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Dizionari digitali e software
per la didattica del cinese*

di Federico Greselin

SOMMARIO: IL GRANDE DIZIONARIO DELLA LINGUA CINESE IN CD-ROM. - Descrizione - Funzioni di ricerca - Visualizzazione delle definizioni - Suggerimenti, tips e modi alternativi d'impiego - Wenlin, "Software for learning chinese" - Descrizione. - Funzionalità e modi d'utilizzo. - Il "Bosco delle Lettere" e la didattica.

IL GRANDE DIZIONARIO DELLA LINGUA CINESE IN CD-ROM

L'edizione a stampa del Grande dizionario della lingua cinese1 costituisce uno strumento formidabile per chi si occupa di studi cinesi: pubblicata nei primi anni Novanta, questa poderosa raccolta di lemmi, parafrasi, citazioni e quant'altro ancora può servire a districare molti tra i nodi più ostici di qualsivoglia testo ha sostituito sugli scaffali degli studiosi strumenti più antichi e consolidati. Pure, il maggior pregio dell'opera, ovvero la ricchezza dei contenuti e quindi la sua mole, ne costituisce anche il maggior difetto: la ricerca e la consultazione risultano davvero un po' macchinose e spesso si finisce con il riempire la scrivania con i volumi infarciti di segnalibri. La pubblicazione di un tredicesimo volume di soli indici2 ha certo in parte snellito le procedure di ricerca, ma le difficoltà nel passare da una voce all'altra in modo agevole e produttivo diventano a volte frustranti. Se poi si considera che la lingua delle descrizioni non può certo definirsi un cinese colloquiale, si può capire come, seppur a volte indispensabile per il traduttore, il dizionario può difficilmente essere considerato da tutti uno strumento d'uso quotidiano.
La Commercial Press di Hong Kong ha ovviato in parte a queste difficoltà pubblicando l'edizione in cd-rom del dizionario, fornendo a chiunque disponga di un personal computer e sia disposto a spendere una cifra non proibitiva uno strumento utilissimo.
La versione 1.0 del Grande dizionario in cd-rom esce in due diverse edizioni: una, per il mercato interno, è destinata ad essere utilizzata sfruttando l'interfaccia della versione cinese continentale di Windows 95/98; l'altra, anche se nominata "internazionale", prevede in realtà l'installazione nella sola versione americana dello stesso ambiente operativo e nel pacchetto offre in bundle una recente versione del software Richwin, che fornisce al sistema font e interfaccia per la gestione del cinese, e presenta alcune limitazioni rispetto alla versione per il mercato cinese: è appunto questa seconda variante che ho potuto esaminare nel dettaglio.
Pregi e difetti di questa edizione del Grande dizionario rispetto all'originale a stampa sono prima riassunti e poi descritti più particolareggiatamente in una voce specifica dell'Help in linea, "Panorama generale" (gailan):
Il Grande dizionario cinese su cd, versione 1.0 - edizione internazionale è un concentrato di grandi soluzioni di ingegneria del software che riesce a racchiudere in un unico compact disk la gran parte dei caratteri, delle parole, delle descrizioni e delle varianti contenuti nell'edizione a stampa in dodici volumi (per ora questa edizione su cd non comprende gli esempi). All'impianto di base dell'edizione a stampa, l'edizione su cd aggiunge una gran mole di dati digitalizzati arricchendo così notevolmente la mole di dati originali.[...]
Voci incluse: Giacché questo cd-rom è stato sviluppato per l'ambiente dell'edizione cinese di Windows 95, risente delle limitazioni del codice ivi utilizzato e quindi ci sono differenze tra questa edizione e quella a stampa per quanto concerne le voci [zitou]. Le principali sono le seguenti: il corpus dei caratteri nell'edizione in cd-rom comprende più di 4500 ideogrammi non presenti nell'edizione a stampa e di questi offre la spiegazione, realizzata appositamente; viceversa, 4.000 caratteri presenti nell'edizione originale e mancanti invece nell'edizione cinese, sono assenti anche in questa edizione.

Grosso modo, in questo commento on-line vengono elencati i pregi consueti che un'opera di consultazione in forma digitale può vantare nei confronti del corrispettivo a stampa, vale a dire la possibilità di condurre ricerche sfruttando le potenzialità ipertestuali (alla voce "Metodi di ricerca di caratteri e parole" è scritto "I collegamenti contenuti nell'edizione originale a stampa possono essere ricercati in maniera non lineare secondo il metodo dell'ipertesto (chaowenben)", la velocità delle operazioni consentite e la loro versatilità, ma anche i miglioramenti più importanti dal punto di vista lessicologico e lessicografico apportati. Tuttavia, almeno per questa edizione, è impensabile poter usare la versione digitale senza disporre anche di quella cartacea; l'avarizia nell'offrire esempi per le alternative d'uso dei vocaboli e la scarsità delle fonti citate costituiranno certamente una grossa delusione per il filologo e per il classicista in genere, e molti utilizzatori saranno comunque costretti a ricorrere comunque all'edizione completa3. Fortunatamente, sembrerebbe che per la seconda release del prodotto questo problema verrà opportunamente risolto con l'integrazione anche nell'edizione digitale degli esempi e delle citazioni, come anticipato nell'Help.

