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INDICE>MONDO CINESE>IL RUOLO DEL PERIODO REPUBBLICANO NELLA CINA DEL 20° SECOLO

SAGGI

"The Role of the Republican Period in Twentieth Century China:
Reflections and Reconsiderations
(Venezia 30 giugno - 3 luglio 1999)

di Giuliano Bertuccioli

Dal 30 giugno al 3 luglio 1999 si è tenuto a Venezia il convegno internazionale "The Role of the Republican Period in Twentieth Century China: Reflections and Reconsiderations". Ideato e organizzato da Guido Samarani dell'Università Ca' Foscari di Venezia con la collaborazione di Laura De Giorgi, ha visto la partecipazione di 45 studiosi di Università e istituzioni di dodici paesi: Australia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Inghilterra, Repubblica Popolare Cinese, Russia, Stati Uniti, Taiwan, Italia.
I lavori del convegno sono stati divisi in sette sessioni. "Historiographical Issues", "The Political and Military Dimension", "Citizenship and Identity", "Culture, Media and Propaganda", "The Sino-Japanese War: Resistance, Collaboration and Economic Impact", "State and Nation-Building", "International Relations of Republican China".

Dopo i saluti inaugurali, è stato William A. Kirby, direttore del Dipartimento di Storia dell'Università di Harvard, ad aprire i lavori con un discorso introduttivo su "China's Republican Century", in cui ha evidenziato l'importanza del periodo repubblicano e gli aspetti di continuità della storia cinese del XX secolo. Nel corso della prima sessione, "Historiographical Issues ", gli interventi di Zhang Xianwen e Tatsuo Yamada, rivolti il primo a tracciare un bilancio e a indicare le maggiori linee di sviluppo della storiografia della Repubblica Popolare Cinese negli ultimi cinquant'anni e il secondo a individuare elementi di continuità tra la Storia della Repubblica di Cina e quella della Repubblica Popolare Cinese, hanno evidenziato entrambi il pericolo che la natura sempre più commerciale sia della produzione storiografica che dell'informazione portino ad una semplificazione e incomprensione della storia, così come degli avvenimenti correnti. Sull'analisi di giornali e riviste dell'epoca si è basata Susanne Weigelin-Schwiedrzik per valutare criticamente il modo in cui la stampa cinese si pose di fronte all'insurrezione - o "rivoluzione di Xinhai" - che si verificò a Wuchang nel 1911, mentre l'intervento di Hsueh Chun-tu è stato rivolto a stigmatizzare la scarsa attenzione rivolta a Sun Yat-sen. Axel Schneider, attraverso una revisione critica della letteratura sull'argomento e l'esposizione dei risultati delle proprie ricerche, ha segnalato la molteplicità di aspetti e livelli di analisi che l'approccio al conservatorismo cinese nel ventesimo secolo richiede. La profondità della rottura che si verificò nella società cinese nel 1949 è stata infine esemplificata da Antonia Finnane analizzando la radicalità del cambiamento che si verificò con l'avvento della Repubblica Popolare, mentre Stephen C. Averill ha analizzato il passaggio della rivoluzione cinese da realtà urbana a mondo rurale, che si verificò alla fine degli anni Venti, in termini non di fazionalismo politico interno al PCC, ma di cambiamento di processi socio-culturali nella società cinese.

