"La rivista Dushu, fondata da Chen Hanbai, Chen Yuan e Fan Yong, ha iniziato le pubblicazioni, per i tipi dalla Sanlian shudian, il 10 aprile del 1979. [...] La rivista
Dushu è un periodico dedicato alla discussione ideologica e culturale incentrato sui libri. Personaggi e fatti del mondo dei libri, argomenti interni ed esterni ai libri, libri importanti e no, libri vecchi e libri nuovi, libri classici e libri stranieri, tutto ciò costituisce oggetto di discussione per
Dushu. Dushu è uno stile di vita, e assolutamente non è questione di ritirarsi in una torre d'avorio. E proprio per questo, pur parlando di libri, la rivista è strettamente connessa con la vita umana che prende forma nei libri, e con la società e il pensiero umano che emergono dalla lettura.
Dushu è una tribuna aperta che sostiene uno stile basato sulla riflessione, l'esplorazione e la tolleranza. Ogni punto di vista, purché poggi su solide basi e sia razionale, può essere espresso liberamente, dato che in questi tempi di profondi cambiamenti sociali e di grandi sommovimenti ideologici, sono molti gli interrogativi che attendono risposta e serve gente che li affronti. Un simile lavoro di ricerca della verità certo non può essere realizzato nell'arco di una sola generazione, né certo può servire affidarsi ad un qualche santo. Per cui lo scopo di
Dushu è quello di gettarsi con il lettore nell'agitato oceano del pensiero, per trarne ognuno un po' di saggezza."
Questa presentazione è tratta dall'edizione in cd-rom dell'intera collezione della rivista
Dushu, pubblicata dall'editore Sanlian shudian in occasione del ventennale dalla nascita del periodico. Si tratta di un prodotto estremamente valido più per i contenuti veri e propri, che non sotto il profilo tecnico. Strutturato in tre dischi raccolti in un pratico cofanetto, la collezione, che è semplicemente intitolata
Dushu 20 nian - 1978-1998, è uscita nel corso del 1999 e, sia per il costo contenuto (100 yuan, equivalenti
a circa 23.000 lire attuali), sia per la qualità della realizzazione, sia infine per l'importanza dei materiali che vengono messi a disposizione dell'utente, rappresenta certo
una delle uscite più rilevanti nel panorama anche troppo asfittico dell'editoria elettronica a carattere sinologico. Né l'interfaccia grafica e interattiva, ridotta all'osso, né i meccanismi per la ricerca delle voci, troppo limitati, consentono certo di gridare al miracolo tecnologico e multimediale, ma nondimeno il prodotto è gradevole e perfettamente funzionante, fatte salve alcune precauzioni.
Prima di acquistare un'opera in cd-rom, soprattutto se realizzata per il mercato cinese (Cina continentale, Taiwan o Singapore poco importa), è opportuno infatti sincerarsi se sia o no in grado di "girare" sulla piattaforma a nostra disposizione. Già in un precedente numero di
Mondo cinese, parlando di altri prodotti, mi sono soffermato sui problemi derivanti dalle profonde differenze tra ambiente "cinese" e non. In soldoni, non è detto che un cd realizzato per una data localizzazione di Windows giri anche su altre (anche se, per nostra fortuna, non è sempre necessariamente così). In generale, occorre simulare nell'ambiente operativo che utilizziamo la gestione caratteri propria dell'ambiente in lingua cinese: nel caso di
Dushu 20 nian, così come per lo Hanyu da cidian di cui ho scritto nel saggio testè citato, è necessario avvalersi di un software che emuli una versione di Windows per la Repubblica Popolare Cinese (dalla 3.1 a crescere). Come per il dizionario, l'applicativo più duttile e solido per ottenere questo scopo è senz'altro
Richwin,1 che va settato sulla codifica GBK, utile anche per gestire i testi con operazioni di taglia e incolla con Microsoft Office. Il più noto Twinbridge, che pure riesce in qualche modo a gestire
l'interfaccia di Dushu (in modalità GB), non essendo abilitato all'emulazione dell'ambiente, presenta qualche difficoltà nel processo d'installazione. Ciò premesso, non escludo che vi siano altri applicativi in grado di far girare alla perfezione i cd: altro discorso invece per Windows 2000, su cui tornerò più avanti in queste stesse pagine. Riassumendo, il prodotto è utilizzabile in una qualsiasi versione di Windows 98, che sia però dotata di un software d'emulazione, necessario per visualizzare i caratteri cinesi nei menu, nei pulsanti e nelle finestre di dialogo.