Descrizione

Le dimensioni della finestra principale dell'HYDCD occupano sempre un'area dello schermo di dimensioni prestabilite, vale a dire che, se la risoluzione è 800x600, la finestra del dizionario occupa sempre uno spazio, in nessun modo ridimensionabile, di 706x531 pixel, se è di 1024x768 uno di 902x678 e così via, a meno che non si cambi risoluzione mantenendo aperto il dizionario. Questa scelta di programmazione ha consentito probabilmente di adattare le dimensioni delle aree per il display alle caratteristiche delle procedure di rasterizzazione (ovvero della resa a schermo come un insieme di pixel) dei caratteri TrueType di Richwin, per cui la visualizzazione (almeno dei caratteri cinesi, poiché per gli altri si ravvisano i consueti problemi determinati dalla mancanza di informazioni puntuali sul kerning per i font) risulta sempre gradevole - e non è poco.
La finestra principale dell'HYDCD è grosso modo divisa in due parti: a sinistra troviamo l'area dedicata all'elenco dei termini, a destra viene visualizzata la voce del dizionario che, a seconda di quanto si è ricercato, può risultare più o meno ricca di testo. È possibile cercare un carattere (zi), una "parola" o "vocabolo" (ci) o una frase idiomatica a 4 caratteri (chengyu). Il dizionario contiene ben 27.986 caratteri, mentre i ci sono raggruppati in 12 gruppi, derivati dalla divisione in volume dell'edizione a stampa e sono in tutto 343.470; i chengyu sono 23.650.

Funzioni di ricerca

Se la nostra ricerca è basata sui caratteri, disponiamo di vari strumenti: innanzitutto una finestrella di input consente l'immissione diretta dei caratteri avvelendosi dell'interfaccia abituale di Richwin, o di un qualsivoglia altro sistema di gestione del cinese in ambiente Windows, sempre che si usi come codice interno il GBK: questo codice, noto anche come Guobiao esteso, è uno sviluppo abbastanza recente del GB, il codice utilizzato per i caratteri semplificati: grosso modo, mantiene la compatibilità all'indietro con questo, consentendo però anche l'utilizzo di tabelle e font Unicode. Da notare che la barra di input in Richwin, simile a quella usata dall'applicativo più diffuso per la gestione del cinese in ambiente Windows, Twinbridge Chinese Partner, permette di inserire sia caratteri semplificati che completi, possibilità non offerta invece da Twinbridge. Oltre a questa modalità, il dizionario fornisce interessanti e pratiche alternative.
Un apposito pulsante mette in azione il sistema di ricerca (jiansuo fangshi), disponibile in versione leggermente diversa per ognuno dei tre indici succitati. I sistemi di input consentiti, selezionabili cliccando sulle linguelle, sono i consueti: per carattere (bushou chaxun), per pronuncia (yindu chaxun), che comprende pinyin e zhuyin, e per ordine dei tratti (bishun chaxun). È disponibile in aggiunta anche un sistema "speciale" (zhuanye chaxun) che, oltre che per "antica pronuncia" (gu yin) elenca i caratteri per volume e pagina, permettendo al proprietario del "tredicesimo" volume del dizionario di poterne utilizzare gli indici anche per questa versione digitale.

Visualizzazione delle definizioni

Nella parte di destra della finestra, l'area di display (anch'essa a grandezza fissa) ospita i risultati definitivi della nostra ricerca, ovvero la voce (o le voci) del dizionario nella sua (o nella loro) completezza. Com'è ovvio, le dimensioni di quanto contenuto in quest'area variano in misura inversamente proporzionale all'accuratezza dei parametri impiegati: se, ad esempio, ci accontentiamo del carattere zhong, l'area di display sarà insufficiente a elencare in contemporanea tutti i ci e i chengyu che iniziano per detto carattere, ma se invece la nostra ricerca si basa sulla parola e cerchiamo Zhongguo abbiamo un'unica voce di poche righe. Sopra l'area di display, in un riquadro troviamo il carattere risultato della ricerca, sia esso lo zi vero e proprio, oppure il primo carattere del ci o del chengyu; pulsanti appositi consentono poi di:
1) selezionare l'intero contenuto della finestra di display,
2) copiare una selezione (i tasti funzione di Windows - Ctrl+c - non funzionano per il contenuto dell'area di display),
3) stampare il contenuto dell'area,
4) tornare alla finestra precedente,
5) andare alla successiva,
6) ascoltare la pronuncia del carattere,
7) effettuare un'ulteriore ricerca su uno zi o uno ci che si siano eventualmente selezionati,
8) verificare se esiste una variante grafica per il carattere, ovvero un "collegamento" (guanlian),
9) visualizzare informazioni tecniche sul carattere (numero di volume e di pagina dove trovarlo nell'edizione a stampa, radicale, numero di tratti, pronuncia, posizione nel codice GBK, Big5 - se disponibile - e ISO10646 ecc.),
10) scorrere tutte le illustrazioni disponibili e
11) visualizzare la "storia" delle ricerche compiute nella sessione di lavoro.

