INDICE>MONDO CINESE>LE NUOVE PROSPETTIVE DI SVILUPPO DEL SETTORE PRIVATO DELLA RPC

POLITICA INTERNA

Le nuove prospettive di sviluppo nel settore privato nella RPC
La politica del partito

di Marina Miranda

1. La controffensiva dei conservatori a metà degli anni '90

Le diverse fasi di sviluppo del settore privato, a partire dagli anni '80, sono state influenzate direttamente dalla linea politica adottata dal partito comunista; una linea che non è stata sempre uniforme, giacché ispirata a valutazioni di carattere ideologico, più che a criteri di natura economica. 
Agli inizi degli anni '90, le cosiddette tendenze ideologiche "di sinistra"1, mai del tutto sopite all'interno del partito e riportate in auge dopo la repressione del 1989, avevano fatto sì che la politica di riforma e apertura verso l'estero venisse considerata come "l'introduzione e lo sviluppo del capitalismo", mentre "i principali pericoli" sarebbero stati individuati proprio nel "settore dell'economia"2. Contro tali attacchi era riuscita, però, ad imporsi la linea politica di Deng Xiaoping basata sulla cosiddetta "teoria delle forze produttive", in base alla quale, per valutare i benefici di una determinata componente economica, non bisogna analizzare la sua presunta natura "socialista" o "capitalista", ma solo stabilire se essa favorisce o meno lo sviluppo delle forze produttive e l'aumento del tenore di vita della popolazione3. La definitiva vittoria della linea di Deng era stata, quindi, sancita in un primo momento al XIV Congresso del partito, nell'ottobre '924 e successivamente alla 3° Sessione Plenaria del XIV Comitato Centrale, nel novembre '935.
Ma a metà degli anni '90 si materializza una nuova offensiva da parte dei conservatori attraverso i cosiddetti "documenti di diecimila caratteri" non ufficiali (dixia wanyanshu). Il più interessante è il primo di essi, che risale alla primavera del '95; sull'identità del suo autore permangono molti dubbi: da alcuni è stato attribuito a Deng Liqun, ma secondo altri sarebbe stato redatto da Li Yanming, a capo dell'Istituto di Scienze Politiche dell'Accademia delle Scienze Sociali. Intitolato "Alcuni fattori che influiscono sulla sicurezza del nostro paese" (Yingxiang woguo guojia anquan de ruogan yinsu), questo documento è apparso per la prima volta sulla stampa nel gennaio '96, sulla rivista Yazhou zhoukan (Settimanale Asia) di Hong Kong, per poi essere ripubblicato in altre opere6
In esso si legge: la Cina è in pericolo, poichè alcuni fattori mettono a repentaglio la sicurezza del paese; bisogna riflettere su di essi per far tesoro dell'esperienza dell'URSS e dei paesi dell'Europa Orientale. Nella prima parte, questo wanyanshu tratta delle trasformazioni del sistema di proprietà, provocate da uno sviluppo incontrollato dell'economia privata, cui dovrebbero essere imposte restrizioni; il settore privato negli anni 80, invece, avrebbe ricoperto un ruolo complementare e utile per l'economia socialista. La principale accusa è, quindi, rivolta al partito, incapace di controllare questo settore, che avrebbe intrapreso la via capitalista.
La seconda parte di questo documento tratta delle trasformazioni dei rapporti di classe: le riforme economiche e, in particolare, le trasformazioni del sistema di proprietà, avrebbero fatto nascere una nuova borghesia e nuova ideologia borghese. Per la prima volta assistiamo a un attacco diretto a Deng Xiaoping e alle sua politica di riforma: i discorsi dell'anziano leader pronunciati durante il suo viaggio nel sud del paese, nelle Zone Economiche Speciali, nel '92, sono considerati come la principale "liberalizzazione borghese".
Viene così più volte denunciato l'emergere di una nuova classe borghese, che rivendica diritti di rappresentanza politica per proteggere i propri interessi economici. Viene quindi ritenuta pericolosa la presenza degli imprenditori privati eletti tra i membri dell'Assemblea Nazionale del Popolo e della Conferenza Politica Consultiva. E' interessante la conclusione di questo wanyanshu: la liberalizzazione borghese è riuscita a farsi strada nonostante siano stati fermati i "tumulti" dell'89; un'osservazione molto interessante, data l'attualità del dibattito su Tian'anmen7.
Altri documenti di questo tipo, sebbene dai toni più smorzati, appaiono fino agli inizi del '97: essi non trovano, però, grande seguito e non riescono a raggiungere i principali media; hanno una circolazione ristretta soprattutto nei circoli intellettuali ed accademici, dando vita a un dibattito limitato ad alcune riviste controllate dai conservatori, come, ad esempio, l'organo teorico del partito, la rivista Qiushi.
In un certo senso, però, gli attacchi dei conservatori sembrano trovare qualche eco nel documento della 6° Sessione Plenaria del XIV Comitato Centrale dell'ottobre '968, nel quale, per la prima volta dopo l''89, l'ideologia viene nuovamente messa al primo posto nella linea politica del partito. Tema centrale di questo documento è l'edificazione di una "civiltà spirituale socialista" (shehuizhuyi jingshen wenming), un concetto che è stato spesso adoperato nei discorsi, nei rapporti e nei documenti ufficiali del partito a partire dagli anni '809; esso è riferito a un'ampia gamma di principi e valori, tra cui soprattutto la fedeltà al partito-stato, l'adesione al marxismo-leninismo e soprattutto ai "quattro principi cardinali" (si xiang jiben yuanze): il socialismo, la dittatura del proletariato, la leadership del partito e il pensiero di Mao Zedong10. Il documento del 6° Plenum appare come una necessaria concessione alla sinistra per portare avanti le riforme, come un tentativo di enfatizzare l'ideologia e allo stesso tempo lasciar sviluppare l'economia; una formula che ha costantemente rappresentato la contraddizione principale dell'intero processo di riforma, cercando di combinare il totalitarismo in campo politico con il liberismo in quello economico.
Le risoluzioni di questo plenum rappresentano il primo tentativo di Jiang Zemin di imporre una propria autorità ideologica, cominciando ad affermare un proprio ruolo al centro della nuova leadership, con l'aggravarsi delle condizioni di salute di Deng Xiaoping, del quale si prevede a breve la scomparsa. 