Risolto il problema della piattaforma, esaminiamo i contenuti. La schermata iniziale di
Dushu 20 nian risulta molto semplice, con un grande bitmap che occupa tutto lo schermo: nel disegno sono raffigurati tre
ex-libris, che costituiscono un po' il leit-motiv grafico della rivista.2
Le voci del menu sono quattro (d'ora in poi, per maggior comodità, tradurrò dal cinese tutti i termini, cercando di trovare il corrispettivo d'uso comune più appropriato): "File", "Ricerca", "Setup" e "Help" e la barra dei pulsanti ne presenta solo tre, le cui etichette recitano, rispettivamente, da sinistra a destra: "Immissione di condizioni per una ricerca semplice
- effettuare una ricerca semplice", "Immissione di condizioni per una ricerca su tutto il testo
- effettuare una ricerca su tutto il testo" e "Presentazione della Diantong shuju" che altro non è che un breve profilo della ditta che ha materialmente realizzato il prodotto. Considerando poi che la voce "File" presenta solo la sottovoce "Uscita" e che le sottovoci in "Ricerca" ripropongono quanto richiamato dai primi due pulsanti, passiamo ad esaminare subito costa cosa comporta il "Setup" per gli ideatori dell'applicativo.
La prima sottovoce delle tre disponibili (le altre due, che non esamineremo in dettaglio, consentono di gestire i percorsi per i file del programma e di disporre in due diverse modalità quanto contenuto nella schermata) richiama la finestra di dialogo "Setup della modalità di visualizzazione dei contenuti", che propone tre opzioni: "puro testo", "figure e testo insieme" e
"bitmap a copia dell'originale", la cui presenza spiega perché la raccolta non sia contenuta in un unico cd. La prima opzione consente di visualizzare i contenuti dei vari articoli, recensioni, saggi e financo locandine pubblicitarie in modalità testo, la seconda di vedere anche le poche illustrazioni presenti nell'originale su carta e la terza, infine, di visualizzare sullo schermo una copia in
bitmap delle pagine richiamate così come appaiono nell'edizione - direbbe Negroponte
- "in atomi"3 della pubblicazione. Mentre per le modalità offerte dalle prime due opzioni basta il primo dei tre cd del cofanetto, per la terza una finestra di dialogo invita ad inserire uno dei restanti due. L'esperimento di fornire all'utente sia una versione in solo testo dei contenuti di una rivista, sia delle vere e proprie "fotocopie" delle pagine da gestire con il computer era stato tentato, con buon successo, qualche anno fa anche nell'edizione in
cd-rom di Tuttoscienze, il supplemento scientifico de La Stampa.4 Occorre dire che l'edizione elettronica di
Dushu, da questo punto di vista, non regge il confronto con il quotidiano torinese. Mentre i bitmap della rivista cinese risultano di dimensioni troppo ridotte per poter essere visualizzate in modo soddisfacente, l'alta definizione impiegata per le riproduzioni delle pagine di Tuttoscienze consente di ottenere ottimi risultati sia sul monitor che a stampa. Tuttavia, poiché il fascino di una pubblicazione risiede in buona parte anche nella sua veste tipografica, la proposta di
Dushu 20 nian consente di ricreare, al proprio computer e sul proprio monitor, la gradevole sensazione di sfogliare le pagine della rivista vera e propria.