Una finestra a scorrimento, infine, permette di variare le dimensioni del caratteri (nella sola area di display). In linea di massima, le stesse funzioni sono ovviamente attivabili dal menu (stringatissimo) e alcune con un uso sapiente del mouse: per visualizzare la voce relativa a un singolo carattere, ad esempio, è sufficiente farvi click sopra con il pulsante destro del mouse, operazione che però non funziona per le parole. Come di regola, se le funzioni non sono disponibili, l'icona viene disattivata e come di consueto - privata della colorazione.
La pronuncia è attivabile solo per i singoli caratteri, ma è possibile settarla in maniera differenziata (voce maschile o femminile ecc.): è inoltre affidata a parlanti reali e non prodotta sinteticamente.
Come si è detto, il dizionario mette a disposizione anche una certa quantità di illustrazioni (550, per l'esattezza), e i link per richiamarle a video sono contrassegnati da caratteri in rosso: la qualità delle immagini, pur trattandosi esclusivamente di disegni al tratto in bianco e nero, è soddisfacente ed è indubbio che possa essere a volta utile visualizzare il soggetto di alcune voci altrimenti di difficile comprensione.
Per quanto infine concerne gli strumenti d'aiuto per l'utilizzazione del dizionario, occorre dire che il manuale, pur non tacendo nulla delle procedure per la consultazione e la ricerca avanzata, risulta in po' scarno con le sue 80 paginette. Le ultime pagine vengono dedicate alle tecniche di immissione dei caratteri e quindi anche alla descrizione dei vari metodi di indicizzazione, con tavole per il bopomofo, il pinyin, gli indici basati sulla grafica ecc.
Ottimo invece risulta l'help in linea, che contiene, come abbiamo visto, anche una nutrita serie di documenti integrativi di descrizione del prodotto.

Suggerimenti, tips e modi alternativi d'impiego

Il fatto che la versione "internazionale" dell'HYDCD sia stata progettata per la versione standard di Windows 95/98 - quella americana - dovrebbe costituire una garanzia per l'operatività e la compatibilità dell'applicativo ma - ahimè - già in sede d'installazione possono verificarsi alcuni seccanti problemi. Il programma di setup, ad esempio, prevede che alcuni file vengano installati sul disco rigido, ma un errore di stesura del codice non permette il riconoscimento di percorsi alternativi a quelli offerti di default dalla versione americana di Windows: se non si è prima provveduto a creare una cartella "Start Menu" nella cartella di Windows e in questa una sottocartella "Programs", l'installazione risulta impossibile. Ancora più grave è il ricorso tassativo ad una determinata versione della libreria di sistema Imm32.d11 che, se assente o presente con diverse caratteristiche, pure invalida l'installazione: il fatto non costituirebbe un problema se un patch di Richwin disponibile on-line non andasse a sostituire proprio quel file. L'utente, prima di installare il dizionario nel proprio sistema, dovrebbe fare un backup delle diverse versioni del file suddetto presenti nella directory System di Windows, e utilizzare quella che non crea conflitti con l'HYDCD.
Non sempre le cose funzionano a dovere neanche a programma installato: il bug più rilevante riguarda la possibilità di stampare. Chi scrive non è riuscito a produrre alcunché a stampa, né direttamente su stampante inkjet o laser (fogli bianchi), né mediante Adobe Acrobat4, (provando sia l'output diretto su PDF sia il percorso più complesso offerto da Distiller). Variando i settaggi per i font ho ottenuto a volte fogli bianchi e a volte gli abituali quadratini vuoti in corrispondenza di caratteri cinesi, ben noti a chi ha cercato di stampare utilizzando font Unicode. Ritengo che il problema sia interno all'applicativo e non concerni la gestione dei font o problemi simili, perché la stessa pagina di test copiata in Word 97 viene stampata senza alcun problema (tramite Distiller).
È da considerarsi, poi, che Richwin, a differenza del più noto Twinbridge, è - come si suol dire - un programma "duro": ad esempio prende il controllo della tastiera, fissandone il layout sullo standard americano, per cui non è agevole immettere le lettere accentate in un testo. Inoltre, dato che il codice GBK viene considerato di default dalle estensioni multilinguistiche di Internet Explorer 5 e di Windows 2000, Ms Song, uno dei due font installati da dette estensioni per la gestione del cinese, sostituisce automaticamente qualsiasi altro font nell'input di caratteri accentati, almeno in alcune circostanze (e qui mi fermo...).
Come ho già detto, se lo Hanyu da cidian costituisce certamente un aiuto fondamentale per lo studioso ed è tanto più utile quanto più impegnativo è il testo che si affronta, il contenuto delle voci, che è costituito da definizioni, parafrasi e sinonimi, costituisce pure a volte una sfida non indifferente, al punto che per molti di noi è arduo affrontarlo senza un dizionario bilingue a portata di mano. Un modo elegante, anche se un po' "furbetto", di risolvere il problema consiste nell'utilizzo in contemporanea dell'HYDCD e di Wenlin, software di cui si parlerà nel dettaglio più avanti. Questo applicativo mette a disposizione il dizionario cinese-inglese ABC del DeFrancis e - cosa davvero notevole - fornisce la traduzione dei termini e delle espressioni on the fly, ovvero basta sorvolare il testo di un documento in Wenlin con il puntatore del mouse per visualizzare la traduzione inglese di parole e espressioni. Se i risultati della nostra ricerca nell'HYDCD portano ad una o più voci di relativa difficoltà, è dunque possibile scorrerle con l'aiuto dell'ABC dopo averle copiate e incollate in un nuovo documento di Wenlin. Purtroppo, a causa dei limiti di questo applicativo nella gestione della clipboard, potremo visualizzare infatti solo i caratteri semplificati, dato che, sorprendentemente, non è stata prevista la possibilità di esportare e importare dati in formato Unicode, che pure in Wenlin è il formato nativo. Tuttavia, esiste un'ulteriore possibilità per ovviare a questo inconveniente, oltre alla visualizzazione simultanea della finestra di display dell'HYDCD e di quella di lavoro di Wenlin: il contenuto dell'area di display può essere copiato, incollato in un documento Word 97 e quindi salvato in formato "testo Unicode", e come tale aperto e consultato con Wenlin. Gli unici caratteri che non verranno accettati in Word saranno quelli di indicazione del tono nella trascrizione in bopomofo. Certo, questa soluzione può considerarsi pratica solo in presenza di una quantità consistente di testo.
Da ciò si evince anche che l'utilizzazione estesa del dizionario, sfruttando tutti i "trucchi" offerti dall'interfaccia digitale, presenta grandi possibilità ed offre indiscutibili vantaggi per la preparazione di materiale didattico, dall'ottimizzazione di dispense con la dotazione di elementi lessicali completi e dettagliati, all'ideazione di percorsi d'apprendimento e d'analisi dei testi più ricchi e complessi. Qualche anno fa, in un testo affrontato in sede di lezione su Zhou Zuoren (III anno di corso), mi imbattei nel termine wupengchuan, assente nei dizionari bilingui: per fornire a gli studenti una corretta informazione ho dovuto rilevare l'immagine con lo scanner dall'edizione cartacea dell'Hanyu da cidian (per inciso, vol. VII, p. 76), e quindi fotocopiarla e distribuirla5. Potendo disporre della edizione elettronica da poter consultare direttamente in aula, la visualizzazione dell'informazione risulterebbe un qualcosa di più organico, professionale e meglio integrato nel contesto del corso.

