Tra i vari argomenti che questa rubrica ha l'immodesta pretesa di affrontare, uno dei più trascurati risulta certamente l'applicazione di strumenti informatici e multimediali per l'insegnamento del cinese. Tranne l'esame dettagliato di Wenlin ("Software for learning Chinese"), che ha dato il via all'impegno di Mondo cinese su questo versante, e a scarni riferimenti nelle segnalazioni che a volte inseriamo alla fine della rubrica, infatti, abbiamo parlato in queste pagine di problematiche ben diverse, in cui gli aspetti legati alla didattica, pur spesso presenti, sono sempre risultati marginali rispetto ad altre caratteristiche. Così, se un'enciclopedia in forma digitalizzata, un dizionario su cd-rom e un particolare sistema di trattamento informatico del cinese possono sicuramente risultare utili anche agli studenti e soprattutto ai docenti che devono preparare i corsi avvalendosi degli strumenti più avanzati, occorre dire che il fine immediato di tutte queste realizzazioni non è certo l'insegnamento del cinese. Tra l'altro, anche per Wenlin, più che delle sue possibilità di utilizzazione per l'apprendimento del cinese, si è parlato delle sue caratteristiche di dizionario ed editor che ne determinano l'alto valore aggiunto.
Il motivo di questo apparentemente scarso interesse è presto detto: nessuna delle proposte arrivate negli scorsi anni sul mio tavolo, che consistono essenzialmente in corsi di cinese su cd-rom, mi ha mai impressionato particolarmente, e questo per tutta una serie di motivi che appariranno più chiari in seguito. Il fatto che fossero comunque "ciò che passa il convento" non poteva certo giustificarne né l'adozione indiscriminata in campo didattico, né, più umilmente, l'occupazione di spazio prezioso nella rubrica.
Dopo queste premesse, se torniamo ad affrontare l'argomento, il lettore potrebbe pensare che la voluttà stroncatoria messa in mostra nello scorso numero con la recensione di Zhongguo Da baike quanshu sia diventata una costante della nostra rubrica; nulla di tutto ciò; penso invece che doveroso anche dare atto degli sforzi che alcuni stanno compiendo per migliorare l'offerta in un settore così importante e delicato.
Software per l'insegnamento del cinese: un po' di teoria e un po' di - buona - pratica
Recentemente, grazie all'interessamento di C.B., mi è stata fatta pervenire una copia sperimentale di Chinese Multimedia - A supplementary Chinese course at elementary-intermediate level, un cd-rom realizzato dal Centro per l'insegnamento del cinese come lingua straniera dell'Istituto di Studi cinesi di quella Università, le cui attività avevo già segnalato nel numero 106 di Mondo cinese. I consueti limiti di spazio mi costringono a rimandare ad altro numero l'esame di altri prodotti quali Fayin - Mandarin Pronunciation, una altro cd-rom, realizzato per conto dell'Università di Calgary da Shu-ning Sciban e X.Jie Yang e - soprattutto - Biaozhun hanyu jiaocheng - Standard Chinese Course, curato per Beida dalla CDT di Ningxia.
Prima di esaminare il Corso vorrei addentrarmi però nell'impervio terreno della teoria: quali dovrebbero essere i requisiti ottimali, per un software didattico per l'apprendimento del cinese?
Alcuni dovrebbero essere comuni a tutto il software didattico: precisione e correttezza nei concetti espressi, facilità d'uso, integrabilità con i corsi veri e propri, qualità tecnica nella realizzazione, accessibilità nel costo. Altri dovrebbero riguardare innvece tutti i corsi multimediali per l'insegnamento delle lingue e possono variare alquanto a seconda della tipologia del software: i requisiti per un corso di autoapprendimento sono diversi da quelli richiesti per un corso di supporto alle lezioni. Ciò nonostante, diciamo che la compresenza di guide alla corretta pronuncia e alla corretta costruzione della frase, così come di esercizi graduali alla comprensione di un enunciato espresso sia oralmente che in forma scritta possono essere considerati grosso modo quanto ci si può aspettare da corsi di lingua multimediali. Se ci riferiamo invece allo stato dell'arte, dobbiamo per forza addentrarci nel campo iperspecialistico del riconoscimento vocale, che mi risulta per il cinese ancora poco praticato. In più, per l'insegnamento del cinese, andrebbero poi considerati requisiti legati sia alle caratteristiche grafiche della scrittura cinese (quindi applet per il controllo dell'ordine dei tratti ecc.), sia della particolare difficoltà nell'uso dei toni; resta poi da considerare anche l'eventuale supporto al superamento delle barriere culturali.