Com'è logico attendersi, menu e barra dei pulsanti cambiano aspetto una volta avviata e conclusa una ricerca, offrendo all'utente svariate possibilità d'utilizzazione dei risultati ottenuti. La "ricerca semplice" permette di individuare un dato articolo (o un dato numero di articoli) compilando una specie di piccolo modulo contenuto nella relativa finestra di dialogo. È quindi possibile indicare il periodo di tempo che ci interessa, il numero della rivista, il numero di pagina, una stringa contenuta nel titolo, il nome dell'autore del pezzo e infine indicare se si desidera limitare la ricerca alla prima voce dell'indice che soddisfi le condizioni o se si vuole invece disporre dell'elenco completo dei titoli ricavati. I risultati della ricerca compaiono in una
finestra-indice sulla sinistra della schermata di Dushu 20 nian. Quindi, in base alla modalità di visualizzazione scelta, è possibile richiamare nella più ampia finestra a destra il solo testo, il testo con le eventuali illustrazioni oppure la "fotocopia" delle pagine originali, semplicemente cliccando due volte con il mouse sull'intestazione nella
finestra-indice. Una "ricerca su tutto il testo" produce risultati analoghi, ma trova in realtà tutte le occorrenze di una data stringa su tutto il testo del cd: l'indice dei risultati può quindi diventare piuttosto voluminoso e
l'elenco dei pezzi così ottenuto non sempre rispondente alle nostre aspettative.
Menu ampliati e ulteriori pulsanti premettono poi di utilizzare in vario modo i contenuti della
finestra-indice e della finestra di visualizzazione del pezzo: è dunque possibile stampare un elenco di titoli, oppure un singolo brano sia in modalità testo sia in formato
bitmap, scorrere l'indice visualizzando in contemporanea i singoli brani, copiare negli appunti tutto un articolo o una singola porzione, ingrandire le pagine in formato bitmap o ridurle, e così via. Il tutto viene effettuato a notevole velocità e, se si esclude la breve attesa per la visualizzazione dei contenuti nella
finestra-indice, non esistono quasi tempi morti.
Un'utilizzazione più estesa di Dushu 20 nian è peraltro possibile, sia per aggirare alcuni piccoli difetti dell'interfaccia, sia per adoperare il materiale con finalità diverse dalla semplice lettura. Per esempio, non è consentito stampare di un brano solo una selezione, per cui risulta conveniente copiarla e incollarla in una pagina di Word o di un qualsiasi altro word processor che consenta l'immissione di caratteri GBK o Unicode e da lì stampare quello che ci interessa. Inoltre, può accadere che compaia a schermo qualche carattere "strano", fenomeno dovuto al fatto che si opera pur sempre in un ambiente non concepito per la visualizzazione dei caratteri: la consueta procedura di "copia e incolla", con l'utilizzazione di Word permette di superare anche questo piccolo difetto.
L'importanza di questa iniziativa editoriale va ben oltre, però, le caratteristiche tecniche e formali del prodotto.
Dushu è infatti una rivista - per dirla con un termine in voga - high
culture, con un pubblico composto in prevalenza da operatori culturali e/o comunque lettori colti, avidi e attenti. Come si può facilmente capire, rappresenta per molti versi il corrispettivo cinese del
Times Literary Supplement in Gran Bretagna, o L'indice in Italia, anche se articoli e saggi non fanno sempre necessariamente riferimento ad un titolo da recensire.
Indubbiamente, la pubblicazione di un'edizione digitale della collezione completa di un periodico con queste caratteristiche fornisce un preciso segnale: si pensi se non altro alla superficialità con cui sono stati e vengono tuttora gestiti i prodotti culturali in senso più tradizionale dall'industria dell'editoria elettronica, soprattutto in Italia. Per motivi commerciali, ad esempio, edizioni molto note di antologie letterarie in
cd-rom sono state divise e parcellizzate in un numero troppo ampio di dischi, quando un singolo dischetto ottico può probabilmente bastare per contenere tutta la letteratura italiana, indici e software per la ricerca e financo sobri accessori multimediali. La densità dei materiali contenuti in
Dushu 20 nian, con la possibilità di limitare l'utilizzo al solo primo disco, ci riconcilia in parte con un
medium che - non va dimenticato - trova proprio nella grande capacità e nella praticità d'uso la principale ragione del suo successo.