WENLIN, "SOFTWARE FOR LEARNING CHINESE"

La recente immissione sul mercato della nuova versione di Wenlin, la 2.0, costituisce un'interessante novità sotto molti punti di vista e, pur non scevro da lacune e difetti, taluni anche vistosi e oltremodo deludenti, il software della casa omonima6 è da considerarsi un importante passo avanti nella realizzazione di software per l'apprendimento del cinese7. In realtà, il Bosco delle lettere non può essere considerato tale a pieno titolo: se non altro nel manuale e nella varia documentazione di corredo al prodotto, i realizzatori insistono nel diffidare gli utenti a farne un uso "scolastico", ma, a parte questo, l'organizzazione di classi di studenti di cinese gestita nelle fasi di apprendimento e controllo da un tutor e basata sulle caratteristiche di Wenlin si rivela, a mio avviso, estremamente difficile e pressoché irrealizzabile. Dove invece l'applicativo eccelle è invece nell'utilizzazione individuale, sia nei momenti di autoistruzione, pur con molti limiti, sia nell'integrazione con altri applicativi (vedasi quanto già detto sopra per i vantaggi dell'uso combinato con l'HYDCD).
Il compact disk di Wenlin offre tre versioni distinte dell'applicativo: una "gira" su Apple Macintosh, meglio se con il Chinese Kit installato, una su - udite, udite! - DOS e infine una terza su Windows. Sostanzialmente le tre versioni sono identiche per funzionalità e aspetto: rispetto alle altre due, che risultano quasi del tutto chiuse ad ogni integrazione, quella per l'ambiente della casa di Cupertino è in grado di gestire direttamente i font del Chinese Kit, consentendo quindi un migliore output a stampa dei contenuti dei documenti gestiti con l'applicativo. Cosa abbastanza stupefacente, considerate le annose difficoltà in cui ci si è sempre imbattuti nella gestione del cinese, Wenlin non necessita di nessun altro programma e le funzionalità offerte sono organizzate in base ad un sistema proprietario, sia per l'input e -come abbiamo visto - per i font. Se l'interfaccia per il cinese offerto da Wenlin non è sfruttabile a livello di sistema (in poche parole, il programma non consente l'input del cinese su altri applicativi, come Word, Wordperfect ecc.), tuttavia non entra nemmeno in conflitto con altri software per la gestione del cinese e quindi può offrire, come abbiamo già visto, interessanti prospettive nell'utilizzazione combinata di un insieme di programmi dalle diverse caratteristiche. Ancora più sorprendente è l'implementazione di Unicode come codice interno all'applicativo, il che significa che, pur abilitato alla gestione di documenti che utilizzino vari tipi di codice, come il Big5 e il Guobiao, Wenlin opera su un sottosistema a 16 bit conformato sulle tabelle Unicode per i caratteri del set CJK8: in pratica ogni qualvolta che Wenlin apore un documento, sembrerebbe convertirne il contenuto - se possibile - in Unicode e quindi riconvertirlo in chiusura. Ma procediamo con ordine.

