ITINERARI
Macao: i suoi Templi, le Chiese, i Palazzi, i Giardini
di Alida Alabiso
Fin da quando i Portoghesi vi si stabilirono nel 1557, Macao è stata una città dalle caratteristiche peculiari. Centro dell'espansione occidentale e missionaria in Estremo Oriente, i problemi della nazionalità dei suoi abitanti, della sovranità sul territorio e delle competenze amministrative non sono mai state nettamente definite. Per lungo tempo accanto al governatore portoghese vi ha esercitato autorità un mandarino imperiale cinese. Nel 1887 il trattato di Pechino tra Cina e Portogallo sembrò sancire che la minuscola penisola dovesse essere ceduta in perpetuo al Portogallo e come territorio portoghese venne considerata da tutte le costituzioni lusitane. Nel 1976, dopo la rivoluzione e l'avvento di un regime democratico in Portogallo, venne in uso la formula "Territorio cinese sotto amministrazione portoghese", una formula equivoca dal punto di vista del diritto internazionale. Finalmente la Dichiarazione Congiunta Sino-Portoghese del 13 aprile 1987 ha stabilito che dal 20 dicembre 1999 Macao tornerà a far parte ad ogni effetto della Cina, pur se le verrà conferito lo status di regione economica speciale. Anche qui, come a Hong Kong, verrà sperimentata la formula "un Paese, due sistemi" che dovrebbe consentire la definitiva riunificazione della Cina. In attesa di questo avvenimento, vale la pena consigliare una visita a Macao, per vedere una interessante commistione di civiltà occidentale e civiltà cinese, evidente soprattutto nell'impianto urbanistico, nelle iscrizioni bilingui, nell'aspetto europeo, latino e quasi "mediterraneo" di interi quartieri. Accanto ad oltre 300.000 cinesi vivono circa 7.000 portoghesi e il numero di questi va sempre più diminuendo. Nuove imponenti strutture architettoniche, turistiche e industriali, stanno trasformando l'aspetto della città. Ma ancora il suo fascino è rimasto intatto. LA CITTÀ In attesa della costruzione di un aeroporto, si arriva a Macao soltanto per via terra, dalla Cina, o per mare. Da Hong Kong si può raggiungere Macao con il tradizionale traghetto o con i velocissimi aliscafi che coprono la distanza in un'ora soltanto. All'arrivo ci si trova immersi in un'atmosfera che è dichiaratamente cinese per quanto riguarda la gente e le abitudini, ma altrettanto occidentale per quello che concerne la maggior parte dell'assetto architettonico. Stupefacente è poi la diffusione del gioco d'azzardo, pratica per la quale Macao è famosa in tutto l'Estremo Oriente. A questa Las Vegas dell'Asia affluiscono continuamente cinesi di Hong Kong e del Sud-est asiatico ed i casinò occhieggiano con i loro cartelloni invitanti dai grandi alberghi. Mentre la larga Avenida da Amizade fronteggia il punto di sbarco ed offre al visitatore un'impressione di spazio e di modernità, man mano che ci si addentra in Rua de Pequim, Rua De Luis Gonzaga Gomes, Rua Central, si ha la netta sensazione di trovarsi in un centro di provincia occidentale che ha subito il degrado dovuto al passare degli anni. Case costruite senza un preordinato piano architettonico che si affiancano le une alle altre, sempre a pochi piani, colorate, spesso con bifore che rivelano il gusto decorativo portato qui dai primi commercianti portoghesi. Le strade sono piuttosto strette e molto spesso in salita, i negozi piccoli e ricolmi di merci eterogenee. Numerose sono le gioiellerie che espongono oggetti di ogni genere, lavorati con oro a 22-24 Kt. che si possono comprare, dopo estenuanti trattative, a prezzi migliori che non ad Hong Kong. Quasi al centro della vecchia città, in un'ampia piazza che ne porta il nome, è situato uno dei palazzi più rappresentativi dell'architettura portoghese, il "Leal Senado", che con la sua facciata bianca provvista di timpano centrale ospita ancora oggi il Consiglio Municipale ed un archivio di riviste e documenti che vanno dal 1820 ai nostri giorni. Costruito nel 1784 come luogo d'incontro dei rappresentanti del governo imperiale dei Ming ed i commercianti portoghesi, venne in seguito usato dalla comunità portoghese per discutere ogni tipo di affare