Come si ricorderà, nello scorso numero della nostra rubrica abbiamo affrontato
direttamente alcuni problemi inerenti al contributo che le nuove tecnologie possono offrire nell'ambito
della didattica del cinese. Se anche gli scopi generali di questo spazio, e la giustificazione della sua
presenza in una rivista come Mondo cinese, sono sempre riconducibili a simili problematiche, tuttavia le
occasioni di poter esaminare prodotti nati specificamente con obiettivi didattici rimangono estremamente
rare, per cui abbiamo colto al volo che la disponibilità di Chinese Multimedia ci offriva.
Più in generale, però, ritengo che nel periodo che stiamo vivendo, contrassegnato da un lato da un'ampia
disponibilità ed un ampio sviluppo di tecnologie finalizzate allo scambio di informazioni, e dall'altro
dalla prevalenza di forme culturali di massa rispetto a forme elitarie, uno degli obiettivi principali di
chi opera nel campo dell'insegnamento sia diventato anche il reperimento e lo sfruttamento di tutte le nuove
risorse disponbili. A titolo d'esempio, ci occuperemo questa volta delle possibilità didattiche offerte dai
vari generi di filmati1 ai quali si ha comunemente accesso. Come si può osservare, riprendiamo in questo modo
il discorso già affrontato nell'esame di Chinese Multimedia, i cui piccoli clip video ne costituivano uno
dei punti di forza.
L'utilizzazione di materiali filmati nell'ambito degli studi cinesi
Fino ad una decina d'anni fa, la locuzione didattica multimediale indicava semplicemente l'utilizzazione ai
fini dell'insegnamento di materiali non esclusivamente limitati alla forma testuale: sotto questo profilo,
prodotti multimediali per la didattica erano dunque da considerare i numerosi corsi di lingue su dischi (e
poi su cassette audio) comparsi già fin dagli anni Cinquanta. Le possibilità offerte dall'estensione del
concetto al mondo dell'informatica erano ovviamente concepibili solo in un ambito teorico-utopistico, quale
quello rappresentato dall'ipertesto nelsoniano, e comunque non venivano certo contemplate all'interno dei
programmi d'insegnamento. Già un notevole passo avanti, per le ragioni che vedremo, va considerato
l'ampliamento dell'orizzonte multimediale a fonti video, reso possibile dalla diffusione capillare nelle
famiglie del videoregistratore a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta.
Per quanto riguarda lo studio della lingua cinese, questo tipo di approccio a materiali multimediali data da
molti anni, ed è consistito principalmente nell'abbinamento alla manualistica tradizionale, sia essa
strutturata per l'autoistruzione o per supporto a lezioni di tipo tradizionale, di dischi e cassette audio
contenenti testi e dialoghi2. Più raro il ricorso a videocassette: il maggior costo di produzione e la
presenza sul mercato di standard video diversi (NTSC per Stati Uniti, Canada, Giappone e Taiwan, Pal per i
paesi dell'Europa occidentale con esclusione della Francia e Secam per quest'ultima e l'ex blocco sovietico)
sembra aver limitato notevolmente l'adozione di schemi didattici che comprendessero appunto la
visualizzazione di filmati registrati. In sostanza, in ogni catalogo di libreria specializzata appariva una
buona offerta di corsi corredati da supporti multimediali, con netta prevalenza di materiali audio.
Per quanto riguarda l'utilizzazione di filmati per l'apprendimento del cinese, la possibilità di realizzarne
in proprio da parte dei docenti comporta oneri non indifferenti da molti punti di vista: in primo luogo è
necessario affidarsi a chi ha competenze tecniche specifiche sia per le riprese e il montaggio, sia per la
riproduzione in più copie dei materiali così preparati; in secondo luogo, come si è visto nel caso di
Chinese Multimedia, pur auspicabile, la predisposizione di clip ottimizzate e perfettamente integrate con gli altri
materiali di corredo ai corsi presuppone l'esistenza di un team di docenti dotati di una preparazione
specifica e disposti ad investire nell'operazione moltissimo tempo. Infine, va notato anche che il limitato
numero dei possibili acquirenti di eventuali corsi multimediali per il cinese non invita certo le aziende
specializzate ad investire le necessarie ingenti somme.