Allo stato attuale, tutto ciò è destinato in buona parte a rimanere sulla carta, non tanto per le difficoltà tecniche di realizzazione di software specializzato, quanto per la distanza che corre tra quanto viene prodotto e l'effettiva possibilità di utilizzazione. Un esempio può chiarire quanto intendo dire: un aspetto che viene del tutto passato sotto silenzio quando ci si rassegna ad accettare appunto "ciò che passa il convento", riguarda poi l'effettiva possibilità di utilizzazione di applicativi costruiti per studenti di madrelingua diversa dall'italiano. Sarebbe illusorio pensare che la scuola superiore in Italia fornisca agli studenti un background linguistico per l'inglese sufficiente all'utilizzazione im/mediata di Wenlin o di Chinese Multimedia: eppure, al momento, non esistono alternative all'impiego anche nei nostri corsi universitari di strumenti ideati per realtà linguistiche diverse dalla nostra.
Personalmente, ritengo che il requisito principale di un buon software didattico sia la sua applicabilità, ovvero la sua integrabilità con i programmi reali d'insegnamento: per questo Chinese Multimedia è un prodotto encomiabile. Strutturato su un'interfaccia semplice ed accattivante, l'applicativo realizzato dal gruppo diretto da Shio-yun Kan si rivela subito come un utile materiale di supporto a corsi più tradizionali. Delle 22 lezioni di cui si compone il pacchetto solo le prime sono da considerarsi complete: le ultime mancano di alcune sezioni, ma confidiamo che, per la versione definitiva del pacchetto, questa ed altre piccole lacune potranno essere colmate.
La struttura didattica o - meglio - il percorso didattico di ogni lezione è semplice: Video and Text, ovvero un dialogo su video-clip in formato Quicktime e il testo in caratteri semplificati; Vocabulary, l'elenco alfabetico (basato sul pinyin) delle parole nuove del dialogo; Listening and Speaking, sezione che contiene il testo del dialogo diviso per frasi, in caratteri, in trascrizione e nella traduzione inglese; per ogni frase un pulsante attiva un clip con la ripresa frontale del volto di un'insegnante cinese mentre pronuncia lentamente la frase stessa; Grammar Exercises ospita una serie di domande alle quali lo studente deve rispondere (per iscritto), con suggerimenti, soluzione e commento; da qui si accede anche alle annotazioni grammaticali ai contenuti del dialogo; Characters riporta i caratteri nuovi della lezione: per ognuno il database interno fornisce una schematica animazione utile solo per stabilire l'ordine dei tratti, un esercizio basato sempre sull'ordine, l'indicazione grafica dei versi dei tratti e - feature non attiva - informazioni sul radicale; le primissime lezioni presentano anche la sezione denominata Multiple Choice, assente nelle altre, contenente un eserciziario basato su una serie di domande per ognuna delle quali vengono proposte tre diverse soluzioni; una semplice finestra di dialogo comunica al discente se la risposta da lui data è giusta o sbagliata.
La navigazione generale nel Corso è basata su sei tab: Home conduce l'utente alla pagina iniziale, molto schematica; Lessons elenca i titoli delle lezioni; Grammar Index costituisce un vero e proprio corso di grammatica interno al cd-rom: è basato su singoli argomenti e segue l'ordine delle lezioni, cominciando dalla voce dedicata ai verbi stativi della prima lezione per finire con la costruzione della frase passiva con bei della ventiduesima; Vocabulary riporta l'elenco di tutti le shengci (e non dei caratteri) in una tabella indicizzabile per ordine di apparizione nelle lezioni, trascrizione, traduzione inglese e funzione sintattico-grammaticale; è possibile ascoltare le pronunce; Character Index elenca tutti i caratteri delle lezioni, ma solo per ordine di lezione; cliccando con il mouse sul singolo carattere si attiva la consueta paginetta dedicata alla scrittura. Com'è logico aspettarsi, l'interattività implementata nel corso permette di passare molto rapidamente da una lezione all'altra, da un carattere all'altro e, soprattutto, di non annoiarsi troppo.
Chinese Multimedia è un applicativo molto semplice e privo di caratteristiche spettacolari: manca qualsiasi implementazione di riconoscimento vocale, ad esempio, cosa che ne accrescerebbe notevolmente il valore come corso di autoistruzione; gli eserciziari sono ridotti all'osso; la guida alla scrittura è molto migliore in Wenlin, dove l'animazione simula il comportamento del pennello e lo studente può scrivere con il mouse; l'interfaccia, basata su un'utilizzazione intensiva di Microsoft Internet Explorer e del suo sisetema di gestione del cinese, presenta piccoli bug e incongruenze, e si potrebbe continuare.
