L’Assemblea Nazionale del Popolo, legittimata dalla
Costituzione come “organo supremo del potere dello Stato” (art.57), è
composta da 2978 delegati eletti a suffragio indiretto, ha sede a Pechino, si
riunisce in sessione plenaria una volta l’anno (di consueto per una durata di
circa due settimane) su convocazione del suo Comitato permanente (164 membri).
In base alla Costituzione, L’Assemblea del popolo possiede ampie competenze
tra cui: emendare la Costituzione, controllarne l’applicazione, presentare e
approvare leggi organiche fondamentali, eleggere e rimuovere i principali
dirigenti dello stato, esaminare e approvare i piani di sviluppo economico e
sociale esaminare e approvare il bilancio dello stato, approvare l’istituzione
di province, regioni, e municipalità, decidere della guerra e della pace. L’unica
sessione annuale plenaria dell’Assemblea costituisce sempre più l’occasione
per i deputati rappresentanti delle Province e delle Regioni autonome per
portare le loro istanze all’attenzione del centro, influenzare le decisioni ed
eventualmente esprimere le loro critiche (di consueto con l’uso dell’astensione).
Il Comitato permanente, nucleo dirigente dell’Assemblea
Nazionale e suo organo esecutivo, si riunisce con frequenza bimensile e
costituisce il vero organo di lavoro dell’Assemblea; viene eletto, in numero
non prestabilito, ogni cinque anni, da ogni nuova legisltaura. Negli ultimi anni
ha acquisito sempre maggior potere.
Presidente del Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale
del Popolo è LI PENG, al terzo posto della dirigenza, sul piano della
gerarchia, dopo il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro. E’ stato
eletto nella primavera del 1998, per cinque anni.
L’Assemblea Nazionale del Popolo è articolata in nove
Commissioni specializzate (Istruzione e scienza, Ambiente e protezione delle
risorse, Economia e Finanze, Affari esteri, Affari interni e giudiziari, Affari
giuridici, Affari Etnici, Cultura e Sanità, Cinesi d’oltremare, Agricoltura e
affari rurali) che formulano mozioni e progetti di leggi sui temi di competenza.
I membri delle Commissioni sono, di consueto, deputati residenti a Pechino che
possono quindi fornire un contributo “specializzato” all’elaborazione
delle leggi ordinarie, poi approvate dal Comitato permanente dell’Assemblea
L’Assemblea Nazionale del Popolo costituisce il vertice del
sistema delle Assemblee popolari locali, che è suddiviso in quattro livelli: 1)
villaggi e piccoli centri urbani, 2) distretti e distretti autonomi, distretti
cittadini e città, 3) province, municipalità autonome e regioni autonome, 4)
Assemblea Nazionale. Ristabilite nel 1979 (dopo gli anni dei “Comitati
rivoluzionari” dell’era maoista), le Assemblee locali sono articolate in
Comitati permanenti composti da numeri variabili di membri eletti, ai primi due
livelli, mediante competizioni elettorali dirette, fondate su liste aperte, e
conseguite mediante voto segreto, e ai due livelli superiori mediante scrutinio
indiretto. In base alle più recenti modifiche (1995) della Legge Organica delle
Assemblee locali del 1979, l’elezione diretta dei deputati avviene ora non
solo al primo livello, quello di villaggio, ma anche al secondo, quello di
distretto. Sono stati introdotti anche nuovi criteri per la presentazione delle
liste dei candidati: le nuove proposte possono essere presentate da dieci o più
elettori, o dieci o più deputati per le elezioni a livello di villaggio o di
distretto, da dieci o più deputati per i livelli superiori. Si tratta della
prima applicazione di quella che gli osservatori politici seguono con interesse
come realizzazione di una “grass roots democracy”. Al primo livello le
elezioni avvengono ogni due anni, al secondo ogni tre anni, mentre agli ultimi
due si rinnovano le cariche ogni cinque anni.
Non ostante la richiesta di elezioni a suffragio universale
sia stata avanzata a più riprese da numerosi esponenti politici, i deputati
delle Assemblee provinciali e dell’Assemblea nazionale continuano ad essere
scelti dai deputati dei livelli inferiori. Che questo sistema non debba, almeno
per ora, essere modificato è opinione diffusa presso i massimi dirigenti dello
Stato, che ricoprono anche le più alte cariche del Partito comunista. Un troppo
rapido cambiamento potrebbe mettere seriamente in discussione la supremazia
quasi totale dell’autorità del Partito comunista, che oggi governa in più
del 70% dei Comitati di Villaggio (L’affermazione è di Zhang Mingliang,
Direttore del Dipartimento dei governi locali del Ministero degli affari civili,
cfr. Agenzia France Presse, 21 feb. 2001).
Va ricordato comunque che l’Assemblea del popolo, pur
avendo in questi ultimi anni sviluppato una intensa attività legislativa,
rimane pur sempre ancora sotto la costante tutela del Partito comunista, sia a
livello centrale che locale. Secondo le statistiche ufficiali infatti, dei 2978
componenti della IX Assemblea nazionale, i membri del partito sono ben 2036, il
68,4%, mentre sono solo 572, 1l 19,2 %, i rappresentanti dei cosiddetti “Otto
partiti democratici” minori (residui delle formazioni politiche preesistenti
alla fondazione della RPC, la cui rilevanza politica è quasi inesistente. Essi
sono: Comitato rivoluzionario del Guomindang, Lega democratica cinese, Società
per la costruzione democratica nazionale, Società per la promozione della
democrazia, Partito democratico dei contadini e degli operai, Movimento
giustizialista cinese, Società del 3 settembre, Lega per l’autogoverno
democratico di Taiwan), o i non iscritti ad alcun partito. Costante al 9% (267
deputati) la percentuale degli eletti tra i ranghi dell’esercito nelle ultime
legislature.
Accanto all’Assemblea del popolo esiste un altro organo
parlamentare, sia pure privo di funzioni legislative e con poteri di organo
consultivo. Si tratta della CONFERENZA POLITICA CONSULTIVA DEL POPOLO CINESE, un
organo elettivo che costituisce ancora (in quanto erede della politica del “fronte
unito patriottico” che aveva assicurato la vittoria dei comunisti nel ’49)
un utile strumento per raccogliere consensi tra le “personalità democratiche
e patriottiche” non comuniste. Tra i 2093 deputati della corrente legislatura
infatti, i membri del PCC detengono solo il 39,8% dei seggi, lasciando ai
rappresentanti degli” Otto partiti democratici” e ai deputati indipendenti
(rappresentanti di Corporazioni, minoranze etniche e religiose, ecc.), la
maggioranza del 60,2%. Compiti della Conferenza, (stabiliti dalla circolare n.
13 del Comitato Centrale del PCC nel 1995): ”la consultazione politica, la
supervisione democratica, e la partecipazione alle delibere e all’amministrazione
degli affari dello Stato”. Di fatto, pur sotto la costante tutela del Partito
comunista, la Conferenza è riuscita in questi anni a potenziare un ruolo
propositivo, di controllo e di stimolo al funzionamento degli altri organi dello
Stato, attraverso la presentazione di mozioni e progetti e la realizzazione di
inchieste ed ispezioni.
Presidente della Conferenza è LI RUIHUAN, che è sul piano protocollare al
quarto posto nella dirigenza cinese.
MONDO CINESE N. 106, GENNAIO 2001