Nell'ambito della seconda sessione, "The Political and Military Dimension", Vitaly Kozyrev ha analizzato alcuni aspetti della polarizzazione del potere che si verificò durante il decennio di Nanchino, dal 1927 al 1937, individuando il ruolo fondamentale esercitato dal sistema di potere tipico del mondo militare. Anche John Fitzgerald ha riaffermato, pur essendo focalizzato il suo intervento sul processo di demilitarizzazione nel Guangdong dal 1911 al 1937, la centralità della tesi che vede nella militarizzazione uno degli aspetti fondamentali per lo studio della storia cinese di questo secolo. Dedicati ad aspetti di natura militare anche gli interventi di Zeng Yeying e Diana Lary, rivolto il primo ad analizzare il successo della strategia militare di Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek) contro la clique del Guangxi nel 1929 e il secondo a ricordare Bai Chongxi e Cai Tingkai, generali del periodo repubblicano la cui brillantezza appare, rispetto a quella dei comandanti militari comunisti, ingiustamente trascurata. Thomas Kampen ha discusso il modo in cui, negli anni successivi alla fine del primo Fronte Unito, il PCC organizzò i suoi primi servizi segreti e su come questi, nonostante successive riorganizzazioni, rimasero sotto il controllo di Zhou Enlai fino agli anni Settanta. Chen Hongmin ha approfondito le relazioni tra Jiang Jieshi e Hu Hanmin nel periodo 1931-1936, mentre Margerita Zanasi ha indicato la necessità di collocare l'ascesa di Jiang Jieshi all'interno del Guomindang (GMD) sullo sfondo dell'alternativa politica costituita da Wang Jingwei e Chen Gongbo. L'intervento di Roger Jeans ha analizzato le attività di Zhang Junmai e della cosiddetta "terza forza", cioè di gruppi e figure contrapposti sia al PCC che al GMD, nel periodo dal 1945 al 1954, considerando anche il sostegno loro accordato da parte americana. Al centro del contributo di Yu Shen, è stato non un personaggio o un movimento politico, ma una città: Pechino, colta nel passaggio dal fallimento della amministrazione nazionalista del 1945-1948 alla efficace presa di controllo comunista nel 1949.

R. Keith Schoppa ha sostenuto, nell'ambito della terza sessione - "Citizenship and Identity" - che il persistere fino agli anni Novanta di identità storico-culturali assunte in periodo repubblicano permette di ipotizzare un ruolo prevalente di quest'ultimo, rispetto alla Repubblica Popolare, nel costituire identità culturali locali. Di identità di genere si sono occupati Kam Louie e Louise Edwards, affrontando il primo il tema dell'interazione tra identità cinese/maschile/di letterato e valori europei così come emerge dall'analisi del soggiorno londinese di Lao She, e la seconda quello del movimento per l'emancipazione femminile in periodo repubblicano, in genere sottovalutato nei suoi successi. Marilyn Levine ha visto la figura di Wang Guangqi come una delle più rappresentative e interessanti nel movimento di Nuova Cultura, e sviluppato considerazioni sulla biografia come materiale di lavoro per lo storico. Alle difficoltà di introdurre e sviluppare sotto Yuan Shikai una coscienza di "cittadino" è stato rivolto l'intervento di Peter Zarrow, mentre James Gao ha indagato le relazioni tra urbano e rurale e culture rivoluzionarie e tradizionali, con particolare riferimento alla zona della Shandong meridionale e alla deurbanizzazione maoista. Gli interventi di Chiara Betta e Marcia Ristaino sono stati infine rivolti a illustrare aspetti particolari della vita di Shanghai, attraverso lo studio rispettivamente della figura dell'uomo d'affari Silas Aaron Hardoon (1851-1931) e del fenomeno della prostituzione di donne russe nel periodo 1920-1949.

Con la quarta sessione, il dibattito si è rivolto a "Culture, Media and Propaganda". Marianne Bastid-Bruguière ha considerato modi e finalità dell'emergere in periodo repubblicano della propaganda politica nel senso moderno del termine. Laura De Giorgi ha delineato l'importanza, nel campo della cultura popolare e della comunicazione politica, della diffusione negli anni Trenta delle trasmissioni radio. Stefania Stafutti, sulla base dell'analisi di giornali e riviste pubblicate a Shanghai all'inizio del secolo, ha evidenziato la problematicità di etichettarli come appartenenti a un preciso genere letterario, come la critica, in particolare cinese, tende viceversa a fare. Nell'ambito della vita intellettuale a Chongqing in tempo di guerra, Kan Liang si è infine soffermato in particolare sull'atteggiamento nei confronti del Quattro Maggio e della popolarizzazione della letteratura.

