le dicevo, i quotidiani... iniziano a parlare anche di situazioni che sanno di tragicomico ma che comunque testimoniano i cambiamenti che questa Sars sta apportando alla vita dei cinesi. Un articolo molto carino parla di feichang hunli, matrimoni particolari. Molte coppie non hanno voluto rinunziare o posticipare la loro cerimonia nuziale e, consapevoli che nessuno si sarebbe presentato ad un banchetto in un locale chiuso, si sono industriate in vario modo per affrontare la situazione. Una neo-coppia di Xi’an è andata in giro per le strade principali della città distribuendo volantini informativi, asciugamani, sapone, termometri e mascherine. Altre coppie, un po’ più normali, hanno semplicemente festeggiato in piccolo, con meno gente e nelle loro unità di lavoro, con meno dispendio di denaro e con il disappunto dei ristoratori...
Shanghai, 26 maggio 2003
La tv di Shanghai continua ad incoraggiare i concittadini... a vivere la propria quotidianità serenamente ma con attenzione. Intanto si tirano le somme: le somme
delle spese, delle perdite, delle donazioni e dei guadagni... Sì, perché c’è anche chi ci sta guadagnando! I produttori di mascherine, liquidi per la
disinfestazione degli ambienti e in generale di tutti gli strumenti di prevenzione e cura; non solo, i negozi di medicina cinese che stavano per chiudere i
battenti fino ad un paio di mesi fa, adesso espongono cartelli con il tutto esaurito... Per quanto riguarda le donazioni, sono diventate l’evento mondano più in
voga del periodo! A parte qualche privato che ha fatto la sua modica donazione anonima (ma c’è stato anche un tizio che ha donato 200.000 yuan!), il resto è una
continua sfilata di ricchi imprenditori cinesi e stranieri che, su un palco addobbato di rosso, reggono bene in vista un cartello altrettanto rosso con la cifra
donata in caratteri bianchi. Altra cosa buffa è che le guardie all’ingresso dei negozi e degli ipermercati adesso portano un bollino verde attaccato alla camicia
con su scritto: oggi la mia temperatura è "regolare". Questo dovrebbe rassicurare il cliente insieme alla scritta sulla porta del negozio: in questo locale è già
stata eseguita la disinfezione! C’è anche qualche commerciante però che, preferendo la pelle agli affari, scrive: in questo locale è già stata eseguita la
disinfezione, se avete tosse o febbre siete pregati di non entrare!
Shanghai, 1 giugno 2003
Oggi, dopo più di un mese, sono andata di nuovo nella mia chiesetta cristiana. Mi ero astenuta dal recarmici data la composizione dei partecipanti ai riti:
70% anziani al di sopra dei 60 anni, stato sociale poco al di sopra del più basso, cura dell’igiene rasente al minimo indispensabile, colpi di tosse al minuto 4,
starnuti 2... e non continuo perché è chiaro... oggi data la bella giornata, pensando che le finestre sarebbero state tutte spalancate, sono andata e senza
mascherina... e anche qui la Sars ha fatto i suoi cambiamenti, lavandino all’ingresso (c’è ancora chi ci sputa dentro ma... vabbè), ambiente molto aerato,
continui riferimenti e ammonimenti riguardo alla "feidian" durante tutta la messa, meno colpi di tosse e tutti fraternamente uniti contro la polmonite atipica!
I giornali non fanno altro che sottolineare il sentimento di solidarietà reciproca che sta unendo i cittadini nelle difficili circostanze del momento e... si
imputa a ciò la diminuzione dei divorzi del 50% e delle cause civili del 40%... Affermando e ribadendo che le misure di prevenzione e controllo non verranno
assolutamente alleggerite, visto il miglioramento considerevole della situazione, si parla già di "ultima fase della feidian" e si cerca di immaginare come sarà
la vita nella "hou feidian shidai" l’epoca post feidian.
Shanghai, 10 giugno 2003
Qui la Sars è un gran ricordo: ha perso le prime pagine dei quotidiani e il posto di rilievo tra le news in tv. In effetti tutto procede come prima solo che
adesso nessuno porta più la mascherina. Ieri sono andata in centro e mi sono ritrovata una delle poche che ancora la indossava, persino in metropolitana! Tutti
sono orgogliosi del lavoro compiuto e dei cambiamenti positivi che la Sars ha apportato nella vita quotidiana.
Una nostra professoressa è arrivata a dire che la Sars ci voleva proprio per fare capire alla Cina l’importanza della vita umana, delle singole vite della gente
comune e che non esiste solo il GDP E se questo non è un grosso passo avanti!... Oltre all’igiene, ovviamente, ci ha guadagnato la cultura o quanto meno
l’informazione: la tiratura e la vendita dei quotidiani ha raggiunto cifre record! I prodotti per prevenire la Sars, liquidi disinfettanti, mascherine ecc. che
avevano raggiunto prezzi esorbitanti, sono stati per un periodo distribuiti gratuitamente e adesso riportati al prezzo iniziale: tutto ritorna alla normalità
almeno apparentemente.
Non si vogliono più commettere errori, non si vuole un ritorno improvviso dell’epidemia come in Canada, non ci si vuole trovare impreparati per l’eventuale
ritorno del virus in autunno...
Sono contenta di non essermene andata, sono contenta che la mia fiducia in questo paese non sia stata mal riposta.
Luisa Paternicò
MONDO CINESE N. 115, APRILE-GIUGNO
2003