Descrizione

Di primo acchito, non ci si può certo complimentare con i progettisti di Wenlin per l'interfaccia e in genere tutta l'ingegneria del prodotto. Fin dall'apertura il programma tradisce un'esistenza precedente all'attuale e, soprattutto, una concezione fin troppo indipendente della metafora delle finestre. Wenlin può aprire più documenti insieme, ma né le finestre secondarie possono uscire dall'area in cui è contenuta la finestra principale, né, all'interno di questa, possono essere ristrette se non sulla verticale. In compenso, diversamente dall'HYDCD, la finestra principale può essere dimensionata a piacere. Così, più documenti aperti nell'applicativo compariranno almeno con la barra dell'intestazione, se minimizzati, e non come icona, e, se ridistribuiti nell'area di Wenlin, potranno occupare soltanto una porzione della stessa in senso orizzontale. Non essendo uno specialista di interfacce non so dire se questa concezione sia originale o venga tratta invece da qualche altro ambiente operativo o software, fatto sta che, pur in un panorama di prodotti per computer tendente ad un'eccessiva omologazione, l'interfaccia di Wenlin risulta comunque in qualche modo straniante e scomoda, anche se tutto sommato non si può definire del tutto incongrua rispetto alle funzionalità del programma.
Una qual certa economicità nella realizzazione del progetto risulta evidente anche nel disegno del menu, squilibrato nelle voci (si va dall'ampia funzionalità di "File" all'enumerazione delle diverse misure per i caratteri di "Size"), limitato nel fornire indicazioni implicite sul funzionamento del programma e del tutto incongruo rispetto all'ambiente operativo. Se i limiti progettuali dell'HYDCD derivano forse dall'adozione per un software orizzontale di un tool non adeguato come Visual Foxpro, per Wenlin sembrerebbe che un programma orginale (una sorta di Ur-Wenlin) sia stato di peso trasportato nei diversi ambienti operativi, senza alcun lavoro di integrazione dell'interfaccia.
Proseguendo con la descrizione, possiamo notare che la metafora applicata in Wenlin è quella dell'archivio di documenti, grosso modo riconducibile al tipico modo di lavorare di un word-processor. I vari documenti aperti in Wenlin possono essere editi previa autorizzazione del sistema (menu "File/Enable editing)") e vengono collocati in quella che definiremo l'area di lavoro del programma. Che un documento aperto non sia immediatamente editabile è senz'altro una misura obbligata proprio per evitare incidenti come la manomissione e la sovrascrittura dei file. Da non dimenticare inoltre il fatto che Wenlin è uno strumento formidabile per il browsing di documenti in cinese: se i documenti su cui vengono effettuate le ricerche fossero effettivamente aperti - tutti insieme - senza alcuna protezione da modifiche indesiderate si rischierebbe un vero e proprio disastro.
Sulla sinistra dell'area di lavoro una barra per gli strumenti (collocabile anche alla destra e spostabile in su e in giù) ribadisce con i suoi pulsanti la contraddizione tra l'incongruenza dell'interfaccia e le ottime funzionalità dell'applicativo. I primi tre pulsanti sono riservati a differenziare il metodo di scorrimento del testo e sono (cito testualmente): un "hand tool for looking up vocabulary", un "I-beam tool for selecting text or moving insertion point" e infine un "grabber for copying text to insertion point". Più avanti risulterà chiaro cosa comporta questa differenziazione di funzioni del puntatore nell'editing di documenti.
Il pulsante che porta raffigurato un grazioso pennellino spalanca la strada ad una delle caratteristiche più preziose di Wenlin, ovvero alla sua finestrella di input con caratteri scritti a mano (ovvero con il mouse o la tavoletta grafica).9 Al di là dell'utilità pratica del poter disporre di un applet che permette una veloce localizzazione del carattere nel database del programma, dal punto di vista dell'autoistruzione questa feature è un vero e proprio gioiello. L'utente può esercitarsi ripetutamente sul modo corretto di scrivere i caratteri: se l'ordine e il numero dei tratti risultano sbagliati, non si otterrà alcun risultato oppure si otterrà un carattere del tutto diverso da quello desiderato. Aprendo poi il carattere nel dizionario, potrà anche controllare l'esatto oridne dei tratti e visualizzarne in animazione il processo di scrittura (facendo click sulla freccia che richiama la funzionalità "stroke").
In realtà, oltre a questo, Wenlin dispone di due soli altri sistemi di input: il più agevole consiste nel battere la pronuncia in pinyin e quindi uno slash ("/"): il programma converte on the fly la parola immessa nel più frequente corrispettivo in caratteri. L'unità minima e massima per la conversione è costituita dalle lettere tra due spazi, sempre se identificabile dal sistema come trascrizione pinyin; è inoltre prevista la possibilità di scegliere tra diversi omofoni. L'altro sistema di input prevede l'immissione di un testo in inglese, lo scorrimento con il puntatore del mouse (quello a forma di manina), l'apertura di una finestra con la voce del dizionario, la copiatura del significato in cinese e il pasting dello stesso nel documento di destinazione: macchinoso ma efficace. Anche in questo caso fa fede un elemento del discorso identificabile.
L'ultimo pulsante per accedere alle funzionalità avanzate di Wenlin è contrassegnato da un carattere kou, che permette di aprire il cosiddetto "mouth tool for pronunciation". Francamente, ritengo che la pronuncia digitalizzata dei singoli caratteri fornita dal programma sia di ben poco aiuto al discente, se non addirittura dannosa. Ogni carattere viene pronunciato con una lunghezza esagerata per le finali e poco giova cambiare da voce maschile a voce femminile: il risultato rasenta il ridicolo, soprattutto se si seleziona una stringa di caratteri e si ascolta la pronuncia in successione. Per avvicinarsi alla pronuncia reale era forse preferibile operare come nell'HYDCD, che, come detto, non si avvale di procedure di digitalizzazione per la voce, ma di registrazioni di parlanti reali, pur rinunciando anch'esso a rendere in qualche modo il sandhi tonale e l'intonazione di frase.
Infine, la scelta tra caratteri bitmap o vettoriali, la loro dimensione, i colori degli oggetti di interfaccia e altro ancora può essere decisa da menu: il programma è estremamente semplice e facile da gestire, ma consente di ottenere risultati interessanti, diventando un compagno utile e prezioso per ogni sorta di studi.

