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POLITICA INTERNA

Le istituzioni "parlamentari" della Repubblica Popolare Cinese

di Alessandra Lavagnino

L’Assemblea Nazionale del Popolo, legittimata dalla Costituzione come “organo supremo del potere dello Stato” (art.57), è composta da 2978 delegati eletti a suffragio indiretto, ha sede a Pechino, si riunisce in sessione plenaria una volta l’anno (di consueto per una durata di circa due settimane) su convocazione del suo Comitato permanente (164 membri). In base alla Costituzione, L’Assemblea del popolo possiede ampie competenze tra cui: emendare la Costituzione, controllarne l’applicazione, presentare e approvare leggi organiche fondamentali, eleggere e rimuovere i principali dirigenti dello stato, esaminare e approvare i piani di sviluppo economico e sociale esaminare e approvare il bilancio dello stato, approvare l’istituzione di province, regioni, e municipalità, decidere della guerra e della pace. L’unica sessione annuale plenaria dell’Assemblea costituisce sempre più l’occasione per i deputati rappresentanti delle Province e delle Regioni autonome per portare le loro istanze all’attenzione del centro, influenzare le decisioni ed eventualmente esprimere le loro critiche (di consueto con l’uso dell’astensione).

Il Comitato permanente, nucleo dirigente dell’Assemblea Nazionale e suo organo esecutivo, si riunisce con frequenza bimensile e costituisce il vero organo di lavoro dell’Assemblea; viene eletto, in numero non prestabilito, ogni cinque anni, da ogni nuova legisltaura. Negli ultimi anni ha acquisito sempre maggior potere.

Presidente del Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo è LI PENG, al terzo posto della dirigenza, sul piano della gerarchia, dopo il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro. E’ stato eletto nella primavera del 1998, per cinque anni.

L’Assemblea Nazionale del Popolo è articolata in nove Commissioni specializzate (Istruzione e scienza, Ambiente e protezione delle risorse, Economia e Finanze, Affari esteri, Affari interni e giudiziari, Affari giuridici, Affari Etnici, Cultura e Sanità, Cinesi d’oltremare, Agricoltura e affari rurali) che formulano mozioni e progetti di leggi sui temi di competenza. I membri delle Commissioni sono, di consueto, deputati residenti a Pechino che possono quindi fornire un contributo “specializzato” all’elaborazione delle leggi ordinarie, poi approvate dal Comitato permanente dell’Assemblea

L’Assemblea Nazionale del Popolo costituisce il vertice del sistema delle Assemblee popolari locali, che è suddiviso in quattro livelli: 1) villaggi e piccoli centri urbani, 2) distretti e distretti autonomi, distretti cittadini e città, 3) province, municipalità autonome e regioni autonome, 4) Assemblea Nazionale. Ristabilite nel 1979 (dopo gli anni dei “Comitati rivoluzionari” dell’era maoista), le Assemblee locali sono articolate in Comitati permanenti composti da numeri variabili di membri eletti, ai primi due livelli, mediante competizioni elettorali dirette, fondate su liste aperte, e conseguite mediante voto segreto, e ai due livelli superiori mediante scrutinio indiretto. In base alle più recenti modifiche (1995) della Legge Organica delle Assemblee locali del 1979, l’elezione diretta dei deputati avviene ora non solo al primo livello, quello di villaggio, ma anche al secondo, quello di distretto. Sono stati introdotti anche nuovi criteri per la presentazione delle liste dei candidati: le nuove proposte possono essere presentate da dieci o più elettori, o dieci o più deputati per le elezioni a livello di villaggio o di distretto, da dieci o più deputati per i livelli superiori. Si tratta della prima applicazione di quella che gli osservatori politici seguono con interesse come realizzazione di una “grass roots democracy”. Al primo livello le elezioni avvengono ogni due anni, al secondo ogni tre anni, mentre agli ultimi due si rinnovano le cariche ogni cinque anni.

Non ostante la richiesta di elezioni a suffragio universale sia stata avanzata a più riprese da numerosi esponenti politici, i deputati delle Assemblee provinciali e dell’Assemblea nazionale continuano ad essere scelti dai deputati dei livelli inferiori. Che questo sistema non debba, almeno per ora, essere modificato è opinione diffusa presso i massimi dirigenti dello Stato, che ricoprono anche le più alte cariche del Partito comunista. Un troppo rapido cambiamento potrebbe mettere seriamente in discussione la supremazia quasi totale dell’autorità del Partito comunista, che oggi governa in più del 70% dei Comitati di Villaggio (L’affermazione è di Zhang Mingliang, Direttore del Dipartimento dei governi locali del Ministero degli affari civili, cfr. Agenzia France Presse, 21 feb. 2001).

Va ricordato comunque che l’Assemblea del popolo, pur avendo in questi ultimi anni sviluppato una intensa attività legislativa, rimane pur sempre ancora sotto la costante tutela del Partito comunista, sia a livello centrale che locale. Secondo le statistiche ufficiali infatti, dei 2978 componenti della IX Assemblea nazionale, i membri del partito sono ben 2036, il 68,4%, mentre sono solo 572, 1l 19,2 %, i rappresentanti dei cosiddetti “Otto partiti democratici” minori (residui delle formazioni politiche preesistenti alla fondazione della RPC, la cui rilevanza politica è quasi inesistente. Essi sono: Comitato rivoluzionario del Guomindang, Lega democratica cinese, Società per la costruzione democratica nazionale, Società per la promozione della democrazia, Partito democratico dei contadini e degli operai, Movimento giustizialista cinese, Società del 3 settembre, Lega per l’autogoverno democratico di Taiwan), o i non iscritti ad alcun partito. Costante al 9% (267 deputati) la percentuale degli eletti tra i ranghi dell’esercito nelle ultime legislature.

Accanto all’Assemblea del popolo esiste un altro organo parlamentare, sia pure privo di funzioni legislative e con poteri di organo consultivo. Si tratta della CONFERENZA POLITICA CONSULTIVA DEL POPOLO CINESE, un organo elettivo che costituisce ancora (in quanto erede della politica del “fronte unito patriottico” che aveva assicurato la vittoria dei comunisti nel ’49) un utile strumento per raccogliere consensi tra le “personalità democratiche e patriottiche” non comuniste. Tra i 2093 deputati della corrente legislatura infatti, i membri del PCC detengono solo il 39,8% dei seggi, lasciando ai rappresentanti degli” Otto partiti democratici” e ai deputati indipendenti (rappresentanti di Corporazioni, minoranze etniche e religiose, ecc.), la maggioranza del 60,2%. Compiti della Conferenza, (stabiliti dalla circolare n. 13 del Comitato Centrale del PCC nel 1995): ”la consultazione politica, la supervisione democratica, e la partecipazione alle delibere e all’amministrazione degli affari dello Stato”. Di fatto, pur sotto la costante tutela del Partito comunista, la Conferenza è riuscita in questi anni a potenziare un ruolo propositivo, di controllo e di stimolo al funzionamento degli altri organi dello Stato, attraverso la presentazione di mozioni e progetti e la realizzazione di inchieste ed ispezioni.

Presidente della Conferenza è LI RUIHUAN, che è sul piano protocollare al quarto posto nella dirigenza cinese.

MONDO CINESE N. 106, GENNAIO 2001

   

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