Zhou Weihui, giovane scrittrice di Shanghai diventata famosa con il romanzo
Shanghai Baobei (edito da Chunfeng Wenyi chubanshe,
Shenyang, 1ª edizione settembre 1999, 6ª edizione marzo 2000), tradotto in italiano da Yuan Huaqing con il
titolo Shanghai Baby (edito in Italia da Rizzoli, Milano 2000), è stata una delle protagoniste della scena
letteraria cinese del 2000. Il romanzo, bandito e ritirato - è stato addirittura bruciato nell'aprile 2000
dopo avere
venduto 110 mila copie - ha continuato a essere reperibile clandestinamente, e a circolare soprattutto tra
i giovani. L'acquisizione dei diritti d'autore da parte di case editrici straniere ne ha sancito la
diffusione internazionale.
Shanghai Baby è diventato un caso letterario in Cina e all'estero1: Weihui (la scrittrice
è comunemente
chiamata per nome, omettendo il cognome Zhou) dissemina nel romanzo,
"semiautobiografico" per sua stessa ammissione, descrizioni assai esplicite di atti sessuali e
masturbazioni femminili, parla di droghe e alcool, di vita notturna e di sconvolgimenti psicologici. È il
corpo con i suoi piaceri e i suoi dolori a essere il protagonista della storia. Ma a infastidire le autorità
di Pechino è stato, probabilmente, il tono complessivo del romanzo, definito "decadente, debosciato e
schiavo della cultura straniera"2; dalla narrazione traspare infatti
soprattutto una sorta di nostalgia per la Shanghai "europea" di fine '800, quando la città era divisa nei
vari spicchi delle concessioni straniere, e vi si respirava l'aria spregiudicata delle grandi capitali europee.
Oltre a questo, che è di sicuro il più rappresentativo, adorato e rinnegato, Weihui ha scritto altri romanzi
e racconti lunghi e brevi, come "Il grido della farfalla"
(Hudie jianjiao), "Pazza come Weihui" (Xiang Weihui
nayang fengkuang), "Sogni senza tracce" (Meng wu hen), "La stanza dell'amato"
(Airen de fangjian), riuniti
insieme in una raccolta che è reperibile in Cina solo clandestinamente3, e nella quale si legge
anche il
racconto "Parla! Parla!" (Shuo ba! Shuo ba!), che abbiamo scelto qui di tradurre.
È un racconto breve (che non risulta essere stato tradotto in altre lingue), che appare davvero esemplare,
tanto per il tema che per le modalità espressive, della attuale narrativa cinese più trasgressiva, che
descrive in maniera diretta e spesso crudele gli aspetti più oscuri ed estremi del disagio metropolitano
dei giovani shanghaiesi di oggi.
Nella traduzione, che abbiamo voluto la più "letterale" possibile, si è cercato di mantenere il ritmo
narrativo, la cadenza e la punteggiatura del testo cinese. Il racconto è suddiviso in paragrafi numerati:
una
progressione che fa pensare alla registrazione di avvenimenti e riflessioni in forma di diario. La storia si
svolge sempre di notte, tra un bar mal frequentato, la stanza da letto di un giovane fotografo conosciuto e
avvicinato proprio in quel bar, e le strade di una Shanghai perennemente avvolta nel chiarore della luna o
nei primi raggi del giorno, che risulta ben diversa dall'immagine patinata e dinamica che la propaganda ufficiale
cinese continua ostinatamente a proporre.
La forza linguistica di questo breve racconto risiede nel fluire incessante del discorso, che alterna picchi
sfrenati e violenti a momenti gentili e impalpabili; al lessico melodioso e capriccioso della protagonista
si contrappone un frasario volgare e espressioni trasgressive alla moda fra i giovani. Perciò ci sembra che
questo racconto costituisca una testimonianza forte di quanto la Cina urbana di oggi sia radicalmente e
rapidamente cambiata rispetto al passato.
*********************
"Parla! Parla!"
di Zhou Weihui
1 Siedo di fronte a lui giocherellando con un pacchetto vuoto di sigarette svedesi marca
"Luce di
mezzanotte", è un po' sporco, inconsciamente me lo faccio girare fra le dita affusolate. Al dito porto
un anello fluorescente che può al buio diventare purpureo. Questo è uno dei regali che il mio ex marito mi ha
portato da Parigi. Ci sono donne che amano che il loro uomo faccia loro regalini di poco prezzo ma
sentimentali, e io sono proprio così.
