tuttocina tuttocina
Google Web https://www.tuttocina.it
INDICE>MONDO CINESE>LA SARS E LA LINGUA CINESE

DOSSIER SARS

La sars e la lingua cinese

di Luisa Paternicò

Col diffondersi in Cina dell’epidemia della cosiddetta Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), a partire dal mese di marzo 2003, la vita dei cinesi e quella degli stranieri rimasti nel paese ha subito non pochi cambiamenti. Non solo nuove regole di vita che hanno limitato le relazioni sociali e la frequentazione di luoghi di ritrovo affollati, non solo nuove abitudini e nuova cura per l’igiene, non solo nuove leggi e nuovi provvedimenti per arginare il fenomeno: il cambiamento ha coinvolto tutti i livelli della quotidianità e, non da ultimo, anche la lingua.
Da quando i media hanno effettivamente iniziato a comunicare la portata e l’evolversi del fenomeno, si è venuta a creare una rivoluzione del vocabolario fondamentale in tutti gli strati della popolazione. Per raggiungere ogni singolo individuo, tramite televisione, giornali, radio, volantini e manifesti, si è effettuato un vero e proprio bombardamento di informazioni circa la pericolosità del virus della Sars e le modalità di prevenzione e comportamento. II tutto è avvenuto attraverso un nuovo lessico che vedeva l’utilizzo di parole fino a quel giorno raramente usate o sconosciute da gran parte della popolazione, la creazione di slogan per rendere più semplice la memorizzazione dei contenuti, la riesumazione dei chengyu (frasi proverbiali composte solitamente da quattro caratteri) più adatti alle nuove circostanze e, infine, addirittura la creazione di alcuni neologismi.
Queste pagine si propongono di presentare una panoramica della terminologia che è entrata nel vocabolario fondamentale di chi vive "in casa della Sars".

1. Parole rare divenute di uso quotidiano

L’inondazione di informazioni riguardanti il virus della polmonite atipica1 si è verificata a partire dal mese di aprile, in coincidenza con la prima visita in Cina da parte degli Ispettori della Organizzazioné Mondiale della Sanità, e ha raggiunto il suo apice in seguito alla seconda ispezione, resasi necessaria alla fine dello stesso mese in seguito agli scandalosi casi di "under-reporting" (loubao) e di "occultamento dei pazienti" (manbing) avvenuti nella capitale.
Attraverso un monitoraggio continuo della "situazione dell’epidemia" (yiqing), la popolazione è stata continuamente informata e aggiornata sulle modalità di trasmissione del virus, su come avviene la diagnosi clinica, sulla prevenzione e le norme di comportamento.
La trasmissione ("chi trasmette virus" è un chuanranzhe e "chi ne viene contagiato" è un ganranzhe o uno huanzhe) avviene per lo più per "via respiratoria" (huxidao) o venendo a contatto con particelle di saliva derivanti dalla tosse o dallo starnuto di una persona infetta (feimo). "II periodo di incubazione" (qianfuqi) va da 2 a 14 giorni.
"La diagnosi clinica" (linchuang zhenduan) avviene principalmente misurando la temperatura corporea e attraverso la radiografia al torace. Tra i "sintomi" zhengzhuang più comuni si contano: "febbre alta" oltre i 38°, "tosse secca" (gan kesou), "accelerazione del respiro" (huxi jiasu) e "affanno" (qicu). In presenza di questi fattori, si diventa un "caso sospetto" (yisi bingren) e si viene "isolati" (geli). Se la diagnosi viene confermata, vengono provate diverse terapie ma non è ancora stata trovata quella definitiva per cui solo se il "sistema immunitario" (mianyili) risponde prontamente al virus c’è la possibilità di guarire. In attesa che la scienza fornisca un vaccino (yimiao)2, c’è chi si affida alla medicina tradizionale cinese facendo provviste di intraducibili infusi: banlangen, liuwei tang, jinyin hua, guanzhong, fangfeng ecc... e fortunatamente la stragrande maggioranza della popolazione segue semplicissime "norme di prevenzione" (yufang) che prevedono: la "disinfezione" (xiaodu) degli ambienti e dei mezzi di trasporto, indossare la "mascherina" (kouzhao) nei luoghi chiusi o poco areati, "areare spesso gli ambienti" (kongqi liutong), "lavarsi spesso le mani" (xishou), riposarsi, mangiare sano e in generale rispettare tutte quelle sane abitudini che consentono di rafforzare le "difese immunitarie" (dikangli).
Di recente, tra le norme di comportamento da rispettare e di conseguenza tra le parole più di moda, è stata aggiunta quella di evitare di mangiare "animali selvatici" (yewei); ciò in seguito ad esperimenti eseguiti su alcuni di essi che hanno portato a scoprire un virus identico al 99% a quello della Sars in una specie di volpe selvatica di cui si cibano volentieri i cantonesi: si tratta dello "zibetto" (guozili).
A giugno la situazione è di gran lunga migliorata e si parla già di "fase finale della Sars" (feidian houqi), ma fino a poco tempo fa gli episodi di "panico" (konghuang) la facevano da padroni. Gli psicologi, sapendo che la lotta contro la Sars avrebbe messo a dura prova i nervi di ognuno (si è parlato continuamente di "test dello spirito e della forza di volontà" (jingshen he yizhili de kaoyan), si sono dati da fare per raccomandare la calma e per ricordare come l’ansia e l’allarmismo siano altrettanto pericolosi. Per cui no al "panico", "terrore", "ansia", "preoccupazione" (kongju, konghuang, jinzhang e danxin), sì a "fare attenzione" e al "buon umore" (zhuyi e xinqing kuaile) !
In attesa dei progressi della scienza, per sostenere la ricerca e le spese governative per contrastare la diffusione del virus sono stati creati due fondi. II primo è a livello statale ed è conosciuto come "Fondo per la prevenzione e la cura della Sars" (Feidianxing feiyan fangzhi jijin), il secondo raccoglie le donazioni volontarie di privati, enti pubblici, aziende cinesi e straniere ed è chiamato "Fondo di beneficenza per contrastare la Sars" (Fangfei cishan jijin). Queste le parole entrate nel vocabolario fondamentale di ognuno. Non sorprende più dunque sentire bambini o venditori ambulanti fare a gara tra chi è più aggiornato sciorinando un’ampia terminologia medica e scientifica; si tratta di termini ormai quotidiani e familiari in cui ci si imbatte continuamente e che non si può fare a meno di conoscere.

