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RAPPORTI

Atteggiamenti di studenti cinesi e italiani verso la modernizzazione*

di Riccardo Scartezzini

* Comunicazione svolta all'Università di Hangzhou (aprile 1994), e tratta dal Rapporto di ricerca sugli orientamenti verso la modernizzazione in Cina e altri Paesi, condotta presso l'Università di Trento.

È ormai consuetudine considerare tra gli indicatori di sviluppo di un paese l'insieme di orientamenti di valore e di atteggiamenti portanti verso la modernità, il cambiamento socio-culturale, l'accettazione di nuovi modelli di consumo, da parte dei suoi abitanti.

Nelle scienze sociali si è fatto ampiamente ricorso ad un concetto sintetico, "modernizzazione", per indicare un percorso quasi evolutivo da uno stadio ad un altro nello sviluppo delle società contemporanee. Con questo concetto si intende un processo globale che coinvolge tutti gli aspetti di una società, nel passaggio dal tradizionale al moderno, un passaggio cioè da elementi che compongono la vita tradizionale, nella sua struttura e forma economica, sociale, culturale e politica verso strutture e forme più differenziate, complesse, secolarizzate. La modernizzazione riguarda dunque i grandi processi economico-sociali come l'industrializzazione e l'urbanizzazione, ma anche elementi psicologico-culturali, comportamenti e nuovi orientamenti di valore in campo familiare, sociale, lavorativo, politico, religioso ecc. Nei paesi meno sviluppati questo processo tende a imitare i modelli organizzativi delle società che si sono modernizzate prima.

Ci sono gruppi sociali più esposti di altri al processo di cambiamento: tra questi gli studenti universitari, che per la loro posizione nella dinamica sociale, possono esprimere atteggiamenti ed orientamenti di valore più legati ai processi di sviluppo in corso e alla capacità di far fronte alle innovazioni. Gli atteggiamenti verso la modernizzazione tenderebbero a omologare, cioè a rendere simili per molti aspetti, i soggetti dei vari paesi, riducendo il peso delle differenze culturali specifiche di ogni nazionalità.
Esplorare e misurare, attraverso una ricerca sociologica comparativa, gli atteggiamenti verso vari aspetti della modernizzazione in campioni di studenti di paesi emergenti (Brasile, Cina), e paesi europei (Italia e Germania), è stato l'obiettivo ambizioso di un programma di ricerca promosso dal Dipartimento di Teoria, storia e ricerca sociale dell'Università di Trento.

Di questa ricerca riferiamo in merito ai campioni cinese e italiano composti da studenti dell'Università di Trento e studenti dell'Università di Hangzhou, appartenenti a diverse facoltà umanistiche, scientifiche e professionali1 . L'indagine, di carattere essenzialmente esplorativo, è stata condotta con uno strumento di rilevazione (questionario strutturato), modellato in modo tale da cogliere differenze significative di atteggiamento su vari aspetti della modernizzazione in differenti contesti.
Riportiamo qui una sintesi di alcuni dei principali risultati ottenuti relativamente agli orientamenti di entrambi i gruppi.

1 - Atteggiamenti nei confronti della modernizzazione

Gli studenti cinesi e italiani manifestano in larga maggioranza un atteggiamento favorevole nei confronti della modernizzazione intesa in senso generale come progresso, cambiamento, distacco dalle tradizioni. Più specificatamente, la maggioranza degli studenti cinesi e degli studenti italiani crede in uno sviluppo inteso come raggiungimento del benessere materiale o comunque come maggiore disponibilità di beni, mentre solo un quarto degli intervistati sia cinesi che italiani considera lo sviluppo come maggiore diffusione delle conoscenze. Un maggiore adeguamento delle condizioni materiali di vita alle conoscenze e ai progressi tecnico-scientifici costituisce una aspirazione molto sentita tra gli studenti cinesi.

Le differenze tra i due gruppi riguardano invece la scelta dei problemi considerati più importanti per il proprio Paese e la scelta dei mezzi per farvi fronte: mentre per gli studenti cinesi il problema principale è quello demografico seguito da quello educativo e quindi da quello riguardante la sistemazione delle strade e delle abitazioni, problemi che possono trovare soluzione nell'ambito di un generale progresso tecnologico del Paese, per gli studenti italiani i problemi principali sono la corruzione e la criminalità nonchè l'occupazione. Per risolvere questi problemi è più forte la fiducia nel progresso tecnologico fra i cinesi, mentre sono necessarie in primo luogo adeguate "politiche pubbliche" e "voglia di lavorare" per gli italiani.

La modernizzazione, vista più da vicino come fenomeno che interessa l'ambiente in cui si vive, porta a giudizi più critici da parte degli studenti italiani rispetto al gruppo degli studenti cinesi. Sono imputabili ad una "modernizzazione distorta" i danni alla personalità e alla cultura locale; una eccessiva e disordinata espansione edilizia e, ancor più, la eccessiva motorizzazione, fonte di inquinamento. Inoltre, solo un quarto degli studenti italiani, contro la maggioranza degli studenti cinesi, ritiene la motorizzazione necessaria.