2. La politica del partito alla fine degli anni '90 

E' quindi a partire dal '97 che la linea di Jiang Zemin si impone progressivamente: con un'aperta critica ai wanyanshu dei conservatori in un discorso alla scuola centrale del partito, nel gennaio dello stesso anno11 e, successivamente, con le risoluzioni approvate in occasione del XV° Congresso del partito, nel settembre successivo12
Il documento redatto in questa sede rappresenta una svolta importante, che sancisce il pluralismo in campo economico consolidatosi nel corso del processo di riforma: esso riconosce la necessità di uno sviluppo del settore statale dell'economia, in posizione dominante, simultaneo a quello di altre forme di proprietà differenziate. Inoltre in questo documento viene fornita una nuova definizione del settore pubblico, il quale, pur conservando una posizione dominante nell'intero sistema economico, non deve solo coesistere con "diverse forme di proprietà", ma sviluppare esso stesso forme di proprietà differenziate. Questa nuova definizione comporta una radicale trasformazione dell'intero sistema economico: il settore pubblico non include soltanto i settori statale e collettivo, ma anche le componenti a proprietà statale e collettiva del settore dell'economia mista.
Il documento del XV Congresso fornisce inoltre un importante riconoscimento al settore privato, definito come una "componente importante" (zhongyao zucheng bufen)13 dell'economia di mercato socialista e non più solo come "un supplemento necessario e benefico" (biyao de, youyi de buchong)14 dell'economia pubblica socialista. Quest'ultima è la dicitura in base alla quale era stata definita l'economia privata secondo l'art.11 della Costituzione, in base agli emendamenti approvati nel marzo 1988, che costituiscono il primo vero riconoscimento giuridico fornito a questo settore15
Il successivo, ulteriore riconoscimento come una "componente importante" viene sancito con il nuovo emendamento apportato all'art.11 della Costituzione nel corso della 2° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo, a marzo 199916. Esso rappresenta una sostanziale rivalutazione del ruolo assunto dal settore privato nella sorprendente crescita economica sperimentata dall'intera economia nazionale negli anni '90. In realtà, ormai da tempo il settore privato, in alcune località e province, e per alcune branche di attività, aveva già ampiamente superato lo status complementare di mero supplemento nel risolvere il problema della disoccupazione e nel migliorare il tenore di vita della popolazione, sebbene la sua iniziale crescita fosse stata un'immediata risposta proprio al fenomeno della disoccupazione e il suo primo sviluppo, soprattutto nelle attività commerciali e nei servizi, fosse stato dovuto all'incapacità da parte dei settori statale e collettivo a provvedere ai nuovi bisogni di beni e servizi richiesti dalla popolazione e a soddisfare le nuove esigenze di diversificazione dei consumi. 
Ma gli emendamenti non hanno in definitiva fornito alla proprietà privata lo stesso status della proprietà pubblica socialista, che è ritenuta "inviolabile" in base alla Costituzione (art.12). Infatti quest'ultima non fornisce ancora garanzie sufficienti alla proprietà privata, non tutelata allo stesso modo di quella pubblica. Sebbene l'art.13 faccia riferimento alla salvaguardia dei beni personali dei cittadini, come risparmi, salari, abitazioni e altre forme di proprietà, esso non menziona i mezzi di produzione posseduti privatamente, cui ogni riferimento è deliberatamente tralasciato perché in contraddizione con la natura socialista del paese, in base alla quale è allo stato che va la proprietà dei mezzi di produzione.