2. Nuovi slogan e vecchi chengyu

Nella più tipica tradizione comunista, la Cina incoraggia il suo popolo con tutta una serie di slogan nuovi di zecca e vecchi adagi popolari di facile memorizzazione, di pratica utilità e di grande impatto comunicativo. Vengono propinati in quantità industriale tramite i media e li si trova ad ogni angolo in piccoli volantini e in grandi striscioni.
Lo slogan che ricorre più frequentemente è:
Kangji feidian - Zhansheng feidian Combattere la Sars - Sconfiggere la Sars.
In realtà si tratta della forma breve del più toccante:
Yanfang feidian, women xuyao jingti; zhiqu feidian, women xuyao kexue; kangji feidian, women xuyao tuanjie; zhansheng feidian, ni wo ze wu pangdai.
"Per prevenire la Sars dobbiamo essere accorti; per eliminare la Sars abbiamo bisogno della scienza; per combattere la Sars dobbiamo essere uniti; per sconfiggere la Sars non dobbiamo sottrarci alle nostre responsabilità"
La chiave per realizzare tutto ciò sta nei "Quattro presto: scoprire presto, isolare presto, diagnosticare presto, curare presto" (Si zao: zao faxian, zao geli, zao zhenduan, zao zhiliao.)
Tra gli slogan maggiormente citati quello che cortesemente ricorda di "Evitare di sputare per terra" (wu suidi tutan) è quello che ha fatto più scalpore ed è al contempo il meno condiviso.
Per evitare di adottare errati comportamenti psicologici dovuti a mancanza di informazione appropriata, bisogna assolutamente "Astenersi dal credere con leggerezza alle parole riportate" (wu qingxin chuanyan), che potrebbero causare l’insorgere di inutili episodi di panico. Allo stesso scopo sono stati riesumati e ampiamente riutilizzati i seguenti chengyu che raccomandano altrettanti atteggiamenti da non tenere: "prenderla alla leggera" (diao yi qingxin); "assumere un atteggiamento indifferente" (man buzaihu); "scambiare l’ululato del vento per l’urlo della gru" (fengsheng heli); "prendere erba e alberi per soldati" (cao mu jie bing).