L'applicativo costituisce nondimeno un tentativo serio e articolato di produzione e gestione in proprio, da parte di un team di insegnanti attivi nella realtà didattica, di materiali multimediali ottimizzati per i propri studenti. Come insegnante di cinese, chi scrive deve confessare di aver provato perfino un po' d'invidia nei confronti dei colleghi di Oxford, che hanno potuto elaborare uno strumento sicuro e affidabile di supporto multimediale alle loro lezioni. Soprattutto è l'utilizzazione estensiva dei video-clip e l'evidente calibratura dei testi che ne costituiscono l'ossatura a rendere il corso particolarmente gradevole. Si ha l'impressione che nulla sia frutto di improvvisazione, ma che, se anche gli aspetti più tecnicamente ipertestuali del cd-rom possono a volte lasciare a desiderare, soprattutto di fronte a prodotti più completi, come Biaozhun hanyu jioacheng, il team che ha lavorato al progetto l'abbia fatto con cura e attenzione al dettaglio.
I piccoli video-clip che cosituiscono l'ossatura del corso sono la versione aggiornata e migliorata di corsi analoghi su videocassette: personalmente, il tono garbatamente umoristico dei dialoghi mi rimanda indietro di quarant'anni, ai primi corsi d'inglese su dischi realizzati dalla BBC.
Un altro aspetto rilevante del pacchetto è la possibilità di arricchimento e sviluppo che consente e non solo: la scelta di un'interfaccia diffusa e "intelligente" come quella del browser più popolare consente anche di pensare in termini di localization, ovvero di trasposizione dei contenuti del corso per realtà linguistiche diverse da quella di partenza. Se questo sia poi attuabile anche sul piano pratico, sarebbe cosa da indagare ulteriormente.
A questo punto, confesso che mi rendo perfettamente conto di essermi lasciato andare ad un giudizio più ideologico che tecnico. Se anche, come ho già detto, molti dei requisiti che ho citato sopra sono del tutto disattesi: gli stessi meccanismi di verifica delle soluzioni degli esercizi risultano striminziti, per non dire assenti, e si sarebbe potuto trovare qualcosa in più anche per questa versione provvisoria per ridurre i 400 e passa megabyte rimasti liberi sul cd; tuttavia più "ideologica" ancora sarebbe l'illusione che i ritrovati tecnici possano da soli colmare il distacco di un prodotto destinato all'insegnamento dalla pratica della didattica. Riassumendo i punti salienti a favore di Chinese Multimedia sono dunque: 1) l'uso estensivo e "portante" di filmati ottimizzati; 2) la semplicità d'uso; 3) l'integrazione tra le aree destinate alla comprensione degll'enunciato, all'analisi grammaticale, alla scrittura (tra l'altro, l'applicativo prevede l'immissione di testi in cinese) e 4) le possibilità di integrazione e sviluppo.
Sul primo di questi punti è necessario spendere qualche parola in più. L'improvviso interesse per l'applicazione degli strumenti informatici in campo didattico ha messo in secondo piano, a metà dello scorso decennio, l'esperienza maturata precedentemente con il ricorso a strumenti analogici, prima tra tutti l'utilizzazione di filmati, sia in corsi di suporto all'attività regolare di lezione che in corsi d'autoistruzione. È giunto forse il momento di esaminare nel dettaglio le possibilità offerte dalla digitalizzazione anche in questo campo e alcuni segnali incoraggianti provengono proprio da esperienze come quella di Chinese Multimedia. Un nuovo modo di utilizzo di filmati nel campo della didattica delle lingue (e del cinese in particolare) è finalmente possibile. L'abbattimento dei costi di preparazione dei materiali, la disponibilità di formati digitali adatti sia allo streaming su Internet che a sistemi home-theater di alto livello e infine la possibilità di integrazione di sottosistemi video in software evoluto ha aperto senza dubbio una nuova stagione.
Piccoli applicativi come Chinese Multimedia possono fornire un notevole supporto all'insegnamento proprio perché costituiscono un primo passo e uno verso l'integrazione di video e software interattivo nell'ambito della didattica del cinese. Rappresentano inoltre un esempio di come sia possibile partire dallo specifico di una data realtà didattica per produrre applicativi semplici ma validi. Sappiamo di altri progetti in corso e restiamo in attesa di interessanti sviluppi.