Per i materiali audio il discorso è ovviamente diverso: trattandosi in fondo di problematiche legate
all'apprendimento di una lingua, l'aspetto sonoro ha una logica preminenza, e quindi il rapporto
costi/prestazioni, nella preparazione di un corso multimediale basato solo su supporti audio, è notevolmente
più vantaggioso rispetto a quello di un corso basato anche su materiali filmati. A titolo d'esempio, è stato
possibile inserire nel sito Web del mio Dipartimento tutta una serie di indicazioni sulle modalità degli
esami di Lingua cinese comprendenti anche consistenti clip audio, al modico costo di un po' di tempo dedicato
alla registrazione, all'elaborazione e alla messa in Rete dei materiali3. Se si fosse dovuto pensare a
rendere disponibili anche materiali filmati, l'impegno sarebbe stato, se non insostenibile, per lo meno
assai gravoso: si pensi soltanto, ad esempio, all'occupazione di banda necessaria per uno streaming video
di qualità accettabile e ai problemi di ordine cinematografico (regia, montaggio ecc.) che sarebbero
comunque insorti.
Tuttavia, anche solo dal punto di vista dell'apprendimento della lingua, pur non risultando così necessario
come il poter disporre di riferimenti sonori, il ricorso a filmati presenta notevoli vantaggi: aumenta la
concentrazione dello studente, rendendo meno noioso lo studio; permette di inserire eventi didattici in un
contesto teatralizzato, il che moltiplica i modi di apprendimento che vengono resi disponibili; consente di
visualizzare i movimenti legati alla comunicazione sia verbale, con particolare riferimento alle labbra del
parlante, sia non verbale e così via. Se poi si prendono in esame gli obiettivi didattici di corsi non
esclusivamente a contenuto linguistico (cosiddetti "culturali"), è indubbio che il ricorso a filmati di
vario tipo (documentari, film a soggetto di particolare contenuto, produzioni televisive ecc.) costituisce
uno strumento prezioso sia per i docenti che per i discenti. Gli studenti universitari di cinese possono
dunque trarre in realtà un duplice beneficio dall'inserimento nei loro percorsi d'apprendimento di materiali
filmati: linguistico, utilizzando materiali ottimizzati o anche solo validi (vedremo su che basi) sotto
questo aspetto; culturale, se messi in grado di accedere a materiali il più possibile congrui con i
programmi delle varie materie.
Ecco dunque che, dovendo escludere per i motivi di cui ho fatto cenno la produzione di materiali video
ottimizzati (che resta a mio avviso uno degli obiettivi basilari per dotarsi di programmi multimediali
completi), è tuttavia possibile avvalersi di materiali già disponibili, fatte salve alcune piccole
considerazioni di merito, a costi contenuti. Riservandomi di ritornare in un prossimo numero della rubrica
sulla preparazione di materiali video ad hoc e sui problemi della loro utilizzazione tramite Web, vorrei qui
esaminare alcune delle caratteristiche fondamentali che rendono più o meno utili sul piano didattico anche
prodotti audiovisivi che non nascono a questi scopi.
Come trasformare l'offerta commerciale in offerta didattica: cinema, televisione e studi cinesi
In realtà, la già citata rivoluzione informatica ha avuto un peso non indifferente anche nei modi di
produzione e di fruizione di materiali filmati. La sostituzione di sistemi analogici con sistemi digitali
ha permesso non solo di evitare il degrado di qualità nella riproduzione di determinati prodotti in un
grande numero di copie, ma anche di poter accedere ai contenuti in forma non lineare, ad esempio eliminando
i "tempi morti" per l'avvolgimento di un nastro,. Questa prima osservazione è necessaria anche per spiegare
perché, nelle pagine che seguono, eviterò di riferirmi a quello che è ancora il tipo di supporto più diffuso,
ovvero la videocassetta in standard VHS, un tipo di supporto da considerarsi ormai obsoleto. Ma è anche
necessario per capire come il problema del supporto non sia affatto secondario: l'evoluzione tecnica
contribuisce a rendere disponibili materiali di livello sempre migliore, a costi sempre più bassi.
Nell'ambito degli studi cinesi è naturalmente necessario considerare il fenomeno sotto aspetti del tutto
particolari.