2 Lui continua a sbadigliare come un gatto. Questo ragazzo dice di aver sempre avuto la
sensazione di essere in tutto e per tutto un pidocchio o un qualche altro piccolo parassita. Insomma sembra
proprio che non si piaccia.
3 La luce delle lampade illumina a malapena i nostri visi, siamo come pesci di acque
profonde, sonnolenti e indolenti. Non guardiamo chi abbiamo di fronte e neanche le persone e l'arredamento
intorno a noi suscitano il nostro interesse.
4 È già notte fonda, nell'aria c'è qualcosa che ha un leggero odore dolciastro di pesce,
come il peccato o come il sapore di una caramella di menta. Questo odore ci narcotizza, siamo piccoli insetti
che contano su questo odore dolciastro per vivere.
5 Dei tipi vestiti di nero appaiono nel bar. Portano trecce lucide oppure teste rasate a
zero, tra questi uno tiene in bocca un sigaro grosso come un tubo; man mano l'attenzione della gente si
concentra su di loro, mentre noi siamo ancora seduti lì, nessuno ci conosce e nessuno ci considera.
6 Gli do un'occhiata, mi sento stanca, so che in quel momento gli occhi mi si stanno
gonfiando, le occhiaie nere mi fanno sempre apparire di una bellezza affaticata ma particolare. Amo questa
mia bellezza. Parla, dico a bassa voce, parla ancora di qualcosa. Di' quello che ti va.
7 Lui mi sorride, un sorriso privo di contenuto. È proprio questa sua indole impassibile
che mi affascina. È come se lui fosse privo di forza di controllo sulla situazione attuale, sul volto ha
un'espressione dolce e annoiata come un gatto.
8 L'incontro avviene in questo bar intriso di aria tiepida e di sapore dolciastro. Mi
accorgo di lui dal banco, è un giovane non alto con i capelli cortissimi, dai lineamenti puliti e dalla
espressione vacua, vestito in modo semplice ma alla moda, è il partner ideale per un incontro da bar. Poi mi
avvicino a lui, il volto senza traccia di sorriso. Il completo nero mi stringe la vita come una grande mano,
è così stretto che sembra che il corpo in qualsiasi momento possa spezzarsi in due all'altezza della vita. Sono
consapevole di agire così, senza alcuna premeditazione, è solo la decisione di un attimo. Forse voglio solo
cercare qualcuno con cui parlare. Per fortuna lui non sembra affatto stupido.
9 Per prima cosa gli chiedo in prestito l'accendino, poi silenzio. Posso percepire che
mentre lo squadro anche lui squadra me, sono sempre pallida. Ti piace parlare? chiedo all'improvviso.
10 Dopo di che lui continua a parlare e a sbadigliare. Mi chiedo se sia un "money boy"
[in inglese nel testo], vivono spesso nel bar come parassiti questi ragazzi che per mestiere sbarcano il
lunario parlando con te e facendo qualcos'altro.
11 I giochi casuali nel bar non mi danno fastidio. Il ragazzo ha già parlato del tempo,
del cibo, dell'AIDS, della visita in Cina di Clinton, dell'aumento dei costi dei "taxi" [in inglese nel testo] e del
totale "on sale" [in inglese nel testo] della discoteca del Jinjiang [hotel], e persino se sia ormai
pensabile vivere senza il cesso con acqua corrente. Siamo agli sgoccioli dell'incasinato ventesimo secolo,
per questo anche i suoi argomenti sono incasinati.
12 Di' ancora qualcosa, e parlando lo guardo tenera e affaticata. Allora lui rivolge
l'attenzione su di me. Dice che ho lineamenti delicati, ma non particolarmente strabilianti, una certa
bellezza trapela da sotto il
controllo di un incosciente nervosismo. Una bellezza fragile e inaffidabile che un colpo di vento avrebbe
potuto far svanire, un coltello avvizzire, ma che se un giorno si fosse impossessata del cuore di una
persona, questa sarebbe morta in pace.
