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Spigolature da Pechino

di Mauro Marescialli

Effetti Post-Sars

Nel momento in cui l’incubo Sars sembra offrire incoraggianti segnali di una progressiva estinzione può essere interessante notare come l’emergenza virale abbia fin qui contribuito a cambiare l’aspetto di Pechino e le abitudini dei suoi milioni di abitanti.

La psicosi del morbo e le rigide direttive sanitarie imposte dalle autorità locali hanno scatenato una vera e propria corsa alla disinfezione della metropoli.

Con una cauta certezza, mi sento di poter affermare che nella sua storia secolare Pechino non ha mai conosciuto un periodo tanto asettico e immacolato quanto quello a cavallo tra aprile e giugno di quest’anno. La monumentale campagna di disinfezione della città si è estesa dalle case agli uffici, dagli autobus ai taxi, dalle cornette dei telefoni pubblici alle tastiere dei Bancomat. Xiaodu (disinfezione) è diventata una delle parole più scritte, lette e parlate in tutta Pechino e gli xiaodu yuan (pattuglie di disinfettatori) sono diventati il braccio urbano armato contro la diffusione del morbo nelle strade.
Una delle novità più appariscenti e gradite è consistita nel vertiginoso innalzamento della pulizia all’interno e all’esterno dei ristoranti, le cui vetrine scintillano fulgide e lustre come mai prima d’ora. I tavoli vengono ripuliti con canovacci non più risalenti alla Rivoluzione Culturale. Piatti, bicchieri e posate recano sovente l’essenza pungente dei detersivi disinfettanti. Salviettine xiaodu rigorosamente protette in pacchettini di plastica ermetici imperversano ovunque e vengono distribuite gratuitamente nei fast food e nelle caffetterie. Sebbene lo sforzo igienico dei ristoranti sia rimarchevole, al giorno d’oggi la gente continua a dimostrare una certa diffidenza verso i locali al chiuso. Ecco perché sono ormai innumerevoli i ristoranti, grandi e piccoli, che espandono le proprie operazioni all’aperto cercando di arrangiarsi secondo le possibilità logistiche a disposizione. Da chi occupa impunemente i marciapiedi con tavoli e sedie a chi si industria a potenziare le capacità di accoglimento di cortili e verande per accomodare il maggior numero di clienti possibile all’aria aperta.

Nei palazzoni che ospitano uffici non si è mai assistito a un traffico così sostenuto verso i bagni. Appena giunti sul posto di lavoro, boss e impiegati agguantano sapone e asciugamano e si dirigono verso i lavabi per lavarsi diligentemente le mani. La scena si ripete più volte nel corso della giornata soprattutto prima dei pasti e al ritorno da appuntamenti di lavoro. Tuttavia, per moltitudini di colletti bianchi l’effetto post-Sars non produrrà sempre degli effetti piacevoli soprattutto con l’avvicinarsi della tremenda afa estiva. Infatti, molti uffici hanno deciso di regolare al minimo il flusso d’aria condizionata negli ambienti per favorire altresì la circolazione naturale dell’aria attraverso le finestre. Per chi ha la fortuna di poterle aprire. Parecchi sono infatti i grattacieli adibiti ad uffici che non offrono strutturalmente la possibilità di spalancarne. In un tale contesto, alcuni analisti economici locali prevedono che la produttività degli impiegati calerà in corrispondenza della torrida estate pechinese...
II diffondersi di questi fenomeni totalmente nuovi per Pechino è proceduto di pari passo con l’apparizione di gadgets più o meno avveniristici di cui fino a qualche mese fa ignoravo l’esistenza. Primi fra tutti i termometri a infrarosso. Con tutta probabilità l’utilizzo diffuso di questi apparecchi scemerà con il passare del tempo, ma al momento attuale sono ancora numerosi i casi in cui prima di entrare in un ristorante, un condominio o un ufficio, un impiegato vi si avvicinerà con discrezione puntandovi contro la fronte un aggeggio elettronico che legge istantaneamente la temperatura corporea. Ma il ‘mercato della prevenzione e della disinfezione’ ha offerto anche delle opzioni più pittoresche e, in un certo senso, affascinanti nella loro presunta utilità. Validi esempi sono quelli relativi agli xiaodu ditan (zerbini disinfettanti!) o alle xiaodu deng (lampade disinfettanti) del tutto identiche a quelle che annientano mosche e zanzare senza però il fastidioso sottofòndo di schiocchi elettrici letali.

Ma tornando al tema delle abitudini c’è purtroppo da annotare che, nonostante gli sforzi profusi dalla municipalità, dalla propaganda ufficiale e dai media locali, uno dei vizi più diffusi e recidivi dei pechinesi e dei cinesi in generale - non ha ancora mostrato segni di estinzione. Neanche il terribile spauracchio della Sars è stato infatti in grado di fiaccare in maniera tangibile l’emissione quotidiana di ‘spurgo salivare’ notoriamente diffusa tra i cittadini di questa nazione, anche a dispetto del fatto che la multa per chi viene colto nell’atto di sputacchiare è stata portata dai tradizionali 5 ai ben più esosi 50 RMB (5 Euro).
Nonostante ciò, in generale, l’effetto Sars ha fortemente contribuito ad innalzare i margini di consapevolezza, attenzione e interesse dei cittadini e delle autorità locali verso temi fondamentali come quelli della salute e dell’igiene pubblica. Rimane da verificare se i cambiamenti già in atto nell’atteggiamento e nelle abitudini della popolazione saranno abbastanza solidi per divenire poi duraturi, a tutto vantaggio della salute dei cittadini.

 

MONDO CINESE N. 115, APRILE-GIUGNO 2003

 

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