Come molti già sanno i due tipi di supporto che contrassegnano l'ampia disponibilità sul mercato cinese di
filmati sono il Video-CD (VCD) e il DVD: il primo standard, elaborato dalla Philips una decina d'anni fa, ha
sostituito fin da subito in tutta l'Asia orientale la videocassetta. In questo formato, ormai onnipresente,
sono disponibili film vecchi e nuovi, cinesi e non, documentari televisivi di tutti i tipi, serial televisivi
completi e raccolte di clip musicali, strutturati sia come karaoke che come "MTV", ovvero video musicali
veri e propri. Rispetto al VHS, lo standard Mpeg 1, sul quale si fonda appunto il VCD, garantisce una qualità
video accettabile: una risoluzione (sistema PAL) di 352 linee orizzontali per 288 verticali è sufficiente
per una buona resa, mentre la minor presenza di rumore video rispetto al VHS è controbilanciata dalla
presenza di artefatti digitali quali la formazione di grossi blocchi di pixel e l'avanzamento a scatti
dell'immagine. Il DVD, acronimo per Digital Versatile Disc, sembra per il momento essere riservato in Cina
alla diffusione di film a soggetto e di video musicali, con netta prevalenza di prodotti americani e
hongkonghesi. Di risoluzione doppia rispetto al VCD, il DVD sta godendo di un momento di enorme successo e
sembra destinato a soppiantare del tutto lo standard qualitativamente inferiore. Naturalmente, l'esteso
fenomeno della pirateria sta traendo grandi profitti dalla duplicazione sia di VCD che di DVD: un film in
quest'ultimo formato è acquistabile (scrupoli a parte) ad un prezzo venti volte inferiore rispetto
all'edizione ufficiale.
Dal punto di vista della didattica multimediale, le potenzialità del DVD sono enormi, e i pur grandi
vantaggi della sua applicazione nel campo dell'home theater ne forniscono solo un timido assaggio. Pure è
possibile sfruttare per l'insegnamento e l'apprendimento DVD e financo VCD realizzati per il circuito
commerciale. Che tipo di prodotto conviene utilizzare e quali caratteristiche è altresì opportuno prendere
in considerazione è presto detto.
Lingua, sottotitoli e presa diretta
Un prodotto cinematografico valido come ausilio all'apprendimento del cinese deve consentire di poter
seguire i dialoghi senza incertezze, fornendo allo spettatore strumenti adeguati al suo livello di
conoscenza del cinese e stimolandone il desiderio di migliorarsi. La presenza di sottotitoli, possibilmente
in più lingue, è una conditio sine qua non per poter essere utilizzato: l'ideale sarebbe di poter disporre
di film a soggetto, meglio se di buon livello artistico, con molti dialoghi in putonghua, una buona qualità
d'immagine e di sonoro, con sottotitoli in cinese semplificato, in cinese non semplificato e in italiano. La
richiesta di più sottotoli garantisce la possibilità che il materiale possa essere utilizzato da studenti di
diverso livello e/o comunque sfruttato con un progressivo innalzamento del livello di difficoltà nella
comprensione (dalla visualizzazione con sottotitoli in italiano a quella senza nessun supporto testuale).
L'unico supporto che attualmente permetta l'inserimento di più sottotitoli è il DVD, per cui la grande
offerta di titoli in VCD rimarrebbe fuori gioco.
Detto ciò è doveroso constatare come la produzione commerciale di film a soggetto cinesi in DVD non
fornisca nulla che collimi perfettamente con questo prodotto ideale. I pochi titoli usciti in
Italia4, ad
esempio, pur contemplando pellicole di buona ed eccellente fattura, una buona qualità video e audio e
sottotitoli in italiano amovibili, mancano della sottotitolatura in cinese; lo stesso dicasi per eventuali
altri titoli usciti in altri paesi che, ovviamente, mancano anche dei sottotitoli in italiano: probabilmente
il costo per l'immissione di testi in cinese nella fase di editing di un titolo viene ritenuto del tutto
superfluo.
Il discorso è diverso per la produzione rivolta al mercato di lingua cinese: generalmente film in DVD
pubblicati ad Hong Kong e Taiwan di solito danno dei dialoghi la versione in jiantizi e in
fantizi, con
l'immangabile sottotitolaturta in inglese in aggiunta. La produzione destinata al mercato della Cina
continentale, invece, limita generalmente la sottotitolatura (quando c'è) al cinese semplificato e
all'inglese; si tratta infatti spesso di adattamenti con caratteristiche limitate effettuati su licenza di
case cinematografiche di Hong Kong. I titoli autoctoni in DVD, invece, possono essere dotati o no di
sottotitoli, ma generalmente si tratta ancora di trasposizioni affrettate di materiali predisposti per il
mercato del VCD o per quelllo già defunto del laser-disc, anche se la qualità d'immagine risulta comunque
migliore.