13 Queste parole mi toccano il cuore. Devi ammettere che questo è un ragazzo che sa
parlare, i pensieri della sua testa cominciano ad attirare la mia attenzione. Sono una scrittrice che non ha
avuto successo, ho voglia di esplorare chiunque abbia personalità. Compreso il mio ex marito, è stato proprio
il desiderio di voler capire la sua mentalità complicata come una ragnatela mi ha fatta diventare sua moglie, con il
risultato di commettere un errore fatale. Tutto è cominciato dall'amore ed è terminato nell'odio. Non posso
più cancellare quell'uomo dal mondo dei miei sogni notturni, è come una cicatrice rimasta sulla pancia dopo
una ferita. Porto ancora al dito questo anello e a guardarlo sembra brillare come un veleno, un
veleno che necrotizza una certa parte della mia vita ulcerata.
14 Parla, sto chiedendo, come una bolla d'aria sul punto di svanire, parla di
qualcos'altro. Lo fisso, nei suoi occhi c'è qual ché di umido e confuso, non so se gli piaccio. Questa
sensazione è strana, allungo una mano, da sotto il tavolo lentamente gli tocco il ginocchio, poi piano piano
frugo verso l'alto, alla fine mi fermo alla tasca dei
bluejeans, senza far rumore ci infilo due banconote [renminbi nel testo].
15 In quel momento noto che sul volto del ragazzo è improvvisamente apparsa una
espressione di
imbarazzo, il volto pallido come il mio. Ho sete, devo bere dell'acqua. Parlando abbozza un sorriso verso
di me, salta giù dallo sgabello, a grandi passi si avvia verso il banco.
16 Mentre si avvia verso il banco, tra la gente intorno esplode all'improvviso un grido
di donna, e subito
molti altri si mettono a urlare. Sembra il grande casino della "carica dei 101". In un attimo il padrone
e alcuni che sembrano personale di sicurezza, con una sorta di riso forzato, accompagnano fuori del bar
quei tipi vestiti di nero forti come bronzi entrati poco prima. Quegli individui vestiti di nero hanno un
aspetto
mafioso al cento per cento, e quando mi passano accanto fiuto un odore pungente, l'odore emanato da
ascelle di delinquenti.
17 Ho i sensi annebbiati, finito di bere il vino rimasto nel bicchiere realizzo
all'improvviso di non avere più traccia del ragazzo. Quasi senza pensarci, esco dal bar seguendo quei tipi
vestiti di nero.
18 L'atmosfera nel bar è eccitante e sanguinosa, la donna aggredita da quei tipi
vestiti di nero piange e
geme piano, mentre gli altri sembrano assaporare il gusto misterioso e violento portato da quei tipi
vestiti di nero. Anch'io per un attimo tralascio di pensare al ragazzo, credo che lui, essendo piuttosto
intelligente, abbia scelto il momento opportuno per darsela a gambe.
19 Sì, se fossi in lui, avrei voglia di scappare da una donna affaticata, ma bella
in modo inusuale. Se
davvero nasce un interesse per una donna così, è come saltare dentro un vortice che può inghiottire
qualunque cosa. Lui non ce la fa a reggere il gioco, perciò scappa come annusa le impetuose folate della
notte. Mi metto a ridere, questa sì che è un'idea carina.
20 Per strada brilla una luce simile a nebbia, i rami dei platani francesi mi lasciano
sul viso disegni variegati. Vedo la figura del ragazzo, e davanti a lui, non lontano, camminano in fretta
quei tipi vestiti di nero.
Svoltano a un incrocio, e siccome uno di loro si gira per guardarsi le spalle, lui si ferma, e anch'io allora
mi fermo. Perché non voglio proprio che quelle feroci pantere nere pensino che li sto tallonando.
21 Lui sta ancora fermo lì, come in un attimo di trance, poi si mette ad attraversare
la strada. Di fronte c'è una piccola drogheria, lui ha le mani strette nelle tasche dei pantaloni, proprio
dove gli ho infilato i soldi. Secondo me, vuole spendersi tutto in una volta. Evidentemente non è il tipo
di "money boy" [in inglese nel testo] che pensavo, perciò forse non gli è piaciuto che io gli abbia dato i
soldi. Allora mi avvicino.
22 È come se avesse percepito all'istante la mia comparsa, si gira subito. Resta un po'
attonito, l'aria
stanca, in piedi, fermo davanti a me come un freddo ago di metallo, congelato nella fioca luce della notte.