dell'isola. Al suo interno spiccano intere pareti ricoperte dalle magnifiche "azuleios", le mattonelle smaltate bianche e blu che i portoghesi esportarono in tutte le località da loro conquistate, oltre ad una serie di opere scolpite in pietra poste nel cortile. Da questo punto partono molte delle strade più interessanti di Macao, fiancheggiate da edifici costruiti per lo più nei primi anni del novecento e che ricordano quelli della vecchia Hong Kong coloniale, visibili oggi soltanto negli archivi fotografici. Uno dei punti di osservazione migliori dell'isola è senz'altro il Forte, conosciuto come "Cittadella di San Paolo del Monte". Costruito tra il 1617 e il 1626 come parte integrante della Chiesa di San Paolo aveva anche il compito di difendere la città da eventuali attacchi nemici, fatto che si rivelò utile nel 1622 quando gli Olandesi tentarono di invadere Macao. Fu questa l'unica volta in cui venne usato il cannone che troneggia nel Forte. Attualmente questa struttura ospita l'Osservatorio Astronomico. Anche dal Forte Guia, costruito nel punto più alto di Macao tra il 1637 ed il 1638, il panorama è splendido. Notevoli in questo forte sono la cappella, edificata secondo i canoni portoghesi del XVII secolo, ed il faro che domina il forte dal 1865 e che è il piu antico tra quelli sparsi sulla costa cinese. I TEMPLI I portoghesi occuparono Macao tra il 1554 e il 1557 e da allora le tradizioni occidentali ed orientali si sono scontrate, integrate, amalgamate, per cui i monumenti più rappresentativi dimostrano la coesistenza di tali tradizioni. Templi tipicamente cinesi ripropongono le caratteristiche peculiari di quell'architettura con i tetti multicolori (verdi o gialli), le colonne decorate, i cortili che si susseguono, i padiglioni che ospitano le varie statue di Buddha e Bodhisattva. Uno dei templi più antichi di Macao è quello in onore di A-Ma, costruito agli inizi del XVI secolo. Si racconta che quando i Portoghesi arrivarono per la prima volta a Macao e chiesero agli abitanti il nome del luogo, questi risposero "A-Ma-Gao", che, nel dialetto locale, significava "Baia di A-Ma", per cui da allora la penisola venne chiamata Macao. Secondo la leggenda A-Ma era una povera ragazza in cerca di un passaggio per Canton. Non venne aiutata dal ricco proprietario di una giunca ma da un povero pescatore che la prese a bordo. Ma una tempesta fece affondare tutte le imbarcazioni tranne quella che trasportava la ragazza. Al suo arrivo sulla penisola di Macao la donna scomparve per riapparire poi sotto l'aspetto di una dea che salì al cielo tra luci e profumi. Proprio nel punto in cui la ragazza aveva toccato terra il pescatore costruì un tempio a lei dedicato e questa dea divenne la protettrice dei pescatori. Nei secoli la struttura sarà continuamente ampliata e conservata tanto che ancora oggi si può ammirare. Il complesso è formato da vari cortili in cui si aprono i padiglioni per la preghiera. Tre edifici sono dedicati alla dea, mentre il quarto è riservato a Kun lam (Guan Yin), il Bodhisattva della Misericordia (Avalokitesvara). Un altro tempio merita una visita. È il Kun Iam Tong, che si trova nell'Avenida do Coronel Mesquita. Si tratta di un tempio fondato nel XIII secolo e ricostruito più volte. La struttura attuale sembra risalire al 1627. È senza dubbio una delle più interessanti costruzioni di Macao. Le varie sale sono dedicate a diversi Bodhisattva, tra cui primeggia sempre Kun Iam, che troneggia su un altare fiancheggiato da statue di asceti. Dietro il tempio si aprono degli splendidi giardini a terrazza in cui sono conservate testimonianze di avvenimenti riguardanti la storia di Macao. Tra queste, una tavola in pietra ricorda il trattato sino-americano firmato il 3 luglio 1844 dal Viceré di Canton Ji Ying ed il Ministro americano Caleb Cushing. Quattro enormi alberi intrecciano i loro rami come simbolo dell'amore coniugale mentre in altri punti del giardino si possono ammirare fontane che ricordano in miniatura i paesaggi della Cina, ciuffi di bambù e piccoli templi dedicati a divinità minori. Edificato nel 1592 e restaurato nel 1980 è il tempio