3. La legge sulle imprese a capitale singolo individuale

La politica favorevole nei confronti del settore privato della primavera '99 si concretizza, qualche mese più tardi, in una misura legislativa: l'emanazione della "Legge sulle imprese a capitale singolo individuale" (geren duzi qiye)17. Proposta dalla 10 Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo il 24 giugno '99, approvata dalla 11 Sessione della stessa il 30 agosto '9918, essa è entrata in vigore a partire dal 17 gennaio 200019.
In base all'art.2 vengono definite "imprese a capitale singolo individuale" quelle imprese nelle quali l'investitore è una singola persona fisica e la cui proprietà è proprietà personale dello stesso. In tal modo, con questa nuova configurazione giuridica il legislatore sembrerebbe migliorare in qualche modo lo status delle piccole imprese individuali (getihu), definito in base alle precedenti "Norme" emanate progressivamente nel 198120, nel 198321 e nel 198722. Tali imprese risulterebbero, quindi, equiparate alle imprese a capitale singolo privato (siying duzi qiye), previste dall'art.7 delle precedenti "Norme Provvisorie per le imprese private", promulgate a giugno 198823; un tipo di società che corrisponde alla società semplice prevista dal nostro Codice Civile24.
La nuova "Legge" del '99 potrebbe rivestire una particolare importanza dal punto di vista teorico, poiché sembrerebbe superare la discriminazione di natura ideologica tra imprese individuali e imprese private. In base a essa, viene infatti finalmente configurato un tipo di impresa per la quale non deve essere specificato il numero di dipendenti richiesto, eliminando in tal modo il precedente criterio di discriminazione politica: un risultato significativo in base al quale può essere valutato il mutato atteggiamento del partito. 
Come è noto, mediante una distinzione essenzialmente politica in due categorie ben distinte, all'interno del settore privato le piccole imprese individuali (getihu) erano state differenziate dalle imprese private vere e proprie (siying qiye). Le prime sono imprese di dimensioni ridotte, che svolgono attività artigianali, commerciali e attività di servizi, gestite da un solo responsabile o da un nucleo familiare; invece, le imprese private sarebbero state caratterizzate dall'impiego di almeno otto lavoratori salariati, oltre che da dimensioni produttive più ampie, che supererebbero l'ambito della gestione individuale e la conduzione su scala familiare, con maggiori fondi e capitali. I lavoratori salariati, inoltre, non sarebbero dovuti essere membri della famiglia del proprietario dell'azienda, al contrario di quanto avviene, invece, per parte del personale che opera nelle imprese individuali. La principale differenza sarebbe, quindi, consistita nel numero di lavoratori dipendenti che, nelle imprese private, non sarebbero potuti essere al di sotto di otto: questo, che sembrerebbe l'unico criterio di differenziazione tra i due tipi di imprese, ha sollevato inevitabili polemiche di natura teorica25
Tale principio sembrerebbe rappresentare quasi una linea di demarcazione ideologica, in base alla quale, al di sotto di un certo numero di operai salariati, un'impresa non può produrre abbastanza profitto da diventare "capitalista". Infatti, fino a metà degli anni '80, il settore privato è stato identificato principalmente con l'economia individuale e, quindi, maggiormente tollerato.
Nelle imprese a capitale singolo individuale essendo i mezzi di produzione e l'intero capitale di proprietà di un unico individuo, il profitto conseguito è un reddito individuale e l'indebitamento cui può essere sottoposta l'impresa è un onere personale del proprietario. In base all'art.2, l'imprenditore si assume responsabilità illimitata per l'impresa, mentre, in base all'art.32, se i beni utilizzati nell'esercizio dell'attività dell'impresa sono insufficienti a saldare i debiti, devono essere adoperati i restanti beni personali dell'imprenditore. Siccome, però, dal punto di vista patrimoniale, non esiste alcun obbligo per l'investitore di registrare i propri restanti beni personali, nella prassi è difficile poterli accertare, come è già avvenuto in alcuni casi specifici26. Infatti la nuova "Legge" del '99, che costituisce un importante incoraggiamento per la costituzione di nuove società, stabilisce che non deve essere più specificata la quota minima di capitale da versare, che può simbolicamente ammontare a un solo yuan. Condizione che ha coniato un nuovo modo di dire: "con un solo yuan si può fare il boss" (yi yuan qian dang laoban)27.
La maggiore innovazione della nuova "Legge" del '99 consiste nella chiara tutela degli interessi dell'imprenditore, i quali vengono garantiti contro i frequenti abusi e vessazioni da parte della burocrazia amministrativa, più volte denunciati anche dai media28. Infatti in base all'art. 25, l'impresa ha il diritto di rifiutare richieste illegali materiali o pecunarie da parte di uffici e organismi governativi e di denunciare i responsabili di tali atti, i quali saranno perseguiti civilmente o penalmente (art. 41).
Inoltre vengono enormemente semplificate le procedure burocratiche per ottenere la licenza di esercizio e la registrazione, che può essere ottenuta direttamente presso gli organismi amministrativi competenti a livello locale dell'industria e del commercio, senza dover ottenere l'autorizzazione di molteplici altri uffici, semplicemente sulla base di una certificazione dell'identità personale e della precedente occupazione. La registrazione deve avvenire entro 15 giorni dalla data di presentazione della domanda (art.12).
Un'ulteriore garanzia degli interessi degli imprenditori consiste nel fatto che, al fine di evitare azioni illegali da parte delle autorità locali, qualora la richiesta di registrazione fosse negata, il richiedente ha il diritto di esigere un'indagine amministrativa agli organismi competenti (art.44). Inoltre, in caso di registrazioni illegali da parte delle autorità, gli interessati saranno soggetti a sanzioni amministrative o a procedimenti penali (art.45).
Come incentivo alla costituzione di nuove società è prevista l'esenzione dalle imposte per tre anni; infine, tra le possibilità di ottenere finanziamenti, date le notevoli difficoltà di procurarsi prestiti bancari, è estesa alle imprese a capitale singolo individuale la stessa possibilità concessa alle imprese statali, quella di accedere al mercato azionario. Ottenere finanziamenti per le aziende è così difficile che molte di esse sono state costrette ad accettare prestiti a condizioni onerose da imprese statali, le quali generalmente ottengono finanziamenti da banche pubbliche a un tasso del 14% circa e li concedono a loro volta a un tasso almeno doppio29.