Oltre a questo va considerato che, rispetto a materiali bibliografici già da tempo disponibili a prezzi proibitivi (gli indici del
Renmin ribao, ad esempio, o altri repertori destinati alle biblioteche), è forse la prima volta che un prodotto digitale di alto livello culturale viene messo in vendita ad un prezzo tanto accessibile: per i lettori di
Dushu, per gli studiosi e per tutti coloro interessati alla cultura cinese in grado di capirne la lingua, veramente un prezioso regalo.
Ho accennato, parlando della necessità di dotare il nostro pc di un software in grado di emulare un'edizione cinese di Windows, che per il nuovo ambiente operativo
high-end della Microsoft, Windows 2000, il discorso cambia. In realtà, nello specifico caso del prodotto di cui ho appena detto, è sempre necessario se si dispone di una versione dell'ambiente non predisposta per il mercato della Cina continentale, provvedersi di un software che ne emuli in qualche modo le specifiche modalità di trattamento dei caratteri. Per Windows 2000 il discorso è comunque più delicato, perché né Richwin, né Twinbridge sono in grado di funzionare correttamente nel nuovo ambiente (che, va considerato, è completamente a 32 bit e permette poche compatibilità "all'indietro"). Sono riuscito ad ottenere qualche risultato con una vecchia versione di Unionway Asiansuite 97, settata su codice GB, ma non mi è stato possibile godere di tutte le utili funzionalità del prodotto che ho potuto riscontrare in Windows 98. Soprattutto, la gestione dei caratteri di Asiansuite sembra interferire con le caratteristiche multilinguistiche del nuovo sistema operativo, per cui da un lato i caratteri nella finestra di visualizzazione del testo risultano divisi in due colonne e dall'altro le voci di menu vengono riportate a volte solo in caratteri ANSI e a volte addirittura scompaiono.
Quelli che, volendo utilizzare Dushu 20 nian con Windows 2000, sono solo piccoli problemi che non impediscono comunque di utilizzare il prodotto, diventano ostacoli insormontabili con altri software, tra i quali
l'Hanyu da cidian, del tutto inutilizzabile nelle versioni occidentali del nuovo ambiente. Così, interfacce costruite con "vecchi" motori a 16 bit o comunque non aggiornate rendono obsoleto molto del materiale di cui dispone la nostra bibliotechina multimediale, e non solo limitatamente a quei prodotti che utilizzano il cinese in modalità testo. Nonostante tutto ciò, a mio avviso, l'aggiornamento alla nuova versione del più diffuso ambiente operativo per personal computer è quasi un passo obbligato per tutti coloro interessati alla gestione di testi con caratteri cinesi.
Ritengo che, al momento attuale, l'implementazione completa di Unicode nel sistema, unitamente alla possibilità di determinare già in sede d'installazione le lingue che si vogliono utilizzare, alla potenza dell'interfaccia per l'immissione dei caratteri e alla qualità dei font a disposizione
- pur pochi -, rendano Windows 2000 la soluzione più avanzata per la gestione di più lingue nello stesso ambiente operativo, ivi compreso, ovviamente, il cinese sia in caratteri completi che semplificati.