Lin Fung Miu, l'unico tempio taoista di Macao, situato nell'Avenida do Almirante Lacerda. Costruito proprio vicino alla frontiera con la Cina ha fornito per secoli asilo notturno ai mandarini che viaggiavano tra Macao e Canton. Leoni in pietra sorvegliano l'entrata, mentre la sua facciata è resa famosa dai molteplici bassorilievi in terracotta eseguiti nel XIX secolo. Con interessante commistione tra buddhismo e taoismo, la sala principale è dedicata a Kun Iam, la cui statua è collocata su un altare molto elaborato, mentre nel cortile del tempio fa bella mostra una piscina colma di fiori di loto. Dedicato invece al Dio della guerra (Kwan Tai) e risalente al 1750 è il Kwan Tai Miu, situato nella strada in cui si tiene il mercato di Sao Domingos. Restaurato in diverse occasioni è formato da due altari posti in una vasta area. In Rua da Figueira si può visitare il Tempio del Buddha Dormiente (Tai Soi Miu), costruito circa duecento anni fa sulla collina dietro la chiesa di San Paolo. Si tratta di una serie di sale da preghiera unite tra loro da scale e porte. La prima sala è dedicata a Pao Kung, una divinità taoista collegata alla giustizia, la seconda presenta un gruppo di dee e bambini con una statua di Kun Iam, una terza sala è riservata alle divinità protettrici dell'anno per cui il colore rosso domina incontrastato, ed infine il Buddha Dormiente è una figura dorata, sdraiata su un fianco e racchiusa in un contenitore di vetro. Procedendo ancora per le scale si arriva ad un tempio dedicato a Chung Kwei, divinità che tiene a bada i demoni. Nella piazza che si apre nell'Estrada do Repouso è costruito il tempio Lin Kai Miu. Datato al XVII secolo, questo edificio è noto per i rilievi di granito che ne decorano la facciata, mentre grossi leoni abbelliscono il tetto. La sala principale è dedicata a Ua Kuaong, il dio dalla faccia nera che protegge dagli incendi, mentre in una sala vicina sono venerate divinità connesse con la fertilità ed in un altro padiglione compare Kun Iam assieme a Kuan Tai. Un ulteriore edificio è infine dedicato al dio Scimmia, una divinità cara al Taoismo. La visita a questi numerosi ed eterogenei templi conferma la prima impressione offerta al turista da Macao di trovarsi in un luogo in cui il folclore si mescola alla religione, alle leggende, alle credenze popolari. Dalla Cina gli abitanti di Macao hanno sicuramente assorbito il culto per gli antenati, per le forze della natura, il taoismo di Laozi oltre al buddhismo che proveniva dall'India. A questi culti aggiunsero poi alcune delle tradizioni locali, per cui i templi di Macao sono noti proprio per la loro particolare eterogeneità. Buddha ed i Bodhisattva, A-Ma, la dea protettrice dei pescatori, Kun Iam, la divinità della misericordia, Kwan Tai, il dio guerriero e saggio, che protegge la letteratura, la ricchezza, i negozi. Divinità minori sono poi adorate dalle fanciulle che cercano marito, dagli studenti che devono sostenere gli esami, dalle donne che vogliono avere figli, dagli invalidi, dai poveri e così via. Non esistono momenti particolari per invocare l'aiuto delle varie divinità, come non vengono fatte cerimonie collettive: ognuno prega e fa offerte quando ritiene più opportuno. Proprio grazie a questa estrema libertà di culto chiunque, anche il turista, ha libero accesso a tutti i templi. LE CHIESE Quando i Portoghesi si stabilirono a Macao cominciarono a diffondere la religione cristiana e ciò comportò la costruzione di chiese un po' dovunque. Dapprima gli occidentali si servirono del legno e del fango, poi dal XVII secolo passarono ai mattoni ed alla pietra per dare corpo ad opere più durature. Dal 1557 in poi si assiste quindi al proliferare di chiese che ricordano nel complesso il barocco europeo mentre molte delle decorazioni si rifanno a tipologie orientali. Queste chiese hanno subìto, durante i secoli, varie devastazioni dovute soprattutto agli incendi e alle tempeste ma sono sempre state restaurate grazie agli aiuti degli abitanti. Le vicissitudini subìte dalla diffusione del cristianesimo in oriente furono molte ed ebbero fasi drammatiche: dalla questione dei