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INDICE>MONDO CINESE>LA CINA E L'ASIA NEI SEMINARI DELL'UNIVERSITÀ DI MILANO

RAPPORTI

L a Cina e l'Asia nei seminari dell'Università di Milano

di Francesco Montessoro

1. Pensare e parlare dell'Asia

A partire dalla seconda metà degli anni '80, presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Milano, sono stati organizzati, con cadenza annuale o semestrale, cicli di conferenze sull'Asia. Si tratta di seminari voluti e progettati da Enrica Collotti Pischel (Storia e Istituzioni dei paesi afro-asiatici), innanzitutto per fornire un servizio ai numerosi studenti lavoratori iscritti alla Facoltà, ma che ben presto, essendo aperti a tutti, sono diventati un appuntamento di rilievo per un pubblico milanese più vasto, poiché agli studenti universitari si sono uniti anche molti docenti dei licei cittadini, e più in generale i membri di quel ceto di colti e curiosi che arricchisce il tessuto civile e intellettuale dell'area metropolitana. 
Il successo e la rilevanza di questi seminari, tuttavia, non appare semplicemente legato ai temi dell'attualità, oggetto peraltro di una trattazione giornalistica al solito superficiale e prona agli stereotipi di rito. Vi sono infatti due altri aspetti che emergono dallo spirito con cui sono stati pensati e organizzati i seminari: da un lato la forte esigenza di scavare nella storia e nella cultura di paesi che hanno lasciato un'impronta indelebile nel paesaggio delle civiltà mondiali, cercando di mettere in luce i legami con il presente; dall'altro la riflessione sui processi di trasformazione sociale, sulle dinamiche politiche e istituzionali che hanno accompagnato la nascita dei nuovi stati asiatici (o del cosiddetto "terzo mondo") dopo la seconda guerra mondiale: dall'indipendenza dell'India e di molti paesi dell'Asia sud-orientale alla rivoluzione cinese e alla guerra del Vietnam. Un'area cruciale, dunque, nella bufera di un'epoca cruciale.

