"La finanza è il fulcro dell'economia moderna"1: quest'affermazione che può sembrare uno
slogan è stata la sintesi più efficace di una impietosa analisi dello stato del sistema bancario cinese resa
pubblica in seguito ad un apposito incontro del gruppo dirigente cinese. Jiang Zemin, Zhu Rongji, Li Peng,
i membri del comitato permanente del Pcc, e altri massimi esponenti del partito e del governo si sono riuniti
ai primi di febbraio di quest'anno per fare il punto sulla riforma del sistema finanziario. A spingere per
questa iniziativa al massimo livello hanno certamente pesato diverse circostanze: gli impegni che la Cina ha
sottoscritto aderendo alla World Trade Organization, le difficoltà in cui versano le quattro principali
banche commerciali del paese con una quota di crediti inesigibili pari al 25-30 per cento del portafoglio
prestiti, la non lontana concorrenza delle banche estere, anche se queste dovranno aspettare i prossimi
cinque anni per poter entrare pienamente nel sistema bancario cinese2. Un peso infine lo avrà certamente
avuto anche lo scandalo scoppiato nel mondo bancario a gennaio. L'11 di quel mese uno dei più importanti
manager del settore, Wang Xuebing, era stato privato dell'incarico di presidente e amministratore delegato
della China Construction Bank, che assieme alla Bank of China, all' Industrial and Commercial Bank,
all'Agricultural Bank, costituisce il gruppo delle quattro principali banche commerciali pubbliche. A suo
carico era stata infatti avviata una inchiesta per fare luce sulle irregolarità che avevano caratterizzato
la gestione della Banca di Cina che Wang aveva diretto fino al febbraio del 2000. Wang, secondo la indagine
disposta dalle autorità monetarie aveva dato il proprio assenso alla concessione di prestiti che si erano
rivelati inesigibili3.
Lo stile usato nel resoconto dell'incontro pubblicato sul Quotidiano del Popolo4, pur con la ridondanza e
ripetitività tipiche delle riunioni di partito, ha lasciato non di meno trasparire la consapevolezza e la
preoccupazione del gruppo dirigente circa la portata dei problemi da affrontare. Della situazione economica
cinese in generale viene fornito un giudizio positivo. Ma proprio per consolidarla si è osservato che "è
necessario focalizzare con chiarezza i problemi ancora da risolvere. Essi riguardano in special modo la
vigilanza e i controlli deboli o rilassati, la scarsa trasparenza delle regole di funzionamento, la ridotta
credibilità sociale [nel senso che la società crede poco che qualcuno possa gestire bene e onestamente i
soldi pubblici o privati ndr], l'insoddisfacente tutela dei diritti e delle aspettative. E ancora: il numero
insufficiente degli addetti ai lavori, il livello piuttosto scadente dei servizi forniti e della capacità
innovativa, l'ordinamento dei mercati finanziari piuttosto confuso". Quasi certamente per fare fronte a
resistenze interne al governo e al partito è stato sottolineato che "è necessario avere identità di
orientamenti e guardare ai problemi finanziari dall'angolazione complessiva della politica di riforma,
sviluppo e stabilità, acquisendo una maggiore consapevolezza del fatto che la finanza è il fulcro
dell'economia moderna".