4. Il cosiddetto pensiero delle "tre rappresentatività"

Le prospettive future di ulteriore sviluppo e trasformazione del settore privato sono strettamente legate alle nuove elaborazioni ideologiche in seno al partito e, in particolar modo, al cosiddetto pensiero de "le tre rappresentatività" ("san ge daibiao" sixiang), da molti attribuito a Liu Ji, ex vice-presidente dell'Accademia delle Scienze Sociali. A "le tre rappresentatività" ha fatto riferimento per la prima volta Jiang Zemin nel corso del suo viaggio nel Guangdong dal 21 al 25 febbraio 200030; un viaggio che è stato quasi immediatamente paragonato al nanxun di Deng Xiaoping nel sud del paese, nelle Zone Economiche Speciali, agli inizi del '9231
In base a questa nuova teoria, il partito dovrebbe rappresentare "le esigenze di sviluppo delle forze produttive più avanzate, gli orientamenti della cultura più avanzata e gli interessi fondamentali della larga maggioranza della popolazione"32. Ciò sta a significare che il partito, quindi, non rappresenterebbe più soltanto il proletariato e le masse lavoratrici, ma anche gli imprenditori, i manager, i professionisti, gli intellettuali, gli scienziati, i tecnici, gli operatori della new economy. Questa nuova formulazione, che abbraccia tutti i nuovi strati emergenti nella società, esplicita la necessità da parte del partito di adeguarsi al mutamento in corso della compagine sociale, allargando la propria base di supporto. Inoltre essa propone un'analisi della società cinese contemporanea scevra da qualsiasi tipo di connotazione di classe e da ogni principio legato alla lotta di classe nell'esame dei diversi strati; in particolare, la definizione di "classi lavoratrici" inserisce tale concetto nel contesto di uno sviluppo economico estensibile a tutti gli strati della popolazione.
Il pensiero de "le tre rappresentatività" riveste particolare importanza nel progetto di riedificazione del partito, riformulandone i compiti nelle mutate condizioni storiche della Cina, ridefinendone i principi ispiratori rispetto alle nuove sfide del XXI secolo, cercando di preservarne il ruolo creativo di avanguardia, la vitalità e la natura di forza avanzata della società. La necessità della ricerca di una nuova identità da parte di un partito che si è già trasformato, da avanguardia rivoluzionaria, in partito di governo è stata ampiamente sottolineata nel rapporto riservato, preparato da Pan Yue, a capo del Comitato per la Riforma del Sistema Politico, in occasione degli 80 anni della fondazione del partito33.
Sebbene sia presentata quasi come una panacea per sanare molti dei mali che affliggono l'organizzazione del partito, come ad esempio il problema della corruzione, questa dottrina si presta alle interpretazioni più svariate, che possono trovare applicazione negli ambiti più diversi. Il riferimento alla "cultura più avanzata" sostanzialmente può essere considerato un'ennesima conferma della politica di riforma e apertura verso l'estero, essendo esso una chiara allusione al necessario apporto di tecnologia e know-how dal mondo esterno di cui la Cina ha bisogno nel corso del processo in atto di modernizzazione economica. Il richiamo alle "forze produttive più avanzate" potrebbe essere considerato, invece, una giustificazione teorica per una più risoluta ed energica attuazione della riforma delle imprese statali, con la drastica chiusura di quelle in deficit e i conseguenti licenziamenti di massa. 
Nella primavera del 2000, nel corso di un viaggio nelle province del Jiangsu, Zhejiang e nella municipalità di Shanghai, dall'8 al 15 maggio, Jiang Zemin ha ribadito che: "tutti i membri del partito e i quadri dirigenti devono conoscere e padroneggiare "le tre rappresentatività", al fine di uniformare a tali principi il proprio pensiero e il proprio comportamento; solo in questo modo possono fare in modo di diventare davvero dei membri del partito e dei quadri dirigenti qualificati"34. Proprio a partire da questo discorso, tenuto a Shanghai il 14 maggio, viene lanciata, nello stesso mese, la campagna di propaganda e di ampia diffusione del pensiero de "le tre rappresentatività" sui media nazionali, a cominciare dai principali quotidiani direttamente controllati dal partito, il Renmin ribao (Quotidiano del Popolo), il Guangming ribao (Quotidiano Chiarezza) e il Jiefangjun ribao (Quotidiano dell'Esercito Popolare di Liberazione). 
