Venerdì 13 Luglio 2001.
Sanlitun Bar Street, Pechino. Ore 22:10.
Nel bar straripante di
gente l'annuncio di Mr. Samaranch è inghiottito da un boato incontenibile.
L'intero locale si trasforma istantaneamente in una bolgia urlante e gioiosa. La
gente salta sui tavoli al ritmo di cori di giubilo improvvisati, si scambia
abbracci accorati, si riversa in strada agitando nell'aria soffocante un numero
imprecisato di minuscole bandierine cinesi. Fiumi di birra e champagne vengono
fatti schizzar fuori da centinaia di bottiglie già predisposte per i
festeggiamenti, andando a innaffiare una folla in preda a un'euforia che giunge
a coronamento di un sogno atteso da anni e trasformatosi oggi in realtà.
Pochi secondi sono trascorsi dall'investitura ufficiale del CIO e la via dei bar di Sanlitun è gia' inondata da migliaia di persone esultanti. Alle miriadi di flash che immortalano il momento storico per la città di Pechino si affiancano le luci abbaglianti brandite dalle troupe televisive cinesi e di mezzo mondo, impegnate nell'improba quanto affannosa rincorsa della massa in tripudio. Il passa parola informa che scene simili si vanno moltiplicando nella città intera. Appaiono enormi bandiere cinesi, sventolate con esuberante orgoglio da giovanotti appollaiati sui lampioni. Gruppi di persone lasciano partire le note dell'inno nazionale da decine di ugole già arrochite dalla gioia. Si organizzano le cellule di quello che da lì a pochi minuti assumerà le fattezze di un vero e proprio corteo festante. Era dai tempi delle manifestazioni dell'89 che a Pechino non si registrava un moto popolare talmente spontaneo e massiccio. Il corteo giubilante inizia a muovere i primi passi verso sud, gridando al cielo l'obiettivo da raggiungere: piazza Tian'anmen. Snodandosi per le strade di Pechino, il serpentone umano viene affiancato da caroselli assordanti di clacson e trombette al limite dello sfiato. Gli autobus, stracolmi come di consueto, arrestano la propria corsa; i passeggeri scendono e si uniscono sorridenti al corteo. Centinaia di persone scese in strada per assistere da vicino allo spettacolo di folla rompono timidamente ogni indugio e si lasciano risucchiare dalla festa mobile.
La capitale riesce per una volta a mettere da parte il suo austero e distaccato sussiego, dando libero sfogo a una felicità genuina e irrefrenabile.
Per noi cinesi si tratta di un evento assolutamente storico" afferma Liu Bing, impiegata trentaduenne presso una multinazionale svedese "Ma credo che in occidente non si possa comprendere fino in fondo il senso e l'importanza che questo riconoscimento rappresenta per la Cina e i cinesi tutti. In verità io sono contenta in particolar modo per mia figlia. Nel 2008 compirà sette anni e spero avraà modo di vivere e lavorare in una città più sana, vivibile e moderna di quella attuale.
All’indomani del trionfo un fatto è certo: la Pechino del 2008 sarà una città totalmente diversa da quella odierna.
Negli anni a venire cantieri e tubi innocenti ricopriranno con un manto uniforme e polveroso la città e migliaia di edifici verranno rasi al suolo per far spazio alla 'Nuova Pechinò auspicata dallo slogan che è ormai assurto a simbolo non solo della capitale ma della nazione intera: ‘New Beijing, Great Olympics’.
In aggiunta ai 6 miliardi di dollari già spesi al fine di dotare Pechino dei progetti urbani preliminari utili a ottenere la sospirata assegnazione delle Olimpiadi 2008, ben 22 miliardi di dollari saranno investiti per corredare la capitale delle infrastrutture necessarie a ospitare i Giochi Olimpici e a colmare il divario di modernita’ ed efficienza che la separano attualmente da altre metropoli asiatiche.
Per far fronte a un dispendio di queste dimensioni, le autorità cinesi si sono adoprate per individuare una serie di sistemi atti a rimpinguare le casse statali con liquidità fresche. In particolare, ce n’è uno che coinvolge in maniera diretta le tasche dei cittadini: la lotteria sportiva (tiyu caipiao). Nulla di particolarmente nuovo e ingegnoso per la Cina; tuttavia, rispetto al passato, l'impegno delle autorità nella promozione del lotto per le masse si è fatto vieppiù massiccio, a cominciare dall'adozione dell'immancabile slogan di rito, 'liguo liji' (per gli interessi della nazione, per i tuoi interessi). Dal Maggio dello scorso anno, più di duemila ricevitorie completamente automatizzate sono state attivate nella sola città di Pechino, e altre decine di migliaia sono parimenti attive nei principali centri urbani dell'intera nazione.
Il sistema di accettazione delle scommesse - quest'ultime basate sulla scelta di 7 numeri tra i 36 (il numero delle discipline olimpiche) a disposizione - è stato assegnato in gestione a migliaia di 'xiaomaibù, i chioschetti a gestione familiare che vendono generi di prima necessità sparsi in ogni angolo della città. Le puntate costano 2 yuan e il jackpot può raggiungere ogni volta cifre anche superiori ai 5 milioni di yuan (1 miliardo e mezzo di lire). Il successo popolare dell'operazione 'lotto per le Olimpiadi' è stato fulminante. Nel 2000 il ricavato delle vendite annuali ammontava a una cifra pari a 2500 miliardi di lire. Per l'anno in corso, le autorità si aspettano un margine d'incremento sui ricavi rispetto all'anno precedente intorno al 35%.
Ogni martedì e venerdì, i giorni dedicati alle ultime puntate prima dell'estrazione pubblica dei numeri, lunghe file di scommettitori si snodano ben oltre i limiti angusti delle ricevitorie. Uomini, donne e bambini di ogni estrazione sociale attendono ansiosi il loro turno, custodendo gelosamente i numeri della fortuna da loro scelti in base a ragionamenti di varia natura. C'è chi analizza scientificamente la cadenza random dei numeri, traendone teorie personali spesso confortate da dettagliate statistiche reperibili su appositi giornali e siti Web; c'è chi si affida alle esotiche interpretazioni di sogni o avvenimenti specifici da tradurre in numeri giocabili o chi, più semplicemente, si affida al caso.
Anche se perdere fa parte del gioco, è compito di media e autorità offrire agli scommetittori gli stimoli giusti per sfidare di nuovo la sorte. Se il miraggio di milioni di quattrini non dovesse essere sufficiente a rianimare le speranze di vincita, il ricorso ad illustri esempi comportamentali può sempre tornare utile. In una rubrica apparsa sulla rivista 'Lotteria Sportiva e Felicità' di qualche mese fa, l'autore dell'articolo arrivava a scomodare addirittura Lu Xun - il più grande romanziere cinese dello scorso secolo - citando uno dei personaggi più sfigati partoriti dalla sua mente brillante: Ah Q. "La grandezza di Ah Q - si legge nell'articolo - risiede proprio nel fatto che, nonostante i suoi continui fallimenti, egli aveva la capacità di riorganizzarsi e cominciare d'accapo, come se niente fosse successo".
Un'esempio di perseveranza assai singolare che avrà con tutta probablità fatto rivoltare Lu Xun nella tomba e indotto milioni di scommetitori cinesi a toccar ferro.
Ma in definitiva, per chi non ha la fortuna di azzeccare la sequenza milionaria, c'è pur sempre la (magra?) consolazione di aver partecipato diligentemente alla campagna nazionale per la raccolta di fondi utili a finanziare le Olimpiadi.