Senza un sorriso lo fisso, e proprio in quest'attimo mi piace.
23 Hai dimenticato l'accendino. Lentamente tendo una mano, nel palmo c'è l'accendino
d'argento, marca "Tedlapidus" [in inglese nel testo], che aveva lasciato sul tavolino.
24 Nello stringergli la mano la sento gelata, lui mi ondeggia vicino, come una
corrente indistinta che non ho modo di evitare, di respingere, giusto o sbagliato che sia. Attraversiamo
alti palazzi, ombre di alberi, la città nel neon, e nelle ombre lasciate dalla notte camminiamo veloci
come due cani allo stremo, la fioca luce della luna ci si appiccica ai capelli come uno strato di polvere,
una musica lieve e vagamente
percepibile sale dalle fogne, noi e le nostre ombre siamo immersi nell'attimo perfetto di un incubo della
notte più profonda. Sono stanca, mi sento gemere sottovoce, sono stanca sono stanca, portami a casa tua,
voglio solo riposare un po'. Freddamente, la mia mano tiene stretta la sua, come due serpenti di metallo.
25 La stanza è grande, l' illuminazione soffusa, la musica fluttuante, la birra scura
amara, la temperatura dell' acqua gradevole.
26 Siamo distesi insieme in una grande vasca verde e lussuosa, e ci spruzziamo l'acqua
addosso. Non c'è provocazione, ardore, nulla. Bevendo, lentamente, stancamente ci laviamo l'un l'altro, come
due persone asessuate. Occhi negli occhi, corpo a corpo, ferita su ferita, enigma su enigma. Sul volto
dell'altro
ritroviamo tracce conosciute.
27 È proprio una sensazione forte, quella che ci fa ritrovare i nostri simili anche in
una metropoli materiale dell'epoca industriale. Io e il ragazzo usciamo dalla vasca, la pelle che brilla
sotto la luce come il più
costoso broccato antico.
28 Mi avvio dritta verso il suo letto, senza rumore mi stendo sul lenzuolo di raso a
disegni opachi, chiudo gli occhi, e una sensazione di rilassamento si trasmette dalla punta delle dita a
ogni parte del corpo, non so se sta per succedere qualcosa o no, comunque ora sto proprio bene, tranquilla
e pulita. Il sonno mi
chiude subito gli occhi, il letto mi culla avvolgendomi come un enorme stame, in una fragranza indistinta.
29 Nel pallido chiarore della luna riesco a percepire che lui si è steso senza far
rumore al mio fianco. Lo sento borbottare, forse spera che anch'io dica qualcosa, così poi tocca a lui
ascoltare. Dice che il suo corpo è accogliente ma vuoto, come una bottiglia che aspetta di essere riempita,
prima di addormentarsi vuole sentire qualcosa altrimenti non riesce a dormire. Ha bisogno si stancarsi
all'eccesso per potersi finalmente addormentare, in passato per un certo periodo aveva preso sonniferi in
gran quantità e
incautamente una volta aveva perso conoscenza per tre giorni e tre notti, perciò ha paura di non riuscire a
dormire oppure di non svegliarsi più. Puoi dirmi qualcosa ?, chiede sottovoce.
30 Un momento di silenzio. Ho la sensazione di stare già sognando. Che vorresti sapere?
chiedo a bassa voce. La mia voce è come la colonnina di mercurio che scende gelato.
31 Parla di ciò che ti va! Ha il viso sui miei capelli, respira piano.
32 Vorrei dormire, sono stanca. Parlando mi giro, e mi sento emettere un leggero russare.
33 Percepisco vagamente che si alza dal letto, gira qua e là per la stanza, accende il
giradischi, musica "techno" [in inglese nel testo] a basso volume. Poi mi sembra di sentirlo aprire la porta
a vetri che dà sul balcone. La città a quell'ora deve davvero somigliare a una grande nave che naviga nel
buio. La gente che sta sveglia nel cuore della notte è infelice, lui si sentirà depresso, vuoto, avviluppato
in una oscura suggestione, in piena confusione.