Funzionalità e modi d'utilizzo

Sebbene si comporti di base come un word-processor, Wenlin è ben lungi dal poter essere considerato tale: le sue funzionalità di formattazione sono, più che ridotte, inesistenti; l'output di stampa è insoddisfacente (meglio va per gli utenti Macintosh), non accetta l'immissione diretta delle lettere accentate (anche se è possibile sfruttarne la possibilità di immettere i toni nel pinyin o incollarle dalla clipboard), e così via. Tuttavia, rispetto ai normali programmi di scrittura, spesso in difficoltà con operazioni di questo genere, Wenlin riesce ad estrarre il testo cinese da una gamma molto ampia di documenti; se il file da aprire non presenta una delle estensioni attribuite dall'applicativo (GB per documenti scritti con codice Guobiao, nessuna estensione per quelli Big5, UNI per quelli Unicode ecc.), o se il codice non viene riconosciuto come quello che dovrebbe essere, una finestra di dialogo chiede ulteriori informazioni e apre in ogni caso il file, segnalando eventuali errori e inconguenze. Così anche un documento misto, come un normale saggio contenente i caratteri cinesi di riferimento, può essere letto come un file di testo. Nell'area di lavoro possono così risultare aperti più documenti diversi per codice nativo e, addirittura, venire assemblati in un unico testo. Eventuali errori e incongruenze (se presenti) risulteranno solo al momento di salvare il file scegliendo uno dei codici a set ridotto. Purtroppo, tra i codici accettati dal programma non compare il recente ma molto usato GBK. La voce "Make transformed copy..." del menu "Edit" consente di uniformare i caratteri del nostro testo ad una sola modalità grafica; il formato di clipboard è al solito quello prestabilito (Guobiao, Big5, UT178 o ASCII), ma la coesistenza tra caratteri semplificati e non è assicurata dall'impiego a sistema della codifica Unicode.
Questa facilità dell'applicativo di gestire più codici e più file si rivela fondamentale proprio per una delle funzionalità più notevoli, vale a dire la capacità di creare dei veri e propri indici delle occorrenze di caratteri singoli o di stringhe di caratteri su interi set di documenti in codici diversi. La voce "Search files..." del menu "Search" apre due finestre di dialogo in successione: la prima chiede l'espressione da ricercare (con la possibilità di ricercare il testo immesso in entrambe le forme, fantizi e jiantizi), la seconda permette di indicare il file o la cartella contenente un gruppo di file su cui effettuare la ricerca (non essendo possibile indicare un insieme di file da cartelle diverse - o tutti, o uno - sarà opportuno eventualmente copiare testi di diversa provenienza in una nuova cartella). In breve tempo Wenlin propone a video le prime tre occorrenze dell'espressione ricercata per ogni file, avvertendo se ce ne fossero altre non evidenziate, riportando l'intera frase del contesto.
Com'è ovvio, molte delle funzionalità di Wenlin poggiano su una mole considerevole di dati ottimizzati cui il programma attinge. Come recitano puntualmente i credits nella finestra d'apertura del programma, il database consiste principalmente nella versione elettronica del noto dizionario ABC10, completo di grafie antiche, informazioni sul numero e sull'ordine dei tratti dei singoli caratteri e così via. Ma ciò che senz'altro più colpisce l'utilizzatore è che questa mole di informazioni è disponibile immediatamente: è sufficiente infatti scorrere con il puntatore del mouse su un testo digitalizzato per avere nella barra di stato della finestra principale la traduzione immediata del carattere o dell'eventuale vocabolo (ovviamente identificato in automatico). Cliccando con il mouse (dopo aver selezionato l'apposita modalità - la manina), si apre una finestra (standard Wenlin) con tutte le informazioni raccolte dalle banche dati dell'applicativo ed in più, come evidenziato in figura, le frecce di rimando ad ulteriori liste.
È evidente, a questo punto, che l'unica sostanziale limitazione a rendere Wenlin un compagno fedele nella lettura è la necessità di disporre di testi digitalizzati. A parte il ricorso a strumenti OCR per la digitalizzazione di testi tramite scanner, che comporta comunque una notevole mole di lavoro per la revisione e l'editing11, la piccola ma interessante biblioteca fornita da Wenlin stesso12, e l'abbondanza di testi cinesi di varia natura disponibili nell'Internet possono fornire materiale sifficiente almeno per molti scopi, soprattutto se Wenlin viene utilizzato per l'autoistruzione. Dal Web, oltre ad accedere ai vari repertori di testi, letterari e non, in formato testo disponibili nei vari codici, è inoltre possibile copiare direttamente intere pagine e incollarle poi in un documento di Wenlin, con l'avvertenza di mantenere congruo il formato per le operazioni che coinvolgono la clipboard. Dato che, come abbiamo visto, i formati supportati sono limitati e paradossalmente manca quello nativo di Wenlin, Unicode, saranno proprio i testi Unicode a non poter essere copiati e letti: è sempre possibile, come per l'utilizzazione combinata dell'HYDCD e di Wenlin, salvare una pagina Web in formato Unicode attraverso Word 97 o altro word-processor compatibile e in questo modo aprirla con l'applicativo.