2. Asia, e non solo

I temi dei seminari sono in qualche misura rivelatori dell'attenzione prestata ai nodi delle questioni asiatiche (notando che in questa rassegna saranno esclusi i due seminari del 1995 e 1998 sulla cultura e identità degli ebrei, che in qualche modo esulano dal contesto propriamente asiatico). A partire dalla seconda metà degli anni '80 inizia il "seminario sul Giappone contemporaneo": cicli di lezion i affidate agli specialisti che orbitano intorno a Milano e ai suoi centri di ricerca, oltre che ad alcuni docenti di Napoli e Venezia; un seminario volto ad approfondire i temi del successo nipponico nella costruzione di un modello di sviluppo indipendente da quello europeo o americano. Quello che si svolge nella primavera del 1988 è da ritenersi esemplare: con le sue 25 conferenze (e relatori come Giorgio Borsa, Franco Gatti, Paolo Beonio Brocchieri, Claudio Zanier, Alessandro Valota, Mario Losano, Ichiro Nishikawa, Gianni Fodella, Corrado Molteni, Jean Chesneaux, oltre a Enrica Collotti Pischel) fornisce un contributo cospicuo e originale alla comprensione del Giappone. Negli anni successivi questi temi sono ripresi, approfonditi, riesaminati; spesso vengono fornite interpretazioni magistrali di aspetti apparentemente marginali, o collaterali (come, nel 1990, le conferenze di Ichiro Nishikawa sull'antinaturalismo di Tanizaki, o su "Il guerriero e il monaco nella cultura giapponese"); talvolta toccano temi sensibili della storia recente ("Guerra e pace nella cultura giapponese contemporanea", di Paolo Beonio Brocchieri, ancora nel 1990)1. Nello stesso periodo, al seminario sul Giappone si affiancano iniziative che rivelano un approccio più globale e comparativo. Nel 1991, con il ciclo di conferenze "La voce degli altri", rivestono un maggior rilievo la povertà, lo sviluppo ineguale, l'emigrazione: temi che rivelano l'attenzione ai modelli falliti nella corsa all'emancipazione e alla crescita. Il seminario2 affianca alle conferenze sulle caratteristiche culturali di alcune grandi aree di civiltà, come la Cina, il Giappone e il mondo arabo, interventi specifici sullo sviluppo ineguale affidati a Umberto Melotti e Luciano Segre. Di rilievo vi saranno anche lezioni dal carattere più ampio, come quella di Gian Carlo Blangiardo sulla demografia, o approfondimenti di temi particolari, come la conferenza di Oscar Garavello sul debito internazionale. Non si tratta di un approccio puramente asiatico, poiché una sezione importante del seminario riguarda l'Africa e l'emigrazione (in anticipo di vari anni sulla percezione pubblica del fenomeno), con interventi, tra gli altri, di Romain Rainero, Anna Maria Gentili, Alessandro Migliazza3
Nel seminario "La democrazia degli altri", che si svolge tra l'ottobre 1992 e l'aprile 1993, si sceglie un approccio particolarmente efficace, volto ad analizzare e a comparare esperienze politiche, economiche e istituzionali anche assai diverse, ma confinate all'Asia orientale, dalla Cina al Giappone, alla Corea, al Vietnam e agli altri paesi del Sudest asiatico. Tra i relatori delle 21 conferenze vi sono, oltre a Enrica Collotti Pischel, Piero Corradini ("Le conquiste della dinastia Qing e lo stato multinazionale cinese"), Alessandra Lavagnino ("L'impegno politico nella letteratura cinese del '900"), Minei Masaya, Marco Buttino, Renzo Cavalieri e chi scrive ("Il traffico di droga in Asia: ipoteca sulla democrazia")4.
Nel 1994 è la volta dell'India. Il grande paese asiatico sarà al centro dell'attenzione del seminario organizzato tra il gennaio e l'aprile di quell'anno, con la partecipazione di noti esperti di storia e cultura dell'India: Michelguglielmo Torri (tra i suoi vari interventi: "Nehru e la visione di un'India moderna e indipendente"), poi Enrico Fasana, con una lezione sugli opposti fanatismi religiosi, Donatella Dolcini ("Caste e gruppi tra tradizione e modernità"), Simonetta Casci ("La sorte degli intoccabili"). Seguono poi le conferenze di Julian Fernandez, che parla della povertà in India, e di Vaiju Naravane; intervengono anche Claudio Zanier, Francesco Bortot, Marilia Albanese, Francesco Gallucci.
Il Giappone torna al centro dell'attenzione alla metà degli anni '90 con un seminario su "Essere giovani in Giappone" . Nel 1995 e nel 1996 vi saranno le due versioni del seminario "Cina e Giappone a confronto", caratterizzate da conferenze su temi comuni, analizzati in relazione alla Cina e al Giappone. Il primo ciclo prevede una lezione di Giuliano Bertuccioli sul confucianesimo, e di Massimo Raveri sul buddismo; poi è la volta di Luciana Bressan e di Ichiro Nishikawa, rispettivamente sulla scrittura in Cina e in Giappone. Dei caratteri etnici discutono Rosa Caroli ("Unità e diversità etnica in Giappone") e chi scrive ("Han e non han nella storia della Cina"). Franco Gatti affronta il tema del fascismo giapponese degli anni '20 e '30, e Guido Samarani quello della modernizzazione autoritaria nella Cina del Guomindang. Enrica Collotti Pischel e Franco Mazzei tracciano un bilancio della storia della Cina e del Giappone nel corso del XX secolo.