34 Credo si sia riavvicinato al letto, senza rumore, forse mi sta guardando. Anch'io
attraverso la luce riflessa del sogno vedo la donna che è stesa sul letto. Vedo la mia pelle che sotto la
debole luce brilla di luce
argentea, e resta immobile al tocco delle sue dita. Ho sul viso la tranquillità di una barca affondata, e
un'ombra come di decadenza. Sì, assomiglio a una nave affondata in acque misteriose che all'improvviso
appare su un orizzonte sconosciuto, con una incomprensibile formula magica reprimo i suoi sensi. Con le
mani lui le è scivolato lungo tutto il corpo, assaporando ogni dettaglio di quella
bellezza.
35 Ed eccolo impugnare la macchina fotografica, una macchina che sembra molto bella,
e i gesti esperti con cui la maneggia lasciano capire che è un fotografo professionista. Da diverse
angolazioni fotografa il suo corpo, i suoi lineamenti. Ogni scatto dell'otturatore provoca un'intensa
eccitazione fisica, nell'istante in cui viene illuminata dal flash la donna viene violata ma anche lui è
svuotato. Appena mi rendo conto che è tutto sudato, lui vola via. Non so nulla e non voglio nulla di ciò
che vedo, ma so che lui mi piace.
36 Lascia la macchina fotografica sul morbido divano, mi abbraccia da dietro e si
stende sul letto. Sono completamente abbandonata, come morta, mentre una mano invisibile manipola il
desiderio del ragazzo, e sono convinta sia proprio la mia mano. A guardarli, i due hanno un'aria triste
e poetica, l'improvviso zampillo punge il mio piccolo ventre. Lui si alza lentamente, tira fuori dal
comodino un fazzoletto di carta e mi pulisce la schiena. Poi vola in bagno, il gorgoglio dell'acqua mi fa
sentire putrida, ma sono troppo stanca, e sprofondo di nuovo nella fitta nebbia dei sogni.
37 Un uomo, la faccia del mio ex marito, è sepolto sotto un mucchio di vetri rotti,
quando mi avvicino a piedi nudi mi fa le boccacce. Mi sanguinano i piedi, il romanzo che sto scrivendo sta
imputridendo, ma quell'uomo è stato un tempo la forza motrice della mia vita e della mia scrittura. Non so
quante volte ho sognato di ucciderlo, ma alla fine chi veniva strangolata a morte ero sempre io. Alla fine
mi sveglio.
38 Ora è mattina presto, non c'è lo schermo delle tende, e un raggio dorato di sole
splendente inonda il
pavimento, in una allucinazione terminale.
39 Il ragazzo dorme sui miei capelli, ha l'aria tenera di un neonato, è completamente
scomparsa l'aria
indifferente e arrogante della notte. Piano piano gli scosto il viso, scendo dal letto, e cammino su e
giù. La
luce diretta del sole mi ha fatto venire mal di testa, tiro la tenda. Apro la porta del bagno ed entro.
40 Seduta sul water mi abbraccio la testa, la mattina presto sono sempre contagiata
da qualcosa di simile alla malinconia, ogni nuovo giorno non so mai cosa devo fare. Entro nella vasca,
l'acqua calda mi rilassa il corpo. Nel lavarmi il viso noto l'anello al dito, me lo tolgo e lo metto in
un portasapone. Spero che quando lui farà la doccia si accorgerà di questo regalo.
41 È ancora il solito bar dall'odore dolciastro, caldo e incasinato. Seduta in un
angolo osservo una donna non lontana che con fare esperto sta lanciando occhiate civettuole a un americano,
mentre fuma ammiccante, sembra quasi una spia dell' "esercito di Stato". Nel bar dilaga un odore di saliva,
di corpi, di profumo, di denaro, di sigarette e di fucili da caccia. Ma stasera non c'è il ragazzo a
chiacchierare con me.
42 Mentre esco dal bar incontro di nuovo quei grossi attaccabrighe vestiti di nero.
Uno di loro mentre mi passa accanto mi urta il seno, forse apposta. È un modo proprio ridicolo.