La scelta fondamentale di integrare un pieno supporto a quello che è ormai diventato uno standard internazionale per la gestione digitale delle diverse lingue non è una scelta recentissima, visto che già nella prima versione di Windows NT, antenato diretto di Windows 2000, la gestione dei caratteri prevedeva appunto il ricorso alla nuova codificazione a 16 bit che si stava allora (nel 1993) solo cominciando ad affermare. Tuttavia, neanche con i periodici aggiornamenti (i
service pack ben noti a tutti gli utenti di quel sistema operativo), alcuni dei quali finalizzati proprio a garantire un miglior supporto agli applicativi basati appunto su Unicode, si rendeva l'utente in grado di gestire testi in tutte le lingue del mondo senza ricorrere a programmi esterni. Una volta installati gli opportuni sistemi di
input, Windows 2000 permette appunto di inserire caratteri cinesi in tutti gli applicativi compatibili con Unicode, come Office 97 (parzialmente) e 2000 (quasi completamente), Internet Explorer e Outlook Express, Wordpad e Notepad e financo di salvare file col nome in caratteri cinesi. L'ntegrazione del sistema di codifica nell'ambiente operativo è quasi perfetta, come dimostra anche la cura con cui sono stati realizzati sia i file di Help per
l'input del cinese (un vero e proprio manuale), sia, soprattutto, l'applet Character Map, che merita un esame attento.
Questo piccolo programma che, come nelle versioni precedenti, serve per localizzare in tabelle apposite un particolare carattere per consentirne l'immissione in una stringa di testo, costituisce un'evoluzione notevole e dà un'idea ben precisa della struttura realmente multilinguistica del sistema. Character Map si presenta come di consueto con il nome del font di caratteri e una finestra a scorrimento con tutti i caratteri a disposizione per quello specifico font: mentre in Windows 98 la visualizzazione è limitata esclusivamente ai 256 caratteri del codice ANSI a 8 bit, in Windows 2000, come in parte già avveniva per NT, è possibile accedere a tutti i caratteri Unicode. Per compatibilità è possibile anche visualizzare un dato carattere anche in base a set a 8 bit, come i vari "dialetti" europei del set di caratteri base di Windows, o a 8+8 bit, come per i set Guobiao e Big5 implementati nellle diverse localizzazioni (Cina continentale o Taiwan) dell'ambiente. Scegliendo il set di caratteri "Unicode", è poi possibile indicare quale raggruppamento serve: le opzioni sono:
"Tutti",5 "Ideogrammi per radicale", "Cinese semplificato per pinyin", "Cinese tradizionale per bopomofo" e "Sottoinsieme di Unicode". Mentre quest'ultima opzione consente di visualizzare nella tabella qualsivoglia lingua i cui caratteri siano implementati nel codice (ivi compresi "Ideogrammi CJK"), scegliendo il
pinyin o il bopomofo i caratteri vengono effettivamente raggruppati per il sistema di pronuncia prescelto. In ogni caso, qualsiasi forma di visualizzazione si sia scelta, nella barra di stato compare la codifica Unicode del carattere selezionato. È infine possibile ricercare un singolo carattere immettendolo in una finestrella.
Ho voluto soffermarmi su questa applet perché risulta altamente significativa della rilevanza che viene ormai data dalle software house più importanti sia al codice unico, sia all'integrazione contemporanea di più sottosistemi linguistici in un unico sistema operativo (la Apple, con le ultime versioni del suo System è sulla stessa strada, così come lo sono, almeno in parte, alcune versioni di Linux). Certo, non ci si aspetti che un sistema operativo da solo offra tutti gli strumenti per le nostre esigenze; sarà opportuno sia dotarsi degli applicativi più specializzati per le diverse funzionalità di cui si necessita, sia imparare a fondo ad usare quelle, ovviamente limitate, già a nostra disposizione.
Abbiamo già visto come l'adozione di Windows 2000 possa creare problemi di compatibilità con software non predisposto al funzionamento nel nuovo ambiente. Non va infatti dimenticato che molto è stato cambiato a livello di codice, anche se l'interfaccia non risulta dissimile da quella cui siamo ormai abituati di Windows 98. Molti dei problemi insorgono per il sistema di gestione della codifica dei caratteri propria di alcune localizzazioni di Windows, per le quali sono stati realizzati alcuni di questi applicativi, sistema che, per garantire compatibilità all'indietro, dovrebbe essere in qualche modo sopravvivere anche nelle edizioni localizzate di Windows 2000, ma certamente non per le versioni standard. Per un po' di tempo, l'utente che vuole godere dei vantaggi del nuovo ambiente e però anche continuare ad avvalersi di strumenti già collaudati come Twinbridge o
l'Hanyu da cidian in cd-rom, può installare nel proprio pc entrambi i sistemi ed operare riavviando la macchina nell'una o nell'altra modalità.
