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RAPPORTI

Confucius, la via dell'uomo - Una mostra a Urbino

di Alida Alabiso

La mostra Confùcius: la via dell'uomo, organizzata dalla Mythos (divisione culturale della Brandani & Guastalla di Milano), è stata inaugurata il 4 dicembre scorso ad Urbino e resterà aperta fino a giugno. Alla inaugurazione erano presenti le più importanti autorità locali, ed autorità della Repubblica Popolare Cinese tra cui il vice-governatore della provincia dello Shandong e l'Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia.

Perché una mostra su Confucio? Perché mai come in questo momento il pensiero di un uomo vissuto tanti secoli fa (VI sec. a.C.) si è dimostrato attuale nei suoi fondamenti ideologici, tanto che più di un quarto dell'umanità risente ancora oggi di molti degli insegnamenti di questa dottrina etico-morale.
Il catalogo, curato dal prof. Piero Corradini, Ordinario di Storia dell'Asia Orientale nell'Università di Roma "La Sapienza", è utile per chi voglia ampliare la conoscenza di Confucio e del suo tempo e fornisce ampi ragguagli sia sul pensiero cinese antico che sulla figura di Confucio di cui vengono dettagliatamente trattate la vita, le opere e l'influenza sulla cultura della Cina.

Uno dei pregi di questa esposizione è senza dubbio la sapiente utilizzazione degli spazi messi a disposizione dal Comune di Urbino. I vari reperti sono infatti suddivisi, secondo un criterio logico di contenuti, in quattro strutture diverse ed autonome: la Rampa Elicoidale del Teatro Raffaello Sanzio, il Palazzo Ducale, la Chiesa di San Domenico e la Cappella dell'Istituto Musicale.
Grazie a questa particolare dislocazione gli oggetti esposti godono di spazi adeguati e suggestivi che ne valorizzano l'importanza.

Un elemento innovativo e interessante è risultata l'adozione di sistemi audiovisivi, curati da Pierpaolo Venier, che permettono di ascoltare, leggere e soprattutto visualizzare, attraverso splendide e suggestive immagini, l'essenza della cultura confuciana.

Il percorso espositivo ha inizio dalla Rampa Elicoidale di Francesco di Giorgio Martini dove si può ammirare una grande statua di Confucio, ricavata da un unico tronco, opera di un artista contemporaneo, assieme a riproduzioni di editti imperiali relativi al maestro. Notevole, di fronte alla statua, un'opera calligrafica contemporanea: l'intero testo dei "Dialoghi" di Confucio riprodotto in lettere d'oro su sfondo azzurro. Dalla rampa si arriva alla Sala dei Maniscalchi, in cui si possono ammirare ed ascoltare i moderni audiovisivi che aiutano ad apprezzare meglio i vari oggetti esposti. In teche di diverse fogge e dimensioni sono racchiusi reperti che partono dal neolitico (7000-2000 a.C.), continuano con le prime dinastie cinesi Xia (2200-1500 a.C.), Shang (1500-1100 a.C.) per poi soffermarsi maggiorinente su oggetti della dinastia Zhou che viene divisa in due lunghi periodi: quello dei Zhou Occidentali (1100-770 a.C.) e quello delle Primavere e Autunni (770-479 a.C.) e degli Stati Combattenti (479-220 a.C.).

Tra i reperti esposti gli oggetti in bronzo sono quelli che meglio rappresentano il periodo confuciano, e nella mostra compaiono infatti in diverse teche e suscitano con le loro decorazioni, forme e dimensioni, l'ammirazione e lo stupore di chi li osserva. Si tratta di vari recipienti, rinvenuti in tombe di personaggi di rango, che avevano un uso esclusivamente rituale e che quindi venivano usati soltanto durante cerimonie relate normalmente al culto degli antenati. Servivano per contenere, cuocere e servire cibi e bevande. Il visitatore che li osserva è attratto dalle forme, sconosciute all'arte occidentale, ma ancora di più dalla strana ed affascinante decorazione che ricopre le superfici. Complicate linee geometriche, volute e spirali di tipo vegetale ed animale, maschere totemiche, ricoprono gli oggetti suscitando la curiosità di chi non può comprendere il significato magico-religioso che sottendeva queste decorazioni. Non è poi da sottovalutare l'aspetto tecnico di questi reperti che già dalla dinastia Shang (XVII-XI sec. a.C.) risultano fusi con il sistema delle matrici multiple, tecnica che comparirà in occidente circa mille anni dopo.

Dalla Rampa Elicoidale si scende per salire al Palazzo Ducale dove nelle Sale del Castellare vengono esposti reperti inerenti l'ambiente storico-politico in cui Confucio visse ed operò. Un enorme pannello ricostruisce sullo sfondo di una sala esempi di cultura confuciana, mentre gli altoparlanti diffondono un dialogo a due voci: il maestro ed un discepolo che dissertano su vari problemi.

Sono esposti libri, strumenti musicali, pennelli, tutto I'occorrente necessario alla vita di un saggio confuciano. La sala successiva presenta in sei teche circolari bronzi, gioielli, la ricostruzione di un carro da guerra e di un'armatura, mentre su una parete compaiono pannelli esplicativi con scritte confuciane. Sempre nel Palazzo Ducale e precisamente nella Sala del Giardino d'Inverno è possibile ammirare anche un modello in scala del Tempio Confuciano di Qufu, città natale del saggio, mentre due monitor presentano il video del tempio reale e scritte confuciane inerenti il governo ed i governanti compaiono su una parete, testimonianze di un'umanità che presenta sempre gli stessi problemi a distanza di secoli. Una sala viene poi dedicata completamente alla musica che tanta importanza rivestiva nelle cerimonie e nei riti confuciani; sono infatti esposte una serie di nove campane e nove pietre musicali.

Si passa quindi alla Chiesa di San Domenico dove nella sala chiamata "della virtù e della vita" vengono impiegate le più moderne tecnologie per presentare al pubblico le immagini dei due più grandi pensatori della Cina: Confucio e Laozi. Gli esagrammi dell'Yijing (I-ching) compaiono su un monitor mentre l'ologramma di un bonsai è posto tra le immagini dei due saggi che hanno improntato con la loro opera la cultura del loro paese. La parte centrale della chiesa è invece dedicata alla cultura post-confuciana: la multivisione viene qui impiegata per fornire immagini e commenti del mondo confuciano, mentre nelle teche fanno bella mostra vasi, oggetti ornamentali, che testimoniano l'enorme influenza esercitata da Confucio sulla vita e le istituzioni della Cina.

Si possono infatti ammirare mobili dal palazzo confuciano, oltre ad oggetti ed abiti appartenenti a discendenti diretti del maestro. Accanto alla casa di Confucio (trasformata in tempio) venne infatti eretto un sontuoso palazzo (che conta 463 ambienti), di cui si possono ammirare nella mostra alcuni degli oggetti: vasi in cloisonné, indumenti in tessere di giada. La parte più importante è rappresentata dai documenti conservati nel palazzo, documenti che hanno registrato eventi di un lunghissimo arco di tempo, e di cui vengono esposti due esemplari relativi ad editti imperiali.
L'itinerario della mostra si conclude infine con la sezione dedicata alla cultura materiale che presenta strumenti usati nella vita quotidiana dell'antica Cina.

MONDO CINESE N. 83/84, SETTEMBRE-DICEMBRE 1994

 

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