"The Sino-Japanese War: Resistance, Collaboration and Economic Impact" è stato il tema al centro dei lavori della quinta sessione. Dopo che Huang Meizhen ha evidenziato gli orientamenti politici del governo di Nanchino in reazione all'invasione giapponese, diversi interventi hanno ruotato attorno ad aspetti, politici o militari, del collaborazionismo. Brian Martin, David Barrett e Wang Ke-wen hanno analizzato il regime di Wang Jingwei: dal punto di vista rispettivamente dei suoi servizi di sicurezza nel periodo 1939-1945, di propaganda e censura negli anni 1940-1945, e infine dell'atteggiamento di Wang verso il Giappone, Jiang Jieshi, i propri seguaci e il proprio operato, in particolare degli ultimi anni. Parks Coble ha cercato, al di là di difficoltà derivanti da un tema storicamente difficile, di ricostruire l'atteggiamento dei capitalisti cinesi di fronte agli occupanti giapponesi. Richard Chu e Toshiro Matsumoto hanno anch'essi segnalato la complessità dell'approccio anche culturale a temi quali l'uso da parte giapponese, sia in Cina che in Giappone, di lavoro forzato cinese, e i vari fattori che, nel secondo dopoguerra, hanno portato al rapido recupero della Anshan Iron & Steel Company. Christian Henriot ha infine giudicato in termini di fallimento la politica economica giapponese, in particolare riguardo al controllo delle risorse nella zona del basso Yangzi e di Shanghai tra il 1937 e il 1945.

Nell'ambito della sesta sessione, "State and Nation-Building", Piero Corradini ha delineato l'eredità che, in termini di problemi economico-finanziari, la Repubblica di Cina ha ricevuto dall'ultimo periodo Qing, inquadrando su questo sfondo complesso la successiva politica finanziaria nazionalista e il ricorso nel 1933 a un prestito statunitense. Alla politica agraria del Guomindang dagli anni Venti agli anni Quaranta, e alla molteplicità di approcci e punti di vista esistenti all'interno del partito, è stato dedicato l'intervento di Alexander Pisarev. Kache Yip ha delineato le diverse implicazioni che la tutela della salute del "cittadino" ha avuto nel periodo repubblicano, e le conseguenze derivanti dal suo fallimento in campo sia civile sia militare. Alla necessità di collocare il pensiero economico di Chen Yi in un contesto valutativo più ampio di quanto non accada di solito, e di valutare in termini di ripercussioni a lungo termine le conseguenze della politica economica che egli impostò a Taiwan dal 1945 al 1947, è stato rivolto l'intervento di Michael Meyer. Larry Shyu ha delineato infine alcuni aspetti della politica verso le minoranze nazionali del Guomindang, con particolare riferimento ai musulmani Hui.

All'interno della settima sessione, "International Relations of Republican China", Tom Grunfeld, Lo Jiu-Jung e Ch'i Hsi-sheng hanno toccato aspetti che si collocano all'incrocio tra le culture cinese e americana: Grunfeld ha presentato la figura di Rayna Prohme, un'americana che nella seconda metà degli anni Venti si avvicinò in Cina al PCC, Lo Jiu-jung quella di Roscoe Pound, uno specialista legale che negli anni Quaranta esercitò una certa influenza in Cina, Ch'i Hsi-sheng ha affrontato il tema delle relazioni sino-americane durante la guerra sino-giapponese. Infine, l'intervento di Guido Samarani è stato rivolto a delineare, in tutta la loro complessità e sullo sfondo sia delle rispettive situazioni interne che della situazione internazionale, i rapporti tra Italia e Cina negli anni 1943-1947.

Larry Shyu, dell'Università di New Brunswick, ha tenuto il discorso conclusivo, che ha segnato la fine dei lavori congressuali.

MONDO CINESE N. 101, MAGGIO 1999

 

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