Il "Bosco delle Lettere" e la didattica

I pregi dell'utilizzazione di un applicativo polifunzionale come Wenlin nell'attività di ricerca e comunque nell'ambito degli studi cinesi di livello avanzato risulta fin qui molto evidente. Disporre di un dizionario che permette lo scorrimento a video di interi testi fornendo la traduzione dei termini on the fly sarebbe di per sé motivo sufficiente a consigliarne l'acquisto. Se, come ho già evidenziato, un'utilizzazione in ambito didattico vero e proprio, ovvero nell'attività di classe, è resa quasi impossibile dalla rigidità dell'interfaccia e dalla mancanza di veri e propri authoring tools, come strumento per l'autoistruzione l'applicativo della ditta americana si rivela ricco di potenzialità ed estremamente adattibile alle più diverse esigenze. Così, se uno studente del I anno può trarre beneficio dalle flash-card che il programma consente di utilizzare e di creare, dall'esercizio con la tavoletta virtuale, dalla descrizione accurata della composizione grafica di un carattere e altro ancora, gli studenti dei corsi avanzati possono integrare il dizionario in dotazione con lemmi e neologismi aggiunti personalmente, organizzare velocemente vaste operazioni di controllo su testi digitalizzati, costruire con poca fatica interi volumi di concordanze. Certo, l'affidabilità del dizionario istantaneo ("instant lookup" viene chiamata la visualizzazione in simultanea dei significati sulla barra di stato) non è a prova d'errore13, ma non di meno è notevole il risparmio dei "tempi morti" dell'identificazione di un carattere per il lavoro di ricerca in un dizionario cartaceo. Viene così ad aumentare in misura esponenziale la quantità di testo cinese che gli studenti possono effettivamente leggere, consultare e gestire, con evidente beneficio linguistico, oltreché culturale.
L'importanza di un sistema di elaborazione di flash-card per un software di tipo CALL14 non va forse sopravvalutata. Il docente può approntare una serie di card ottimizzate per ciascun studente o gruppi di studenti, questi possono a loro volta selezionare i caratteri da imparare e costruirsi schede personalizzate per il ripasso e l'apprendimento, ma, al momento attuale, l'impossibilità di usare Wenlin come sofware di controllo per classi di discenti sembrerebbe escluderne un impiego più esteso e produttivo.

* Lavoro eseguito nell'ambito della ricerca "I cambiamenti culturali nei grandi momenti di transizione della società cinese" diretta dalla prof. Magda Abbiati e cofinanziata dall'Università Ca' Foscari e dal MURST.