L'ulteriore stadio di diffusione de "le tre rappresentatività" è rappresentato dal discorso tenuto da Jiang il 20 giugno a Lanzhou, durante un viaggio nelle province del nord-ovest del Gansu e del Ningxia35. A partire da questo terzo discorso, incentrato ancora sulla necessità di mettere in pratica "le tre rappresentatività", viene lanciata l'ulteriore fase di propaganda di tale teoria, che durante tutta l'estate del 2000 investe le principali riviste e mensili controllati dal partito: Qiushi (La ricerca della verità), Zhongguo Gongchandang (Il Partito Comunista Cinese), Dang jian (L'edificazione del partito), Dang jian yanjiu (Ricerche sull'edificazione del partito), Zhongguo dangzheng ganbu luntan (Tribuna dei quadri del partito), Liaowang xinwen zhoukan (Settimanale panorama).
A ciascuna di queste tre fasi progressive36 nella diffusione de "le tre rappresentatività" corrisponde la pubblicazione di un volume da parte delle principali case editrici: uno a fine marzo a cura della Casa Editrice del Popolo37, uno a fine maggio a cura della Casa Editrice Bandiera Rossa38 e un altro a fine giugno a cura della Casa Editrice del Quotidiano Chiarezza39.
A "le tre rappresentatività" ha fatto, poi, riferimento anche Zhu Rongji nel suo rapporto alla 4° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo40 a marzo 2001; e per promuoverne ulteriormente la diffusione, a febbraio 2001, proprio a Gaozhou nel Guangdong, dove Jiang Zemin ha trattato per la prima volta di questa teoria, è stato organizzato un convegno cui hanno partecipato quadri dirigenti del partito, dell'esercito e lo staff editoriale del suo organo ideologico, la rivista Qiushi, dove sono state poi pubblicate tutte le sintesi degli interventi41.
"Le tre rappresentatività" sono parte integrante del cosiddetto "pensiero di Jiang Zemin", oggi così attuale, alla cui elaborazione e sistematizzazione stanno partecipando gli ideologi della scuola centrale del partito vicini a Zeng Qinghong, Huang Ju e ad altri esponenti della cosiddetta "fazione di Shanghai", che stanno curando la prossima pubblicazione delle Opere Scelte di Jiang. Questa elaborazione teorica eleverebbe così l'attuale segretario del partito allo stesso status dei suoi predecessori, Deng Xiaoping e Mao Zedong: essa dovrebbe essere considerata il contributo di Jiang al marxismo e raccoglierebbe ufficialmente l'eredità ideologica di Deng, al cui insegnamento essa si riallaccia direttamente, sviluppandolo ulteriormente42.
Non sono poche le critiche a "le tre rappresentatività", soprattutto da parte dei conservatori, secondo i quali, avvicinandosi più ai principi della socialdemocrazia che a quelli del comunismo, questa dottrina farà sì che il partito abbandoni la propria connotazione socialista43. Al fine di superare le diverse resistenze interne, da parte del Comitato Centrale, del Consiglio degli Affari di Stato e della Commissione Militare Centrale è stata emanata una direttiva a circolazione interna, poi pubblicata dalla stampa di Hong Kong44. In tale documento neibu45 non vengono menzionati i nomi dei quadri e dirigenti accusati di boicottaggio e opposizione; ma alla fine di esso vengono pubblicamente biasimate solo alcune unità: le scuole di partito del Hebei, Hubei, Shanxi, Hainan, e l'Accademia delle Scienze Sociali dell'Anhui
Se il pensiero de "le tre rappresentatività" verrà incorporato nello statuto del partito, in occasione del XVI Congresso nel 2002, è innegabile che sarà modificata ufficialmente la natura stessa di questa organizzazione, la quale non potrà più essere ancora considerata avanguardia della classe operaia e rappresentare principalmente il proletariato e le classi lavoratrici. Nel corso del XVI Congresso il partito sarà comunque costretto a presentarsi con una nuova immagine, al fine di permettere la transizione verso una nuova generazione di leader, i quali non hanno un rapporto così stretto con le masse lavoratrici, come quelli della generazione precedente. Tuttavia questa nuova elaborazione teorica dovrà poi essere valutata alla luce dei nuovi scenari internazionali, determinati dal processo di globalizzazione in atto e dall'imminente ingresso della Cina nel WTO. 

