I tre Enti Locali marchigiani, ciascuno per la propria competenza, hanno sottoscritto una Convenzione intesa a celebrare la memoria dei grandi marchigiani che, a partire da Matteo Ricci, hanno contribuito a far conoscere la Cina in Italia e l'Italia in Cina. Come dice lo stesso titolo, il ciclo di manifestazioni non si limita pertanto a celebrare il grande missionario maceratese, ma si estende a tutti quegli altri marchigiani, per lo più originari di Macerata e del suo territorio, che in Cina e con la Cina hanno, a vario titolo, operato.
La prima di queste manifestazioni è stato un grande Convegno internazionale tenutosi a Macerata dal 23 al 26 ottobre 1996, dal titolo:
Le Marche e l'Oriente - Una tradizione ininterrotta da Matteo Ricci a Giuseppe
Tucci, i cui Atti sono attualmente in corso di stampa.
Dopo l'Introduzione, nella quale l'Assessore Provinciale alla Cultura, Prof. Filippo Mignini, ha sottolineato questa singolarità della Provincia di Macerata di avere avuto numerosi figli che alla Cina si sono dedicati con scienza ed amore, i diversi interventi hanno messo in luce i principali aspetti dell'opera dei Maceratesi in Cina.
La prima parte del Convegno è stata dedicata interamente a Matteo Ricci e alla sua opera.
Il primo a intervenire è stato Lü Tongliu, dell'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, che con la sua relazione su
Matteo Ricci e la Cina ha mostrato l'importanza, per la modernizzazione cinese, dell'opera del missionario e quanto egli sia ancora oggi ricordato in Cina. John Witek S. I. Ha parlato della strategia missionaria di Matteo Ricci
(The Missionary Strategy of Matteo Ricci in China during the Late Ming
Dynasty) ripercorrendo le varie tappe della sua avventura umana e religiosa, dall'arrivo a Macao all'elaborazione di un approccio fondato sull'apprendimento della civiltà cinese e sull'amicizia con i Cinesi. Joseph Shih S. I. si è soffermato su
Matteo Ricci e le religioni cinesi esaminando l'approccio ricciano a quella realtà religiosa così diversa e lontana. Sullo stesso tema si è soffermato Franco Di Giorgio
(Il dialogo di Matteo Ricci con le religioni cinesi) che ha trattato soprattutto dell'atteggiamento di Ricci nei confronti dei Musulmani e degli Ebrei cinesi. Adrian Dudink con il suo intervento dal titolo Matteo Ricci in the footsteps of Chen Liang? si è soffermato sulla diagnosi ricciana dei mali della Cina, da lui essenzialmente attribuiti all'idolatria. Francesco D'Arelli ha esaminato il problema dell'opera data da Matteo Ricci alla traduzione latina dei Quattro Libri
(Sishu), quale contributo ad una migliore conoscenza della filosofia cinese in Occidente. Il contributo scientifico di Matteo Ricci è stato invece esaminato da Isaia lannaccone
(Matteo Ricci e l'introduzione delle scienze occidentali in Cina) che ha parlato della tecnica e scienza cinesi secondo Matteo Ricci, delle opere scientifiche nate dalla sua collaborazione con Xu Guangqi e Li Zhizao nonché di alcune soluzioni linguistiche adottate dal Ricci e dai suoi collaboratori cinesi. Gaetano Ricciardolo
(Geografia e cartografia in Matteo Ricci S. J.: la determinazione delle coordinate geografiche della
Cina) ha esaminato il contributo ricciano alla geografia e cartografia della Cina, rilevandone pregi e difetti, dovuti questi ultimi alla mancanza all'epoca delle strumentazioni necessarie per esatti rilevamenti. Xu Mingde con il suo intervento
Il contributo dei gesuiti nello scambio culturale tra Cina e Occidente nei secoli XVI-XVIII oltre ad esporre i meriti della Compagnia di Gesù in quello scambio culturale, ha riferito sugli attuali orientamenti della storiografia cinese che portano ad una rivalutazione positiva dell'operato dei Gesuiti.
Nella seconda parte Luciano Petech (I cappuccini marchigiani e il Tibet) ed Elena De Rossi Filibeck
(Il contributo di Cassiano Beligatti alla conoscenza del Tibet) hanno ripercorso la straordinaria vicenda delle missioni in Tibet affidate alla Provincia Picena dei Cappuccini. In particolare è stata esaminata a fondo l'opera di Cassiano Beligatti O.F.M. Capp. da Macerata che ha dato al mondo la prima esauriente descrizione etnografica del Tibet.
L'ultima parte del Convegno è stata dedicata ai moderni e contemporanei. Di Antelmo Severini, primo professore di Lingue e Letterature dell'Estremo Oriente nelle Università Italiane ha parlato l'estensore del presente rapporto
(L'opera di Antelmo Severini per la conoscenza dell'Asia Orientale) mentre alla figura di Giuseppe Tucci sono state dedicate le ultime tre relazioni: Raniero Gnoli:
Giuseppe Tucci e l'India, Lionello Lanciotti: Giuseppe Tucci e l'Estremo
Oriente, Ramon Prats: Giuseppe Tucci e il Tibet.
MONDO CINESE N. 96, SETTEMBRE-DICEMBRE
1997