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L'amico della Cina

di Wu Minglian

WU MINGLIAN - Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia

Il Senatore Vittorino Colombo è stato un vecchio amico della Cina, un lungimirante politico italiano. Già dagli anni '60, iniziò a dedicarsi per aumentare i rapporti tra i nostri due paesi. Mentre molti politici dell'Occidente erano perplessi ed esitanti riguardo alla nuova Cina, il Senatore Colombo, si adoperò quale infaticabile promotore per migliorare i rapporti tra i nostri due paesi, promuovendo attivamente il ristabilimento dei rapporti diplomatici. Egli sosteneva che, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista culturale, la Cina è un paese che ama la pace e che lo sviluppo dei rapporti tra Cina e Italia corrisponde all'interesse fondamentale dei nostri due popoli, e che presto o tardi un'epoca di apertura e di dialogo sarebbe arrivata.

In Cina si dice che la forza di carattere si riconosce nei momenti di crisi e la vera amicizia si vede nelle difficoltà. L'amicizia tra noi e il Sen. Colombo ha resistito alle prove del tempo e delle difficoltà. Dal 1970, anno in cui si sono stabilite le relazioni diplomatiche tra i nostri due paesi, i rapporti bilaterali, in linea generale, si sono sviluppati coerentemente, ma hanno incontrato delle difficoltà. Anche nei momenti più difficili, egli non ha perso la fiduca nello sviluppo dei rapporti tra i nostri due paesi, e ha continuato a lavorare instancabilmente, sostenendo che bisognava riprendere i rapporti di fiducia, rafforzare la conoscenza reciproca. Egli sosteneva che nel 21° secolo la Cina avrebbe potuto vincere la sfida del futuro e sarebbe diventata un paese di grandi speranze. Nell'attuale mondo che tende verso uno sviluppo multipolare, la Cina e l'Europa devono svolgere un ruolo importante, tenere le mani unite al fine di costituire un nuovo ordine internazionale pacifico e stabile, di creare benessere per le prossime generazioni e di rendere più sereno il nostro mondo.

Il Sen. Colombo si è adoperato instancabilmente per promuovere la cooperazione amichevole tra la Cina e l'Italia. Nel 1971 il Sen. Colombo ha fondato l'Istituto Italo Cinese per gli scambi economici e culturali. Sotto la sua guida, l'Istituto ha pubblicato i periodici come "Mondo Cinese", "Cina Notizie", "Italia-Cina"; ha organizzato proiezioni di film, mostre, convegni e conferenze. L'Istituto ha attivato anche corsi di lingua cinese e fornito aiuti ai borsisti, studenti, studiosi e tecnici cinesi. Il Seri. Colombo ha scritto opere quali "La Cina verso il 2000" e "Incontri con la Cina", che hanno presentato in modo completo la storia antica, la cultura e lo sviluppo economico cinese. Ha guidato molte volte delegazioni del mondo economico e culturale italiano a visitare la Cina ed è stato ricevuto dai-eli rigenti di tre generazioni cinesi: Zhou Enlai, Deng Xiaoping e Jiang Zemin, ospitando anche numerossime delegazioni economiche commerciali e culturali. Nel 1995 e nel 1996, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo Cinese, l'Istituto ha organizzato con successo due convegni sui rapporti economici tra Europa e Cina, con l'intento di aggiungere alla cooperazione sino-italiana quella tra Europa e Cina e quella tra Europa e Asia, dando contributi costruttivi per individuare nuovi canali di cooperazione economica. Nel 1995 l'Istituto Italo Cinese e la Camera di Commercio Italo Cinese gli hanno conferito una targa d'argento per i contributi importanti e i successi notevoli che il Sen. Colombo ha dato nei decenni per lo stabilimento e lo sviluppo dei rapporti tra Cina e Italia.

Il mio primo incontro con il Sen. Colombo risale al settembre del 1994 poco dopo il mio arrivo in qualità di Ambasciatore cinese in Italia. La mia impressione è stata quella di un uomo molto cordiale, onesto, un uomo di vedute strategiche. Tutti i nostri incontri si sono svolti in un clima molto cordialé e amichevole. Quando venne ricoverato in ospedale, noi abbiamo mantenuto sempre stretti contatti. Nonostante fosse ricoverato egli pensava sempre al lavoro dell'Istituto e agli scambi tra i nostri due paesi, fiducioso che i nostri due paesi potessero guardare al futuro e portare a una nuova fase i rapporti bilaterali sulla base del reciproco rispetto, uguaglianza e mutuo interesse.

Quando la sua malattia si è aggravata mi sono tenuto costantemente aggiornato sulle sue condizioni augurandogli una pronta e completa guarigione. Però la malattia gli ha strappato la vita. Il 1" giugno scorso egli ci ha lasciati. La notizia mi ha sorpreso e mi ha colpito dolorosamente. La sua scomparsa non è soltanto una grande perdita per l'Istituto Italo Cinese per gli scambi economici e culturali, ma anche una perdita di un vero amico della Cina. Il popolo cinese lo ricorderà per sempre. Per noi il suo nome sarà sempre legato all'amicizia. Io sono convinto che l'Istituto, raccogliendo i suo desideri, continuerà ad impegnarsi per costituire rapporti di amicizia e di cooperazione duraturi e stabili tra la Cina e l'Italia.

 

MONDO CINESE N. 092, MAGGIO-AGOSTO 1996

 

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