Il primo campo in cui si è verificata nel mondo degli studi cinesi quella che ancor oggi viene definita "rivoluzione informatica" è stato, nei primi anni dello scorso decennio, quello editoriale. Successivamente, con lo sviluppo impetuoso dell'Internet e il miglioramento del livello qualitativo delle tecnologie implicate nella gestione informatica di testi multilinguistici, anche nei settori della comunicazione e della ricerca si è avvertita pressante la richiesta di un adeguamento degli standard per la gestione dei caratteri, da un lato, e dell'offerta culturale ed editoriale, dall'altro, ad un bacino d'utenza che ha ormai assunto una scala mondiale.
Se è vero che per ora sono essenzialmente gli specialisti - i sinologi, per dirla con un termine non del tutto esatto - a sentirsi coinvolti da queste problematiche, è anche da tenere in conto che l'esigenza di comunicare in lingue diverse lungo i canali moderni dell'informazione, e quindi con la massima velocità possibile, non viene certo considerata dagli organismi che decidono quale debbano essere le linee di tendenza delle tecnologie avanzate appannaggio esclusivo del mondo accademico e culturale. L'autorevole rivista
Wired ha dedicato la copertina e numerose pagine di un recente numero6 ai problemi della comunicazione sull'Internet in più lingue, con particolare riferimento alla
machine translation, ovvero a quel settore informatico che si occupa della traduzione automatica da una lingua all'altra, e termini come
globalization e localization hanno assunto una precisa valenza
linguistico-informatica di grande rilevanza per case di software, aziende produttrici e operatori economici. Probabilmente, i numerosi studenti delle varie Università italiane dove si insegna il cinese possono restare ancora tranquilli, perché, per quanto riguarda la possibilità effettiva che la traduzione simultanea o anche solo differita dal cinese all'italiano e dall'italiano al cinese venga completamente affidata completamente a "macchine" e non ad interpreti sembra essere lontana dalla
realizzazione.7 Se non altro, è proprio la contraddizione tra lo scarso peso internazionale dell'italiano che si riflette anche nel campo dello sviluppo di software e il persistente provincialismo linguistico degli investitori per cui l'italiano è ancora indispensabile nei contatti bilaterali
- a garantire qualche anno ancora di buone possibilità d'impiego come interpreti e mediatori culturali e linguistici. Ma basta solo accontentarsi, ed ecco che, in un modo o nell'altro, alcune barriere cominciano a cadere. Quasi ogni applicativo per la gestione del cinese dispone già di strumenti accessori per la traduzione, offerti generalmente come un piccolo aiuto per non dover sempre ricorrere al vocabolario cartaceo.
Qualche tempo fa sono rimasto esterrefatto nello scoprire che un mio conoscente, del tutto digiuno di cinese e nemmeno proprio a completo agio con l'inglese, scambiava regolarmente lettere commerciali con corrispondenti cinesi servendosi del traduttore interno di Twinbridge Chinese Partner. Chiaramente, concetti che sembrano scontati a chi il cinese effettivamente lo conosce e lo pratica, come "differenze sintattiche", "costruzione della frase" e "espressioni idiomatiche" non sarebbero solo considerati un inutile fastidio dagli studenti meno motivati, ma rischierebbero anche di costituire un ostacolo al libero sviluppo degli scambi commerciali tra Italia e
Cina.8
* * * * *
Probabilmente, alcuni lettori giudicheranno che lo spazio dedicato all'Internet in queste pagine sia
troppo esiguo rispetto all'importanza che ha ormai assunto la Rete anche nel mondo degli studi cinesi,
oltre che - beninteso - nella vita quotidiana in Cina. Certo, da un lato è difficile tenersi aggiornati su
una realtà in continua evoluzione, dall'altro troppi sono i campi d'interesse che traggono beneficio da questa
sorta di ipertesto globale che è difficile operare scelte che non siano dettate da un mero apprezzamento
individuale. È forse il caso delle pagine contenenti il Digital Dictionary of Buddhism (DEABT)
(http://www.acmuller.net/ddb/index.html) e il
Dictionary of East Asian Literary Terms (DEALT), iniziative
portate avanti da Charles Muller dell'università Toyo Gakuen (http://www.acmuller.net) con passione e
competenza davvero encomiabili. La mia personale preferenza per questi dizionari on-line esula, non essendo
uno specialista né di studi buddistici né di letteratura classica, dai miei specifici interessi sinologici.