L'anno successivo il seminario "Cina e Giappone a confronto" assume un carattere ancora più ampio. Nei primi due incontri Franco Mazzei e Enrica Collotti Pischel affrontano temi squisitamente ideologici, discutendo rispettivamente del pensiero politico nel Giappone contemporaneo, e delle "idee di Mao". La questione agraria sarà al centro delle conferenze di Pina Merchionne (Cina), e di Rosa Caroli (Giappone). Ancora Rosa Caroli, con un intervento sullo shintoismo, a cui si affianca la lezione di Massimo Raveri sul taoismo in Cina. Gli aspetti economici sono trattati da Gerry Bissolino (Cina) e da Gianni Fodella ("Il modello economico del Giappone d'oggi"). Rispetto alla prima edizione del seminario, trova anche maggiore spazio l'analisi delle dimensioni culturali e sociali, come le questioni di "genere", la condizione femminile, l'amore. Alessandro Valota parla del condizionamento della vita familiare in Giappone e chi scrive di "Eros, sesso e famiglia in Cina". Sara Bigatti e Patrizia Farina discutono dei nuovi modelli femminili in Cina, mentre Maria Teresa Orsi affronta il tema "Donne e amori nel romanzo giapponese oggi". Gli aspetti istituzionali sono trattati da Franco Gatti, "Politici, burocrati, governo in Giappone", e da Renzo Cavalieri "Diritto, diritti, partito, potere in Cina". Le conclusioni saranno di Enrica Collotti Pischel, sul supposto "pericolo" cinese, e di Ronald Dore che parla del "Giappone e il mondo".
Nel 1997, il titolo del seminario richiamerà esplicitamente i temi della crescita asiatica, alludendo al ruolo del Giappone. Con "Quella "Grande Asia orientale"", in particolare, vengono sottolineati gli aspetti comuni della civiltà di matrice cinese, con la conferenza di Enrica Collotti Pischel sul mondo sinico e di Federico Masini sulla "Scrittura in caratteri" come base della grande cultura di matrice cinese. Gianni Fodella parla dell'economia dell'Est-Asia e Carlo Maria Santoro delle questioni strategiche regionali, mentre Paolo Calzini definisce la questione del rapporto della nuova Russia con l'Asia orientale. In questo contesto, Renzo Cavalieri affronta il tema della "Grande Cina" e dell'integrazione della Repubblica popolare, di Hong Kong e di Taiwan, mentre chi scrive tratta del rilievo socio-economico delle comunità cinesi del Sudest asiatico. Aspetti più specifici, concernenti Corea, Singapore, Taiwan saranno affrontati da Tonino Puggioni, Ivo Gaspari e Antonio Tescari, mentre Enrica Collotti Pischel analizzerà quella che definisce "l'esperienza unica" del Vietnam.
L'Asia sud-orientale trova infine uno spazio autonomo nel 1998, quando l'originalità di questa regione rispetto al mondo sinico (o indiano) viene sottolineata dall'antropologo francese Charles MacDonald ("Il quadro etnico dell'Asia di sud-est e la formazione degli stati-nazione") e da chi scrive, che affronta il tema delle società tradizionali e delle loro caratteristiche antropologiche. La formazione degli stati moderni dell'Asia sud-orientale, e dell'impatto coloniale, sono ancora al centro degli interventi di Enrica Collotti Pischel e di chi scrive, mentre le ultime conferenze trattano gli aspetti economici attuali (con Antonio Tescari, Carlo Filippini e Gianni Vaggi).
Nel 1999-2000, il seminario assume un carattere propedeutico (poiché è destinato agli studenti dell'ultimo anno delle scuole secondarie, per favorire l'orientamento nella scelta degli studi universitari), con un ciclo di conferenze concernente il mondo islamico (relatori Luca Alberti e Manuela Giolfo), l'India (Donatella Dolcini), la Cina (Enrica Collotti Pischel e Alessandra Lavagnino), il Giappone (Corrado Molteni), l'Asia sud-orientale (chi scrive).
"Civiltà e identità dell'Asia orientale", è il tema del seminario del 2001. Nelle venti conferenze di questo ciclo sono trattati argomenti fondamentali, come "La terra e l'uomo in Asia orientale", che richiama il titolo del classico libro di Gourou, e "Mito e realtà della burocrazia celeste" (di Enrica Collotti Pischel), oppure la lezione di Alessandra Lavagnino sulla scrittura cinese. Renzo Cavalieri affronta la questione del diritto cinese, mentre Patrizia Farina parla dell'emigrazione dalla Cina a Milano. A Lina Tamburrino è affidato il compito di analizzare le caratteristiche del modello maoista e delle trasformazioni dell'epoca di Deng Xiaoping. Il Giappone tra passato e presente è al centro degli interventi di Alessandro Valota, Rosa Caroli e Corrado Molteni, mentre chi scrive affronta i temi dell'esperienza rivoluzionaria vietnamita, e in particolare la questione del "mito del vietcong".