L'atteggiamento favorevole nei confronti della modernizzazione porta la maggioranza degli intervistati sia italiani sia cinesi a ritenere che esista un conflitto tra religione e scienza. Porta inoltre una consistente quota di intervistati a ritenere che la povertà sia conseguenza inevitabile del progresso. Gli studenti italiani manifestano però un atteggiamento più critico di quelli cinesi nei confronti della società in quanto ritengono più dei cinesi che la povertà sia soprattutto una conseguenza dell'ingiustizia sociale. In entrambi i gruppi inoltre vi è la convinzione che la modernizzazione abbia portato maggiori possibilità di istruzione per sè e per i propri figli.

Si può dire in generale che sia per gli studenti cinesi sia per quelli italiani l'istruzione è il fattore più importante nel determinare lo sviluppo del proprio Paese. L'istruzione è un fattore importante anche nella vita relazionale. Decisivo nella scelta del partner, è risultato al primo posto come requisito per gli studenti cinesi (seguito da fedeltà, salute), e al secondo posto per gli studenti italiani (preceduto solo dalla fedeltà), mentre bassi punteggi ottengono altri fattori quali la bellezza, la ricchezza e la religiosità. Anche come forma di investimento, l'istruzione gioca un ruolo decisivo, ma solo per gli studenti cinesi: alla domanda "in che modo vorrebbero investire i loro risparmi", dopo i viaggi, scelti dal 65%, segue in ordine di importanza la voce "altri studi", scelta dal 45% degli intervistati e al terzo posto i divertimenti. Gli studenti italiani fanno invece scelte completamente diverse: in larga maggioranza depositerebbero i loro risparmi in banca, in secondo luogo li spenderebbero per viaggiare e in terzo luogo in divertimenti.

2 - Atteggiamenti nei confronti della famiglia

L'inserimento della donna nel mondo del lavoro e il rifiuto di valori tradizionali quali l'indissolubilità del matrimonio, sono aspetti della modernizzazione culturale sui quali entrambi i gruppi di studenti intervistati hanno espresso in maggioranza atteggiamenti favorevoli.

La quasi totalità degli studenti italiani e cinesi intervistati considera giusto che la donna lavori, anzi ritiene che essa debba assumere ruoli di maggiore responsabilità rispetto al passato. Però nei confronti della madre che lavora l'atteggiamento è generalmente meno favorevole. È vero che il 78,5% dei cinesi (ma solo il 50% degli italiani) condivide l'affermazione "una madre che lavora stabilisce con i figli un rapporto caldo e sicuro quanto una madre che non lavora", però la maggioranza degli studenti cinesi e italiani ritiene che un bambino in età prescolare possa soffrire se sua madre lavora. Da parte di costoro dunque si ritiene che il lavoro femminile possa riflettersi negativamente sulla vita dei figli. I dati disaggregati per sesso dimostrano che questa convinzione, in entrambi i gruppi, è più diffusa tra i maschi che tra le femmine. A differenza degli studenti cinesi che in maggioranza ritengono che la donna possa realizzarsi come casalinga e che ciò possa essere conforme ai suoi desideri, gli studenti italiani condividono in misura minore queste convinzioni. Si può notare cioè una maggiore coerenza di atteggiamenti nei confronti del lavoro femminile tra gli studenti italiani rispetto a quelli cinesi.

Anche l'atteggiamento verso il matrimonio e la famiglia registra qualche difformità. Tra gli studenti italiani l'età ideale per sposarsi è in media di 30 anni per i maschi e di 27 per le femmine, mentre per gli studenti cinesi l'età ideale è mediamente più bassa, cioè di 28 anni per i maschi e di 25 anni per le femmine. A differenza degli studenti cinesi intervistati, che per il 94% vorrebbero uno o due figli al massimo, gli studenti italiani tendenzialmente desidererebbero due o tre figli e sono meno propensi a ritenere importante una pianificazione sia della propria vita familiare che della propria carriera lavorativa. Infine, meno della metà degli studenti intervistati considera il matrimonio un vincolo indissolubile, percentuale molto vicina a quella degli studenti cinesi.

3 - Atteggiamenti verso la partecipazione alla vita sociale

Si può pensare che studenti in maggioranza favorevoli alla modernizzazione privilegino la vita nelle grandi città e siano pronti ad allacciare rapporti sociali con chiunque. In realtà, quasi la metà degli studenti italiani intervistati ritiene che si possa avere fiducia solo nelle persone che si conoscono bene e considera il piccolo paese un luogo ideale per vivere in pace. Inoltre, la vita della grande città è considerata più pericolosa della vita in provincia. L'opinione poi secondo la quale "nella grande città tutti possono farsi strada" è condivisa da pochissimi.

Questi dati non si discostano di molto da quelli già rilevati per gli studenti cinesi. Allo stesso modo, la fiducia nei rapporti con gli altri decresce rapidamente quando si passa da persone appartenenti alla propria cerchia di familiari e conoscenti a persone estranee, della stessa o di altra nazionalità.
Pochissimi sono gli studenti italiani o cinesi che ritengono giusto prendere le difese di chi viola le leggi, anche se si tratta di parenti. D'altra parte, gli studenti italiani, a differenza di quelli cinesi, sono in larga maggioranza contrari alla pena di morte, soprattutto per convincimento personale.