Ciò che rende il lavoro di Muller estremamente valido è a mio avviso proprio l'implementazione tecnica, pur
limitata all'aspetto della gestione del testo. Il sito A Web of On-Line Dictionaries
(http://www.yourdictionary.com),
che raccoglie link ad un numero enorme di dizionari on-line, cita un buon numero di testi disponibili per il
cinese, molti dei quali costruiti con grande attenzione al dettaglio tecnico, ma ben pochi di questi fanno uso
dello standard Unicode. Ciò che salta subito agli occhi nei dizionari di Muller è la presenza simultanea di
caratteri cinesi, vari segni diacritici, caratteri hanggul e kana giapponesi. I due dizionari gemelli si
configuarno quindi come una delle prime implementazioni pratiche di Unicode (in questo caso nel "dialetto"
UTF-8) nell'ambito degli studi cinesi. Basta vedere come vengono visualizzati i toni in un dizionario basato
sul "vecchio" codice Big5, come il pur ottimo Guoyu cidian di Taiwan http://140.111.1.22/clc/dict/ per
capire i vantaggi di un codice unico.
Dei due dizionari il più completo è il DEABT, che vanta una maggiore anzianità rispetto al fratello dedicato ai termini letterari. I meccanismi di ricerca non sono certo all'avanguardia: tutto è basato su pagine in html statico, senza cioè
- come abbiamo visto - che il motore di ricerca estragga di volta in volta da una base di dati le voci ottenute per visualizzarle in pagine create ad
hoc. Sono disponibili indici organizzati per Termini, Testi, Scuole, Personaggi, Luoghi, Radicali, Elenco completo delle voci in base alla codifica CJK,
Pinyin, Hanggul e Kana. L'indice dei termini, a sua volta, è suddiviso in quattro sottoindici: Inglese, Sanscrito, Pali e Tibetano. Ogni singola voce riporta, nell'ordine, i caratteri CJK, la pronucia in
pinyin con i toni, la pronuncia secondo il sistama Wade-Giles, la pronuncia coreana in caratteri
hanggul, la trascrizione di questi con gli opportuni diacritici, la pronuncia giapponese in
katakana con la trascrizione, la traduzione letterale, tutti i sinonimi e le varianti, riferimenti a dizionari storici e specialistici e i
credit per i collaboratori coinvolti. I tempi di ricerca risultano piuttosto lunghi, così come quelli per lo scaricamento delle pagine, tutte piuttosto voluminose. È però possibile
- e consigliabile - scaricare anche i due dizionari completi ed installarli nel proprio pc.
Infine, è estremamente positiva la cura del responsabile del progetto nei confronti dell'utente, che non viene certo lasciato solo a risolvere i problemi di interfaccia che possono sempre insorgere. Ad introduzione del sito, infatti, un'approfondita descrizione della dotazione necessaria per poter accedere ai dizionari spiega come le pagine siano consultabili con qualsiasi sistema, purché dotato delle estensioni rnultilinguistiche adatte, del software necessario (browser in versione recente in primis) e
- per una visualizzazione veramente completa - di un font che comprenda tutto il set Unicode come Arial Unicode (per Windows) o Cyberbit della Bitstream.