3. Chi parla dell'Asia?

Tra il 1988 e il 2001 (sulla base di una documentazione conservata con cura, ma probabilmente non completa e dunque all'origine di qualche imprecisione) partecipano ai seminari organizzati da Enrica Collotti Pischel almeno 95 relatori. Si tratta di un numero ragguardevole che merita qualche riflessione. Innanzitutto, non sono coinvolti solo accademici e ricercatori di professione (anche se questi costituiscono naturalmente la gran parte dei relatori), poiché vengono invitati esperti di formazione e origine diverse: tra di essi vi sono giornalisti, tecnici, funzionari, esponenti del volontariato o di organizzazioni non governative, alcuni studenti brillanti, missionari. In secondo luogo, e per evidenti ragioni di bilancio, vi è la tendenza ad assicurarsi la collaborazione di relatori residenti in Milano, o che possono raggiungere la città senza i costi gravosi di trasferimenti da sedi particolarmente remote: per questa ragione, gli studiosi stranieri sono poco numerosi, anche se assai qualificati. Infine, è di qualche rilievo considerare che non pochi relatori sono chiamati al tavolo delle conferenze all'inizio della loro attività (di ricerca o professionale), e hanno modo di "crescere", e di maturare intellettualmente.
I dati che si possono desumere dalla documentazione meritano ancora considerazioni, forse marginali ma non inutili: la frequenza con cui alcuni relatori partecipano ai seminari nel periodo considerato è notevole proprio per il ruolo da essi rivestito come docenti o ricercatori della Facoltà. Altri assicurano una presenza più discreta, ma non per questo meno preziosa. Sarà di grande rilievo il ruolo di personalità prestigiose come Paolo Beonio Brocchieri (prematuramente scomparso), Giuliano Bertuccioli, Giuliano Boccali e Giorgio Borsa, Piero Corradini, Enrico Fasana, Franco Gatti, Franco Mazzei, Maria Teresa Orsi, Michelguglielmo Torri. Tra i relatori stranieri, si contano Jean Chesneaux, Ronald Dore, Fernandez Julian, Charles MacDonald, Minei Masaya, Vaiju Naravane, Zhang Zhilian. Talvolta, soprattutto nel contesto di seminari volti a fornire un quadro complessivo del mondo del sottosviluppo, partecipano anche africanisti di prestigio, come Anna Maria Gentili, o esperti di America Latina come Daniele Pompejano.
Alcuni giornalisti contribuiscono con interventi frutto di un'esperienza asiatica spesso invidiabile, come nel caso di Renata Pisu e Lina Tamburrino; come è prezioso l'apporto di diplomatici (Roberto Palmieri e Tonino Puggioni), o missionari come Giuseppe Pittau, studioso di straordinaria esperienza culturale e umana.
Tuttavia, e soprattutto, l'originalità del progetto e il vigore intellettuale dei seminari sull'Asia organizzati alla Facoltà di Scienze Politiche di Milano rimane legato alla costante opera di progettazione e di organizzazione di Enrica Collotti Pischel.

MONDO CINESE N. 107, APRILE 2001

Note

1 Si tratta di interventi che costituiranno la base per la pubblicazione del volume, curato da Enrica Collotti Pischel e Simona Pigrucci, L'ascesa del Giappone, Franco Angeli, Milano, 1994.
2 Il seminario è organizzato con la collaborazione del Centro studi problemi internazionali-Cespi, Cesvi e Mani Tese, un sodalizio destinato a durare a lungo, in particolare per quanto concerne il Cespi, che anche negli anni seguenti figurerà tra gli organizzatori dei Seminari successivi.
3 Questi temi, che richiamano e discutono esplicitamente il concetto di "terzo mondo", saranno ancora al centro dell'attenzione negli anni tra il 1993 e il 1996, e porteranno alla pubblicazione del volume Esiste ancora un Terzo Mondo?, a cura di Enrica Collotti Pischel e Paolo Caroli, Franco Angeli, Milano, 1992.
4 Anche in questo caso si giungerà alla pubblicazione di un volume ampiamente ispirato a queste discussioni, La democrazia degli altri, Franco Angeli, Milano, 1996, a cura di Enrica Collotti Pischel.
5 Il seminario si tiene presso la Casa della Cultura, ma è sempre organizzato da Enrica Collotti Pischel, nell'ambito delle attività dell'Istituto di Diritto e Politica internazionale.

 

 


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