Difficile dunque trovare qualcosa che risponda in pieno alle caratteristiche ideali di un prodotto
cinematografico utilizzabile a fini didattici. Inoltre c'è da considerare che i sottotitoli cinesi, se
presenti, corrispondono raramente alla lettera dei dialoghi, ma ne costituiscono invece una sorta di
accurata semplificazione. Si tratta, per dirla con termini tecnici, di subtitles e non di
closed captions,
il che può limitarne alquanto l'efficacia didattica.
C'è poi da notare come la stragrande maggioranza dei film prodotti in Cina (ad Hong Kong la lingua di
recitazione è naturalmente il cantonese, il che risolve il probelma all'origine) non prevedano la
registrazione in presa diretta dei dialoghi, che costituisce un valore aggiunto notevole per chi è
interessato allo studio della lingua. Lo stesso vale - ahimè - anche per le serie televisive: oltre tutto,
come può rilevare chiunque segua anche distrattamente i programmi del canale satellitare CCTV4, sembra
che a doppiare i loro colleghi siano sempre gli stessi attori, un po' come succede anche in Italia per i
film USA. Esistono però lodevoli eccezioni: un serial molto popolare nei primi anni Novanta,
Beijingren zai
Niuyue (Un pechinese a New York), tratto dall'omonimo romanzo di Cao Guilin5, per esempio, non solo gode di
questa allettante prerogativa, ma la versione su VCD (in 12 dischi!) è accompagnata da sottotitoli,
indispensabili per comprendere perfettamente il pechinese strettissimo del protagonista Jiang Wen. Così, in
presa diretta sono recitati anche i film di Zhang Yimou già citati.
Le produzioni di origine televisiva costituiscono una fonte ricchissima di approvvigionamento di materiali
filmati utilizzabili per la didattica: a parte i serial disponibili in VCD a costi incredibilmente bassi se
paragonati ad analoghe iniziative su VHS in altri paesi, c'è una grande disponibilità, sempre soltanto su
VCD, purtroppo, di documentari didattici, per lo più a sfondo storico e storico-politico. Certo, in questi
casi occorre fare i conti con la propaganda, ma il numero enorme di informazioni, di immagini, suoni e
filmati che vengono resi accessibili può fornire un valido supporto ai corsi delle materie culturali in cui
sono impegnati gli studenti di cinese. Dal punto di vista dell'apprendimento della lingua, l'assenza di
sottotitoli è bilanciata dalla pronuncia perfetta, ancorchè un po' enfatica, degli
speaker, per cui
l'utilizzazione da questo punto di vista è comunque raccomandabile, specialmente per studenti già avanti
nella preparazione.
Per concludere questa panoramica forzatamente breve sulle possibilità offerte dalla produzione commerciale a
chi volesse dotarsi di materiali audiovisivi economici per lo studio del cinese, va anche detto che per
visualizzare DVD e VCD è sufficiente un lettore di DVD collegato al televisore di casa (naturalmente
controllando che permetta l'inserimento anche di Video-CD), oppure un PC o un Macintosh dotati di lettore
DVD-Rom. Per l'acquisto di software è ormai possibile scendere al negozio di articoli orientali sotto casa, dove si può fare incetta di VCD e anche di - rari - DVD, come già fanno illustri ed insospettabili colleghi, oppure ordinare quanto più ci attira tramite Web. Se per il supporto maggiore l'offerta è molto ampia soprattutto per la cinematografia di Hong Kong (da considerare che su questi titoli è quasi sempre presente una traccia audio in mandarino), per il VCD si va dai grandi classici degli anni Trenta in edizioni di qualità alla copia pirata (ripresa al cinema)6 dell'ultimo esilarante successo di Ge You.
Se anche nessun prodotto risponde per ora alle caratteristiche ottimali che abbiamo evidenziato, ci si assicura almeno ore ed ore di divertimento: la possibilità di seguire dialoghi e commenti in cinese contribuisce a lenire eventuali sensi di colpa.