NOTIZIE IN BREVE
La home page di Wenlin, il software per l'apprendimento del cinese sul quale ci siamo soffermati nel n. 103 di Mondo cinese, comunica che è disponibile un aggiornamento per gli utenti della versione 2. Rispetto all'edizione precedente (naturalmente è necessario possedere già una copia dell'applicativo per installare l'upgrade) i cambiamenti sono pochi ma interessanti: le opzioni GB e Big5 sono sostituite dalle versioni ampliate (GBK e Big5+, rispettivamente) degli stessi sistemi di codifica, la finestra per l'input dei caratteri via mouse o tavoletta grafica è ora dimensionabile a piacere e il font bitmap in dotazione viene ampliato fino a comprendere tutto il set CJK Unicode. L'aggiornamento è disponibile sia per gli utenti Windows e DOS, sia per quelli Macintosh (alla versione 2.2 e 2.3 rispettivamente).
La versione 3.0 dello standard Unicode, come riportato dal sito dell'organizzazione
www.unicode.org, comprende un numero più elevato di caratteri CJK (cinesi, giapponesi e coreani): si passa dai 21.204 della versione 2.1 ai 27.786 della nuova assegnazione di spazi nella tabella standard.
Fayin - Mandarin Pronunciation, ideato da Shu-ning Shiban e X. Jie Yang, della University of Calgary, è un "programma multimediale bilingue
cinese-inglese che insegna il cinese mandarino usando il sistema di trascrizione pinyin". Il software permette di visualizzare iniziali, finali e sillabe intere, complete di tono, e di ascoltarne la pronuncia. Sul cd, uscito nel 1998, è presente anche un breve profilo di storia della lingua e delle caratteristiche generali della pronuncia del cinese moderno. L'interfaccia è gradevole: piccoli filmati in formato AVI consentono di osservare le modifiche in atto nell'apparato boccale nella formulazione dei singoli fonemi. Ho dovuto però rilevare alcuni piccoli bug di funzionamento (un ripetuto
"Out of stack space", ad esempio) che impediscono di godere a fondo di uno strumento semplice ma utile. Va infine sottolineato come si faccia riferimento unicamente alla pronuncia delle iniziali, delle finali e delle sillabe, senza nessun tentativo di affrontare le problematiche derivate dal sandhi tonale. Gli interessati possono contattare la software house che ha realizzato l'applicativo al sito
www.uti.ca.
DBCina è il nome di una semplice interfaccia per la catalogazione di volumi e articoli di interesse sinologico costruita su Microsoft Access che consente la gestione in contemporanea di dati nel nostro alfabeto e in cinese. L'applicativo, che finora gestiva i caratteri cinesi utilizzando il codice Big5, è finalmente approdato ad Unicode. La nuova versione, che funziona esclusivamente in Access 2000 è scaricabile via Web come
http://helios.unive.it/~dsao/webpages/ftp_cina.html. Si tratta di due versioni separate, una per Windows 98 e l'altra per Windows 2000: quest'ultima è più completa (dispone di un'ottima funzione per la generazione di report ottimizzati completi di caratteri cinesi, che in Windows 98 causerebbe continui errori di sistema) ma entrambe sono funzionanti e pratiche da usare. Un nuovo manuale aggiornato è previsto per il prossimo autunno.
Il catalogo on-line del fondo Daniélou dell'Istituto Venezia e l'Oriente della Fondazione "Giorgio Cini" di Venezia
(http://www.cini.it/italiano/03collezioni/fondi/danielou.html) costituisce il primo passo per la messa in Rete di tutto lo schedario della Biblioteca che,
com'è noto, dispone di una notevole raccolta di testi a carattere sinologico. Il sistema di schedatura adottato è il già citato DBCina che, nella nuova versione, consente anche di raccogliere e organizzare le schede in pagine html statiche. Nei prossimi mesi il materiale dovrebbe essere gestito in pagine dinamiche e essere ampliato anche ad altri fondi.
MONDO CINESE N. 104, MAGGIO 2000