Note

1 Per un uso appropriato dei termini "destra" e "sinistra" nella Cina contemporanea, si veda Alessandra Lavagnino, "XV Congresso del PCC: piccolo lessico 'politico' del dopo Deng", in Cina: Miti e Realtà, a cura di Alfredo Cadonna e Franco Gatti, Libreria Editrice Cafoscarina, Venezia, 2001, p.204.
2 Contro le cosiddette influenze ideologiche "di sinistra" è stato scritto molto agli inizi degli anni '90; le principali argomentazioni sono state raccolte in tre volumi, pubblicati tra il 1992 e il 1993: Lishi de chaoliu (L'Orientamento della Storia), Zhongguo Renmin Daxue chubanshe, Beijing, 1992; Fang "zuo" beiwanglu (Promemoria su Come Difendersi dalla Sinistra), a cura di Zhao Shilin, Shuhai chubanshe, Taiyuan (Shanxi), 1992 ; e Zhongguo zuo huo (Il Disastro della Sinistra in Cina ) di Wen Yü, Zhaohua chubanshe, Beijing, 1993.
3 "1992nian pochu xing 'she' xing 'zi' " (L'eliminazione della teoria della natura 'socialista' e della natura 'capitalista' nel 1992), in Jiaofeng - Dangdai Zhongguo sanci sixiang jiefang shilu (Scontri - I materiali autentici della terza liberazione del pensiero nella Cina contemporanea), a cura di Ma Licheng e Jun Zhijun, Jinri Zhongguo chubanshe, Beijing, 1998, pp.157-59. Per un'analisi politica di quest'ultimo testo, si veda Alessandra Lavagnino, "Dove va la Cina? A proposito di alcune recenti pubblicazioni cinesi", Mondo Cinese, n.98, Maggio-Agosto 1998, pp.42-43.
4 Jiang Zemin, "Jiakuai gaige kaifang he xiandaihua jianshe bufa, duoqu you Zhongguo tese shehuizhuyi shiye de geng da shengli" (Acceleriamo la politica di apertura, riforma e modernizzazione, otteniamo una maggiore vittoria nell'edificazione del socialismo con caratteristiche cinesi), Renmin ribao, 13.10.92, pp.1-2.
5 "Zhonggong Zhongyang guanyu jianli shehuizhuyi shichang jingji tizhi ruogan wenti de jueding" (Risoluzioni del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese riguardanti alcuni problemi del sistema dell'economia di mercato socialista), Renmin ribao, 17.11.93, pp.1-2.
6 " 'Gong' yu 'si': lao wenti chengle xin jiaosuo" ('Pubblico' e 'privato': un vecchio problema che è diventato un nuovo giogo), in Jiaofeng, op.cit., pp.242-48. 
7 M. Miranda, "I "documenti di Tian'anmen" e la successione a Jiang Zemin", Mondo Cinese, n. 106, Gennaio-Marzo 2001, pp.19-27.
8 "Zhonggong Zhongyang guanyu jiaqiang shehuizhuyi jingshen wenming jianshe ruogan zhongyao wenti de jueyi (Risoluzione del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese riguardante alcuni problemi sul consolidamento dell'edificazione della civiltà spirituale socialista)", Renmin ribao, 14.10.1996, pp.1-2.
9 Lu Jing, "Zhonggong jingshen wenming jianshe dian ping (Alcune critiche all'edificazione della civiltà spirituale socialista dei comunisti cinesi)", Zhonggong yanjiu, vol.31, n.5, Mag. 1997, p.1. 
10 Hu Chaoqun, "Xian jieduan Zhonggong jingshen wenming jianshe nei han yu mianlin wenti (Le caratteristiche della civiltà spirituale socialista e i problemi da affrontare nell'edificazione di essa nella fase attuale da parte dei comunisti cinesi)", Zhonggong yanjiu, vol.30, n.11, Nov. 96, p.18.
11 "Building a socialist spiritual civilization", China News Analysis, n.1572, 15 nov. 1996, pp.8-9.
12 Jiang Zemin, "Gaoju Deng Xiaoping lilun weida qizhi, ba jianshe you Zhongguo tese shehuizhuyi shiye quanmian tui xiang ershiyi shiji. Zai Zhongguo Gongchangdang Shiwu Ci Quanguo Daibiao Dahui shang de baogao" (Teniamo alta l'illustre bandiera della teoria di Deng Xiaoping, facciamo avanzare verso il XXI° secolo la causa della costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi. Rapporto all'Assemblea Generale dei Delegati di tutto il paese al XV° Congresso del Partito Comunista Cinese), Renmin ribao, 22.9.1997, pp.1-4, sez.V.