3. Neologismi

Nuove situazioni, nuove scoperte e nuovi nomi per designarli: ecco come nascono i neologismi. Non solo nuove parole, però, anche vecchi termini caduti in disuso e rientrati nella lingua con un nuovo significato o un allargamento semantico.
L’ultima moda nei ristoranti, nata però da esigenze igieniche, è il "mangiare da piatti separati" (fencan). È il sistema utilizzato in occidente e che prevede che sia il cameriere a dividere le porzioni. Questo si oppone alla tradizione cinese de "l’attingere da un unico piatto" usando le proprie bacchette, recentemente chiamato hecan. Medici e infermieri, a cui ci si riferisce generalmente col nome di "guerrieri in camice" (baiyi zhanshi), vengono adesso chiamati "angeli in camice" (baiyi tianshi). Questo termine, che originariamente indicava solo il buon cuore degli infermieri, ha visto ampliarsi il suo significato fino a comprendere tutto il personale ospedaliero che provvede quotidianamente a salvare delle vite umane. Di nuova coniazione baiyi weishi una sorta di "guardie del corpo in camice", sempre per designare genericamente il personale sanitario.
Il principale virus responsabile della Sars è stato definito Coronavirus per la sua caratteristica struttura che presenta tre raggi come la corona imperiale. Scoperto nel 1965 come uno dei principali fattori che causano la comune influenza, si propone in una serie sconcertante di varianti. II numero 13 è quello collegato con l’attuale polmonite atipica ed in Cina è stato battezzato appunto guanzhuang bingdu. Ultimamente vi si riferisce con l’appellativo dispregiativo di duba, che oserei tradurre come "virus egemone", anche questo appositamente creato su misura.
Per ultimo, ma non certo per importanza, passiamo ad esaminare il modo in cui ci si riferisce alla Sars3.
Il termine più comunemente usato è, feidian qualcosa come "l’atipica", e nasce dall’abbreviazione di fei dianxing feiyan, polmonite atipica, appunto.
Ma la storia del nome è più antica di quella della stessa malattia che oggi si trova a designare. II termine fei dianxing feiyan venne per la prima volta utilizzato nel secondo dopoguerra per indicare una strana forma di polmonite diffusasi tra soldati e studenti4, la ragione risiedeva nel fatto che la radiografia del torace non ne permettesse la diagnosi e l’origine fosse sconosciuta. In seguito agli studi condotti in merito dal dott. Eaton venne scoperto il fattore primario determinante questo tipo di polmonite in un microrganismo, che sarebbe una via di mezzo tra un batterio e un virus e l’infiammazione da esso causata, venne da quel momento in poi designata "Mycoplasma pneumonite" (zhiyuanti feiyan). Questo attributo5 venne da quel momento in poi utilizzato per tutte quelle malattie che presentavano cause sconosciute, di facile trasmissibilità e alta mortalità. Adottato inizialmente con lo stesso principio in riferimento alla Sars, adesso si usa solo e soltanto feidian6 come nome e non più come aggettivo di grado negativo.
La scelta di abbreviare l’espressione fei dianxing feiyan in feiyan deriva dall’impossibilità di impiegare l’usuale sistema per la creazione di acronimi, cioè l’impiego del primo carattere di ciascuna parola, per la semplice ragione che utilizzando questo metodo, l’acronimo sarebbe risultato fei feiyan cioè "non polmonite", il che appunto faceva perdere all’acronimo il suo valore semantico. Pertanto è stata scelta l’espressione feiyan.
Appare inoltre opportuno notare che l’acronimo feiyan, proprio perché non immediatamente trasparente, fino circa alla metà di maggio è comparso sulla stampa cinese virgolettato; le virgolette sono poi scomparse, come sempre accaduto in passato agli acronimi quando questi erano completamente entrati nell’uso.
Da notare infine che la Sars è stata indicata sulla stampa cinese all’estero (Hong Kong, Singapore e Taiwan), tramite il prestito fonetico Sasi, che sporadicamente è comparso anche nella stampa della Cina continentale. Inoltre, è apparso alcune volte anche l’acronimo Sars scritto in lettere latine, andando così ad ingrossare quel gruppo, per il momento ancora assai esiguo, ma in continua crescita, di parole di origine straniera rese in cinese con le lettere dell’alfabeto cinese. Pertanto, la Sars è comparsa complessivamente in cinese in quattro modi distinti fei dianxing feiyan, feiyan, Sasi e Sars.
Attraverso la dura esperienza della Sars, la lingua cinese ha dato ancora una volta grande prova di malleabilità e adattabilità alle mutate circostanze dimostrando quanto siano tuttora valide le risorse di funzionalità dei suoi millenari caratteri.

  1

MONDO CINESE N. 115, APRILE-GIUGNO 2003


Note

1  Polmonite atipica è un altro nome che indica la Sars. In Cinese viene chiamata feidian "l’atipica", forma breve per feidianxing feiyan. Trattandosi di un neologismo rimanderemo alla parte finale di questo articolo la spiegazione del termine in dettaglio.
2  AI momento si parla della possibilità di iniziare a sperimentare un vaccino entro il mese di ottobre.
3  II termine Sars viene scientificamente tradotto in cinese come yanzhong jixing huxi xitong zonghezheng, ma nessuno vi si riferisce così e dubito che alcuno ne sappia il significato.
4  La fonte di queste informazioni è un articolo pubblicato dal prof. Pan Xiaozhang, docente di medicina presso la Fudan Daxue e medico del reparto di malattie infettive dell’ospedale Huashan di Shanghai, sul quotidiano Xinmin wanbao del 26/04/2003.
5  In cinese non esiste un aggettivo per atipico e viene usato dianxing "tipico", preceduto dalla negazione fei che nella morfologia cinese corrisponde alla nostra "alfa" privativa.
6  Non a caso la trascrizione fonetica prevede l’unione di fei e dian.

 

CENTRORIENTE - P. IVA 07908170017
Copyright Centroriente 1999-2024