La maggioranza degli studenti italiani intervistati, nonostante si sia dichiarata molto o abbastanza interessata alla politica, non partecipa all'attività di alcun partito o sindacato. Si rileva invece una partecipazione abbastanza numerosa a gruppi sportivi, minore a gruppi culturali o di volontariato. Tendenzialmente gli studenti italiani ritengono che la società debba essere migliorata attraverso graduali riforme, anche se non ripongono eccessive speranze nel futuro della nazione (quasi il 40% lo giudica mediocre), discostandosi sensibilmente dall'opinione degli studenti cinesi che al contrario ritengono possibile per la loro nazione un avvenire grandissimo o soddisfacente. In entrambi i gruppi prevalgono atteggiamenti favorevoli ad un'ampia collaborazione tra le nazioni, ritenendola senz'altro preferibile all'isolamento e ci si dichiara curiosi di fronte alle innovazioni di provenienza straniera.


4 - Atteggiamenti nei confronti del lavoro

Le aspettative nei confronti del futuro lavoro sia tra gli studenti italiani sia tra quelli cinesi appaiono influenzate soprattutto dalla facoltà frequentata, dall'attività svolta dal proprio padre e dal sesso. Sono orientati verso un'attività autonoma o professionale il 44% degli studenti cinesi intervistati (percentuale che sale al 51% tra coloro che sono iscritti a facoltà umanistiche e al 55% tra coloro il cui padre svolge un'attività simile), mentre tra gli studenti italiani intervistati un'attività autonoma o professionale è presa in considerazione dal 50% del totale (il 71% di coloro che frequentano le facoltà di economia e giurisprudenza e il 63% di coloro che hanno il padre che svolge un'attività autonoma). Vorrebbero un lavoro dipendente invece il 38% degli studenti cinesi, (tra cui il 53% delle femmine) e il 28% degli studenti italiani, (tra cui il 37% delle femmine).

I requisiti maggiormente ricercati nel futuro lavoro sono molto simili nei due gruppi di studenti. Se per gli studenti cinesi vi è al primo posto la sicurezza, anche per quelli italiani esso deve essere fonte di sostentamento e al contempo di sicurezza per il futuro. La possibilità di fare esperienze nuove è un requisito scelto dalla maggioranza degli studenti italiani e cinesi. Meno importanti per entrambi i gruppi appaiono prestigio e ricchezza. Nonostante la modernizzazione possa esaltare i benefici materiali del lavoro, si conferma nella maggioranza degli studenti di entrambi i gruppi l'esistenza di un'etica del lavoro. Si conferma cioè l'idea che non si lavora solo per il guadagno (l'affermazione secondo la quale "più si è pagati più si lavora" è respinta da una larga mggioranza così come quella secondo la quale si lavora "solo per necessità"), ma per una realizzazione personale. Inoltre, il lavoro anche se importante non deve certamente portare a "voltare le spalle alla famiglia o agli amici" e più in generale "non deve interferire troppo con il resto della propria vita".

MONDO CINESE N. 87, SETTEMBRE-DICEMBRE 1994

Note

1  Nota sul campione.

Le condizioni materiali di vita delle famiglie dei due campioni di studenti, italiano e cinese, si differenziano per vari aspetti. Per esempio, la provenienza rurale è maggioritaria nei cinesi, così come sono evidenti le differenze riscontrabili nella condizione professionale del padre e nel livello di istruzione di entrambi i genitori che riflettono probabilmente differenze esistenti nel sistema economico e nel sistema scolastico dei due Paesi. Mentre nel campione cinese il 39% dei padri é agricoltore, nel campione trentino solo lo 0,8% svolge questa professione, mentre sono più numerosi gli impiegati, i dirigenti e i pensionati. Circa il livello di istruzione dei genitori, le differenze tra italiani e cinesi non sono forti: circa la metà dei padri degli studenti sia italiani che cinesi ha un livello di studi superiore o universitario; in entrambi i Paesi i livelli di istruzione delle madri sono sensibilmente inferiori a quelli dei padri. Notevole appare il divario esistente tra le famiglie d'origine degli studenti italiani e cinesi per quel che riguarda il possesso di mezzi di trasporto e di beni strumentali in genere. Indicativamente, si può evidenziare che mentre in Cina la quasi totalità delle famiglie usa la bicicletta, in Italia l'80% circa possiede un'automobile o addirittura ne possiede due, oltre ad altri mezzi di trasporto quali la bicicletta e la moto. Inoltre tra i cinesi, lavatrice, telefono e stereo sono beni diffusi solo tra le famiglie di città, mentre nelle famiglie italiane questi beni sono ampiamente diffusi indipendentemente dalla zona di residenza. Altri beni come il computer o la lavastoviglie, mentre sono quasi sconosciuti tra le famiglie cinesi, in Italia sono maggiormente diffusi tra le famiglie dei contesti urbani.

 

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