MONDO CINESE N. 103, GENNAIO 2000

Note

1 Hanyu da cidian. Curatore principale Luo Zhufeng (Grande dizionario della lingua cinese), [Shanghai], Hanyu da cidian chubanshe, 1990 e segg., 12 vol.
2 Hanyu da cidian fulu - suoyin. Curatore principale Luo Zhufeng (Grande dizionario della lingua cinese: appendici ed indici), [Shanghai], Hanyu da cidian chubanshe, 1994.
3 È interessante notare come spesso sussistano, non solo da parte dei fruitori, ma anche dei realizzatori di un prodotto su supporto digitale, forti resistenze a considerarlo un'opera valida di per sé, specialmente se consiste nella trasposizione di un lavoro a stampa. Un caso molto simile a quello di cui stiamo parlando ci viene offerto da una recente e importante iniziativa editoriale, ovvero l'edizione digitale dell'intero corpus del Siku quanshu, in corso di completamento da parte della Chinese University Press di Hong Kong (si veda l'interessante e abbondante materiale disponibile al sito www.sikuquanshu.com. L'imponente e fondamentale raccolta è offerta in due edizioni, standard e professional: la prima comprende ben 167 cd, contenenti le immagini acquisite tramite scanner dei 4 milioni e oltre di pagine di questo capolavoro della scienza bibliografica cinese, con gli indici limitati ad autori e titoli; l'edizione più ampia offre il testo digitalizzato per la ricerca full text in 8 cd, completo degli indici appropriati e in più gli stessi cd con la versione bitmap, considerati necessari "per un controllo dei risultati della ricerca". Anche per il Grande dizionario alla base del progetto sembra esservi la convinzione di una qual certa inadeguatezza di quanto si può visualizzare a video rispetto alla pagina stampata: in qualunque momento, nella consultazione della versione digitale, l'utente viene messo in grado di reperire prontamente lo stesso contenuto nell'edizione a stampa. Tutto ciò mette in luce un problema non banale nell'uso dei nuovi media e delle nuove tecnologie, che viene affrontato (e risolto) solo parzialmente dalla neonata disciplina informatica che si dedica alla progettazione delle interfacce tra sistemi informativi e utenti. A volte, l'ostinazione nel non sapersi adeguare a quello che è prima di tutto un diverso modo di "vedere" il testo raggiunge apici farseschi: gli studenti di Economia di Ca' Foscari, impegnati nei programmi di autoistruzione per l'esame di idoneità informatica (programmi che consistono in brevi e semplici tutorial di Word e Excel), passano la maggior parte del tempo a ricopiare diligentemente sul quaderno schermate e schermate. Potranno così affrontare la preparazione per l'esame senza dover più confrontarsi con il computer (informazione personale di F. Dalla Libera).
4 I problemi che la maggior parte delle stampanti a getto d'inchiostro presentano quando si tratta di stampare caratteri Unicode sono abbastanza noti e vengono affrontati anche ad alto livello (purtroppo l'articolo "WD 97 - Some Printers Don 't Print Unicode Characters" non è più disponibile al vecchio URL www.microsoft.com/kb/articles/Q159/4/18.htm). Occorre però anche dire che le soluzioni proposte non sempre li risolvono e che, comunque, restano per lo più difficilmente praticabili da un utente non particolarmente coinvolto negli aspetti tecnologici della questione. L'utilizzazione di Acrobat consente di risparmiare tempo e di poter impiegare qualsiasi stampante a meno che, come nel caso del dispositivo di stampa del dizionario, non sussistano all'origine altri problemi. In pratica è possibile, dunque, a) stampare su file utilizzando un driver per stampante Postscript (qualsiasi), b) ottenere un file di Acrobat in formato PDF con l'applet Distiller e c) stampare con ottimi risultati quanto ottenuto con la propria stampante. Purtroppo non è sempre possibile ottenere buoni risultati utilizzando direttamente il driver di stampa su file offerto da Acrobat.
5 Da notare che nella versione digitale manca la citazione da Lu Xun.
6 Wenlin Institute www.wenlin.com: la data ufficiale di emissione della nuova versione è il 1 novembre 1998.
(Nel 2003 si è arrivati alla versione3.0)
7 In un recente articolo Zheng-sheng Zhang ("CALL For ChineseIssues And Practice", in Journal of Chinese Language Teachers Association, February 1998, Volume 33: 1, pp. 51-82) dà di Wenlin una descrizione sintetica ma entusiasta, e sembra ritenerlo il miglior programma per l'autoistruzione del cinese tra i molti da lui visionati.
8 CJK è l'acronimo per "Chinese, Japanese and Korean".
9 Al momento non ho ancora avuto modo di esaminare il sistema di riconoscimento della scrittura cinese implementato nell'ultima versione (denominata "2000") di Twinbridge Chinese Partner, che si avvale di una tavoletta grafica data in dotazione con il pacchetto. Altri sistemi, anche indipendenti dal software per il cinese, sono già utilizzati come alternativa per l'input. Nell'articolo citato precedentemente, Zheng-sheng Zhang, elogiando il programma per questo sistema di riconoscimento, ne mette in luce le specifiche attitudini didattiche. Da un punto di vista pratico, il tracciamento di segni per i caratteri con il mouse, di per sé non agevole (qualcuno, a questo proposito, sostenne che disegnare con il mouse è come disegnare con un panino), non aiuta a sviluppare la propria arte calligrafica: con penna e tavoletta, stranamente, le cose non migliorano, e il procedimento resta comunque difficoltoso. Molto meglio se si lavora con il touchpad dei più recenti portatili.
10 DeFrancis, John - Bai Yuqing et alii (a cura di), ABC Chinese-English dictionary. Alphabetically based computerized, Honolulu, University of Hawaii Press, 1996, xix, 897 p.
11 Nella mia personale esperienza, la percentuale d'errore standard nel riconoscimento di testi cinesi è ancora molto alta, specie se paragonata a quella accettabilissima dei programmi OCR per il nostro alfabeto: uno degli applicativi più diffusi, veloci ed economici, Sharpeye 2.0, commercializzato dalla stessa Twinbridge, secondo i miei calcoli, tende a sbagliare secondo una media di 5 caratteri su 100 sempre che la fonte sia di ottima qualità, a fronte dei 5 caratteri su 1000, ma in realtà anche meno, della percentuale d'errore di applicativi per l'OCR basati su lingue occidentali come il diffusissimo Omnipage della ditta Caere.
12 L'offerta di Wenlin consiste in un insieme considerevole di testi di carattere didattico, tra i quali alcuni manuali con letture ed eserciziari, testi generici tratti da giornali, riviste, trasmisssioni radiofoniche ecc., una versione cinese/inglese della Bibbia, tutti i 120 capitoli dello Hongloumeng, alcuni classici come il Daodejing, con la traduzione in inglese e in cinese moderno, il Mengzi, che risulta essere la versione digitale del testo del Legge (fonte dichiarata: The Chinese Classics with a Translation, Critical and Exegetical Notes, Prolegomena, and Copius [sic] Indexes. Trad. di James Legge, Taipei, Southern Materials Center Publishing, Inc., 1991), il Lunyu e altri ancora, una consistente antologia delle opere di Luxun, tra cui l'intero Nahan, tutte le poesie di Mao Zedong e alcuni dei suoi saggi più noti, e altro ancora.
13 In un'espressione come "Wo de queshi de taidu", il dizionario riporta prima, come unità logica del discorso da interpretare e ricercare nel proprio database, la locuzione dique e solo successivamente quella corretta, ovvero queshi.
14 Acronimo per "Computer Aided Language Learning".

 

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