riti che vide la Chiesa di Roma opporsi a quei religiosi che permettevano ai cinesi convertiti al cristianesimo di praticare il culto degli antenati, all'espulsione dei padri Agostiniani da Macao nel 1712, a quella dei Gesuiti dal Portogallo nel 1767. Tuttavia gli eventi non riuscirono a minare la fede dei cattolici che animava gli abitanti di Macao. La chiesa ha sempre ricoperto un ruolo importante nella vita della penisola sia dal punto di vista religioso che da quello sociale. La chiesa più famosa di Macao è senza dubbio quella di San Paolo, situata nella via omonima. Tutto quello che rimane oggi di quell'edificio è la splendida facciata in pietra e la scalinata. Venne costruita nel 1602 vicino al Collegio gesuita di San Paolo, il primo collegio di tipo occidentale organizzato in oriente dove missionari come Matteo Ricci e Adam Schall sembra che abbiano studiato prima di andare alla corte di Pechino come astronomi e matematici. La chiesa venne dapprima costruita in legno e terra, secondo le abitudini locali, mentre la facciata in pietra fu edificata tra il 1620 e il 1627 da esuli cristiani giapponesi e artigiani locali diretti dal gesuita italiano Carlo Spinola. Dopo l'espulsione dei Gesuiti da Macao, il collegio venne usato come caserma militare e nel 1835 un incendio iniziato nelle sue cucine portò alla distruzione completa dell'intero edificio e della chiesa vicina. Rimase miracolosamente intatta soltanto la facciata in pietra che, con i suoi quattro ordini di colonne, le statue di santi, angeli, demoni, i crisantemi giapponesi, il makara indiano, le barche portoghesi, le scritte cinesi, rimane ancora oggi il simbolo della diffusione del cristianesimo in oriente e della eterogeneità della gente di Macao. La chiesa di Sant'Agostino, costruita nel Largo che ha lo stesso nome, venne innalzata dai frati spagnoli Agostiniani nel 1586 ma l'edificio attuale è del 1814. La struttura presenta tre navate ed un altare in marmo con una statua di Cristo che porta la croce. Si racconta che un giorno questa statua venne portata dalla chiesa di Sant'Agostino alla Cattedrale ma durante la notte misteriosamente la statua tornò alla sua chiesa; da allora si tiene ogni anno una processione che trasporta la statua nella cattedrale per una notte ed il giorno successivo viene riportata alla chiesa. Quando gli Agostiniani vennero espulsi nel 1712 la processione non si tenne più e gli abitanti raccontavano che da quel momento iniziò un lungo periodo di carestia che finì soltanto quando il rito venne ripristinato. La cattedrale che ammiriamo oggi è stata completamente ricostruita nel 1937 sulle rovine di quella costruita nel 1850 e completamente distrutta da un tifone. In questo punto erano state costruite molte chiese precedenti dedicate a Nostra Signora della Speranza e si riteneva che questa fosse la Chiesa Madre della diocesi di Macao che includeva anche le province religiose della Cina, Corea e Giappone. La parte più interessante della chiesa attuale è costituita dalle vetrate colorate al suo interno. In Rua de S. Lourengo è situata poi la chiesa omonima, costruita per la prima volta nel 1560 in legno, in seguito (1618) venne rifatta in terra ed infine in pietra nel 1803. Questa chiesa ha una struttura imponente che si eleva in un giardino pieno di palme. La facciata è caratterizzata da due torri laterali che terminano con tetti di tipo cinese. Una larga scalinata porta all'ingresso principale da cui si accede all'interno riccamente decorato da strutture lignee dipinte. La Chiesa di S. Antonio invece è costruita nella strada che ha lo stesso nome. Sulla facciata di questo edificio, dalle linee sobrie ed eleganti, vi è una lastra in cui sono incise le date più importanti che riguardano la chiesa: costruita nel 1638, bruciata nel 1809, riedificata nel 1810, bruciata di nuovo nel 1874 e quindi riparata nel 1875. Un altro incendio, con la conseguente ristrutturazione, si verificò nel 1930. Nel cortile viene conservato un interessante crocefisso datato al 1636. S. Antonio è venerato dai militari di Macao e il giorno della sua festa il Presidente del Senato partecipa