43 Per caso, su una rivista di moda leggo un servizio dedicato al ragazzo. Vengo così
a sapere come si chiama, cosa fa, e la sua storia. Il giornalista afferma che lui è uno dei migliori catcher
della città,
mentre lui ritiene che fare il fotografo gli fornisca un paio d'occhi diversi dalla massa della gente, le
pupille gli si dilatano o si restringono quando appaiono belle prede. Ma questo viene da un istinto
professionale, non sessuale, più di una volta ha pensato che alla fine sarebbe diventato un essere
asessuato, pallido e sensibile, che poteva essere amato dagli uomini come dalle donne, lui vorrebbe proprio
perdere la
capacità di amare, proprio come chi trovandosi sempre sotto il maligno stimolo del buon cibo perde
completamente il gusto. Si considera un fotografo competente, la sua esistenza costituisce la copia in
miniatura, sensibile ma morbosa, di questa città dell'epoca postindustriale.
44 L'articolo è davvero ben scritto, ma sono un po' delusa. Nella pagina successiva
sono pubblicate alcune sue opere, tra le quali stupita vedo anche me. È di sicuro una delle foto scattate
quella notte, io con gli occhi chiusi sono stesa sul lenzuolo di raso a disegni opachi, davanti
all'obiettivo appaiono belle le mie spalle e il collo, ma a guardar meglio sembra un bel cadavere su un
fondale marino. Ha veramente
afferrato quella sensazione di bellezza e di morte, in un certo senso mi ha davvero posseduta.
45 Non ho l'animo sereno, mi sento irrequieta. Tengo in mano la cornetta del telefono,
non so se telefonargli o no.
46 Alla fine lascio perdere. In un attimo mi rendo conto che tutta la cupezza
dell'epoca postindustriale si è di nuovo condensata nella mia testa, e non devo più fare stupidaggini.
In più, lui non è proprio quel
genere di persona, in quell'articolo ha addirittura dichiarato di voler diventare un essere asessuato. Io
non
sono in grado di fare la persona asessuata, ma posso fare la dura.
47 Un pomeriggio mi trovo a girare per l'opulenta via Huaihai, quando vedo per caso il
giovane fotografo. Sembra intento a fotografare lo scorcio di strada davanti al grande magazzino Meimei.
48 Quasi contemporaneamente mi vede anche lui, e resta come stupefatto, poi mi corre
incontro. Ho tutti i muscoli del corpo tesi, accelero il passo, supero di corsa l'edicola, l'aiuola
spartitraffico, le vetrine
colorate, gli scoraggianti manifesti pubblicitari. Il flusso congestionato della gente mi avvolge come un
fiume appiccicoso, mi sento al sicuro, mi sento soffocare, sento che voglio gettarmi tra le sue braccia,
senza alcun controllo. Alla fine perdo le sue tracce, e presa da un mancamento mi attacco al muro, senza
muovermi. .
49 So che mi piace ancora.
50 Nel lungo periodo successivo scrivo romanzi, confinata in una stanza. Scrittura
senza capo né coda,
allucinazioni da cima a fondo, una donna con le occhiaie nere, un treno d'epoca che si allontana piano.
Non so se sono ancora viva.
51 Un anno dopo.
52 Ci incontriamo per caso, io e il giovane fotografo, al ricevimento di una famosa
rivista. Ho da poco
pubblicato un libro di successo, ha venduto 300 mila copie, su giornali grandi e piccoli sono state
pubblicate più volte delle belle foto mie. Da amici ho avuto qua e là sue notizie, per un periodo è stato
ricoverato in un ospedale psichiatrico, un posto molto bello, dove era stato lui a voler andare, e l'aveva
considerato come un luogo di convalescenza, mi hanno anche detto che spesso vedeva una bella donna, piccola
di statura, con i capelli corti, che era la moglie del capobanda di una cosca mafiosa, e andava pazza per il
suo talento artistico, poi lui è stato ferito e la storia è finita.
53 Siamo alla festa, in piedi, in silenzio l'uno di fronte all'altra, e a lungo non
sappiamo che dire. Sembra la scena di un film classico, furtivamente emergono spasmodici i ricordi e
rimangono inesprimibili gli
enigmi. Negli occhi dell'altro vediamo noi stessi, silenziosi, ma c'è anche un lieve bisbigliare, una
sensazione che sale tra le braccia in una invisibile corrente.
54 D'improvviso si mette a ridere, mi mostra la mano sinistra, all'indice ha il mio
anello fluorescente, che sotto la luce brilla violaceo, come occhi di un piccolo animale.
55 Ti piace?, chiedo.
56 Annuisce, rivelando una espressione felice. Mi piace tantissimo. Dice.