13 Ibid. e Qiu Honghui, "Dui Zhonggong siying jingji fazhan jiqi yingxiang zhi fenxi" (Analisi dell'influenza e dello sviluppo dell'economia privata dei Comunisti Cinesi), parte I, Zhonggong yanjiu, vol.34, n.6, giugno 2000, p.47. 
14 Wang Baoshu, "Siying qiye de tezheng jiqi falü diwei", Guangming ribao, 17.5.1988, p.3.
15 M. Miranda, "Le imprese private nella Repubblica Popolare Cinese. Sviluppo e normativa recente", Mondo Cinese, n.65, Marzo 1989, p.45.
16 Piero Corradini, "Riforme costituzionali", Mondo Cinese, n.100, Gennaio-Aprile 1999, pp.13-25; M. Miranda, "Stabilità e riforme "con caratteristiche cinesi" - la 2° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo", ibid., pp.3-12.
17 "Zhonghua Renmin Gongheguo geren duzi qiye fa" (Legge sulle imprese a capitale singolo individuale della Repubblica Popolare Cinese), Renmin ribao, 1.9.1999, p.2.
18 "Renda Changweihui di-shiyi ci huiyi bimu" (Si chiude l'XI Sessione Plenaria della 9° Assemblea Nazionale del Popolo), Renmin ribao, 31.8.1999, pp.2-3.
19 Li Penghui, "Geren duzi qiye zhuce kaishi caozuo" (La registrazione delle imprese a capitale singolo individuale comincia a essere operativa), Renmin ribao, 18.1.2000, p.2.
20 "Guowuyuan guanyu chengzhen fei nongye geti jingji ruogan zhengcexing guiding" (Alcune disposizioni di natura politica del Consiglio degli Affari di Stato riguardanti l'economia individuale urbana non agricola), Zonghua Renmin Gongheguo Guowuyuan gongbao, n.16-363, 25 sett.1981, pp.493-96.
21 " 'Guowuyuan guanyu chengzhen fei nongye geti jingji ruogan zhengcexing guiding' de buchong guiding" (Disposizioni supplementari ad 'Alcune disposizioni di natura politica del Consiglio degli Affari di Stato riguardanti l'economia individuale urbana non agricola'), Renmin ribao, 25.4.83, p.2.
22 "Chengxiang geti gongshanghu guanli zanxing tiaoli" (Norme provvisorie riguardanti la gestione delle imprese individuali artigianali e commerciali urbane e agricole), Renmin ribao, 19.8.87, p.2. 
23 "Zhonghua Renmin Gongheguo siying qiye zanxing tiaoli" (Norme provvisorie per le imprese private della Repubblica Popolare Cinese), Fazhi ribao, 29.6.1988, p.4.
24 artt. 2251-2290; si veda, Francesco Galgano, Le società in genere - Le società di persone. Trattato di diritto civile e commerciale, vol.XXVIII, Milano, 1982, pp.85-90.
25 Xu Chenghua "Fazhan geti he siying jingji bixu pochu san ge bu zhengque guandian" (Per sviluppare l'economia individuale e privata bisogna eliminare tre tipi di opinioni non corrette), Jingji guanli, n.11, Nov. 1992, pp.,26-27; Liu Shunyun, "Siying jingji wenti yantaohui guandian zongshu" (Riepilogo della tavola rotonda sui problemi dell'economia privata), Guangming ribao, 9.7.1988, p.3.
26 "Wholly individually-owned enterprises leap forward", China Law and Practice, vol.XIII, n.8, Ott. 1999, p.53. 
27 Li Yougen, "Lun woguo geren duzi qiye de ziben zhidu" (Il sistema dei capitali nelle imprese a capitale singolo individuale"), Faxue zazhi, n.4, Apr. 2000, p.27.
28 "Wholly individually-owned enterprises", op.cit., p.54.
29 "Doctor's orders", Far Eastern Economic Review, vol.157, n.7, 17.2.1994, p.26.
30 Shi Zhongquan, "'San ge daibiao' sixiang: dui dang de lishi jingyan de xin zongjie - xuexi JiangZemin tongzhi de 'nanfang jianghua'" (Il pensiero de 'le tre rappresentatività': verso una nuova sintesi dell'esperienza storica del partito - studiamo il "discorso al sud" del compagno Jiang Zemin), Zhonggong dangshi yanjiu, n.4 (76), 2000, p.1.
31 M. Miranda, "Lo sviluppo dell'economia di mercato in Cina", Mondo Cinese, n.86, Maggio-Agosto 1994, p16.