alla processione che porta la sua immagine in giro per la città. Nel Largo de S. Domingos c'è poi la chiesa di San Domenico costruita sulla cappella ed il convento che furono dei Domenicani nel 1590. L'edificio attuale ha una facciata imponente di colore chiaro mentre stucchi bianchi e finestre verdi completano l'esterno. La parte interna è caratterizzata da bianche colonne, da un grosso altare barocco, da una statua della Vergine e da altre statue in avorio e legno che ritraggono vari santi. La chiesa di S. Lazzaro, che si trova nella Calcada de S. Lazarus, è stata costruita nel luogo dove sorgeva l'edificio dedicato a Nostra Signora della Speranza e che serviva dal 1570 come ricovero per i lebbrosi. Nello stesso periodo venne poi costruito un lebbrosario fuori delle mura della vecchia città, che verrà in seguito trasferito nell'isola di D. Joào nel 1882 e poi a Coloane nel 1947. La chiesa attuale è stata costruita nel 1895 e restaurata nel 1966. Oltre alle chiese, esistono a Macao alcune cappelle famose sia per la loro storia che per la loro posizione. La Cappella di Nostra Signora di Guia, per esempio, venne costruita come parte integrante del Forte Guia agli inizi del 1600. Si racconta che quando gli Olandesi cercarono di invadere il forte nel 1622, l'immagine della Vergine uscì dalla cappella per difendere gli abitanti dagli invasori con il suo mantello. La struttura attuale data al 1637 e contiene un bellissimo dipinto ad olio di S. Giovanni Battista, santo patrono di Macao. La Cappella di Nostra Signora di Penha, fondata nel 1622 dai passeggeri di una nave che erano sfuggiti alla cattura da parte degli Olandesi, è ancora oggi meta di pellegrinaggio da parte di chi intende intraprendere viaggi avventurosi per via mare. Questa struttura è stata restaurata nel 1837. Situata in un punto di Macao da cui si gode uno splendido panorama è la Cappella di S. Michele (Sào Miguel) che venne costruita nel 1875. La Cappella di S. Giacomo venne costruita nel 1740 nel Forte Barra, la parte più alta di Macao. Si tratta di un piccolo santuario che custodisce una statua del santo e della Regina Isabella. Poichè S. Giacomo è il protettore militare di Macao, alcune leggende raccontano che spesso si sentono i suoi passi attorno alla città. I GIARDINI Macao è il luogo ideale dove poter ammirare giardini che mescolano le caratteristiche di tipo cinese con quelle di tipo occidentale. Mentre in occidente i giardini vengono concepiti come una parte della natura su cui l'uomo interviene in modo che quest'ultima venga adattata alle esigenze architettoniche in cui gli spazi verdi sono inseriti, in Cina il giardino è concepito come una parte di paesaggio che viene amalgamato con le abitazioni per renderle non solo più belle ma anche più consone all'uomo. In occidente quindi il giardino risponde alle esigenze razionali dell'uomo che lo progetta, per cui avremo piante e fiori disposti secondo schemi geometrizzanti e ripetitivi, fontane che imbrigliano la forza delle acque per dirigerla in percorsi obbligati, architetture inserite in modo da prevalere nettamente sull'ambiente naturale. Invece l'oriente vede nei giardini la natura in cui l'uomo deve inserirsi senza sconvolgerne gli elementi. Si assiste così, anche in piccoli spazi, ad un perfetto lavoro tecnico che inserendo rocce, alberi ed acque, secondo gli schemi più naturali, avrà come risultato ultimo un effetto paesaggistico in cui le strutture architettoniche altro non saranno che uno degli elementi di quella natura tanto bene imitata. A Macao queste due esigenze si mescolano a tal punto da soddisfare le aspettative di due mondi tanto diversi. Macao era infatti troppo piccola per gli enormi giardini che i Portoghesi avevano in patria, per cui si limitarono a riproporre qui aiuole e piante disposte secondo simpatiche forme geometriche, fontane, busti di uomini famosi mescolati a piccoli padiglioni. Proprio le ridotte dimensioni degli spazi a disposizione fecero sì che le caratteristiche dei giardini cinesi venissero esaltate al massimo. Rocce, ciuffi di bambù, alberi, laghetti in miniatura, piccoli ponti furono gli