Dopo aver insistito sul rafforzamento dei sistemi di vigilanza e di controllo per accedere a "una
competitività ordinata, leale, aperta dei mercati finanziari, prevenire le situazioni di rischio [ovvero la
creazione di nuovi debiti inesigibili n.d.r.], proteggere i diritti e le attese degli assicurati, degli
investitori e dei risparmiatori", si passa a delineare, anche se in termini ancora molto poco concreti, gli
obiettivi per il sistema bancario. "Le banche commerciali pubbliche- si dice- devono diventare imprese
finanziarie e la loro riforma è l'asse centrale dell'intera riforma finanziaria". Di queste banche è
indispensabile innovare i meccanismi di funzionamento e rafforzare la gestione interna. Da queste si attende
l'impegno "ad aumentare i profitti, sostenere lo sviluppo della economia nazionale e garantire, cosi, i
capitali impiegati". La riforma dovrà anche "realizzare una ottima struttura organizzativa, perfezionandone
le regole di funzionamento". Una volta attuati questi cambiamenti "le banche commerciali pubbliche devono
diventare società per azioni controllate dallo Stato [attraverso quote di maggioranza? Non viene chiarito
n.d.r.] e quando le condizioni saranno mature, dovranno essere quotate in borsa. E dunque in grado di
risolvere con efficacia il problema dei crediti inesigibili". Questa parte dei lavori che, secondo il
resoconto, potrebbe apparire la più concreta lascia in sospeso molti interrogativi. I crediti inesigibili
sono il frutto di finanziamenti eccessivi e poco oculati concessi per ragioni politiche a imprese di stato
in difficoltà. Si delinea dunque una prospettiva maggiore severità nella concessione dei crediti e quindi di
più drastici ridimensionamenti dell'apparato produttivo pubblico?5 Anche il richiamo alla "ottima struttura
organizzativa" lascia delle domande in sospeso. I dirigenti delle banche pubbliche, si sa, sono stati finora
nominati dalla Commissione centrale per il lavoro finanziario, indipendentemente dalle loro specifiche
competenze nel settore. Solo da poco, e per le imprese da quotare sul mercato borsistico, la Commissione per
le attività azionarie, ha caldeggiato la nomina di "direttori indipendenti"6. Ma è evidente che il problema
di dirigenti competenti e non soggetti al placet preventivo del partito è di carattere generale e dietro la
apparente genericità delle frasi sopra riportate risulta chiaro che anche i partecipanti all'incontro di
lavoro ne sono pienamente consapevoli. In effetti più avanti nel testo si legge: "è necessario ricercare
attivamente personale qualificato , creare le condizioni per attirare e far rimanere le persone qualificate,
portare le persone giuste al posto giusto per sfruttare a fondo le competenze e le qualità di ciascuno,
innalzare il livello complessivo del management". Ma non è chiaro se questi criteri debbano finalmente valere
anche per i dirigenti ai più alti livelli, fino ad ora solitamente di nomina politica.
Nel corso dell'incontro sono stati affrontati anche i problemi del credito agricolo che deve rispondere a
queste tre esigenze "essere il motore dello sviluppo delle aree rurali, sostenere l'agricoltura, essere il
punto di riferimento finanziario per la intera comunità rurale". Ugualmente sono state sottolineate, per il
settore delle obbligazioni, le esigenze di controllo e trasparenza, di lotta ai conti truccati, alla
circolazione di false notizie, ai fenomeni di manipolazione del mercato attraverso l'insider trading. Ci si
sarebbe aspettati a questo punto l'annuncio di provvedimenti legislativi quali esistono in tutti i paesi
sviluppati proprio per regolare la attività bancaria e finanziaria, ma questo annuncio non c'è stato. Se ne
deduce allora che l'incontro mirava innanzitutto a delineare un consenso comune sulle scelte che dovranno
poi ispirare l'attività del partito e la iniziativa legislativa del governo.
L'ultima parte del documento è un non nuovo quanto piuttosto inatteso elogio dell'economia di mercato. Torna
ancora una volta il concetto di "credibilità sociale del sistema". "L'economia di mercato, si legge, è
l'economia della legalità e della credibilità; una buona credibilità sociale garantisce l'ordinamento
economico di un mercato socialista ben regolamentato, è la condizione fondamentale per prevenire
efficacemente le situazioni di rischio, è la base per il normale funzionamento dell'economia moderna".
Possiamo tentare una interpretazione di questa insistenza per cosi dire di tono moralistico. Da un lato
probabilmente serve a contenere le resistenze di quanti sono ancora contrari alla politica di riforma e di
apertura. E si sa che esistono. Dall'altro lato serve a dire a quanti intendono il passaggio al mercato come
una occasione di arrembaggio al di fuori di regole e di leggi che cosi non si costruisce una economia moderna
e competitiva. Si perpetua piuttosto il dato asiatico di una economia corrotta dunque fragile e quindi
esposta a tutte le intemperie.
(Ringraziamo Rosa Cascino che ha messo a disposizione della redazione della nostra rivista la sua traduzione in italiano del testo cinese, di cui sono stati utilizzati gli ampi stralci citati nell'ambito del presente lavoro)