È questo l'originale titolo di una mostra organizzata dal Consorzio Università Città di Bologna che ha presentato al pubblico italiano 120 xilografie provenienti dalla Collezione della Biblioteca dell'Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino. Curatore dell'esposizione è stato Enrico Perlo, che grazie alla lunga permanenza in Cina ed alla sua esperienza nel campo artistico ha saputo illustrare nel catalogo i vari soggetti delle singole xilografie oltre ad offrire al visitatore un quadro chiaro ed esauriente circa la storia delle
nianhua.
Si tratta infatti di stampe a colori eseguite in occasione del nuovo anno cinese che testimoniano come in un'unica opera possano fondersi tradizione classica e popolare, passato e presente.
Un proverbio contadino dice: "Carne e pesce non fanno l'anno nuovo se le nianhua non sono nella casa". Nei primi tre giorni del primo mese del calendario lunare si celebra infatti la Festa della Primavera o Chunjie, la più importante festività della Cina. È proprio in questo periodo che le stampe per il nuovo anno vengono attaccate un po' dappertutto all'esterno ed all'interno di case, palazzi, templi per essere sostituite da stampe nuove l'anno successivo. Questa abitudine sembra risalire fino all'imperatore Xuanzong dei Tang
(618-907); in quel periodo infatti immagini di divinità tutelari venivano dipinte sugli stipiti di palazzi e templi. Sarà però con la diffusione della stampa (XVII sec.) che le
nianhua avranno una larga diffusione.
Le xilografie esposte a Bologna dimostrano appunto che fu il mezzo xilografico quello più adatto a rispondere alla sempre crescente richiesta di
nianhua. Dapprima si trattò di xilografie prodotte in bianco e nero, come era accaduto per le illustrazioni dei testi di epoca Ming della fine del XVI secolo, poi durante l'era Wanli
(1573-1619) si passò alla stampa policroma che raggiunse il momento di maggior splendore verso la fine del XVII secolo. Alcune delle
nianhua esposte sono tirate su fogli di carta economica e colorate a stampa, altre sono su una carta di migliore qualità ed hanno i dettagli dipinti a mano; alcune poi sono eseguite in uno stile "piatto" privo di profondità, altre ancora sono caratterizzate da disegni e colori raffinati che ricordano molto da vicino la pittura dei letterati. Molte delle stampe della mostra hanno certamente subito l'influenza della pittura tradizionale tanto che sono molto simili alle illustrazioni dei romanzi storici. Ma la maggior parte delle
nianhua è caratterizzata da uno stile peculiare fatto da colori forti e decisi; spesso la stampa xilografica viene integrata con la pittura ed in questo procedimento i colori più scuri ottenuti con la xilografia contrastano con quelli più chiari dipinti a mano.
Tutte le nianhua presenti a Bologna sono state eseguite con il sistema xilografico tra le fine del XIX e l'inizio del XX secolo. I soggetti sono i più vari: dalla vita contadina ai fiori, agli animali, le divinità protettrici, gli immortali taoisti, episodi connessi al confucianesimo, alle tradizioni più antiche, ai romanzi storici. Viste nella loro multiforme varietà queste stampe mantengono un forte valore decorativo con i chiassosi colori, le romantiche esagerazioni senza però perdere mai il senso della realtà. In tutte comunque viene sempre accentuata la simbolicità dei vari soggetti, ma la caratteristica principale resta comunque la gioia e allegria che sprigionano e che le rende sempre gradevoli. Molti dei soggetti hanno perso nel corso dei secoli il loro significato originale, altri invece se ne sono aggiunti con il passare del tempo; forme tradizionali hanno assunto nuovi contenuti, mentre fanno la loro comparsa treni, cavalli, carrozze, fucili, cannoni. I centri di produzione in Cina sono stati molti ed in varie località: da Taohuawu, vicino Suzhou a Weifang nello Shandong a Yangliuqing, vicino Tianjin, Zhuxian nello Henan, Wuchang nello Hebei, Fengyu nel Shaanxi, Zhangzhou nel Fujian, Mianzhu nel Sichuan, Foshan nel Guangdong.
Le nianhua esposte rappresentano quindi l'esempio di come la tradizione figurativa antica riesce a fondersi perfettamente in questi manufatti con quella popolare. Un grazie particolare quindi a Enrico Perlo, organizzatore delle mostra, che ha portato con le
nianhua in Italia una forma d'arte che in Cina rinnova da più di 1000 anni la speranza in un futuro migliore.
MONDO CINESE N. 091, MAGGIO-AGOSTO
1996