elementi usati dagli architetti nella progettazione di questi giardini. La tradizione dei giardini risale in Cina a più di duemila anni fa e ha condizionato imperatori, letterati, nobili che si sono cimentati nella loro progettazione ed esecuzione impiegando enormi fortune ed energie. I giardini rappresentano per l'uomo cinese un elemento che serve da relax per la mente ed il corpo ed hanno mantenuto queste loro caratteristiche anche per la gente di Macao che dal mattino alla sera usa lo spazio verde a disposizione per esercizi di vario genere. Le grotte di Camoes sono giardini situati in Praca Luis de Camoes, costruiti sul luogo dove nel 1785 il cartografo e astronomo francese La Perouse aveva impiantato un piccolo osservatorio astronomico. Il luogo venne poi occupato dalla Compagnia delle Indie e nel 1835 sarà acquistato da un portoghese che lo dedicò al poeta nazionale del Portogallo, Camoes appunto. Oggi sono proprietà dello Stato e quindi aperti al pubblico. I giardini più vasti di Macao sono quelli a cui si accede dalla Avenida de Sidonio Pais dove era stato costruito il Palazzo Flora, che venne poi distrutto da un incendio (1920). Questi giardini offrono al visitatore una vasta gamma di flora e fauna. Vicino alla chiesa di San Francesco ci sono altri giardini in cui si incontrano gli studenti delle scuole vicine, mentre sull'Estrada Ferreira do Amaral si aprono i giardini della Montanha Russa che si arrampicano lungo la collina fino ad arrivare ad un'alta piattaforma da cui si può ammirare la Cina. Il più cinese dei giardini di Macao è quello situato nell'Estrada de Adolfo Loureiro, costruito dal mercante cinese Lou Kau e poi donato dal figlio Lou Lim allo Stato. Costruiti sul modello di Suzhou, circondati da un alto muro, riprendono i più famosi giardini cinesi in tutte le loro caratteristiche più essenziali, bambù, ponticelli, padiglioni, fino ad arrivare ad un lago ricco di carpe e fiori di loto su cui è costruito un padiglione dalla cui veranda si può godere la vista di tutto il parco.
MONDO CINESE N. 85, GENNAIO-APRILE 1994
Bibliografia
BERTUCCIOLI. G., "L'accordo sino-portoghese sulla questione di Macao", in MONDO CINESE, n. 58, Istituto Italo Cinese per gli Scambi Economici e Culturali, Milano, 1987, pp. 65-80. CHANG HU, "The 'Basic Law for Macao': An Analysis", in ISSUES AND STUDIES, A Journal of Chinese Studies and International Affairs, vol. 29, n. 2, Institute of International Relations, Taipei, 1993, pp. 136-138. CORDIER H., Histoire des Relations de la Chine avec les puissances occidentales, reprint Taipei 1966, Paris, 1901-1902. CORRADINI, P., "Note di viaggio: Macao", in MONDO CINESE, n. 21", in Istituto Italo cinese per gli Scambi Economici e Culturali, Milano, 1978, pp. 95-102. CREMER R. D., Macau - City of Commerce and Culture - 2nd Edition: Continuity and Change, Hong Kong, 1991. DIFFIE B.W. & WINIUS G.D., Alle origini dell'espansione europea La nascita dell'impero portoghese 1415/1580, Il Mulino, Bologna, 1985. HSING KUO-CH'IANG, 'One Country, Two Systems': Theory and Practice, in ISSUES AND STUDIES, A Journal of China Studies and International Relations, vol. 23, n. 3, Institute of International Affairs, Taipei, 1987, pp. 77-90. HUANG QICHEN, "Macau, Ponte do intercambio cultural entre a China e o ocidente nos seculos XVI a XVIII", Administracao, n. 6, vol. II, Macao, 1989, pp. 611-642. LO SHIU-HING, "Aspects of Political Development in Macao", THE CHINA QUARTERLY, An International Journal for the Study of China, n.120,1989, pp. 837-851. MANGUIN P.-Y., Les Nguyen, Macau et le Portugal: aspects politiques et commerciaux d'une relation privilegiée en Mer de Chine: 1773-1802, Paris, Ecole Frangaise d'Extrème-Orient, 1984. MORBEY G., Macau 1999, Grafica Monumental, Lisbona, 1990. SOUZA G. B., The survival of Empire. Portuguese trade and society in China and the South China Sea (1630-1754), Cambridge University Press, Cambridge, 1987. STAFUTTI S., "Portogallo e Portoghesi nelle fonti cinesi del XVI e del XVII secolo", CINA 19, in IS.M.E.O., Roma, 1984, pp. 29-52.
CENTRORIENTE - P. IVA 07908170017 Copyright Centroriente 1999-2024