32 Shi Zhongquan, op.cit., p.1.
33 Pan Yue, "Dui geming dang xiang zhizheng dang zhuanbian de sikao" (Riflessioni sulla trasformazione da partito rivoluzionario a partito al potere), Kaifang, n.7 (175), luglio 2001, pp.28-38. 
34 "Quanmian jiaqiang dang de jianshe de weida gangling" (Sottolineamo con forza il grande programma per l'edificazione del partito), Renmin ribao, 22.5.2000, p.1.
35 Zhonggong nianbao 2001 (Annuario del 2001 dei comunisti cinesi), Zhonggong yanjiu zazhishe, vol.1, Taibei, 2001, pp.258-59. 
36 Wu Renjie, "Zhonggong tichu 'san ge daibiao' sixiang qingkuang ji xianshi yi han" (Le condizioni in base alle quali il PCC ha formulato il pensiero de 'le tre rappresentatitività' e il suo contenuto e significato manifesto), Zhongguo dang wenti yanjiu, vol.26, n.8, agosto 2001, pp.80-81. 
37 Quanmian jiaqiang dang de jianshe weida gangling (Rafforziamo in maniera completa il grande progetto di edificazione del partito), Renmin chubanshe, Beijing, 2000. 
38 Li dang zhi ben, zhizheng zhi ji, liliang zhi yuan - xuexi Jiang Zemin guangyu 'san ge daibiao' de zhongyao sixiang (Il fondamento dell'edificazione del partito, la base del governo, la sorgente della forza - Studiamo l'importante pensiero de 'le tre rappresentatività' di Jiang Zemin), Hongqi chubanshe, Beijing, 2000.
39 'San ge daibiao' zhongyao sixiang xuexi quanshu (Testo per lo studio dell'importante pensiero de 'le tre rappresentatività'), Guangmin ribao chubanshe, Beijing, 2000. Si veda inoltre, Li Gengchen, Dangwei xuexi zhongxinzu 'san ge daibiao' zhishi duben (Manuale per la conoscenza de 'le tre rappresentatività'del gruppo centro studi del Comitato Centrale del partito), Taihai chubanshe, 2 voll., Beijing, 2000.
40 Zhu Rongji, "2001nian 3yue 5ri zai di-jiu jie quanguo renmin daibiao dahui di-sici huiyi shang" (Rapporto alla 4° Sessione della IX Assemblea Nazionale del Popolo del 5.3.2001), Renmin ribao, 17.3.2001, p.2.
41 "Lilun yantaohui fayan gaoyao "Xuexi guanche Jiang Zemin 'San ge daibiao' zhongyao sixiang" (Sintesi degli interventi al seminario teorico "Stidiare e mettere in pratica gli importanti principi de 'Le tre rappresentatività' di Jiang Zemin"), parte prima, Qiushi, n.5, 1.3.2001, pp.3-9; parte seconda, Qiushi, n.6, 16.3.2001, pp.10-13.
42 L'eredità ideologica di Deng Xiaoping è la cosiddetta teoria della "costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi" (Deng Xiaoping jianshe you Zhongguo tese shehuizhuyi lilun), che, però, non può essere considerata una dottrina organica e sistematica; essa è l'insieme degli assunti ideologici che hanno giustificato le riforme e le scelte di politica economica in antitesi con il marxismo ortodosso e in base alle quali è stato possibile il considerevole sviluppo economico sperimentato dalla Cina negli ultimi vent'anni. Si veda anche, M. Miranda, "Brevi note sull'ideologia del Partito Comunista Cinese negli anni '80 e '90", 1989 - Rivista di Diritto Pubblico e Scienze Politiche, vol.VIII, n.3, 1998, pp. 441-68. 
43 "Zuixin shuyu dao du - "San ge daibiao"" (Guida alla nuova terminologia [del Partito Comunista Cinese] - "Le tre rappresentatività"), Zhonggong Yanjiu, vol.34, n.6 (402), 15.6.2000, p.100.
44 Yue Shan "San ge daibiao zao guangfan dizhi" (Le 'tre rappresentatività' hanno incontrato una grande resistenza), Zheng ming, n.4, (282), 2001, pp.15-16.
45 "Bixu renzhen xuexi, zhunque luoshi Jiang Zemin tongzhi 'san ge daibiao' sixiang dao gongzuo, fangzhen shang" (È necessario studiare diligentemente e accuratamente mettere in pratica nell'orientamento e nel lavoro il pensiero de 'le tre rappresentatività' del compagno Jiang Zemin), in ibid.

 

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